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Il Rapporto sulla criminalità in Italia: diminuiscono gli omicidi, in aumento furti e rapine

Ultimo Aggiornamento: 21/06/2007 12:00
21/06/2007 11:56
 
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In un’ora densa di dati e spiegazioni, di fronte ai rappresentanti di stampa, radio, televisione, ed esponenti delle Istituzioni e delle Forze dell’ordine, il ministro dell’Interno Amato, affiancato dal viceministro Minniti, ha presentato oggi, al Viminale, il “Rapporto sulla criminalità in Italia - Analisi, Prevenzione, Contrasto”. Presenti alla conferenza stampa anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, il capo del Dipartimento della Pubblica sicurezza del Ministero, prefetto Gianni De Gennaro, e il comandante generale della Guardia di Finanza, Cosimo D’Arrigo.

Il rapporto, ha detto Amato, “misura il nostro PIL includendoci il sommerso”, laddove il Pil del ministero dell’Interno sono i crimini, e il sommerso è rappresentato dai delitti commessi ma non denunciati. Proprio per “rendere il più trasparente possibile ciò che fanno coloro che commettono reati, per mostrare al Paese le carte con cui abbiamo a che fare”, ha detto Amato parlando delle caratteristiche del Rapporto, esso presenta i dati sui reati denunciati e le stime su quelli non denunciati.

Il senso del documento, ha proseguito il ministro, è quello di analizzare i fenomeni legati alla criminalità in un contesto di lungo periodo – dal 1968 al 2006 - più idoneo per valutare se le variazioni registrate indicano o meno un diverso trend, e per interpretarle correttamente.
“L’andamento degli omicidi dall’inizio del ’90 ad oggi non fa che essere calante”, ha osservato Amato, ma questo dato viene cancellato dall’impatto emotivo che hanno sull’opinione pubblica gli episodi criminosi che avvengono, per esempio, a Napoli.

L’importanza di valutare con obiettività i dati che emergono dal Rapporto è un concetto su cui il ministro dell’Interno è tornato più volte nel corso della conferenza stampa, soprattutto riguardo al delicato tema immigrazione-criminalità.

Come aveva già avuto modo di sottolineare durante la web conference del 6 giugno scorso, Amato ha ribadito che “abbiamo assoluto bisogno di non fare un uso emotivo dei dati che porti all’identificare lo straniero con il criminale”. A un 5% di immigrati regolari in Italia è ascrivibile, infatti, un tasso del 5% di criminalità, con un rapporto tra le percentuali pari a quello rilevabile per i reati commessi da cittadini italiani.

La criminalità si concentra, dunque, per quanto riguarda gli immigrati, nel mondo degli irregolari, sia per i reati in violazione della normativa sull’immigrazione, che per i rati predatori, particolarmente frequenti nel Nord Est italiano, in ragione della concentrazione di ricchezza e della notevole presenza di flussi migratori clandestini anche “mordi e fuggi” dall’Est dell’Europa. Nel Nord d’Italia è, infatti, in crescita la percezione di una scarsa sicurezza, dovuta proprio all’incidenza di questo tipo di crimini, ed è maggiore il rischio che si diffonda l’equazione 'straniero uguale criminale'.

A completare il quadro dei dati su immigrazione, in particolare clandestina, e criminalità che emerge dal rapporto, il ministro dell’Interno ha aggiunto che tre sono le nazionalità – rumena, albanese e marocchina - maggiormente responsabili di “fenomeni di criminalità vera”, ribadendo comunque che “sarebbe fortemente irresponsabile identificarli con l’insieme degli immigrati”.
In leggero aumento, infine, risultano essere le espulsioni, 20 nel 2006 a fronte delle 15 nel 2005. L’espulsione, ha osservato Amato in risposta ad una domanda, rimane un valido strumento per far fronte al terrorismo internazionale, soprattutto di fronte alle attuali forme di associazione terroristica, che hanno la loro base in Internet e delineano nuovi contorni di un fenomeno che, ha detto Amato “è molto più esile e molto più forte”.

Più in generale, un dato impressionante che emerge dal rapporto è l’aumento dei reati “familiari”, a fronte della significativa riduzione degli omicidi volontari, a partire dal ’92, e di quelli ad opera della criminalità organizzata. Il fenomeno denota, ha osservato Amato, una situazione molto brutta, “di cui qualcuno si deve occupare”.
“Sono assolutamente sconvolto dal capitolo della violenza sulle donne, non solo sessuale”, ha proseguito il ministro a proposito dell’aumento dei reati commessi nei confronti delle sole donne, come lesioni e maltrattamenti, il 62% dei quali commessi dal partner.


Ulteriori dati sono poi stati forniti dal responsabile del Viminale a proposito del consumo di droga, in netto aumento stando ai quantitativi sequestrati, nei quali cresce, con quasi 5 tonnellate all’anno, la prevalenza della cocaina sull’eroina. In ripresa negli ultimi anni, invece, la criminalità legata a furti, soprattutto di auto e motorini, e rapine, soprattutto nel Centro Nord e in Campania.

Oltre ad una sintetica panoramica sui dati contenuti nel Rapporto sulla criminalità, il ministro Amato ha parlato anche delle risposte concrete dello Stato, prima fra tutte quella rappresentata dai Patti per la sicurezza stipulati dal Viminale con le Città metropolitane.
Ad oggi, grazie a questi accordi, sono stati messi a disposizione oltre 1.800 uomini, ha ricordato il ministro, con un grande impegno di risorse finanziarie e umane.
Altra strategia che finora ha dato frutti, basata sulla collaborazione con altre realtà nazionali, è l’impiego di squadre investigative miste, per ora italo-rumene, che finora ha portato buoni risultati, come nella recente operazione “Icaro”, grazie alla quale sono stati effettuati centinaia di arresti anche per la maggior conoscenza da parte dei poliziotti rumeni della loro realtà territoriale.

Il ministro Amato ha, inoltre, annunciato che sulla base dei dati forniti dal Rapporto presentato oggi, sono da alcuni giorni allo studio con il Presidente del Consiglio una serie di misure ulteriori per far fronte al crimine e alla domanda di sicurezza.

Fonte: VIMINALE


[Modificato da FidelisAdmin 21/06/2007 11.57]

21/06/2007 12:00
 
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Vi allego il rapporto che potete scaricare... Date un'occhiata ai dati che parlano di violenza contro le donne CAPITOLO V, Sconcertanti!






Saluti
Gae
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