Quello che pochi giorni fa era impossibile o terribilmente pauroso, tu cara rossella sei riuscita a farlo con lucidità e coraggio!
Leggendo i vari interventi, nonchè anche il tuo, le frasi tipo: vengo in Italia, terapia di coppia, ritorniamo a vivere insieme, mi hanno istintivamente fatto pensare: cosa? con quell'uomo, dopo tutto quello che ha fatto?... questo perchè, ahimè distorsione professionale, è difficile pensare che un uomo con quelle attitudini, con quel carattere, con quei suoi modi rigidi possa CAMBIARE... però poi mi son detto, ferma ferma... Riflettiamo su un paio di cose:
1) Sei in Italia, e hai accanto i tuoi genitori
2) Hai l'affido esclusivo
3) stai dettando le regole
4) terapia di coppia
Cara Rossella io non sono tra quelli che (sono uomo e pertanto un potenziale padre) inneggia all'affido esclusivo quando i problemi sono solo ed essenzialmente legati alla coppia, io ritengo che la presenza del padre nella vita dei figli è IMPORTANTISSIMA per la loro crescita.
Tu sei una madre e come tale hai il DOVERE di difendere la vita di tua figlia, con obiettività devi dirmi se suo padre gli farebbe del male? Pensi che in tutti questi anni la bambina abbia vissuto il rapporto con lui negativamente? Che la sua presenza è destabilizzante per quanto concerne la crescita psico-fisica della bambina?
Allora facciamo così... a mio avviso tu dovresti:
1) portare avanti la pratica di separazione (che non è divorzio)
2) Aprire le porte, non nel senso che viene a vivere con te, ad un suo possibile ritorno in Italia
3) Iniziare a distanza, senza vivere insieme, un percorso di terapia di coppia
4) Non impedire a tua figlia di sperimentare il suo sacrosanto diritto di vivere il rapporto con suo padre.
Credo sia necessario percorrere queste strade per non lasciare nulla al caso e per non rimproverarsi di non aver fatto abbastanza.
Un abbraccio
Gae