Pedagogista, 15/09/2008 23.14:
Durante incontri avvenuti in passato, accanto alle consulenze legali, abbiamo sempre affiancato momenti di dialogo pedagogico e counselling con questi bambini, durante i quali si è sempre cercato di fare emergere(attraverso il gioco, il disegno)stati emotivi del bambino non facilmente da loro manifestati ma che, in qualche modo, ledevano la loro serenità.
Per i nostri alunni non funziona così, ci sono differenze sostanziose.
Tanto per cominciare le mamme hanno le idee molto chiare.
Sanno bene cosa desiderano per i loro figli e quindi ricorrono molto meno a consultazioni che del resto costano parecchio, qui da noi, e quindi soltanto le famiglie più abbienti potrebbero permettersele.
Le separazioni sono in genere consensuali e gli avvocati contrattano le modalità e i particolari prima di arrivare al giudice, che poi di solito conferma il tutto.
In presenza di padri violenti, le mamme hanno idee ancora più chiare e sono ben determinate a far valere i loro diritti e a difendere i loro figli.
Se poi si trovano di fronte a sentenze sbagliate, non hanno nessun problema a dichiararlo apertamente, sia in casa, che a noi insegnanti.
I bambini hanno gli occhi aperti, non possono essere imbrogliati tanto facilmente e quindi loro per primi sanno benissimo quanto male faceva in casa il papà, e trovano coerenza e desiderio di protezione nella mamma.
Comunque è un paesino piccolo, ci si conosce tutti e nell'unico caso davvero grave, la mamma, per qualche anno, ha tentato di nascondere le cose e ha rischiato anche di essere criticata per come non riusciva a far crescere la bimba in modo normale.
Quando ha rivelato la sua situazione, subito ha sentito la solidarietà di tutti, comprese noi colleghe.
Lui a un certo punto non poteva girare per il paese senza vergognarsi profondamente di quello che sapevamo, così è sparito, è tornato al suo, di paesi, in una regione molto lontana da qui.
Forse se la mamma fosse stata piena di dubbi o ancora innamorata, chissà, magari avrebbe cercato di trattenerlo.
Ma dubbi proprio non ce ne sono stati e anzi le abbiamo viste rifiorire completamente, la mamma si è rimessa a studiare e ora si sta laureando, la figlia nelle pause gioca nel corridoio insieme ai miei alunni e nessuno le ricorda suo papà, le vogliamo bene, non vogliamo rattristarla anche solo con il ricordo.
Se arrivasse uno psicologo a sostenere che il suo diritto a vedere il padre è stato leso, la mamma per prima, e anche tutte noi, considereremmo veramente spesi male gli euro che lui avrebbe guadagnato con una parere così assurdo.
Comunque non esiste il problema perchè la mamma non spenderebbe mai tutti quei soldi per colloqui con uno psicologo, e se invece le sue disponibilità economiche lo permettessero, è ovvio che ne sceglierebbe uno che esprima pareri un po' migliori, e qui ce ne sono in abbondanza, io ne conosco.
Dal punto di vista legale credo che sia tutto a posto, i giudici intelligenti esistono.
Io ho conosciuto di persona alcuni consulenti al tribunale dei minori, che sicuramente avrebbero dato ottimi pareri al giudice, ma probabilmente in questo caso non ce n'è stato bisogno: basta applicare con competenza e buon senso il principio più importante, cioè la tutela del minore.
Quanto ai diritti del padre, se proprio voleva rivendicare qualcosa, doveva comportarsi un po' meglio, e non può, ora, intromettersi di nuovo ad aggiungere altro male a quello già fatto a una donna e a una bimba innocente.
Quindi la cosa si è conclusa nel modo migliore, senza counsling, senza perizie, senza interventi di psicologi, senza nulla, c'è stato soltanto il lavoro degli avvocati.
Quello della mamma ha lavorato molto bene.
Se la sentissimo cambiare idea, diventare dubbiosa ed esprimere rimorsi per aver tolto alla figlia suo padre, tutti saremmo pronti a spiegarle che la sua bimba forse avrà di nuovo un uomo in casa, perchè la mamma è giovane e può benissimo trovare un uomo che vorrà bene a lei e alla sua bimba, come è accaduto a tante altre donne (io in classe ne ho tre, già con un altro uomo).
Quanto al vero padre, lei stessa adesso, ha capito benissimo in quali ingenuità era caduta e sicuramente non vorrebbe nemmeno rivederlo, mai più, un uomo che ha messo in pericolo così tanto lei e la sua bimba.
Quest'ultima ora cresce senza più quell'incubo, non sarebbe crudele, costringerla a rivedere quell'uomo?
Che doveri ha una bimba verso di lui?
A quale prezzo dovrebbe ancora pagare la sfortuna di essergli nata figlia?
Caso mai è lui che ha il dovere di starle lontano per non farle più del male e questo è chiarissimo, non c'è bisogno di farselo dire da psicologi o altre persone.
Dimenticavo, esiste un servizio pedagogico pubblico, ma una mamma non è assolutamente obbligata a utilizzarlo e lo fa in piena libertà, solo se lo ritiene necessario.
Comunque è talmente stracarica di impegni che lei stessa, spesso, indirizza al privato gli utenti, almeno quelli che hanno bisogno di qualcosa di urgente.
Naturalmente questa mia collega non ha chiesto nessun tipo di assitenza nè a lei, nè a un servizio locale che offre anche vari specialisti sui problemi dell'infanzia (logopedia, psicomotricità, neuropsichiatria infantile, ecc...)
Tu, Rossella, non preoccuparti, pian piano diventerai sempre più consapevole di quali sono per te le scelte migliori.
La tua bimba è fortunata, perchè non hai aspettato, e l'hai portata in Italia presto, ancora piccola, prima che i danni di una segregazione potessero diventare pesanti.
Sei stata coraggiosa, per te stessa e per lei.
Comunque ricorda che se cercherai di mentirle in qualcosa, lei presto o tardi scoprirà la verità e per una figlia non è facile, poi, perdonare certe bugie.
Comunque non sei da sola in nulla, hai la fortuna di aiuti efficaci e ottimi.
Eravamo così preoccupati, in luglio, ricordi?
Non si è ancora tutto risolto, ma sei sulla strada che porterà alle soluzioni migliori.