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Nikyl, la sua storia

Ultimo Aggiornamento: 06/08/2007 15:54
24/04/2007 22:28
 
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Nikyl, la sua storia
Caro Gae,
la mia storia purtroppo la sto ancora scrivendo, sto recuperando giorno per giorno ricordi e sensazioni che avevo rimosso. Posso dirti comunque tutto inizia due anni fa, quando a seguito di un terribile incidente mio marito è morto. Io e i miei figli, il più piccolo era appena nato, gli altri due già grandi, abbamo visto tutto il nostro mondo frantumarsi ed andare in mille pezzi. Per amore dei ragazzi ho cercato di rialzarmi subito e mi sono data da fare, ma dentro di me cominciarono a rodere mille sensi di colpa. Alla fine mi sono rivolta a una bravissima psicoterapeuta e partendo dai miei tormenti mi ha aiutato a fare pulizia nei miei ricordi, così, senza quasi rendermene conto sono tornata a quando ero una bambina di nove anni, a una stanza con la porta chiusa e a un nonno che abusava della sua unica nipotina. I miei sensi di colpa però non nascevano da lì, non tutti almeno, nascevano da tutto ciò che facevo dopo ogni volta che il nonno abusava di me.
Quando a tredici anni riuscii a a far cessare le "attenzioni" del nonno ero già diventata bulimica. A sedici anni poi, mia madre a seguito di una brutta malattia morì e io mi ritrovai nel giro di pochi mesi a pesare meno di quando avevo nove anni.
Nel momento in cui avrei voluto mollare trovai la persona meravigliosa che qualche anno dopo divenne mio marito e con lui cominciai a vedere la vita in maniera completamente diversa. Valeva finalmente la pena di lottare. Mi sposai giovanissima ma scoprii che nei momenti in cui dovevo donarmi a mio marito ero costretta a fingere emozioni e sensazioni che non provavo. Al di là di questo però ero innamoratissima di quell'uomo dolcissimo e sensibile che avevo sposato. Con lui ho vissuto venti anni bellissimi, abbiamo passato momenti incredibili, abbiamo affrontato momenti terribili come la perdita della nostra bambina, abbiamo costruito una famiglia unita. Non c'e stato giorno che non sia stata grata a Dio di tutto questo. Purtoppo però ora non riesco a perdonarmi di aver recitato con lui sensazioni e emozioni che non ho mai provato. Mi sento comunque una persona fasulla che ha tradito l'unica persona che mi ha aiutato a vivere. Continuo a ripetermi che forse ciò che è successo è stata colpa mia, che avrei potuto evitare, sono tormentata da mille rimpianti. Ora mi ritrovo da sola a reinventarmi un futuro di cui ho paura e a fare i conti con un passato che non è ancora totalmente riaffiorato. Ho un'unica certezza: i miei bellissimi figli.

[Modificato da FidelisAdmin 05/05/2007 10.54]

05/05/2007 11:09
 
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Carissima amica la tua esperienza di vita mi lascia senza parole! Inutile dirti quanto mi dispiace per tutto quello che hai dovuto sopportare dalla tua infanzia fino ad ora!
Ti sono mancati molti pilastri della tua vita, però malgrado tutto ciò sei sempre riuscita ad rialzarti e prendere in mano la tua esistenza.
Credo che sia davvero difficile per te cotruire giorno dopo giorno la speranza per una vita diversa... Difficile si, ma non impossibile. Hai accanto a te i tuoi tre figli, camminate sempre insieme, non escluderli da ciò che senti dentro. Loro possono aiutarti tantissimo!!!
"Mi sposai giovanissima ma scoprii che nei momenti in cui dovevo donarmi a mio marito ero costretta a fingere emozioni e sensazioni che non provavo." Tutto questo è comprensibile cara amica, non ti sentire in colpa... La tua infanzia è stata "violentata" e ti porti dietro traumi che gradualmente vanno rimossi. Ti prego non dire che sei fasulla, sei vera perchè riesci a trovare le ragioni del tuo dramma, non hai mentito hai solo cercato di andare oltre te stessa per far felice un uomo che amavi, che ami! Adesso t'invito a non mettere solo i tuoi figli al centro della tua esistenza, ci sei anche tu, perchè tutto parte da te...

Spero di rileggerti presto e scusa se ho risposto in ritardo, ma mi ha scosso profondamente quello che hai raccontato.

Un abbraccio
Gae




05/05/2007 21:54
 
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Caro Gae,
ti ringrazio per le tue parole, so che quanto dici a riguardo dei miei sensi di colpa è vero, purtroppo però non è facile farli cadere. La mia vita con mio marito è sempre stata basata sulla lealtà e sull'aiuto reciproco. Molti dei ricordi che sto recuperando, prima non c'erano, altri sono ancora confusi, mi ripeto spesso però che se avessi chiesto aiuto prima o almeno avessi spiegato il mio problema a mio marito forse molti di questi sensi di colpa non esisterebbero. So che ciò che mi è stato fatto non è dipeso da me, ma non sai quante volte mi sono sentita responsabile. Soprattutto tutto cio che mi è successo dopo, l'ho sempre vissuto come una punizione. Mi sono sempre sentita sbagliata e di conseguenza non meritevole di una vita "tranquilla". Quando è morta la bambina credevo di aver pareggiato i conti, invece no! Nel momento in cui credevo che finalmente potevo vivere serenamente un evento come la mia nuova maternità ho dovuto ripagare il conto.E' assurdo ma è così che mi sento. Ora sono terrorizzata perchè non so mai se ho saldato il mio debito.Grazie ancora e scusa se mi sono dilungata troppo.
06/05/2007 15:30
 
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è normale portarsi dietro i sensi di colpa, ma sono certo di una cosa, gradualmente prendendo consapevolezza che niente tu potevi fare per evitare tutto questo vedrai che le cose cambieranno volto.

Ora chiedo a te una cosa, mettiti di fronte ad una bambina/o che ha subito quello che hai dovuto sopportare tu, quanto pensi sia possibile per questa/o piccina/o potersi liberare da mani che dovrebbero essere amorevoli e protettrici ma che invece si mostrano mostruose e violente? Ti sentiresti di condannare il silenzio e la paura di questo/a bambina/o? Credo di no, e allora fai lo stesso con te stessa, guardati allo specchio e ti renderai conto che la colpa va ricercata altrove e non dentro di te, che tu hai tutto il diritto di indignarti, incazzarti e gridare al mondo: IO CAMMINO A TESTA ALTA TRA LE MACERIE DELLA MIA SOFFERENZA, MA BADATE BENE IL "MOSTRO" NO E' DENTRO DI ME!

Un abbraccio grande
Gae
06/05/2007 23:19
 
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Cerco ogni giorno di trovare la forza di andare avanti tenendomi stretta a tutto ciò che di mio sento pulito e bello. Non è facile ma ci provo. Prima era molto più semplice, avevo i miei problemi e i miei piccoli sensi di colpa, ma non avevo la consapevolezza della loro origine. Ora è diverso, sto cominciando a dare il nome alle migliaia di sensazioni e stati d'animo che mi portavo dentro, chiusi dietro a una maschera, perchè così facendo non ero più vulnerabile, nessuno poteva farmi del male. Ora sto combattendo proprio contro quelle mani che mi hanno rovinato la vita. Purtroppo, adesso che molte cose sono state messe a fuoco, me le sento ancora adosso, implacapili e crudeli. Quella bambina, aveva cercato di urlare tutto il suo disagio con il proprio comportamento, ma chi avrebbe dovuto vedere e capire ha preferito far finta di niente.
Così ora per cercare di tenere lontane quelle mani sto rifacendo ciò che facevo a sedici anni. So che è sbagliato ma per ora è l'unico modo che ho. Non sai cosa farei per toglirmi quella sensazione di dosso. A volte mi sembra di essere ancora chiusa dentro in quella stanza, mentre trattengo il respiro... e cerco di non pensare. Non mi sento un mostro, questo no, ma mi sento sbagliata e sporca. Posso dirti comunque che piano piano il più delle volte la porta comincia ad aprirsi e comincia a entrare un po' di aria. E' ancora poco ma ci vuole tempo.
10/05/2007 11:18
 
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Cara amica le tue sensazioni, la sofferenza che provi, il riemergere dei ricordi sono esperienze inevitabili per chi decide di fare chiarezza dentro di se, ma ti posso assicurare che prendere consapevolezza del proprio passato ti auterà per costruire il tuo futuro, non demordere! Noi siamo qui a supportarti e sostenerti! Sarei tanto felice che non fosse solo una discussione a due e che altre donne possano inserirsi con noi in questo dialogo! La condivisione, anche se può far male, è un'ottima medicina per superare gradualmente traumi e sensi di colpa.

Così ora per cercare di tenere lontane quelle mani sto rifacendo ciò che facevo a sedici anni. So che è sbagliato ma per ora è l'unico modo che ho.

Se posso permettermi in cosa consiste quello che fai?

Ciò che è sporco non è dentro di te! Io spero che questo percorso ti aiuti a comprendere quanto di meraviglioso ci sia dentro il tuo cuore, e quanto di grande ci possa essere nel ritornare a vivere... e per dirla con Ranato Zero "penso che ogni giorno sia come una pesca meravigliosa" pertanto dolce amica ritorna a pescare...

Un abbraccio
Gae

[Modificato da Geneshys 10/05/2007 11.19]

[Modificato da Geneshys 10/05/2007 11.24]

10/05/2007 21:30
 
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Spiegarti cosa sto facendo ora, significa per me ritornare indietro ai miei 9 anni e ritornare in quella stanza. Non è facile perchè vuol dire anche rivivere certi stati d'animo.Comunque ci provo perchè capisco che più riesco a condividere le mie emozioni, più esse diventano meno pesanti. Allora, devi sapere, che una delle mie abilità fin da piccola erano i numeri.Mi è sempre piaciuto giocare con le tabelline e fare i conti mentalmente. Perciò nella mia testa di bambina ogni volta che il nonno si avvicinava chiudevo la mia mente trattenendo il respiro e le lacrime, e cominciavo una sorta di silenziosa cantilena...2-4-6...3-6-9...20-18-16...30-27-24......Questo mi permetteva di non sentire il dolore, la rabbia, di non "vedere" ciò che succedeva. Chiudevo il mondo fuori e diventavo intoccabile. Con il tempo molte cose le cancellai dalla mente ma le tabelline no. Anzi si traformarono e a sedici anni, dopo la morte di mia madre, cominciai e ricontare per non pensare, solo che questa volta non erano i numeri ma le calorie di ogni singolo boccone facendo in modo da diminuirle pasto dopo pasto. Per me il cibo era diventato il mio nemico da tenere lontano. Non era una questine di peso o di estetica, era solo il mio modo di non pensare. Così se prima avevo conosciuto la bulimia ( questa è un'altra parte della storia molto difficile), ora lentamente stavo diventando anoressica. Non raggiungere i limiti sempre più bassi che mi imponevo significava inconsciamente non farmi toccare. Vincere contro la sensazione di dolore che ti nasce dallo stomaco, tenere lontane quelle mani che continuavano e continuano a graffiare fino in fondo all'anima. Era sbagliato allora come lo è adesso. Per fortuna ora sono più forte perchè sto prendendo consapevolezza di ciò che mi accade. Nonostante tutto amo la mia vita non per ciò che mi ha tolto ma per ciò che mia ha dato che è più di quanto meritassi. Per questo ho chiesto aiuto, e anche se mi sento sporca in fondo al mio cuore so di non esserlo.
Ti ringrazio per le tue parole e sopratutto per avermi ricordato quella canzone di Zero, era una delle preferite di mio marito. Un abraccio.
17/05/2007 13:21
 
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Questo era ed è un modo per spostare la coscienza altrove. Cosa ne pensa la tua psicoterapista di questa tecnoca adottata?

La violenza che è stata perpetrata nel tempo, durante la tua infanzia sicuramente ti avrà segnato l'esistenza. Ma ci sono percorsi sicuri dove si può ritrovare la serenità perduta, certo le ferite si possono rimarginare ma le cicatrici rimarranno,ma prendere in mano il proprio passato ricondurlo nella via della consapevolezza è il primo grande, inevitabile passo verso una totale padronanza dei propri stati d'animo. Siamo noi che governiamo loro e non loro noi!

Non smettere mai di scrivere, esorcizza la sofferenza e non ti isolare, parla, dialoga butta fuori tutte le senzazioni che hai dentro... tranquilla non vi è nessun giudizio in questo spazio, solo la certezza che la condivisione sia un arma meravigliosa per sconfiggere ogni male.

Un abbraccio
Gae


19/05/2007 07:40
 
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Caro Gae,
con la psicoterapeuta che mi segue abbiamo stabilito dei paletti in modo che comunque io non superi determinati limiti, e anche se sono bassi, ciò mi permette di aver il tempo necessario per poter prendere cosienza delle nuove sensazioni e sentimenti che per ora mi stanno investendo. "Contare" per adesso mi fa bene, se non lo facessi potrebbero esserci delle conseguenze peggiori. Sto ancora ricordando e man mano che metto in fila i ricordi correrei il rischio di farmi travolgere dal dolore. Non è solo il ricordo del nonno che mi fa orrore, è tutto il contesto famigliare che mi fa stare male. E' il far finta di non capire o non vedere che mi rode dentro. La parte della vita che mi è stata negata e che non avrò più indietro che mi fa rabbia. La consapevolezza che, se non ho preso una strada sbagliata è stata solo fortuna, che mi fa paura. Il fatto che ora sono di nuovo sola, coma da piccola, ad affrontare tutto questo,che mi terorizza. Infine rimane la sensazione delle mani che continuano a toccarmi e a sporcarmi, so che è assurdo ma c'è.
Un abraccio, Niky
19/05/2007 19:22
 
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Penso che sia corretto il comportamento della psicoterapeuta.

Non è solo il ricordo del nonno che mi fa orrore, è tutto il contesto famigliare che mi fa stare male. E' il far finta di non capire o non vedere che mi rode dentro

Spessissimo ci siamo trovati di fronte non solo alla violenza da parte di mariti o familiari, ma anche il silenzo colposo di chi rimane fermo di fronte a ciò che è tangibile, visibile... vi è una sorta di rimozione da parte dei propri cari, non può essere accettata una cosa del genere, ma non si rendono conto di quanto dolore aggiungono a quello già esistente con il loro comportamento, sono pienamente responsabili coloro che vedono ma si girano dall'altra parte tanto quanto chi usa violenza.

Vuoi parlarci di quest'aspetto?


Un abbraccio
Gae

[Modificato da Geneshys 19/05/2007 19.23]

20/05/2007 14:20
 
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Caro Gae,
so che la “cecità” e l’indifferenza che a volte circonda un bambino che subisce molestie o peggio abusi, è molto frequente ora come lo era allora. Io avevo cercato di dirlo alla mamma, non esplicitamente, voglio dire non avevo detto ciò che il nonno mi faceva o mi costringeva fare, avevo solo detto che mi toccava in una certa maniera, ma lei aveva cercato di sminuire la cosa dicendo che poteva essere accaduto giocando. Avevo nove anni perciò in quel momento, mi sentii come una bambina bugiarda, anzi ancora più sporca. Rimasi delusissima e da allora non ne parlai più con nessuno. Il mio comportamento a scuola, peggiorò. Diventai aggressiva verso i miei compagni, a volte piantavo delle risse furibonde. Continuavo la fare la pipì a letto, continuavo a ferirmi le mie parti intime. Diventavo ogni giorno sempre più disorganizzata e schiva. Questo doveva essere un spia più che visibile del mio malessere, ma tutto ciò non fu raccolto. Anzi ero io la cattiva, l’indisciplinata, la spericolata. Ancora adesso mio padre, che ovviamente non sa niente mi accusa di essere stata una bambina impossibile. Tu non puoi immaginare quante volte mi rinchiudevo in bagno a piangere o peggio. Se solo ci fosse stato un po’ meno di paura e voluta cecità, ora forse sarebbe stato diverso. Il danno più grave che questo insensato comportamento ha causato è stato quello di infondermi una profonda sfiducia verso tutti, specialmente verso chi mi vuole bene. Fino a non molto tempo fa non riuscivo a far trasparire nessuna delle mie emozioni. Non ricordo, dopo la mia infanzia, di aver mai più pianto ne ho mai espresso palesemente la mia rabbia. Ho sempre tenuto tutto dentro, far vedere i propri sentimenti o le emozioni significava per me diventare vulnerabile. Ciò per me era impensabile. Anche ora che sto facendo terapia faccio fatica esprimere ciò che provo, a volte ho ancora la tendenza di chiudermi in me stessa. Ora comunque riesco a buttare fuori la rabbia. A volte mi chiedo, tra coloro che avrebbero dovuto volermi bene e proteggermi, chi mi ha ferito di più il nonno o i miei famigliari?
Un abbraccio, Nikyl
25/07/2007 14:42
 
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Carissimi, sono passati più di due mesi da quando ho scritto qui, per la prima volta, i primi pezzi della mia storia. Da allora ho ricostruito tutto il mio passato, ci sono stati momenti difficili, perchè difficile era accettare che ciò che ricordavo e che mi faceva stare male, non era colpa mia. Pian piano, molti sensi di colpa che avevo, ora stanno cadendo, e altri, ne sono sicura, cadranno. Ho accettato il fatto che non posso cambiare le cose, né sarebbe stato onesto con me stessa, lasciarle lì, nel dimenticatoio. E stato giusto averle affrontate a viso aperto, non come una sfida, o con la rabbia che continua a rodere dentro, ma con obiettività e serenità. Nella mia vita, me lo sono dimostrato, la più forte sono sempre stata io, solo che prima non ne ero consapevole. Ora affrontare tutte le mie paure, le mie ansie e ciò che rimane dei miei sensi di colpa non è più una montagna impossibile da scalare, rimane difficile, sì, ma possibile. Da quando mi avete consigliato di scrivere, non mi sono più fermata, ho scritto e descritto paure e sensazioni, ricordi e speranze, colori sapori e odori. Ho scritto di tutto, e tutto ciò che avevo nel cuore, non per farlo leggere ad altri, ma per me stessa. Alla fine, leggendomi, mi sono guardata allo specchio e ho visto una persona che pur negandolo, è sempre stata capace di amare e perdonare. Ho cominciato a volermi bene, perchè lentamente ho scoperto che mi piacevo, non ero sporca come mi sentivo, semplicemente non avevo fiducia in me stessa.
So di avere tantissima strada da fare e a volte ho ancora paura di affrontare il futuro. Ma sono consapevole che la stessa forza che ha tirato fuori la bambina di nove anni non è svanita come credevo sotto la sofferenza e la vergogna. È sempre stata lì pronta a sorreggermi anche nei momenti più duri o quando avrei voluto morire. Ora sono felice di dire: sono innamorata di questa vita, grande, importante e preziosa che Dio mi ha dato, perché con essa mi ha dato molto di più, non di ciò che meritavo, ma di ciò che desideravo.
25/07/2007 16:41
 
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Leggerti in questi termini, cara amica, riempie il cuore di gioia... Il tuo percorso seppur difficile l'hai affrontato con coraggio e forza, adesso hai catapultato la tua vita verso un orizzonte nuovo dove la speranza e l'amore per la vita ricominciano a risplendere.

Grazie a te per la testimonianza che hai reso in questo forum, perchè siete voi con il vostro operato le prime a testimoniare che cambiare si può, che rinascere è una possibilità che tutte le donne possono sperimentare...

Non sono parole fatte credimi, ma sono davvero orgoglioso del tuo cammino perchè hai buttato giù tanti fantasmi del tuo passato e hai eretto la tua dignità ed il tuo essere donna a bussola della tua esistenza, continua così!

Un abbraccio
Gae
27/07/2007 20:02
 
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Ciao Nikyl, ho letto tutta la storia che hai postato ed anche io non riesco a dire altro se non:BRAVA!!! hai mostrato una grande forza d'animo nel rivivere passo dopo passo la tua vita, il tuo passato.
Spesso sembra alquanto semplice poter dire:" ripercorrere il proprio vissuto aiuta a divenirne consapevoli e superarlo pian piano, ma non è cosi!!!
Mi sembra che è quello che egreggiamente stai facendo tu.
La tua vita è stata, senza dubbio, difficile e molto dolorosa, ma ti ha donato due cose per le quali è valsa e ne vale tuttora la pena andare avanti: tuo marito e i tuoi figli.
Lui ti ha amato ( e ti ama )per quella che tu sei, sii sempre orgogliosa dell'amore che gli hai donato in quegli anni e nutriti anche di quei ricordi; i tuoi figli sono parte di entrambi, vivi per loro ma non solo: ci sei anche tu, devi volerti bene e valorizzarti. Quello che ti è successo ti ha vista vittima non colpevole, e come tale non hai avuto un solo giorno, una sola ora, un solo minuto, un solo secondo di colpa. I veri rsponsabili sono stati tuo nonno e tutti coloro che hanno taciuto, ma NON TU!!!
Cara amica ti auguro ogni bene, tieni sempre viva nella tua mente la tua innocenza e la bellezza del tuo cuore.

Grazie per la testimonianza che hai voluto condividere con noi.
un abbraccio...

[Modificato da Pedagogista 27/07/2007 20.03]

03/08/2007 17:49
 
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ciao nikyl sono Morena
è tanto che non entro in forum ho letto solo oggi ciò che hai scritto e mi fa molto piacere che hai trovato la strada per poter affrontare il tuo passato.Sai anche io avevo 9 anni quando il "mostro"ha iniziato ad abusare di me e ho subito da lui per 20anni senza riuscire mai a trovare la forza di ribellarmi,solo quando lui ha rivolto attenzioni a mia figlia allora ho trovato il coraggio di allontanarlo.Sai è tanti mesi che lotto contro tutto e tutti per tutelare i miei figli e me stessa e credimi le lotte che sto facndo(sopratutto coi servizi sociali)sono stremanti ma lotto e continuo ad andare avanti.Solo oggi però leggendo ciò che hai scritto ho realizzato che la lotta più grossa e faticosa l'ho accantonata.LA LOTTA PER AFFRONTARE IL MIO PASSATO....ti ammiro molto sei stata veramente brava anche io ho avuto i tuoi stessi problemi nella sfera intima,col mio ex marito,ma credo sia normale,tu da piccola per non pensare a ciò che ti veniva fatto ti dicevi le tabelline io invece pensavo alle mie amiche e a cosa di bello avrei fatto con loro,vedi noi abbiamo conosciuto il sesso troppo presto e in modo sbagliato e l'unico modo di difenderci era quello di estraniarci,di non provare emozioni di nessun genere e purtroppo sono meccanismi che scattano perchè è cosi che abbiamo imparato ed anche se con la persona che amiamo vorremo dare il massimo non ne siamo capaci.Anche io nikyl non concepisco la mia famiglia che non voleva vedere ed invece di cercare di capire i miei comportamenti mi giudicava e condannava,ero una bambina mi dovevano aiutare invece hanno avuto più paura di me!!!Non ci avevo mai pensato,mi sono sempre creduta una persona debole,invece hai ragione te fin da piccola ho avuto una forza incredibile(altrimenti non avrei sopportato ciò che mi è successo)ora credo che devo ritrovare quella forza ed usarla per me stessa,non so se avrò la forza che hai te ma ti ringrazio per avermi fatto riflettere,non nego di aver paura il mio passato mi terrorizza e non so da che parte farmi,io per ora mi sento responsabile di ciò che mi è successo,dovevo reagire e usare la mia forza per difendindermi e non per sopportare,ho mille perchè a cui non so dare risposta,mi sento diversa,io più ne parlo con lo psicologo più mi convinco di essere colpevole,però oggi le tue parole mi hanno fatto capire che il tutto deve partire da me,ciao buona fortuna per il tuo cammino,un abbraccio
MORENA
05/08/2007 08:05
 
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Cara Morena, non sai quanto mi fa star male e mi riempie di rabbia sentire che c’è qualcuno che ha avuto le mie stesse esperienze, paure e sensazioni. Ci sono, momenti in cui mi ripeto che non è giusto, non è così che dovrei ricordare la mia infanzia, ma quella parte della mia vita c’è e non la posso cambiare. So benissimo come ti senti, continui a ripetere a te stessa che se tu non avessi accettato le sue attenzioni o avessi avuto più coraggio per ribellarti e dire apertamente ciò che il mostro ti faceva, le cose sarebbero andate diversamente. Pensaci bene, cara amica, tu hai gridato forte il tuo disagio, lo hai fatto tutti i giorni della tua vita e lo continui a fare. Tu stessa dici che la tua famiglia non ha voluto vedere, ciò significa che non sei tu che non hai fatto niente, ma loro. Fa male, lo so, ma dimmi, come può un bambino di nove anni, difendersi fisicamente da un adulto? Con la mente scappa via, ma con il corpo no, non gli è possibile. È vero, ti senti diversa, mi sento diversa anche io, questo perché, scusa se rubo questa espressione, ci riteniamo figli di un Dio minore che si era dimenticato di noi, non all’altezza degli altri, sempre meritevoli di nuovi e più grandi castighi. Non siamo diverse, credimi, siamo solo ferite e arrabbiate. Quando mi è stato suggerito di scrivere, l’ho fatto ho buttato fuori tanta rabbia, ma anche tanto dolore, emozioni e sentimenti che mi ero sempre negata. Vorrei, e mi scuso con gli amministratori del forum per la mia lunghezza, riportare alcune frasi che ho scritto in questi mesi, per farti capire quanto non è giusto sentirsi in colpa: - i miei stati d’animo, sentimenti e sensazioni erano nascosti da una maschera impenetrabile. Lasciavo trasparire pochissimo di ciò provavo, difficilmente mi facevo coinvolgere dalle mie emozioni. Sembrava che niente mi toccasse o mi importasse, come se vivessi in un mondo tutto mio……. La mia autostima, se mai me ne fosse rimasta un poca, era sepolta sotto un mucchio di sensi di colpa che stavano crescendo smisuratamente…… magari diventerà più facile, un giorno, seppellire un eroe, il mito di una famiglia che non ha mai voluto vedere oltre una figura così grande, eppure così misera, che per riempire se stessa, mi ha rovinato la vita….mi sentivo come un uccellino rinchiuso in una gabbia troppo stretta anche per muoversi o respirare, la porta era lì, aperta, ma ero incapace di fuggire. Gli avrei detto volentieri di no ogni volta che mi si avvicinava, ma mi sarei sentita in colpa e cattiva nei suoi confronti…. Come fa presto ad adattarsi un bambino alle situazioni più strane. Fa diventare tutto semplice, non si pone il problema se sia giusto o sbagliato, segue l’adulto di cui si fida, si sente obbligato a fare ciò che gli si dice, perchè gli vuole bene e non se la sente di deluderlo, ha paura che smetta di amarlo e di volerlo con sé, di essere abbandonato. Come può quel bambino sapere che il suo rendere normale ciò che non lo è, lo condannerà a vivere accettando ciò che la vita gli offrirà, come un atto dovuto?....... . Avevo solo nove anni, ma mi sentivo addosso la sensazione del condannato a morte cui era negato l’ultimo appello. In quel preciso istante smisi di respirare per vivere e cominciai a farlo per sopravvivere. Quando togli l’innocenza ad un bambino gli togli una parte della sua vita, quando gli neghi l’aiuto lo rinchiudi dietro le sbarre delle sue paure….. Mi sto chiedendo se nessuno si sia mai domandato ciò che prova un bambino quando smette di respirare, non l’aria che gli serve per sopravvivere, ma quella per vivere. Certo, dirla così sembra una cosa insensata, ma a viverla sulla propria pelle non lo è poi tanto. Leggi sui giornali, magari provi a capire, farti un’idea di ciò che quel bambino può aver provato, ma poi? No, non è così facile, il poi è fatto di buio, di emozioni negate, di sensazioni rubate, di aria che manca, di no pensati, di paure
che tornano….. il cielo, così limpido, pulito…, chiaro. Se potessi mi perderei in quell’azzurro, mi abbandonerei, trasportata dal vento mi lascerei andare, riempirei i polmoni d’aria pulita, fresca, fino ad ubriacarmi. È da tanto tempo che non respiro, avevo nove anni, quando ho smesso di farlo….. Eppure non è questo che la vita mi ha insegnato, non ho camminato tanto per poi sedermi qui come un animale ferito e braccato dalle proprie emozioni, questa è la mia vita, bella o brutta che sia stata è ciò che sono.-
Queste sono tutte cose che ho scritto quando non sapevo come comunicarle alla mia Psicologa, e queste, assieme a molte altre, mi hanno aiutato a capire e a far cadere molti dei miei sensi di colpa. So che la strada è lunga, ma vedrai che giorno dopo giorno imparerai a gridare dentro di te: - io sono la più forte, non permetterò più a nessuno di farmi ancora del male-. Non importa se a volte si cade, fa parte della vita, quando ci si rialza si è più forti.Un abbraccio N.
05/08/2007 12:17
 
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Re:

"...i miei stati d’animo, sentimenti e sensazioni erano nascosti da una maschera impenetrabile. Lasciavo trasparire pochissimo di ciò provavo, difficilmente mi facevo coinvolgere dalle mie emozioni. Sembrava che niente mi toccasse o mi importasse, come se vivessi in un mondo tutto mio……. La mia autostima, se mai me ne fosse rimasta un poca, era sepolta sotto un mucchio di sensi di colpa che stavano crescendo smisuratamente…… magari diventerà più facile, un giorno, seppellire un eroe, il mito di una famiglia che non ha mai voluto vedere oltre una figura così grande, eppure così misera, che per riempire se stessa, mi ha rovinato la vita….mi sentivo come un uccellino rinchiuso in una gabbia troppo stretta anche per muoversi o respirare, la porta era lì, aperta, ma ero incapace di fuggire. Gli avrei detto volentieri di no ogni volta che mi si avvicinava, ma mi sarei sentita in colpa e cattiva nei suoi confronti…. Come fa presto ad adattarsi un bambino alle situazioni più strane. Fa diventare tutto semplice, non si pone il problema se sia giusto o sbagliato, segue l’adulto di cui si fida, si sente obbligato a fare ciò che gli si dice, perchè gli vuole bene e non se la sente di deluderlo, ha paura che smetta di amarlo e di volerlo con sé, di essere abbandonato. Come può quel bambino sapere che il suo rendere normale ciò che non lo è, lo condannerà a vivere accettando ciò che la vita gli offrirà, come un atto dovuto?....... . Avevo solo nove anni, ma mi sentivo addosso la sensazione del condannato a morte cui era negato l’ultimo appello. In quel preciso istante smisi di respirare per vivere e cominciai a farlo per sopravvivere. Quando togli l’innocenza ad un bambino gli togli una parte della sua vita, quando gli neghi l’aiuto lo rinchiudi dietro le sbarre delle sue paure….. Mi sto chiedendo se nessuno si sia mai domandato ciò che prova un bambino quando smette di respirare, non l’aria che gli serve per sopravvivere, ma quella per vivere. Certo, dirla così sembra una cosa insensata, ma a viverla sulla propria pelle non lo è poi tanto. Leggi sui giornali, magari provi a capire, farti un’idea di ciò che quel bambino può aver provato, ma poi? No, non è così facile, il poi è fatto di buio, di emozioni negate, di sensazioni rubate, di aria che manca, di no pensati, di paure
che tornano….. il cielo, così limpido, pulito…, chiaro. Se potessi mi perderei in quell’azzurro, mi abbandonerei, trasportata dal vento mi lascerei andare, riempirei i polmoni d’aria pulita, fresca, fino ad ubriacarmi. È da tanto tempo che non respiro, avevo nove anni, quando ho smesso di farlo….. Eppure non è questo che la vita mi ha insegnato, non ho camminato tanto per poi sedermi qui come un animale ferito e braccato dalle proprie emozioni, questa è la mia vita, bella o brutta che sia stata è ciò che sono...."



Vorrei riprendere questo brano del tuo intervento perchè mi ha commosso.
Le ferite rimangono, ma la vita... l'amore per la vita, per se stessi per gli altri deve aiutare a non permettere che il passato continui a rendere il presente ed il futuro oscuri ed invivibili.

Credo che ognuna di voi adesso ha le ali per volare, iniziate come gli uccellini di primo volo... Vi hanno strappato l'infanzia, ma voi cercate di recuperarla guardando gli occhi di un bambino.

Un abbraccio
Gae




[Modificato da FidelisAdmin 05/08/2007 12:17]
05/08/2007 13:09
 
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mi legava i fili di bava in tutte le dita dei piedi edelle mani alle estremità dei fili c'erano degli ami che attaccava all'interno della mia bocca,le prime due volte mi strappai la pelle ogni mio movimento era un amo che tirava nella bocca,ero disperatain quegli anni mi aveva fatto di tuto mi teneva legata per ore appesa al soffitto,diceva che doveva punirmi perchè ero cattiva,i bambini devono obbedire agl adulti e o non lo facevo,il mio disobbedire era semplicemente un ribellarmi e volevo dirlo ai miei.....pero ero riucita ad estraniarmi e non mi pesava più niente tanto nessuno mi ascoltava,"lui"era quello da ascoltare perchè persona perfetta che mi voleva tanto bene e mi seguiva in tutto.....ma i fili non riuscivo a sopprtarli,ricordo che mi dicevo che i miei dovevano accorgersi dellemie ferite e magari andarci a fondo,ma lui arrivava sempre prima di me raccontando bugieai mie che spiegavano le mie ferite e loro mi punivano senza chiedere spiegazioni,andai anche dagli ass sociali,avevo le labbra martoriate,ma non mi ascoltarono,erano quasi divertiti dal mio racconto,in poche parole ero una ragazzina sola che doveva combattere una lotta da sola,allora ragionai,oltre alle torture non volevo anche subire le punizioni dei miei,sapevo he se facevo la brava lui non mi avrebbe sottoposto a simili torture,allora mi imposi di lottare e ci riuscii...quando un giorno io mi rifiutai a lui,mi attoccò i fili,mi diceva dai fatti male così oltre a me ti puniscono anche loro,sei cattiva ed è giusto che ti mettiamo in riga....io riuscii a non muovere un muscolo e non mi strappai gli ami.....si è vero non ne ero uscita maavevo imparato a sopravvivere,quel giorno ero felicissima mi sentii forte e da quel giorno non mi rivolsi più a nessuno,in famiglia ero una persona con le amiche un'altra persona,con lui una statua,ma nessuno ha mai capito cosa stavo vivendo.....e neero fiera.Ora me ne vergogno ma aquei tempi era l'unico modo per non farmi mettere in manicomio.Sono riuscita ad allontanarlo solo qualche anno fa le torture erano finite da anni(o ero diventata brava)e credevo di essere forte di avere superato l'ostacolo più duro(averlo allontanato)ma mi sbagliavo....è vero devo riprendere in mano la mia vita ma non ci riesco non provo emozioni,se non rabbia e paura.......se cambio città non cambierà niente lui mi ha modellata e io non so più chi sono,scusa lo sfogo a presto
MORENA
05/08/2007 14:53
 
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Ciao Morena, ho letto ciò che hai scritto, posso immaginare in parte come ti senta,ma deve essere dolorossimo, quando parli che ti ha modellato e tu non sai più chi sei, lo capisco perfettamente, a me apesso è sembrato di vivere un film, di sentire che la vita che stavo vivendo non fosse la mia, mi sentivo manipolata da lui, anche nei giudizi verso gli altri, anch'io ero cattiva, ma il quel silenzio di tanti anni hanno fatto in modo che lui mi modellase sempre di più, talvolta pensavo di essere pazza, lui diceva cose che poi diceva che avevo detto io o viceversa, sono arrivata al punto che non sapevo più niente di me, mi plagiava anche nei giudizi personali sulle persone, sulla mia famiglia e mi sono sentita spesso uguale a lui e come lui ho reagito ad ogni suo insulto, ad ogni sua minaccia, ma restavo li...non riuscivo ad uscire da quella porta.
Faccio fatica a riprendere in mano quel poco che è avanzato di me stessa, ancora oggi lui ha un grosso ascedente si di me, ed io sono scissa in due, e lotto quotidianamente con me stessa, e sapessi che litigate!
I sensi di colpa sono all ordine del giorno, sai un giorno mi disse che mi aveva picchiata per proteggermi!
Non erano i segni , anche perchè spesso non li lasciava, ma ciò che sentivo giorno per giorno morire, la mia anima.

Quel poco che è rimasta è da coltivare,non è facile, anzi, ma è priprio in quel giardino incolto, dove vi hanno buttato di tutto che cresceranno i fiori più belli.

Un abbraccio
05/08/2007 15:58
 
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è che forse ho paura della persona che lui mi ha fatto diventare,ho fatto tanti progressi nel mio quotidiano,lotto ogni giorno contro le istituzioni ho trovato chi mi crede e mi aiuta,ma il problema è che non riesco a trovare me stessa,io voglio dare risposta ai miei perchè,negli ultimi giorni mi è diventata un'ossessione,credo che se mi do delle risposte mi ritrovo(se sono mai esistita)non mi sento una mia personalità,mi sento creata,magari mi sbaglio,di forza ne ho tanta e lotto sempre per i miei figli,ma vorrei lottare anche un po per me.........
un abbraccio
06/08/2007 01:07
 
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!dolphin!, 05/08/2007 15.58:

è che forse ho paura della persona che lui mi ha fatto diventare,ho fatto tanti progressi nel mio quotidiano,lotto ogni giorno contro le istituzioni ho trovato chi mi crede e mi aiuta,ma il problema è che non riesco a trovare me stessa,io voglio dare risposta ai miei perchè,negli ultimi giorni mi è diventata un'ossessione,credo che se mi do delle risposte mi ritrovo(se sono mai esistita)non mi sento una mia personalità,mi sento creata,magari mi sbaglio,di forza ne ho tanta e lotto sempre per i miei figli,ma vorrei lottare anche un po per me.........
un abbraccio



Penso che quello che sei ora è il frutto di un vissuto devastante, ma noto con grande gioia che hai saputo nel tempo importi su tutti coloro che avevano calpestato la tua dignità... ecco già la prima differenza...stai lottando... Amica mia credo che tu non te ne renda conto, ma molti progressi hai fatto e tanti ne continuerai a fare... Noi abbiamo subito creduto in te, come in tutte quelle donne che scrivono in forum e che vogliono uscire dalla morsa della violenza.
Lo sai non sei sola, le risposte non arrivano mai da sole e subito, vedrai che con il tempo riuscirai a farle emergere dal tuo cuore, si perchè le risposte sono già dentro di te... sono certo che le troverai!

Un abbraccio a tutti
Gae


[Modificato da FidelisAdmin 06/08/2007 01:07]
06/08/2007 08:22
 
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!dolphin!, 05/08/2007 15.58:

è che forse ho paura della persona che lui mi ha fatto diventare,ho fatto tanti progressi nel mio quotidiano,lotto ogni giorno contro le istituzioni ho trovato chi mi crede e mi aiuta,ma il problema è che non riesco a trovare me stessa,io voglio dare risposta ai miei perchè,negli ultimi giorni mi è diventata un'ossessione,credo che se mi do delle risposte mi ritrovo(se sono mai esistita)non mi sento una mia personalità,mi sento creata,magari mi sbaglio,di forza ne ho tanta e lotto sempre per i miei figli,ma vorrei lottare anche un po per me.........
un abbraccio



Cara Morena, so come ti senti, ho passato anch'io la stessa tua sensazione, sono stata tanto male che se non fosse stato per i miei figli , avrei rinunciato alla vita. Mi pareva di impazzire e non riuscivo a guardarmi allo specchio tanto mi sono odiata per come mi sentivo. Un' amica, alla quale ho chiesto se era giusto stare così male mi ha detto una cosa che mi ha fatto riflettere e che mi ha dato una spinta ad andare avanti: - quando una ferita è infetta, fa male, infetta tutto il corpo e ti fa salire la febbre.Quella ferita la devi pulire e curare, solo allora comincerà a fare meno male e comincerai a stare meglio-.
Io ti dico, butta fuori il tuo veleno, scrivilo sui muri, gridalo anche contro vento, se vuoi, ma buttalo fuori. Non tenerti dentro nemmeno un attimo del tuo tormento. E' difficile e doloroso, lo so, ma vedrai che alla fine ti vedrai veramente per quella che sei, una persona meravigliosa che sa camminare a testa alta.


06/08/2007 12:37
 
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la mia paura più grossa è quella di mie possibili reazioni,anni fa quando tutto iniziò a riaffiorarmi,e quando scoprii che il "mostro" andava attorno a mia figlia,andai da uno psicologo ma più parlavo più la mia rabbia aumentava e mi scaraventavo contro chi mi voleva bene e mi aiutava....
Io ho tanta rabbia dentro,verso lui ma anche verso la mia famiglia che non voleva vedere,e anni fa quando ha saputo non è stata in grado di dire niente,anzi mi hanno detto non pensarci tanto è passato,non piangere che ci fai star male,e alcuni componenti stretti della mia famiglia mi hanno allontanato perchè sopraffatti dai sensi di colpa.....CHE SCHIFO!!!!!!!!!!!
voglio andare a fare un corso di kick boxing(o come si scrive)per imparare l'auto difesa e per scaricare la mia rabbia
Poi voglio andare dal Mostro e chiedergli perchè.....io non capisco perchè!!!!ho tre figli che adoro e non mi sognerei mai di far loro del male,perchè lui diceva di volermi bene e mi faceva male?
VA bhe grazie che mi capite e mi state vicini
Gae si lo so di aver fatto tanti passi in avanti ma se non arrivo a patti con me stessa ogni passo che faccio in avanti ne faccio 10 indietro
un abbraccio
Morena
06/08/2007 13:52
 
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Ciao Morena,
la gente davanti a certe cose non resta indifferente, ma è chiaro che chi non ci è passato resta incredulo, non sa cosa dire, è come quando muore una persona che per te è importante, un figio, un genitore,o altro, ti dicono che capiscono , ti sono vicini, ma se non hanno provato mai capiranno l intensità del dolore, interpretano il dolore, ma non sanno cosa sia, o temono di soffrire nel caso accadesse loro, anche nel tuo caso, loro si immedesimano, ma non possono immaginare la reazione, e non coprendono la tua, la rabbia che ti porta ad essere cattiva con le ersone a cui tu vuoi bene o che ti vogliono bene è un arma di difesa, per anni sei stata con una persona che diceva di amarti di amare i tuoi figli e poi...è una forma di difesa, non si crede più a nulla, è per come siamo state plasmate, per come ci hanno lavato il cervello, è ora una reazione difensiva, è un modo per preteggerci da tutti, perchè la persona che dovrebbe amare di più i figli ha fatto del male a loro a noi, non scoraggiarti Morena, piano piano prenderemo fiducia prima in noi stesse, poi nelle persone che ci volgiono bene.
Purtroppo certe persone distorcono il bene , l amore con il male, non siamo noi diverse,o pazze come tanti dicono, siamo solo vittime di plagio, e ora tutto e dico tutto anche che l amore è male, far male, ma pensa cosa hai fatto per loro, forse solo per te stessa non ci saresti arrivata, lo hai fatto per loro, e questo è amore.
Mattoncino su mattoncino devi e devo ricostruire tutto, ogni tanto crolla, ma non siamo del mestiere, vedrai che piano piano imareremo a ricostruire la nostra vita, per noi e per loro.
Non sei sola, e chi ti vuole bene ti starà vicino, fa niente se sarai cattiva, capiranno che quel dolore è talmnte grande che sapranno capire.
Non mollare, io ho avuto la fortuna di potergli vomitare tutto adosso, e una parte di m si è liberata di un peso, ora c è il resto...

Un abbraccio grande a te e ai tuoi cuccioli

Sono a meno 3...tra gioia e timori e tanti scatoloni
06/08/2007 14:03
 
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Re:
!dolphin!, 06/08/2007 12.37:

la mia paura più grossa è quella di mie possibili reazioni,anni fa quando tutto iniziò a riaffiorarmi,e quando scoprii che il "mostro" andava attorno a mia figlia,andai da uno psicologo ma più parlavo più la mia rabbia aumentava e mi scaraventavo contro chi mi voleva bene e mi aiutava....
Io ho tanta rabbia dentro,verso lui ma anche verso la mia famiglia che non voleva vedere,e anni fa quando ha saputo non è stata in grado di dire niente,anzi mi hanno detto non pensarci tanto è passato,non piangere che ci fai star male,e alcuni componenti stretti della mia famiglia mi hanno allontanato perchè sopraffatti dai sensi di colpa.....CHE SCHIFO!!!!!!!!!!!
voglio andare a fare un corso di kick boxing(o come si scrive)per imparare l'auto difesa e per scaricare la mia rabbia
Poi voglio andare dal Mostro e chiedergli perchè.....io non capisco perchè!!!!ho tre figli che adoro e non mi sognerei mai di far loro del male,perchè lui diceva di volermi bene e mi faceva male?
VA bhe grazie che mi capite e mi state vicini
Gae si lo so di aver fatto tanti passi in avanti ma se non arrivo a patti con me stessa ogni passo che faccio in avanti ne faccio 10 indietro
un abbraccio
Morena



La tua stessa rabbia la provo ancora anche io, è giusta e fisiologica, devi solo lentamente imparare a canalizzarla, renderla tua amica e vedrai che ti aiuterà a sentirti meglio. Anche le cadute sono inevitabili, ma non credere che siano passi indietro, sono piccole soste che servono per prendere fiato. Chiedere perchè non serve a nulla, non ti darebbe le risposte che cerchi, esse sono già dentro di te, le scoprirai strada facendo. Io, che non avrei mai potuto chiedere spiegazioni perchè chi mi ha fatto del male non c'è più, avevo anche quello rammarico. Alla fine non ha avuto più importanza. Ci penserà qualcun'altro. Io ora penso a me stessa, a quello che voglio diventare e a ciò che sono. Penso alla mia famiglia e a ciò che nonostante tutto ho avuto la forza di fare. Morena ti capisco perfettamente e ti sono vicina. Ti assicuro che anche se la strada è in salita, non potrà che andare meglio. [SM=g27998]


06/08/2007 15:54
 
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avete ragione,ma quello che io non concepisco nella mia famiglia non è tanto il passato dove non hanno voluto vedere,ma il presente dove ancora devo avere una maschera perchè loro non vogliono guardare in faccia alla realtà.L'altro giorno ero dai miei avevo l'espressione stanca e mia mamma mi ha chiesto cosa avevo fatto,le ho rispoto che il passato mi sta tornando a galla e che ci sto male,lei meravigliata mi ha detto"ma che razza di passato hai avuto non abbiamo mai avuto problemi in famiglia e quello che ti ha fatto lui è acqua passata,non pensarci e tutto fila liscio"non l'ho mandata a quel paese perchè è mia mamma e le porto rispetto,mia sorella è anni che non mi guarda in faccia perchè ha paura che io le possa raccontare quello che lui mi ha fatto.Si forse le risposte le ho dentro di me,ma porca miseria è mai possibile che debba sempre vivere condizionata dagli stati d'animo degli altri!!!io coi miei figli vedo subito se hanno qualcosa che non va e ne parliamo cerchiamo di trovarci soluzione o di metabolizzare,io mi fido di loro e loro di me.IO non ho avuto risposte neanche dalla giustizia,io sono stata penalizzata e lui è libero di girare per strada,io non posso invece perchè sono stata giudicata e condannata,e una cosa che mi tormenta è che lui è un pedofilo atroce e se non può rivolgere le sue attenzioni in famiglia lo farà di sicuro con bambini di amici(perchè lui ne ha ancora)l'ho visto assieme al figlio di una sua amica e ho riconusciuto i suoi modi di coccolarlo,mi sono sentita in colpa........è questo che mi fa arrabbiare che lui è libero di distruggere altre vite(e credetimi lui la mia l'ha distrutta)e io non posso fare nulla anzi io non sono neanche libera di andare a fare la spesa!!!!!!!!!
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