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CINEMA - MOOLAADE' DENUNCIA LA VIOLENZA SULLE DONNE

Ultimo Aggiornamento: 17/03/2006 17:50
17/03/2006 17:50
 
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Amnesty patrocina il film "Moolaadé"

Amnesty International ha dato il suo patrocinio al film “Moolaadé” di Sembene Ousmane, distribuito da Lucky Red. La pellicola, che ha vinto un premio speciale al Festival di Cannes nel 2004, descrive la vittoriosa resistenza di un gruppo di donne di un villaggio senegalese alla pratica delle mutilazioni genitali femminili.
Collé Ardo vive in un villaggio africano. Sette anni fa, si è rifiutata di sottoporre sua figlia alla pratica dell’escissione, una pratica che considera barbara. Ora, quattro ragazzine scappano per sottrarsi a questo rito purificatorio e chiedono protezione a Collé. Da qui lo scontro tra due valori: il rispetto del diritto d’asilo (il Moolaadé) e l’antica tradizione dell’escissione (la Salindé).

“Moolaadé” uscirà in alcune sale italiane l'8 marzo (inizialmente a Roma, Milano, Firenze e Torino) ed è stato presentato in un'anteprima stampa - dibattito venerdì 3 a Roma.

Mai più violenza sulle donne - le mutilazioni genitali femminili Le mutilazioni genitali femminili sono una delle più sistematiche e diffuse violazioni dei diritti umani alle quali sono sottoposte le donne nel mondo. Secondo stime delle Nazioni Unite, circa 120 milioni di ragazze hanno subito tali pratiche, e ogni anno altri due milioni di bambine e ragazze vi vengono costrette. In molti paesi africani questa forma di violenza colpisce la stragrande maggioranza delle donne, ma essa viene praticata anche in alcune zone della penisola arabica e dell’Indonesia ed è diffusa all’interno delle comunità immigrate in Europa, America e Oceania. Innumerevoli donne muoiono ogni anno a causa di queste pratiche. Esistono tre tipi di mutilazioni genitali: la clitoridectomia, in cui viene tolta tutta, o parte della clitoride; l’escissione, che consiste nell’asportazione della clitoride e delle piccole labbra; l’infibulazione, la forma estrema, che prevede oltre alla clitoridectomia e all’escissione, anche il raschiamento delle grandi labbra che sono poi fatte aderire e tenute assieme, così che, una volta cicatrizzate, ricoprano completamente l’apertura della vagina, a parte un piccolo orifizio che servirà a far defluire l’urina e il sangue mestruale.

“…Subii la mutilazione quando avevo 10 anni. Mia nonna mi disse che mi portavano al fiume per una cerimonia particolare e che dopo avrei ricevuto molto cibo da mangiare. Ero una bambina innocente e fui condotta, come una pecora, al massacro. Entrate nella boscaglia fui condotta in una casupola buia, e spogliata. Fui bendata e denudata completamente. Due donne mi trascinarono nel luogo dell’operazione. Fui costretta a sdraiarmi sulla schiena da quattro donne robuste, due mi afferrarono saldamente ciascuna gamba. Un’altra si sedette sul mio petto per impedire che la parte superiore del mio corpo si muovesse. Mi ficcarono a forza un pezzo di stoffa in bocca per impedirmi di urlare. Poi fui rasata. Quando l’operazione iniziò, cominciai a lottare. Il dolore era terribile e insopportabile. Mentre mi divincolavo fui mutilata malamente e persi molto sangue. Tutte quelle che prendevano parte all’operazione erano mezze ubriache. Altre danzavano e cantavano (…). Fui mutilata con un temperino spuntato.”
(Hannah Koroma, responsabile del Coordinamento Donne di Amnesty International Ghana)

La mutilazione causa intenso dolore, provoca shock ed emorragie post operatorie che possono causare la morte. Vi possono essere inoltre danni permanenti agli organi vicini, ascessi e tumori benigni ai nervi che innervano la clitoride. L’uso di strumenti non sterilizzati, di spine di acacia e di crini provoca infezioni e può essere veicolo di trasmissione di Hiv. Gli effetti psicologici delle mutilazioni sono più difficili da studiare di quelli fisici. Le testimonianze raccolte parlano di ansia, terrore, senso di umiliazione e di tradimento, che possono avere effetti a lungo termine. Gli sforzi internazionali per sradicare la mutilazione genitale femminile hanno una lunga storia, ma è solo in questo secolo, grazie anche alla crescente pressione delle organizzazioni femminili africane, che si sono raggiunti risultati concreti. Il 22 dicembre del 2005 anche l’Italia si è dotata di una legge sulle mutilazioni genitali femminili. Questa legge era uno degli obiettivi della campagna “Mai più violenza sulle donne” di Amnesty International.



Fonte: Amnesty International

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