Cara Giuditta,
io penso che tu debba comunque ritenerti soddisfatta di te stessa, dell'impegno che stai dedicando a questa causa persa, ovvero far si' che tuo marito la smetta di strumentalizzare la vostra bimba per rovesciare addosso a te la sua rabbia, ora che te ne sei andata.
E' una causa persa, lo è per tutte noi, perchè questo genere di persona non cambia...però noi dobbiamo comunque tentare, per il bene dei nostri figli.
Ora, tu puoi fare due cose:
1) come dice Laura, cercare di impermeabilizzarti interiormente rispetto alle intemperanze di quest'uomo: comincia a comportarti con lui come se realmente non te ne fregasse nulla e poi, lavorando su te stessa con lo psicologo, pian piano arriverai a non lasciarti toccare davvero dalle sue incursioni nella tua vita. Prima o poi si stancherà: troverà LUI una compagna (questi uomini si "piazzano" subito, nonostante tutti i loro difettucci) e avrà meno tempo ed energia da dedicare a usare la vostra bambina contro di te;
2) andare di nuovo dall'avvocato, raccontargli tutto e cominciare a predisporre le cose per chiedere un riesame delle condizioni di separazione, in particolare dell'affido della vostra bimba. L'avvocato ti dirà di cominciare a spedire delle raccomandate a/r a tuo marito ogni volta che si comporta male, stigmatizzando (con lettere brevi, chiare, calme) il suo comportamento e chiedengoli spiegazioni sui singoli episodi e "minacciandolo" di chiedere, appunto, la modifica delle condizioni di affido della bimba, o addirittura gli incontri protetti, se non la smette di tormentarla. Dopo un po' di raccomandate, se lui non cambia atteggiamento (cosa che, credimi, con un po' di martellamento di raccomandate spesso accade), il tuo avvocato potrà iniziare la causa per la revisione delle condizioni di affido. Ti costerà dei soldi, è ovvio, però metterai le cose in chiaro e soprattutto proverai concretamente a proteggere tua figlia.
Ora: anche quest'episodio dello psicologo: racconta SUBITO (e con calma) al tuo dottore le reazioni di tuo marito! Il tuo psicologo saprà meglio di chiunque altro raccontare ad un giudice come stanno le cose e che l'esempio del "terzo incomodo" non era riferito a voi.
Tra l'altro, mi fermo un attimo su questa espressione: "terzo incomodo". "Terzo" rispetto a quale coppia? Incomodo rispetto a chi? E' chiaro che tuo marito VI considera ancora una coppia e infatti questo suo atteggiamento non è altro che il prolungamento della persecuzione che ti ha riservato durante la vita coniugale.
Tieni memoria di tutto (il forum è già in se' una sorta di "diario pubblico": se vuoi scirvere cose più intime, ti consiglio di chiedere a Gae ti aprirti lo spazio virtuale privato, al quale, se vvuoi, potremo accedere anche io, Maylv, Laura e chi vuoi, però non tutti quelli che navigano su Internet).
Giuditta: devi farti molta forza.
Non supplicarlo più.
FINGI di essere forte. Non rispondere alle sue provocazioni: non gli parlare. Fai benissimo a non parlargli.
Ma, pian piano, impara, quando gli scrivi sms o e-mail o raccomandate, ad essere GELIDA. La tua rabbia (legittimissima) deve prendere la forma lucida e gelida di chi si difende e difende la propria figlia.
Basta con le reazioni implusive, scomposte, emotive: non colpevolizzarti per esserci caduta (tu come tutte noi) nè perchè ci ricadrai ancora. Però lavora sodo sul fatto di riuscire a gestire la rabbia con intelligenza emotiva.
L'espressione della tua rabbia deve essere volta ad ottenere un risultato: e questo risultato non dev'essere certamente il fatto che tu poi ti senti male, in colpa o isterica, ma che tu riesca a dire delle cose a tuo marito, a raccontare come stanno davvero le cose, con lucidità e con chiarezza.
Io della tua storia ricordo sempre come ho ammirato la lucidità con cui quel giorno sei andata all'ospedale a farti refertare per il pugno che ti aveva dato sulla schiena. Come vedi, "la sostanza" in te c'è: sai difenderti con intelligenza, sai reagire.
Ma certo...tuo marito quell'episodio te l'ha fatto pagare caro e amaro. Ti ha fatta sentire quasi una simulatrice. Ma chi andrebbe mmai a farsi refertare un "semplice" pungo sulla schiena? Ti avesse dato - che so - una bella coltellata...allora si che forse (forse, eh!) ne valeva la pena...ma un pugno...andare a farsi refertare un pugno...che CAROGNATA,
eh?!
Mentre DARLO, il pugno...darlo non è mica stata una carognata...
Vedi...quando tu riesci ad opporti in maniera forte, tuo marito te la fa pagare...ma è perchè gli fai paura.
Comincia a pensare che LUi ha paura di te, e vedi come cambiano le cose.
Ti ripeto, fingi di essere forte (e la virtù dei forti è la CALMA, ricordalo sempre!), di essere razionale, di essere impermeabile: fagli notare le cose che non vanno - senza fare tragedie, ma con durezza, con fermezza - e vedrai che pian piano lui comincerà a girare alla larga.
Ricordati che sei capacissima di essere forte, calma e lucida: lo hai già dimostrato.
Un abbraccio,
L.