10/03/2008 18:07 |
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| | | Post: 720 Post: 720 | Registrato il: 03/09/2007 | Sesso: Femminile | Utente Senior | | OFFLINE | |
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Carissima Micol, ti mando un abbraccio. Ti capisco benissimo quando dici che dopo aver vissuto per anni in un lager e ti spalancano le porte tu sei incredula, paralizzata...prov anch'io spesso queste sensazioni, penso che da una parte sia perchè questi anni di sopraffazione ci hanno creato tante catene interiori che è difficile spezzare tutte insieme, poi c'è anche questo, che l'aver sofferto tanto e soprattutto in modo così ingiusto, avendo patito violenze e soprusi da chi pensavamo volesse amarci e proteggerci, questo secondo me in parte ha mutilato, ferito la nostra capacità di porvare gioia.
Non sono una specialista ma mi colpisce molto l'espressione "violenza da fiducia": secondo me da' molto l'idea del vero problema, non tanto gli schiaffi e - paradossalmente - neanche tanto le critiche e la violenza psicologica, quanto l'abuso della relazione di fiducia e di amore, questo secondo me è proprio difficile da superare, è il trauma che ti segna più a fondo.
Tu sei una donna fortissima.
Ho seguito la tua storia e ti ammiro molto per il tuo coraggio e la serenità, la forza che hai tirato fuori.
Vai avanti a testa alta: il processo lo affronterai non da sola ma con tutti noi accanto, tutte le persone che ti amano e che ti vogliono bene
Voglio dirti un'altra cosa: non sarà il processo che ti darà giustizia. E' giusto e doveroso farlo, sei coraggiosa ad affrontarlo, ma per chi ti vuole bene la sentenza è già scritta.
Il processo è importante perchè serve a dire un altro piccolo: "basta!" al tuo ex marito e agli uomini come quelli che tutte noi abbiamo incontrato sulle nostre strade, ma a noi deve bastare prima di tutto la nostra coscienza.
Ti mando un grosso abbraccio,
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