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Iraq, stuprò e uccise 14enne: soldato Usa condannato

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2007 18:19
24/02/2007 16:46
 
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un articolo sui nostri valorosi militari
La missione in Somalia sarebbe dovuta essere una missione di pace, o meglio, di mantenimento della pace, un’opera di “peace-keeping”. L'intervento in Somalia, promosso dalle Nazioni Unite come “Restore Hope” (Restaurare la Speranza), era stato denominato “umanitario”. Nella primavera del 1997, il settimanale Panorama pubblica foto e testimonianze su sevizie che sarebbero state compiute da militari italiani, paracadutisti della Brigata «Folgore», a danni di civili somali. Il Governo decise di istituire una Commissione Governativa d'inchiesta al fine di indagare a fondo sui fatti riportati e per rispondere alle esigenze di chiarezza davanti al terribile sospetto di violenze perpetrate da nostri soldati. A far parte della Commissione vennero chiamati: il professore Ettore Gallo in qualità di Presidente, l'onorevole Tina Anselmi, la professoressa Tullia Zevi, il generale di corpo d'armata dell'Esercito Antonino Tambuzzo ed il generale di corpo d'armata in ausiliaria dei Carabinieri Cesare Vitali.



La Commissione presentò le sue conclusioni nell'agosto 1997. Nel frattempo, però, ulteriori dubbi sul comportamento dei militari italiani in Somalia vennero sollevati dalla apparizione di un diario tenuto da un sottufficiale che aveva partecipato alla missione italiana, il maresciallo Aloi. Venne così deciso di riaprire l'inchiesta. «Trasmettevo per competenza le denunce di violenza sessuale (io ero addetto ad altre mansioni), ma dei miei rapporti non c’è traccia», affermò Aloi. «Ad alcuni episodi di violenza ho assistito. Non si trattava di prostitute, erano per lo più donne che lavoravano al campo e che subivano il ricatto di accondiscendere o essere cacciate. In ogni campo degli italiani c'era l’ 'angolo dello stupro', un luogo dove avvenivano le violenze. Ilaria Alpi (la giornalista uccisa, ndr) sapeva: una sera mi ha portato a vedere un episodio di stupro. Lei ha scattato anche delle foto con una piccola macchina fotografica che avevamo comprato insieme (una piccola macchina fotografica risulta guarda caso fra gli oggetti scomparsi dal bagaglio della giornalista, ndr)».

I lavori della Commissione governativa hanno messo in luce i riscontri oggettivi di almeno tre episodi: lo stupro di una ragazza somala, l'uso degli elettrodi come strumento di tortura o di inaccettabile pressione psicologica, i maltrattamenti a danno di tre somali poi accompagnati nell'ospedale degli Emirati Arabi. Pur tuttavia, la Commissione ritenne che l'operato complessivo dei militari in Somalia fosse stato fondamentalmente all'altezza delle nostre tradizioni e delle finalità di pace e soccorso umanitario della missione «Restore Hope». La Commissione Difesa concluse che le evidenti ed oggettive carenze e responsabilità avrebbero dovuto trovare collocazione nelle dimensioni quantitative della missione.

E i colpevoli che fine hanno fatto? Nel febbraio del 2001, la Corte d’Appello di Firenze ha dichiarato prescritto il reato di abuso d’autorità contestato, nella fattispecie, al solo maresciallo della Folgore Valerio Ercole.
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