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OLIMPIADI: AZIONE UNIVERSITARIA, FERMIAMOLE, CINA SLEALE

Ultimo Aggiornamento: 17/08/2007 16:41
17/08/2007 16:33
 
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(AGI) - Firenze, 16 ago. - "Il problema delle merci che arrivano dalla Cina non riguarda solo la sicurezza dei consumatori, ma anche le condizione disumane a cui sono costretti i lavoratori in quel paese". Lo ha detto Giovanni Donzelli, Presidente nazionale di Azione Universitaria. Secondo Donzelli, "il mondo occidentale avrebbe gli strumenti per costringere il regime cinese ad adeguarsi agli standard internazionali: basterebbe rimettere in discussione la destinazione delle Olimpiadi nel 2008". "Saremmo cretini - ha aggiunto - a non chiederci come mai i prodotti che provengono dalla Cina costano la meta'. Il prezzo vantaggioso e' la conseguenza dell'assenza di qualsiasi regola, nel controllo della qualita', come nelle condizioni dei lavoratori. Molti prodotti vengono realizzati nei Laogai, veri e propri campi di concentramento e lavoro forzato, dove vengono rinchiusi i dissidenti, costretti a lavorare gratis per il regime anche 20 ore al giorno. In molte realta' si sfruttano bambini e donne per lavorare senza sosta, in cambio solo di un piatto al giorno, senza alcuno stipendio o tutela in caso di malattia, come piu' volte denunciato da Amnesty International". "E' sbagliato continuare a preparare le Olimpiadi in queste condizioni - ha concluso il presidente di Azione Universitaria - facciamo una pausa di riflessione, almeno finche' non sara' fatta chiarezza sulle condizioni di lavoro e produzione dei beni".

Fonte: AGI
17/08/2007 16:36
 
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Il prezzo può anche essere vantaggioso ma io non ho mai comprato nei negozi cinesi e mai lo farò! Non voglio essere complice di atti disumani che vengono giornalmente messi in atto a danno di donne, bambini e tutta quella gente che vorrebbe essere libera di esprimere il loro pensiero!

Preferisco spendere 10 euro in più e comprare sempre made in Italy...

Saluti
Gae
17/08/2007 16:41
 
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Cina, diritti umani: c'è ancora molto da fare prima delle Olimpiadi, denuncia Amnesty

“Le Olimpiadi cercano di diffondere un atteggiamento di vita basato sulla soddisfazione derivante dall’impegno, sul valore educativo del buon esempio e sul rispetto dei principi etici universali di base” (Carta olimpica, Principi fondamentali, paragrafo 2)

Tra tre anni, l’8 agosto 2008, inizieranno a Pechino i Giochi olimpici. Oggi Amnesty International ha chiesto alle autorità cinesi di tenere fede alla loro promessa di migliorare, per quell’appuntamento, la situazione dei diritti umani.

“La Cina avrebbe una magnifica opportunità per dimostrare al mondo che ha a cuore i diritti umani. Purtroppo, nonostante le promesse fatte al Comitato olimpico internazionale, in tutto il paese continuano a verificarsi gravi violazioni dei diritti umani” – ha dichiarato Paola De Pirro, del Coordinamento Estremo oriente di Amnesty Italia.

Nell’aprile 2001 Liu Jingmin, vicepresidente del Comitato promotore dei Giochi olimpici di Pechino 2008, disse: “Se permetterete a Pechino di ospitare i Giochi, aiuterete lo sviluppo dei diritti umani”. Li Qi, sindaco di Pechino, a sua volta dichiarò che, ospitando le Olimpiadi, il progresso sociale, lo sviluppo economico e la situazione dei diritti umani in Cina avrebbero fatto passi avanti. Rappresentanti del Cio hanno chiarito che si aspettano che la situazione dei diritti umani in Cina migliori a seguito della scelta della candidatura di Pechino.

Il Cio può essere particolarmente interessato alle violazioni dei diritti umani che subiscono i cittadini cinesi in relazione alla preparazione dei Giochi olimpici. Queste violazioni comprendono, solo per citarne alcune, l’arresto di persone che hanno scritto al Cio chiedendo il miglioramento della situazione dei diritti umani, gli sfratti per lo più illegali che hanno colpito migliaia di abitanti di Pechino e l’intensificata repressione ai danni di gruppi che, secondo le autorità, potrebbero procurare qualche imbarazzo al paese durante lo svolgimento dei Giochi.

Amnesty International ha diffuso oggi una serie di preoccupazioni legate alla situazione dei diritti umani in Cina, insieme a un elenco di misure concrete e realistiche che le autorità che dovrebbero intraprendere e che renderebbero il comportamento del governo più coerente rispetto agli standard del diritto internazionale e agli ideali della Carta olimpica. L’attuazione di queste misure è, secondo Amnesty, realizzabile nei tre anni che restano prima dell’inizio delle Olimpiadi:

- abolire la pena di morte;
- riformare urgentemente il sistema giudiziario;
- consentire a tutti i cittadini piena libertà di espressione e associazione;
- rilasciare tutti i prigionieri di coscienza e tutti coloro che sono in carcere per aver esercitato il loro diritto alla libera espressione, attraverso internet o con altri mezzi;
- rendere giustizia alle vittime della repressione di Tian An Men del 1989;
- porre fine agli sfratti forzati.

Amnesty International continua a nutrire preoccupazioni su una più ampia serie di violazioni dei diritti umani in Cina ma seguirà da vicino gli sviluppi in queste specifiche aree, dato il loro collegamento diretto con lo svolgimento delle Olimpiadi.

“Nei prossimi tre anni controlleremo i progressi della Cina in questi settori e renderemo pubbliche le nostre valutazioni. Nel frattempo, chiediamo al Cio e al più ampio movimento olimpico di lavorare insieme ai soci di Amnesty di ogni parte del mondo e di solidarizzare con gli attivisti cinesi per i diritti umani, chiedendo concrete e positive riforme nel campo dei diritti umani prima dell’agosto 2008” – ha concluso De Pirro.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 5 agosto 2005

Il testo integrale delle raccomandazioni di Amnesty International al governo cinese è disponibile all’indirizzo:

web.amnesty.org/library/index/engasa170212005





[Modificato da FidelisAdmin 17/08/2007 16:41]
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