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Vita quotidiana delle donne: rischi di violenza e di disagio psichico *

Ultimo Aggiornamento: 15/03/2006 11:32
15/03/2006 11:23
 
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La violenza quotidiana definisce un ambito molto vasto di azioni: essa soprattutto comprende tutte le situazioni in cui una donna nella sua vita quotidiana può essere prevaricata e indotta con la violenza ad assumere un compito a svolgere un'azione, ecc.

- Nel Chi ritroviamo i vari contesti da cui derivano gli autori della violenza;

- nel Cosa é indicato l'oggetto specifico della violenza, l'oggetto di cui il violento vuole appropriarsi;

- nel Come si individuano le modalità , gli strumenti con cui viene esercitata la violenza: attraverso pressioni fisiche (le botte), pressioni verbali (ingiurie, minacce), psicologiche ( ricatti, denigrazioni, svalorizzazioni);

-nel Perché si individua il movente; il perché é celebrato con la ricerca della provocazione da parte della donna. Il Perché esplorato dal contesto sociale ed istituzionale mira alla ricerca della complicità della vittima con il violento o violentatore, mira a mettere in luce un interesse comune tra vittima e violentatore. Sul piano del giudizio sociale e della prassi giuridica la ricerca del movente é in genere la conferma della sussistenza di una colpa, in questo caso e solo in questo caso la ricerca del movente é finalizzata ad alleggerire la posizione del colpevole e spesso ribalta anche la posizione della vittima in colpevole.


Ogni atto di violenza può generare disagi e difficoltà: essi però consistono in reazioni di breve durata se dalla violenza subita non derivano ulteriori danni alla donna in termini di svalorizzazione della propria immagine e di isolamento sociale.

Ciò che crea infatti la differenza tra conseguenze psichiche di breve durata e conseguenze di lunga durata é la possibilità di attuare forme valide di riconoscimento della violenza e di avere intorno un contesto di solidarietà e sostegno.

Ci troviamo di fronte una situazione paradossale:

- la violenza in sé più traumatica, ma che é più capace di generare solidarietà e reti di protezione intorno alla vittima, é anche quella meno implicata nella produzione a lungo termine di un disturbo psichico;

- viceversa, la violenza quotidiana, cronicizzata, che non fa rumore e che meno desta allarme sociale é quella che ritroviamo maggiormente implicata in patologie più gravi (ad esempio la depressione grave) proprio perché ha difficoltà ad essere riconosciuta e ha minori possibilità di creare contesti di solidarietà intorno alla vittima.


Differenziamo pertanto, ai fini della nostra trattazione sulle conseguenze in termini di disagio e disturbi psichici, la violenza in due sottotipi: (Tab. 2)

1)la violenza sessuale
2)quella di genere



Tab. 2

Due sottotipi di violenza



VIOLENZA SESSUALE

-Rapina sessuale: lo stupro

-estraneità, occasionalità, eccezionalità

-imposizione fisica, aggressioni, sequestro, minacce e ricatti




VIOLENZA DI GENERE

- asservimento e sfruttamento delle capacità femminili nell'ambito dei "normali" rapporti tra i sessi

- Familiarità, abitualità, normalità/quotidianità

- denigrazione, aggressioni verbali, minacce e ricatti, maltrattamenti fisici, psicologici e sessuali



I due sottotipi evidenziano le diverse e specifiche caratteristiche della violenza:


- la violenza sessuale ovvero l'appropriazione di una prestazione direttamente sessuale con le caratteristiche della “rapina e dello scippo” da parte di estranei.

- la violenza di genere cui sono soggette le donne nell'ambito dei rapporti familiari, lavorativi, amicali: essa si verifica ogni volta che una donna viene maltrattata , denigrata, molestata, anche sessualmente violentata, ma all'interno di relazioni così dette “normali” di conoscenza, di frequentazione, di condivisione di spazi e di abitudini.


Quando parliamo di violenza sessuale più spesso intendiamo un concetto di violenza più ampio di quello legato all'esercizio del potere nella sfera sessuale in senso stretto; più spesso intendiamo una violenza a tutto campo, caratterizzata dal fatto che è esercitata da un singolo uomo o da un contesto maschile su una donna e che ha come scopo l'asservimento ed il dominio. A questa violenza si addice meglio la definizione di violenza di genere vale a dire di un genere (quello maschile ) su un altro genere (quello femminile).

E' questa la violenza più diffusa, meno riconosciuta e che arreca maggiori danni alla salute sia in termini fisici che psichici perché facilmente tende ad inserirsi nelle pratiche abituali del ruolo femminile orientate a tollerare, comprendere, gestire, controllare (l’orientamento al To Cope tipico del ruolo materno) ed a cronicizzarsi.

Questa differenziazione tra violenza sessuale e violenza di genere riporta il discorso della violenza contro le donne all'interno di un universo più ampio che investe le relazioni a tutto campo tra i due generi maschile e femminile.

Il versante delle differenze di genere, le differenze cioé socialmente attribuite ai sessi sulla base della primitiva e naturale differenza biologica ci consente di aprire il discorso sui ruoli sociali e sulle attribuzioni agli uomini e alle donne di modelli pre-stabiliti.

Questi modelli hanno il compito di indirizzare la scelta e l'assunzione di comportamenti “maschili” e “femminili” radicalmente differenziati e rappresentati come le due metà di una mela.

In effetti anche in questa rappresentazione delle due metà di una mela vi é tutto il mito, l'ideologia neutralista “della differenza uomo donna”. Come vedremo questa famosa complementarità di fatto si sostanzia di una disparità tra le due parti: vi é infatti da un lato un quasi intero che é la rappresentazione sociale dell'uomo e dall'altro solo uno spicchio che é la rappresentazione della donna. In definitiva la teoria della complementarità dei ruoli e delle due metà di una mela non rappresenta assolutamente la realtà sociale ed i modelli cui la donna é chiamata ad adeguarsi. Nel rapporto tra i sessi allora abbiamo una persona rappresentata come manchevole in molti campi tranne che in uno (la competenza affettiva della cura) ed un'altra per converso ricca in tutti i domìni tranne che in uno.

Questo gioco delle parti presente sulla scena sociale non favorisce le donne che ne traggono una percezione soggettiva di svantaggio, di manchevolezza, di unilateralità nella costruzione della propria personalità.

Le carenze femminili attraverso la rappresentazione sociale


Carenze in vari campi:

· forza, piano fisico
· attività, piano sessuale
· logica, piano intellettuale
· resistenza, piano produttivo ricchezza in unico campo:

pertanto

- bisogno di un tutor, mediatore con la vita sociale produttiva

Ricchezza in un unico campo

· espressività, affettività, curatività

pertanto

- bisogno di oggetti su cui riversare la sovra-produzione di ricchezza

carenza e ricchezza alleati nel definire e rappresentare la donna come bisognosa degli altri ed incapace a prendersi cura di sè



Fonte: Salute mentale donna

[Modificato da FidelisAdmin 15/03/2006 14.00]

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