23/03/2006 10:40 |
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| | | Post: 4.466 Post: 827 | Registrato il: 10/03/2006 | Sesso: Maschile | Moderatore Forum Antiviolenza | Utente Senior | | OFFLINE |
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I genitori sanno certamente che la fede è un lungo cammino di consapevolezza, e non un terreno di scontro, e che a prescindere dalla presenze di un insegnante non credente, che non è certamente un pericolo nella crescita degli studenti, bisognerebbe da una parte e dall'altra difendere il laicismo delle Istituzioni.
Io sono un uomo di fede, ma sinceramente trovo inaccettabile che si sollevi un polverone del genere o si portino sul tavolo del tribunale questioni che dovrebbero essere relegate al rapporto scuola - famiglia.
Per esperienza vi posso assicurare che è vero, l'insegnante può influire in certe scelte nel cammino dello studente, ma è altrettanto vero che poi in questo cammino ci si ritrova a confrontarsi con se stessi e con il proprio cuore... e credetemi le cose cambiano... non basta certo l'affermazione "io sono atea" di una maestra a condizionare l'esistenza spirituale di un giovane, forse la famiglia pensa di avere un ruolo subalterno nella crescita dei propri figli?
Concludo esprimendo piena solidarietà all'insegnante e un augurio a tutti coloro che iniziano un cammino di fede o semplicemente di ricerca...
Saluti
Gae
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