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Sono io oppure è lui ?

Ultimo Aggiornamento: 29/08/2009 16:44
23/08/2009 11:49
 
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la mia gelosia è la mia scelta ?
Forse ho bisogno di sfogarmi, sono molto confusa...

parlavo al telefono con mia madre ieri, raccontandole il solito litigio col mio convivente.

Tante volte ho pensato e creduto che le situazioni createsi tra di noi non fossero proprio "normali", ma non avevo mai realizzato i miei sospetti in una vera e propria "teoria" del nostro rapporto.

Insomma, mia madre quella volta al telefono mi ha fatto notare che nel rapporto tra me ed il mio ragazzo (conviviamo da 2 anni) c'è una violenza ciclica, subdola, un'insidia profonda che si avverte, ma non si vede ed è tutta a livello psicologico.

La situazione però non mi è davvero chiara.

Perché se da una parte tutto porta a pensare che lui approfitti della mia debolezza, delle mie paranoie e della mia "esagerazione" per condannarmi sempre di più ad essere intrappolata nelle mie idee fisse e le alimenta periodicamente,

dall'altra mi chiedo se non sia stata io stessa ad aver creato con quelle mie ossessioni quella sua condizione "sadica" che lo porta a distruggermi facendo avverare le mie paure.

Insomma, chi tra i due sta gestendo l'altro ?
Chi tra i due sta creando una "storia" sempre uguale ?

Questo è il mio dubbio.



Mi spiego con i fatti adesso.

Sono molto gelosa, la mia fissa riguarda l'estetica ed il tradimento (a partire da quello più banalmente mentale).

Nei periodi di maggiore stress (è cominciato tutto quando è iniziato il suo lavoro estivo in libreria) non faccio altro che chiedergli se c'è qualcuna che gli piace, se c'è qualcuna più bella di me, più prosperosa di me, se ha visto delle parti del corpo di un'altra mentre lavora. Ed accompagno tutto questo con l'obbligo di dirmi tutto, ogni particolare, la VERITA', ogni pensiero, se lo fa, su un'altra.
Spesso l'ho portato a pensare a situazioni facendogliele ripercorrerle mentalmente su mia richiesta, solo per dirle a me. Situazioni alle quali non avrebbe mai pensato. Situazioni banali.
Banale come dire: "si quella è carina".

Questa mio modo di fare ce l'ho sempre avuto, ma non a questo livello.
Normalmente la mia gelosia è contenuta, diciamo pure "normale".
Comincia a diventare in quel modo e poi si ripete giornalmente quando comincia il sospetto.
Di solito non sospetto mai niente che non sia minimamente fondato. Per fondato intendo per conseguenza di un suo modo di parlare confuso, di comportarsi come se ci fosse qualcosa.

La sua incapacità di parlarmi chiaramente, di comunicarmi le sue sensazione senza la paura delle conseguenze, di riconoscere egli stesso con la sua mente i fatti reali confondendoli con i "Fatti" allusori provenienti dal mio schema, di discernere la gravità reale con la gravità ideale della sua azione, insomma la sua "debolezza" è forse la trappola che io ho contribuito a creare ?

E la mia sofferenza, il mio sentirmi tradita, umiliata, sentire che nella sua incapacità di essere chiaro può esserci proprio il divertimento nel mettermi in difficoltà davanti alle mie tragedie, nel suo ridere mentre mi racconta stupidi episodi (ad es. mi dice: "ho visto un piede mentre mettevo a posto i libri) e mentre io avvertendo non gelosia, ma il suo dominio nei miei confronti che sta attuando in quella risatina che ha mentre guarda la mia faccia ansiosa sofferente, consapevole del fatto che io possa pensare: "perché mi racconta questo episodio ? Se il piede non ha significato, perché me lo racconta come se fosse un errore ? C'eravamo messi d'accordo che mi avrebbe raccontato solo cose importanti qualora fossero accadute e non situazioni banali, quindi perché mi sta raccontando di un piede ? C'è forse della malizia ? C'è forse un piacere nel darmi un'idea ambigua ?

Mi sta provocando sapendo che io potrei sospettare qualcosa dato che accompagna il racconto con uno sguardo ansioso, vittimista, grave ? )


Ma ogni volta è risultato non esserci niente di grave, niente che superasse il semplice apprezzamento nei confronti di una collega o una "caduta d'occhio" nei confronti di un'altra.

Perché allora ogni volta mi racconta queste cose oppure le nasconde, come se ci fosse qualcosa di grave ?

Perché ogni volta mentre parla di queste cose (piccole situazioni)

(su mia richiesta, sull'accordo di essere sinceri l'uno con l'altro, ma non un accordo sui minimi particolari. Una richiesta la mia normale, posso assicurarlo, che si limita alla giusta onestà tra due persone. E quindi, un "dimmi soltanto un giorno quando ti piacerà un'altra persona che non sono io". Tutto qua, non un resoconto di ogni scena ambivalente),


lo fa ingrandendo tutto, lo fa accompagnandole da angoscia e senso di colpa ?

MI SEMBRA CHE LUI STRUMENTALIZZI LE MIE PAURE PER CREARE LA SUA STORIA, FATTA DI SENSI DI COLPA, DI UN SENTIRSI CATTIVO, E DI FAR SENTIRE ME QUELLA CHE DOMINA, CONTROLLA LA SUA MENTE, UNA MENTE DOVE NON RAGIONE PIù LUI, MA RAGIONO IO.


Io che, ogni volta ho reagito a queste cose però come se fossero dei veri e propri tradimenti, non perché razionalmente lo credevo (figuriamoci se ritenere bella un'altra donna mi preoccupa seriamente !), ma perché irrazionalmente lui si poneva già nei miei confronti come se fosse accaduto il peggio.

IO MI SENTO COSTRETTA AD ARRABBIARMI, COSTRETTA A SUBIRE LA SOFFERENZA, COME SE NON DIPENDESSE DA ME, MA COME SE LUI LA CREASSE COL SUO MODO DI PORSI, DI PARLARMI, DI NON PARLARMI.
MI SENTO COME SE IO NON POTESSI FARE A MENO DI PROVARE QUEL DOLORE.

Ma chi tra noi due sta creando tutto questo ?
Non riesco a capire perché ciclicamente accade questo.

Infatti, almeno un giorno ogni settimana o 5 giorni, lui torna a casa e si sente subito una tensione. La sua del famoso "dovermi dire tutto". E la mia: "sicuramente è successa qualcosa".

Allora io gli chiedo: "è successo qualcosa di strano a lavoro" ?
Anche se non è successo niente, lui trova qualcosa da dirmi e per ferirmi, qualcosa di banale che nel suo modo di raccontarmela assume i toni pesanti di un vero e proprio errore.

Il suo atteggiamento ( "comportarsi come se ci fosse qualcosa") sembra essere la parte di un mio schema mentale.
Ma allo stesso tempo non è un mio schema mentale, perché io sono normalmente una persona tranquilla e fiduciosa.
Il suo modo di porsi nei miei confronti in relazione alle mie paure mi porta in un vortice che io non desidero.

Io sono sempre allegra e positiva, ed ogni volta che lui sa che sto bene, che è una giornata tranquilla per me eccolo la sera che spunta con una storia dai toni cupi, già costruita per essermi OFFERTA come la storia di un tradimento, con tutte le sensazioni, le emozioni che esso provoca. E tutto questo io non lo riesco a gestire e mi lascio prendere e conquistare da quelle emozioni. Soffrendo continuamente di questo, io mi sento come se non fossi più padrona di me stessa. Come se un pezzo di me stessa fosse usato per gettarmelo contro.
Come se la mia gelosia, le mie insicurezze mi fossero staccate da dentro per contribuire alla realizzazione dei suoi sensi di colpa.

Perché poi io non me la prendo mai per stupide gelosie, io vengo trascinata nella mia gelosia a forza.
Mi sento come se tutto questo fosse PROVOCATO apposta. Come se una persona che sa i miei punti deboli, li mettesse alla PROVA continuamente. Un uomo che pur sapendo che sono situazioni supide, pensieri che tutti noi facciamo nei confronti delle altre persone ( e non tradimenti ! Parola molto più grossa ) me le RACCONTA consapevolmente cariche di tragedia.

Io non capisco se ciò è conseguenza di ciò che io ho contribuito a creare in passato con la mia gelosia oppure se la mia gelosia è divenuto strumento per quella che io sento come una tortura psicologica nei miei confronti.

Non studio più, ho perso un anno e mezzo di università, ho difficoltà persino a fare la spesa da sola, non ho amicizie, ho difficoltà in molte situazioni perché da quando vivo con lui mi sento dipendente. Mi sento come se pretendesse tutto. E quel che riguarda solo me, il mio studio, la mia padronanza personale, è andata perduta.

Ora che l'ho mandato via da casa perché è successa l'ennesima situazione descritta qui fin'ora, continua a scrivermi di amarmi, di aver bisogno solo di me, etc. etc.
Ogni volta è così ed ogni volta dopo alcuni giorni lo faccio tornare a casa come se niente fosse.
E poi ricomincia di nuovo. Ed io non so più cosa sbaglio.
Cos'è.

[Modificato da Daphne84 23/08/2009 11:59]
24/08/2009 18:24
 
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Ciao cara amica e bentrovata in forum!

Certo che la tua storia a tratti risulta molto ingarbugliata...

Senza ombra di dubbio la prima cosa da fare se volete salvare il vostro rapporto è fare terapia di coppia... La gelosia mostrata nel tuo post come "normale" appare invece molto ossessiva, troppo da pubblico ministero che accusa sempre e comunque...
La tua mente fa percorsi talmente "distruttivi" da dover trovare una spiegazione sempre e comunque negativa in qualsiasi cosa ti racconti lui... Non so se sia lui che con il suo modo di raccontare le cose ti mette in ansia,ma il fatto stesso che lui ti debba raccontare ogni minimo movimento, pensiero, passo la dice lunga sul tuo equilibrio emotivo... Ti stai facendo davvero troppo male a mio avviso! La prima cosa che tu devi condannare è la tua gelosia, che non è in questo caso un ingrediente "positivo" per il rapporto ma distruttivo!
Tu dici che le tue richieste sono normali... e così sembra... ma perchè dire ad un uomo di essere sincero... in fondo è normale che lo sia, e se non lo è pensi davvvero che te lo venga a dire? Credo di no... Non credo sia difficile da capire se l'uomo o la donna tradiscono...!!! Dovresti vivere il rapporto con più serenità, con meno angoscia... Se parti dal presupposto che lui possa sempre e comunque tradirti hai messo da parte l'amore e hai solo alimentato il dubbio...

Fate della terapia di coppia... secondo me parlate troppo di cose di cui non dovreste parlare...

Un abbraccio

24/08/2009 20:08
 
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Il problema sono io allora.

Forse dovrei fare psicoterapia da sola per prima cosa. Vivendo per il momento da sola anche. Perché sono dipendente, e non sopporto di sentirmi dipendente. Perché non riesco a fare nulla da sola.

Per me è un immenso dolore sentirmi dire soltanto che a lui piace una collega.
Mi si abbassa la pressione, comincio a crollare, a stare molto male.

Per me è come un trauma ogni volta.
La colpa allora è soltanto mia, lui è un ragazzo normale che come tutti può accadergli di notare qualcuno che non sono io.

Ma perché me lo racconta in quel modo ?
Perché mi sento di non avere una vita dipende quando vivo insieme a lui ? E' un problema soltanto mio ? Sono forse depressa ?
Mi sento sempre di avere paura che succeda qualcosa alle mie spalle, che possa esserci qualcosa, qualcuno migliore di me per lui.

Mio padre ha divorziato da mia madre. Avevo 17 anni, facevo la quarta-quinta superiore. Ha conosciuto un'altra donna. Ogni volta che lui veniva a prendermi da scuola alle 13, prima ancora che partisse, lo trovato al telefono che parlava con questa donna, e lo faceva anche mentre ero in macchina, rideva e scherzava tranquillamente. Metteva la loro canzone alla radio dell'auto. Poi un giorno ci ha lasciate. E' partito all'estero.

Io due estati dopo ho avuto un crollo. Non saprei come definire il tutto. Ho avuto un periodo di paranoie (credevo che potessero rapirmi gli ufo. Fa ridere lo so). Mi sentivo fredda. Avevo un ragazzo e non provavo più nulla. Ero depressa.

Poi ho cambiato città, mi sono ripresa convivendo con quel ragazzo 2 anni. Ho fatto l'università, mi sono laureata con 110 e lode.
Con lui però ero molto gelosa e possessiva. Fino a quando mi ha tradita nascondendomi una relazione anche se non sessuale, ma amicale. Dato che io non accettavo nemmeno questo.

Poi l'ho tradito io dopo due anni da quell'episodio.
Con il mio attuale ragazzo. E sono andata a convivere con lui.
Ed il resto l'ho già detto.

---->

Qualcuno sa consigliarmi un bravo psicoterapeuta per me a Genova ?
All'età di 20 anni sono stata da uno psicoterapeuta lacaniano di un'altra città per alcuni mesi, poi sono "scappata" dalla psicoterapia ad un certo punto. Ho abbandonato.


* dimenticavo la cosa più importante: GRAZIE per la riposta : )
[Modificato da Daphne84 24/08/2009 20:16]
25/08/2009 00:03
 
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Cara amica io non lo definirei un problema ma un tuo stato dell'essere... certo puà essere anche un problema ecco perchè devi cercare di fogliarlo e leggerne i contenuti più profondi, cosa non facile e sicuramente molto più utile con un suporto psicoterapeutico...

Dentro di te tempeste di paura di muovono percuetondo cuore e anima... Il passato sembra impadronirsi di te, congelare i uoi sentimenti e da vita a una sorta di autoprotezione che ahimè genera solo dolore. Credo che aver vissuto in prima persona l'abbandono di tuo padre ti spinga prepotentemente a tutelare il tuo cuore e la tua storia tenendo sotto controllo ogni piccolo particorale della vita del tuo partner, così facendo generi in te l'illusione che lui sentendosi sempre "controllato" non sbaglierà mai e quindi non ti abbandonerà come fece tuo padre....

Devi lavorare molto sul tuo passato e interrogarti e rileggere bene quel periodo, per comprendere pienamente il tuo presente...

Adesso credo sia arrivato il momento di chiedere aiuto forse a chi ti ama veramente... non credi?

Cerca di riprendere nuovamente il percorso con la psicoterapeuta...

Mi dispiace io non conosco nessuno a Genova.

Attendo di rileggerti

i ringraziamenti? beh potevi tranquillamente dimenticarli [SM=g27990]

Gae
25/08/2009 09:48
 
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Mi piacerebbe riprendere col mio psicoterapeuta in sicilia, ma ormai vivo da un'altra parte e non so a chi rivolgermi.

Dopo quel periodo che ero stata molto in crisi, molte cose ho lasciato da parte. Sono trascorsi un po' di anni dove mi rifiutavo di pensare profondamente ogni cosa, per paura di ricadere in un dolore.

Evidentemente quel che c'è, è, e lavora indipendentemente dalla volontà di un pensiero.

Grazie ancora.
Saluti.
29/08/2009 16:44
 
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Ciao Daphne,
ti premetto subito che io non sono nè una persona competente in merito, nè tantomeno una psicologa, sono solo una ragazza che ha conosciuto la sofferenza esattamente come l'hai conosciuta tu e per questo ti dico di prendere le mie parole con le molle.
Ciò che a me arriva dalla tua storia è che il tuo passato condiziona pesantemente il tuo presente, nel senso che dopo l'abbandono di tuo padre incosciamente credi che "controllare" il tuo partner possa salvarti da un suo eventuale abbandono, poi non so se magari lui ci mette il carico da undici raccontandoti le cose in modo tale da metterti in ansia. Ma purtroppo credo che questa cosa più che proteggerti da un eventuale sbaglio del tuo compagno, faccia solo del male in primis a te stessa e di riflesso al tuo ragazzo e al vostro rapporto.

Vedi cara anch'io come te per anni ho sotterrato il dolore, ho fatto finta che non esistesse, ma per definizione essendo un sentimento la sofferenza lavora dentro di noi non a livello razionale e quindi sì esula dalla volontà di pensiero: per un certo periodo puoi anche riuscire a tenerlo sotterrato nel tuo cuore, ma arriva un momento che tutto esce fuori che tu lo voglia o no, è esattamente ciò che è successo a me. Per cui tante vale affrontarle una volta per tutte, farà male ma almeno dopo saremo libere dal passato e potremo vivere il futuro senza condizionamenti. Lo dico a te e lo dico a me stessa perchè anch'io sono solo all'inizio e la voglia di dirmi "non pensarci, passerà" per non affrontare il dolore è tanta.

Nemmeno io purtroppo conosco nessuno a Genova, mi dispiace.

Concludo ripetendoti che queste parole sono dettate soltanto dalla mia esperienza e sensibilità personale, non sono una persona competente in merito per cui non è detto che siano giuste. Sono soltanto quello che penso. Spero che non ti offenderai della mia "intrusione".

Ti abbraccio

Veronica


P.S. Dimenticavo... anch'io come Gaetano credo che non è un tuo problema, credo invece che sia una sofferenza passata e forse non affrontata che prepotentemente torna a galla condizionando la tua vita e i tuoi comportamenti attuali... non è un tuo problema o una tua colpa, è un tuo disagio interiore che ti impedisce di vivere serenamente la tua vita e la tua relazione.

Ancora un abbraccio.




[Modificato da Stella.85 29/08/2009 16:55]


...e quando ti sarai consolato, sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me e aprirai a volte la finestra, così per il piacere...E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando le stelle...
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