Un bambino vittima di violenza familiare, diretta o indiretta, vive già una situazione altamente problematica. Di solito la strada che si decide di percorrere è l'inserimento, più o meno momentaneo, all'interno di una struttura pubblica. Vedi questa soluzione, purtroppo quasi obbligatoria in certi casi, non appare la più adatta per la serenità del bambino;ti racconto una storia accaduta qualche mese fa che, forse, ti potrà aiutare a capire: ho conosciuto due bambini che da un pò di tempo subivano indirettamente maltrattamenti in famiglia. I due fratellini furono messi in struttura e da lì cominciarono tanti problemi nella loro sfera psico - emotiva; il più grande iniziò a bagnare il letto mentre il piccolo iniziò a soffrire di una sorta di mutismo selettivo ( rifiuto a parlare con il mondo adulto ). Furono tante le pratiche per potenziali genitori affidatari che furono valutate, ci si rese infatti conto che la struttura pubblica riusciva solamente ad ingigantire il grande vuoto e dolore presente nella vita di quei bambini.Alla fine fu scelta una coppia che già da tempo desiderava aprire la propria porta di casa a qualche esserino in cerca di una famiglia. Così è stato e sai com è andata a finire? il maggiore oramai non bagna più il letto e il piccolino ha iniziato a dire qualche parolina. Spesso li guardo la mattina andare a scuola accompagnati dalla signora che loro salutano chiamando: MAMMA. Tranquillizzati sul dilemma se sia opportuno o meno allontanare il minore dal proprio contesto ed inserirlo in uno nuovo. Ogni bambino ha bisogno solo di una cosa: tanto amore e se,purtroppo, questo non gli viene dato in famiglia, perchè non trovarlo tra le braccia di un papà ed una mamma che non aspettano altro che donargli il loro cuore? Spero di averti aiutata, ciao Ines
