...è normale?
Mi chiamo Sabina, ho 22 anni e, a dire il vero, non sono sicura di essere nel posto giusto. Solo che ho sentito il bisogno di scrivere qui e questo mi fa pensare che in qualche modo io senta di avere vissuto una sorta di violenza, anche se probabilmente non la si potrebbe definire tale. Mi racconto, cercando di essere breve.
Sono fidanzata dai miei 17 anni, ma l'anno scorso ho avuto una sorta di relazione clandestina di 4 mesi con il mio insegnante di musica, un uomo sposato di 48 anni, con il quale da anni avevo un rapporto umano e professionale di una profondità rara. Io pendevo dalle sue labbra, lo stimavo moltissimo e le sue attenzioni ed il suo interesse, sebbene frammiste a comportamenti egoistici e scostanti, mi facevano sentire una persona migliore in un momento in cui la mia vita era umanamente e professionalmente deludente e poco stimolante. In quei mesi mi sono diplomata brillantemente in conservatorio, con grandi sacrifici. La storia con quest'uomo è finita malissimo, come era prevedibile. Lui è letteralmente sparito per mesi senza preavviso, salvo tornare poi più volte a farsi sentire in toni viscidi e allusivi senza preoccuparsi nemmeno di chiedermi come ero stata. Tutto quello che pensavo di lui, che era stato per me un modello di vita dai 14-15 anni in poi (mio padre è sempre stato una figura quasi assente), mi è crollato addosso. Ci ho messo del tempo a riconoscere la meschinità del suo comportamento, a smettere di giustificarlo in ogni suo comportamento. Ora vedo solo un uomo squallido che aveva bisogno di sentirsi giovane e ancora appetibile e che ha scelto la preda più facile, consapevole del suo ascendente su di me e del fatto che, considerando i nostri rispettivi ruoli, non avrei mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno. E così infatti è stato, non ne ho mai parlato con nessuno. E' passato un anno, ho cancellato l'accaduto, ma ho paura che dentro di me sia rimasta una cicatrice piena di vergogna che non riesco a nascondere. Non riesco più ad essere fedele al mio ragazzo, cerco continuamente le attenzioni di uomini più grandi e, contemporaneamente (e paradossalmente!), ho un profondo senso di colpa verso me stessa, per essermi lasciata trattare così, per essermi fatta circuire. E' come se cercassi continuamente di mettermi nella stessa situazione che mi ha fatto soffrire così tanto! Dopo un periodo terribile, in cui avevo perso la fiducia in me, lasciato la musica ed odiato i miei sacrifici ed i miei successi, ora mi sto rialzando in piedi. Ma, nonostante questo, continuo a non riuscire a fare a meno dell'approvazione e delle attenzioni di altri uomini. A distanza di un anno, ora che non penso più a quella storia, ho iniziato ad avere dei flash improvvisi degli incontri con lui, immagini per lo più a sfondo sessuale, ma anche parole, espressioni, che mi appaiono in modo del tutto imprevisto e scollegate da qualsiasi cosa io stia facendo o pensando e che mi danno ribrezzo e un forte senso di nausea e voglia di piangere. Le rivivo contro la mia volontà come se fossi stata vittima di una violenza consensuale. Non riesco a spiegarmi questa "reazione ritardata" e sto iniziando a preoccuparmi, se non altro per queste risposte "fisiche" del mio corpo. E' normale che mi succeda tutto questo così tardi? Dovrei rivolgermi a qualcuno?
Grazie e scusate se mi sono dilungata un po'