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Sei una donna!

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2006 01:49
20/10/2006 15:44
 
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La mia esperienza per fortuna è meno violenta di molte altre, ma voglio lo stesso raccontarla qui.
Sono cresciuta con una nonna in casa cattolica,ignorante e maschilista.
Tra le varie cose, sin da piccola mi ha obbligato a servire mio fratello,a fargli il letto, cucinargli, ad apparecchiare la tavola,e a fare tutto ciò che doveva essere fatto in casa, persino i lavori più pesanti.E non per il piacere di farlo, ma perchè SONO UNA DONNA E DEVO FARLO.Un volta mi disse: " vergognati, è venuto un amico di tuo fratello per stare con lui e ha trovato il letto disfatto, lo dovevi fare PERCHE' SEI UNA DONNA, che figura che hai fatto, è colpa tua, lui è maschio."
La mia natura e la mia mente erano ben diverse...non ero portata per qulla vita, è come infilare una scarpa n. 35 in un piede n.38...alla fine scoppia..ed è arrivato il momento in cui mi sono ribellata...ho capito che non sono responsabile di altre persone, ma solo di me stessa...
Mi sono liberata del cattolicesimo (ora sono anticlericale), non ho una famiglia xchè non sopporto il dover accudire altre persone,non ho piacere nell'accudire gli altri MAI, amo i cani più delle persone, ho l'ansia, ho i sensi di colpa, e soffro di crisi depressive, sono in analisi..tutto questo solo perchè SONO UNA DONNA.
Lasciatemi la presunzione di sentirmi letame: a volte duro a volte liquame (CapaRezza)
21/10/2006 10:45
 
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Cara amica grazie per aver scritto.

Comprendo bene il tuo dolore giacchè molte volte ho sentito e letto di storie che nascono in ambienti dove la fede, vissuta erroneamente, impone delle regole che calpestano la dignità della persona.

Molti, soprattutto nel passato, hanno distorto concetti della fede cattolica, formando atteggiamenti che minavano la dignità della persona soprattutto della donna, ma ora le cose sono davvero molto cambiate.

Non ti chiudere in te stessa, la gioia che si ha nel donare è più grande di qualsiasi cosa, credimi.
Annullare la propria vita per colpa di un passato triste che ha lasciato solchi profondi nell'anima è una sconfitta che non ti puoi permettere. L'amore va donato gratuitamente, senza nessuna imposizione... allora non pensare al concetto "dell'accudire" ma all'importanza che potresti avere tu, dando un senso alla tua vita, per gli altri...

Non c'è cosa più grave che farsi distruggere dal passato e autoannullarsi uscendo dal mondo...
Riappropriati della tua vita del tuo essere donna nella società, imponi l'importanza della tua dignita innanzitutto a te stessa.

Un caloroso saluto
Gae




22/10/2006 15:17
 
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Cara amica, capisco perfettamente il tuo stato d'animo, non perchè io lo abbia vissuto in prima persona quanto perchè ho conosciuto molte ragazze con storie molto simili alla tua. Voglio che tu sappia una cosa, proprio due giorni fà con Gae parlavo di questo problema che, stranamente ancora oggi, nel terzo millennio, nei ceti di subcultura, persiste. L'uomo, quello dico io alla vecchia maniera, ha un'assurda convinzione: che la donna debba diventare in casa una sorta di cameriera, che debba da sola occuparsi di tutto ciò che concerne i lavori domestici, senza mai ricevere un grazie. Al contrario i giovani, quelli che si sono evoluti "culturalemte", vivono il rapporto di coppia diversamente, ed ecco che le cose che inizi a fare per il tuo compagno, le attenzioni che gli doni giorno dopo giorno, acquisiscono un sapore diverso; Diventano un donargli con amore parte del tuo tempo, ricevendo allo stesso modo le sue attenzioni.Lo sappiamo tutti come il ruolo della donna, grazie a Dio, sia radicalmente cambiato oggi giorno. Oggi la donna ha una sua identità, si impone nella società, si costruisce una propria autonomia lavorativa, ma attenzione!!! questo non deve mai farci dimenticare l'importanza della famiglia e il grande dono della maternità. Per questo ti dico: hai fatto bene a ribellarti, nessuno è servo di nessuno, l'uomo così come la donna ha il dovere di collaborare in casa e nella cura dei figli, ma non chiudere il tuo cuore alla possibilità di amare, essere amata e prenderti cura del tuo compagno vicendevolmente. Per quanto riguarda tua nonna, mi associo al pensiero di Gae: purtroppo le donne antiche sono cresciute con una visione distorta del credo religioso, perchè loro le prime sono state educate in tal modo, non ne faccio una colpa a tua nonna, vittima lei stessa dell'ignoranza. Ma ti chiedo di ricercare dentro di te quella fede in Dio che preparerà il tuo cuore ad accogliere tutto l'amore che hai diritto di conoscere, per donarlo e riceverlo contemporaneamente, senza imposizioni ma gratuitamente e gioiosamente.
Un abbraccio........Ines
25/10/2006 17:16
 
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vi ringrazio per le vostre parole, la cosa che mi più mi rende perplessa è che, nel mio caso, una donna abbia fatto del male ad un'altra donna.
l'amore deve essere anche una scelta, non si può impporre di amare per forza un altro individuo e pretendere di accudirlo.
Lasciatemi la presunzione di sentirmi letame: a volte duro a volte liquame (CapaRezza)
25/10/2006 18:10
 
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Certo che l'amore deve nascere spontaneo dal tuo cuore, ma lo senti e lo riconosci quando arriva. Il punto è che non devi tenere chiuso a chiave il cuore per paura di rivivere con il tuo compagno le stesse assurdità che vivevi in famiglia. Bisogna esser sempre cauti nelle scelte che si fanno nella vita, e tu fai bene a pensare innanzitutto a te stessa, ma donare gratuitamente parte del proprio cuore senza pretesa a qualcuno non può far altro che arricchirti dentro. Pensaci........siamo qui per aiutarti!
28/10/2006 13:03
 
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Certamente tra le donne ci dovrebbe essere più comprensione e solidarietà alla luce di questi fatti. Ma il rispetto, appunto la solidarietà e la comprensione sono concetti e reltà che devono prescindere da queste divisioni.
Esse vanno sempre coltivate da una parte che dall'altra, sia che il dramma lo viva una donna che lo viva un uomo.
Condivido il pensiero di Ines l'ignoranza religiosa può essere una brutta bestia nella vita e nella convivenza delle persone, giacchè a volte, troppe volte, porta a divisioni e non concretizza quell'aspetto fondante della fede che è condivisione mediante un amore che va oltre egoismi e patriottismi.

Un caro saluto a tutti
Gae

[Modificato da FidelisAdmin 28/10/2006 13.03]

30/10/2006 10:40
 
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Cara Lupetta,
ho letto volentieri la tua esperienza.
Trovo molto opportuni ed interessanti i consigli che ti hanno sin qui offerti, sicuramente da prendere in considerazione.

Non condivido, però, l'idea degli amici che la fede religiosa non abbia avuto parte nel comportamento della nonna e che, perciò, il suo comportamento sia da attribuire unicamente alla sua iniziativa.
Questo non è condivisibile, perchè è da due millenni che i credi religiosi insegnano e vogliono dalla donna la sottomissione al ruolo maschile. Perciò la religione ha una sua parte di responsabilità.

Detto questo, condivido assolutamente gli ottimi consigli che ti sono stati offerti, ovvero quelli di non tener conto del passato. Devi sapere che come tua nonna sono stati i miei nonni ed i miei genitori, ancora tutt'ora.
Mi sono chiesto anch'io se i miei genitori avessero una parte di responsabilità nelle mia crescita etica e morale.
Un tempo, come te, attribuivo loro una grossa parte di responsabilità, ma poi, a conti rifatti, ho compreso che quel loro comportamento non era dettato dalla loro iniziativa e da una loro volontà autonoma, altrimenti non si sarebbero preso cura di me per altri versi.
Ho pensato alla mia mamma, orfana da bimba di padre e di madre. Poi ho pensato a mio padre orfano dall'età di 5 anni della propria madre, mandato via di casa a guadagnarsi il pane e costretto a stare in uno sperduto latifondo, alla sua tenera età, da solo (dico solo) con cavalli e muli ed accudirli giorno e notte, solo ed esclusivamente per un pezzo di pane...per anni e anni, finchè non è stato chiamato alle armi a circa 18 anni, durante il secondo conflitto mondiale.
Nel giro di pochi mesi i suoi sogni vennero infranti, deportato nei campi di concentramento tedeschi, costretto con gli altri a girare in pieno inverno a piedi nudi sul ghiaccio per l'intera notte. 5 volte messo, a 19 anni, insieme ad alcuni altri, dinanzi ad un plotone di esecuzione e 5 volte graziato, semplicemente perchè di nascosto tentava di recuperare sotto l'acqua di un gelido canale pochi grammi di grano affondati con un battello.
Trascorre lì due anni d'inferno...ho la sua foto...viene ridotto a 33 kg. Non ti racconto altro. Nel 45 viene liberato dagli alleati...torna a piedi in Italia, stremato. Di lui avevano perso le tracce.
Ricordo ancora, ragazzino, come nel pieno della notte mio padre, allora poco meno che trentenne, si alzasse ed urlasse al rumore di aerei che passavano al di sopra della nostra abitazione. Questo per anni, finchè poi passò.
Mia madre attaccata sì a noi, ma anche alla sue bambole di pezza.
Han fatto di tutto per noi, ma han fatto tutto ciò che a loro volta avevano ereditato dai propri genitori e nonni...atteggiamenti severi improntati ad un'educazione rigida.
Idem per i miei suoceri.
Ti basti sapere che mi fu concesso una solta volta, una settimana prima del matrimonio, d'andare ad acquistare le fedi con la mia futura sposa...non in auto, ma rigorosmante in pulmann e con tanto di cronometro.
Come vuoi che facessi qualche volta anche solo ad abbracciare intensamente la mia ragazza? Impossibile.

Non ho mai recriminato per questa cosa, ho compreso che i miei genitori ed i miei suoceri erano figli del loro tempo e recavano con sè una cultura, anch'essa al passo con i tempi.
Quando ripenso al passato mette dietro le spalle tutte le negatività e rivedo volentieri in mio padre un uomo onesto, forte, lavoratore, dedicato alla famiglia, incapace di dire "ti voglio bene", ma anche incapace di trattenere le lacrime, che nascondeva vistosamente, quando partii per il servizio militare.
Quelle lacrime nascoste mi fecero riflettere.

E' vero, per molti versi abbiamo ed hai sofferto, però, chiediti, quando dipendeva dalla loro volontà piuttosto che dalla cultura del tempo?

Anche mia moglie era abituata a servire l'unico fratello che aveva.
Pensa che dopo due mesi dal matrimonio, allorchè andai a trovare i miei suoceri, a tavola, mancando il vino, mnio suocero si indigna e molla una ceffone al mia moglie per non aver pensato di servirlo a tavola per suo fratello.
Capì dal mio sguardo d'aver commesso un errore. Fu l'ultimo ceffone che prese mia moglie.
Eppure non vedeva l'ora che andassimo a trovarli ed a piangere lacrime amare ogni volta che si ripartiva.
Dato che loro credevano nelle "voglie", ricordo quando mio suocero raccolse premurosamente delle mele, le più belle, che crescevano anzitempo e le spedì per posta a sua figlia.

Sono stai per molti versi genitori meravigliosi, per altri condizionati dalla cultura del loro tempo.

Cosa intendo dirti Lupetta?

Non è che anche tu, pensandaci, potresti rivalutare il ruolo dei tuoi nonni osservandoli da un diverso punto di vista?

Potresti riceverne un gran beneficio.

Pensaci

IL Gabbiano
30/10/2006 16:34
 
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Non condivido, però, l'idea degli amici che la fede religiosa non abbia avuto parte nel comportamento della nonna e che, perciò, il suo comportamento sia da attribuire unicamente alla sua iniziativa.
Questo non è condivisibile, perchè è da due millenni che i credi religiosi insegnano e vogliono dalla donna la sottomissione al ruolo maschile. Perciò la religione ha una sua parte di responsabilità.


Amico grazie per il tuo intervento.
Credo di aver espresso con parole diverse il tuo pensiero, per quanto mi riguarda è innegabile che il credo religioso abbia calpestato, spesse volte, andando contro i propri valori, la dignità delle donne.
Fortunatamente le cose sono molto cambiate a mio avviso.
Bisogna imparare a vivere mettendo al primo posto il rispetto per chi vive con noi questo grande cammino che è la vita.
Le divisioni comportano drammi che l'uomo non può e non deve permettersi, la solidarietà sia per tutti un principio da vivere giorno dopo giorno ed io lo vivo volgendo lo sguardo al cielo.

Grazie e un abbraccio a tutti
Gae

30/10/2006 20:11
 
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Mi scuso per non aver ringraziato l'amico Il.Gabbiano per la storia toccante che ci ha raccontato.
Mi ha commosso! e credo che bisognerebbe commuoversi più spesso di fronte a storie come queste che insegnano tante cose, che rimangono dentro l'animo e pian piano lavorano la coscienza, rendendoci, spero, tutti più fratelli nel rispetto e nell'amore sincero...


Grazie ancora [SM=g28002]

Saluti
Gae

[Modificato da FidelisAdmin 30/10/2006 20.12]

02/11/2006 18:43
 
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Anche io voglio ringraziarti per la tua testimonianza...grazie per averci resi partecipi della tua storia, molto toccante......
Io non ho mai avuto esperienze di questo tipo riguardo i miei genitori, ma ricordo ancora le storie di mia nonna. Devo ammettere che in passato si assisteva a molte, troppe ingiustizie e che, molto spesso, la stessa religione portava i genitori a dare un'educazione sbagliata ai figli.Le cosiddette famiglie patriarcali, dove l'uomo comandava, era sempre e solo lui ad avere parola in famiglia, dove i ruoli tra i figli e le figlie erano ben definiti, dove non mancavano le punizioni fisiche. Tutto molto brutto ed assurdo per chi, come me, ringraziando a Dio, non ha mai visto nulla di tutto questo. Tu dici che non bisogna colpevolizzare chi ha per secoli agito in tal modo, che la responsabilità è da attribuire al credo religioso da essi perseguito. Io ti dico:" sì hai ragione ma oggi per fortuna non è più così, o almeno non lo è negli ambienti che si sono evoluti "culturalmente". Infatti, purtroppo, nella mia professione, assisto tutt'oggi a casi del genere, e non potete neanche immaginare la rabbia che provo ogni qualvolta mi trovo dinnanzi donne, più o meno giovani, succubi del padre, dei fratelli, degli uomini insomma che fanno parte del nucleo familiare.
Il Progetto A.D.I.D. non è nato per caso, infatti non smetterò mai di lottare, di far sentire la mia voce ( e sò che non resterà mai sola ) per i diritti della donna.
La donna non è nata per assecondare i desideri dell'uomo, è come lui in grado di essere quello che vuole nella vita, semmai l'uno dovrebbe diventare parte integrante dell'altro ma in una prospettiva parallela e mai di subordinazione.
Non smetterò mai di sperare che prima o poi tutte coloro che, per assurdo, ancora oggi subiscono si sveglino ed inizino a vivere per come si deve, dando dignità alla propria esistenza.
07/11/2006 18:06
 
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quoto il gabbiano per il discorso sulla religione.
mia nonna non ha avuto nessuna infanzia "difficile" c'era la guerra ok, ma la sua famiglia era unita e non ha sofferto la fame, si è sposata a 28 anni perchè ormai si considerava zitella e avava paura delle opinioni degli altri, ha un carattere forte e dispotico,arrogante, la donna deve soffrire, deve occuparsi della casa, deve sposarsi e fare figli, altre cose non le può fare.
non ho motivo di guardarla con occhi diversi, ha sbagliato e certi sbagli li sto pagando io, e sinceramente non ne sono felice per niente.
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07/11/2006 20:55
 
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Re:

Scritto da: lupetta821 07/11/2006 18.06
quoto il gabbiano per il discorso sulla religione.
mia nonna non ha avuto nessuna infanzia "difficile" c'era la guerra ok, ma la sua famiglia era unita e non ha sofferto la fame, si è sposata a 28 anni perchè ormai si considerava zitella e avava paura delle opinioni degli altri, ha un carattere forte e dispotico,arrogante, la donna deve soffrire, deve occuparsi della casa, deve sposarsi e fare figli, altre cose non le può fare.
non ho motivo di guardarla con occhi diversi, ha sbagliato e certi sbagli li sto pagando io, e sinceramente non ne sono felice per niente.



Ma tutto ciò cara amica non deve spezzare il sogno di una nuova rinasciata. La vita è fatta di eventi, dobbiamo trovare la forza dentro di noi di alimentare la speranza e non la disperazione. Di fronte a tutto ciò che la vita ci mette di fronte dobbiamo batterci affinchè il passato non ritorni a devastare il presente.
Non credo che serva trovare colpevoli, anche se ci sono, è di estrema importanza trovare i rimedi ai drammi e non credo che tra i rimedi il rancore sia quello giusto.

Tu hai scritto:

non ho una famiglia xchè non sopporto il dover accudire altre persone,non ho piacere nell'accudire gli altri MAI

credo che proprio nell'aiutare gli altri e nel condividere il dolore e le sofferenze che si possa trovare una sicura via d'uscita.Pertanto spero che tu possa guardare alla vita futura con occhi diversi, liberando il cuore dalla rabbia che certamente non ti aiuta a guardare oltre.

Un abbraccio
Gae
08/11/2006 01:49
 
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Cara amica rispetto il tuo dolore, nulla di ciò che hai douto sopportare è giusto. Ma non pensi che se tua nonna ha sempre cercato di trasmetterti questo tipo di "educazione" è perchè lei la prima ne è stata vittima? Molto probabilmente il suo modo di vivere, il fatto di obbedire agli uomini della famiglia, di occuparsi da sola della casa, della famiglia, senza mai sentirsi dire grazie è il solo modo di vivere che ha conosciuto. Hai detto che ha vissuto una vita felice, che la sua famiglia è sempre stata unita e che non hanno mai patito gli orrori della guerra.Va bene! ma questo non significa che all'interno di un nucleo ben saldo, come tu stessa dici, non si celasse una cultura patriarcale, dove le donne avevano solo doveri nei riguardi degli uomini, portate ad obbedire senza mai proferire parola. Ti dico ciò non perchè desidero difendere tua nonna, ma perchè vorrei che tu allontanassi i tuoi pensieri da questo rancore nei suoi confronti, ha sbagliato ma la cosa che più conta oggi è che tu riesca a dare una collocazione temporale al suo atteggiamento e che, sopprattuto, iniziassi a guardare avanti, qal futuro. Non credo che tra amici, coetanei non noti la differenza di linguaggio e di atteggiamento nei riguardi della vita rispetto quello che hai sempre dovuto sopportare da piccola. Rivendica oggi il tuo essere donna, ma non chiudendoti agli altri, alla possibilità di amare qualcuno, prendendoti cura di lui ed essere amata allo stesso modo,bensì aprendo il tuo cuore al mondo, regalandoti la possibilità di un futuro completamente diverso e, soprattutto, che MERITI!!!
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