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perchè vincono loro?

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2008 13:58
27/08/2008 17:25
 
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perchè vincono loro? ricordate la mia storia? sono la figlia di un uomo che per evidenti problemi psicologici, ha sempre giocato sulle donne di famiglia, figlie e moglie...ma anche sul figlio, che se non gli dà ragione, secondo lui, non è maturo,...
bene, visto che ormai 72enne continua a non cambiare atteggiamento,...emi fa stare male ogni loro litigio, ho deciso di fare in modo che fosse visitato da alcuni psichiatri...
nello specifico, la situazione si è aggravata perchè, essendosi mia madre da un anno allontanata dal letto coniugale per trasferirsi nella mia stanza, ha cominciato a serpeggiare in lui lìidea che mia madre, 66enne, avesse un altro uomo...
e così, visto che si trova sulla sedia a rotelle e visto che passa tutte le mattine al balcone, litigando con tutti gli ambulanti... ha cominciato a pensare che sotto casa passasse l'amante di mia madre.
chiaramente mia madre non lo ha mai tradito ed il dolore la fa scoppiare per una simile accusa,...gli interventi di noi figli non sono serviti a nulla...
è arrivato alla conclusione che uno degli ambulanti che si ferma sotto casa per vendere merce a mia madre sia in realtà il suo amante...
non avete idea...mia madre non può uscire di casa senza una di noi...ma noi ci opponiamo e tra l'altro lavoriamo e non possiamo lasciare il lavoro per i suoi film psicotici...
mia madre non puòandare dal parrucchiere, non può comprare il pane, non può andare in merceria...tutti negozi sotto casa...
non potendone più, mi sono rivolta alla salute mentale di zona...sono venuti 2 medici, 1 infermiere e l'autista della vettura dell'asl...
con la sua dialettica li aveva convinti...si è tradito quando i medic, che avevano voluto parlare con lui in privato, hanno chiamato mia madre per paralre con lei in presenza di mio padre, che a quel punto è venuto fuori nelle sue psicosi...
bene, la coclusione è stata che i medici sono andati via, niente tso, mi hanno detto cheè un caratteriale e che nemmeno i faarmaci possono nulla...unica soluzione la separazione e lasciare casa...ma il pericolo rimane...
comunque, c'è adesso una cartella clinica su mio padre, anche se non è seguito,...
al nuovo verificarsi dell'evento ho chiamato le forze dell'ordine...sono venuti, ma, viste le sue condizioni di salute, amputato al piede e diabetico, vista la sua età..."cercate di andare d'accordo...oppure andatevene via, ma fate alla svelta,...perchè la prossima volta, non finirà così"
possibile che vinca l'età e che un uomo che per tutta la vita ha usato violenza psicologica, che ha avuto malafede, che ci ha impedito una vita normale, possa farla franca?
scusate il mio lungo racconto...sicuramente leggerete amarezza e un pò di disperazione...
28/08/2008 21:43
 
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Cara Anto, ma tu ora cosa vorresti?
Leggendo i tuoi post, soprattutto quello di oggi, ho la sensazione che tu vorresti "giustizia e vendetta", verso un uomo che - sicuramente - ha fatto molto male a te, a tua madre e a tutti i tuoi familiari, ma che adesso è MALATO, è VECCHIO, è fuori di testa.
A cosa ti servirebbe avere giustizia e vendetta?
Guarda che anche nel caso di molte di noi, la pulsione a chiedere "che venga fatta giustizia" verso chi ci ha usato violenza, è molto forte...però questi sentimenti vendicativi non sono costruttivi, ci fanno solo del male.
Non lo dico per buonismo, ma per semplcie buon senso.
Io credo che le uniche cose che tu possa fare e sulle quali dovresti concetrarti siano di natura pratica: vivere lì tutti insieme non è più possibile, se tuo padre non vuole farsi ricoverare in una casa di cura o di riposo (sempre se si trovasse qualcuna disposta ad accettarlo, cosa che non ritengo scontata), allora dovreste andare via voi: tu, tua madre e tua sorella.
Rispetto a quando hai scritto le prime volte, la situazione mi sembra che si sia comuqnue evoluta in modo positivo per voi: ora, se andate via nessuno potraà accusarvi di averlo abbandonato.
Tua madre può chiedere la separazione e questo la mette al sicuro.
Non capisco perchè restiate lì.
Ti senti responsabile per tuo padre? Vorresti che qualcuno al tuo posto prendesse la decisione di chiudere questa convivenza?
Sinceramente non capisco.
Mi rendo conto che i legami familiari sono molto complessi, che forse tu provi sentimenti contrastanti verso tutti i membri della tua famgilia, credo che in situazioni così estreme sia normale.
Però: perchè non ti tiri fuori?
Scusami se sono stata troppo dura con te, d'altro canto so poco e nulla della tua situazione, però penso che se una persona arriva a chiamare gli psiciatri della asl e le forze dell'ordine e a scrivere in un forum come questo, non sia giusto dare delle risposte generiche e vagamente consolatorie.
Io penso che tu dovresti andartene: con tua madre e tua sorella se vogliono venire via con te, altrimenti da sola.
Altro non puoi fare.
Ciao, scusami ancora per la mia durezza e se ti sembro insensibile.
L.

29/08/2008 22:14
 
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non devi scusarti per niente...nessuna durezza.
se non vado via di casa, non è perchè voglio vendetta...
sapessi la paura che provo ogni volta che inizia a gradare, sapessi come mi allontano fisicamnte da lui...ma per tutta la vita ho aspettato che mi si liberasse da quest'incubo...
tante cose che mio padre ha fatto a mia madre non riesco a dirle, ho tanta vergogna...ne ho palrato con lo specialista che mi sta seguendo, perchè desidero andare via...ma lemie esperienze di vita con i miei mi hanno fatto vedere che lui la fa sempre franca...le denunce di mia nonna non sono servite, perchè la accusava di plagio...
e siccome le mie zie dicevano a mia madre che se avesse lasciato mio padre sarebbe stata una buttana, alllora mamma aveva chiaro che c'era solitudine intorno a lei...
il sapere che l'asl non lo può curare, dicendo che è un caratteriale e non c'è nulla da fare...che la legge gli trova attenuanti...mi sento sola ed impotente...
sicurezza di non essere più infangata, offesa, umiliata...ecco cosa chiedo...sicurezza di dormire serena la notte, di tornare a casa e di non dover avere paura di ciò che lui in preda alla rabbia può fare...
non essere lasciata sola, giudicata dalle mie colleghe che non credano esistano simili situazioni...
nel mese scorso una mia collega mi ha mandato email sulla violenza sulle donne..bene, gli uomini intervistati dicevano che le loro prede erano le donne che uscivano la sera, che indossavano le camicette facilmente sbottonabili...
secondo voi, come potevo reagire? è finito tutto nelle mani dei sindacati...chiaramente costei conme ha chiuso.
mi offende l'idea che la donna sia solo quell'organo...perdonate la mancata eleganza, ma non ne posso più.
so che le aggenzie sociali ci sono, ma purtroppo si mostrano clementi verso un 72enne mutilato,...
e le nostre ferite? quanti anni dovrò curarmi?
30/08/2008 23:12
 
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Cara Anto, capisco i tuoi sentimenti, quello che io non capisco è perchè tu continui a restare lì. Hai un lavoro: non puoi continuare a sentirti responsabile per tua madre e tua sorella. Devi pensare a te, alla tua vita.
Si avverte un dolore, una rabbia fortissima nelle tue parole: ma questo dolore non potrà mai guarire, se tu resti lì.
Cosa ti aspetti? Una persona che è stata violenta e prepotente e forse anche peggio - in tutta la sua vita - non potrà certo migliorare con l'età: la vecchiaia peggiora i nostri difetti!
Cosa aspetti, perchè non vai via?
Resti legata ad una situazione patologica, a questo padre padrone che continua a condizionarti in tutte le tue scelte. Perchè non vai via e ti costruisci una tua vita? Lontano da lì, lontano da quella casa.
Alcuni mesi fa scriveva su questo forum una ragazza di nome PaolaM, lì la violenza partiva da sua madre (ma il padre non era uno stinco di santo): Paola ha trovato insieme al suo un ragazzo la forza per andare via, ma questo è accaduto dopo che per mesi ha seguito un sostegno psicologico presso un centro antiviolenza.
Perchè anche tu non intraprendi un percorso simile?
Nei post di Paola (molti sono qui in forum), si avverte dapprima la tristezza, la paura, il dolore e il senso di responsabilità veros sua madre, poi sempre più forte il desiderio di liberarsi e poi la gioia di costruire una sua vita - fuori da quelle quattro mura di prigione che erano la sua vita con i genitori.
Concentrati su TE stessa: cosa puoi fare per TE? Cosa vuoi? La rabbia ci serve quando reclama la nostra attenzione verso ciò che ci fa male, ma poi questa rabbia va compresa, non lasciata urlare a vuoto: se la tua vita in quella casa è dolore continuo, devi andare via, tagliare i ponti con loro. Punto e basta.
Pensa a te: concentrati su te stessa, su quello che vuoi dalla vita, quello che ti piace fare. Prenditi cura di te, pensa a te.
Ciao,
L.
06/09/2008 20:59
 
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sicuramente mi manca il coraggio...ma mi manca anche lo stipendio...per curare questa famiglia. 50000€ di debiti, per pagare tutti i debiti di mio padre e per consentire a tutti di avere una casa...
ho cominciato con un piccolo prestito, per pagare telefono, gas, luce, tutte bollette regolarmente tagliate....
è così lungo da raccontare e quasi fantascientifico...chi mi crederebbe?
perciò non voglio parlarne più...
comunque mi sto facendo seguire da gente esperta...devo trovare il coraggio, anche perchè non riesco a nascondere agli altri il mio dolore...
sembra forse che chieda commiserazione...esprimo solo l'amarezza perchè le agenzie addette,..ausl, forze dell'ordine, ...si impietosiscono davanti ad un vecchio mutilato che ha distrutto una famiglia, che pensa e non accetta di dovere aspettare di esssere servito, perchè anche gli altri sono malati...
insomma, è stancante, penoso e...
insomma, ...
baci
07/09/2008 13:58
 
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Io ti capisco.
Si fa presto a dire, fai questo, fai quell'altro.
Ma tu davvero rischi di non poter più continuare il tuo mestiere, se fai qualcosa per cui verresti criticata.
Poi magari le conoscono già, le tue condizioni, ma finchè non succede niente di particolare si tira avanti.

Ho visto persone, nello stesso lavoro, perseguitate per molto meno.
Così sei tu che non ce la fai più a tirare avanti.
Ti capisco davvero tanto.
Ti senti in un vicolo cieco davvero troppo buio e terribile.
Dovresti andare via, ma molto lontano da lì.
E lo so quanto è difficile, ricostruire una vita da un'altra parte e senza nessuno che ti aiuta.

Comunque quando si arriva a questi livelli di sofferenza, Lilli, non ha più nessuna importanza, la vendetta, non viene ricercata.
Credo che Antonella chieda giustizia, nel senso che desidera che qualcuno giustamente la aiuti.
Così abbandonata e sola è difficile la sopravvivenza.
Che qualcuno giustamente riconosca che è lei la vittima di tutto questo, e non il padre.
Gli ammalati possono diventare davvero dei tiranni impossibili, ma lì lui lo era già prima di ammalarsi.
E' terribile, quando ci si accorge che tutti compatiscono il tuo carnefice e tu non hai nessuno scampo, a causa di questo.
Anzi, vieni giudicata tu, crudele, perchè a sentire gli altri non sai sacrificarti abbastanza per lui.

Non è come in una coppia, sai, è molto diverso.
[Modificato da keridwen. 07/09/2008 17:13]
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