Quando la donna non sa dire "basta!"

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Pedagogista
00domenica 2 luglio 2006 18:05
Qualche giorno fa è venuta allo "Sportello Donna" una signora anche lei vittima di violenze da parte del marito. Sposata da 12 anni e con due bambini, uno di otto anni e l altro di tre, ha affermato di non riuscire a denunziare il marito nonostante le violenze fisiche e psicologiche che subisce ormai da quasi un anno. Prima di allora, racconta, avevano una vita normale e mai avrebbe pensato che le potesse accadere una cosa del genere. Poi, un giorno, il marito decide di andare a fare una missione all'estero e da quel momento è cambiato tutto. l'uomo, tornato, dichiara alla moglie di averla tradita con un'altra donna e lei lo perdona, in seguito lui inizia a viaggiare periodicamente verso quel luogo raccontando una serie di bugie alla moglie e, quando la donna lo scopre, da li hanno inizio minacce, maltrattamenti fisici e psicologici alla donna e atti violenti anche nei riguardi della loro casa ( distruzione di piatti, utensili vari, mobili ), ed infine urli e rimproveri continui verso i figli. Il più grande da qualche mese si rifiuta di parlare ed ha iniziato a bagnare il letto, il piccolo non capisce molto ma, a quanto dice la donna, quando il padre è a casa, il bambino si rifiuta di mangiare. Segni questi di un evidente e forte disagio da parte di questi due bambini, molto legati un tempo al loro papà, ma che oggi soffrono tantissimo quasi avendone paura. Nonostante tutto questo la donna dichiara di non volerlo denunziare, di amarlo ancora e che, a suo dire, la relazione con l'altra donna lascerà il tempo che ha trovato perchè il suo futuro è con lei ed i suoi figli che ha deciso di costruirlo e non con l'altra. Io, con tutta sincerità, non riesco a capire come una donna possa arrivare a farsi calpestare tanto da un uomo, anche se si tratta del padre dei suoi figli. Innanzi tutto dovrebbe pernsare alla serenità ed al benessere dei propri bambini. Abbiamo iniziato a lavorare sul suo amor proprio, avendo già incontrato molte difficoltà e, quanto prima, prenderemo in carico anche i bambini, vittime ogni volta degli errori dei genitori. Mi rivolgo a tutte le donne che partecipano a questo Forum, cercate di volervi bene un pò di più, anche quando e se accadono cose tanto terribili e che meritano tutto il nostro rispetto, non piangetevi addosso, non ripiegatevi in voi stesse e non limitatevi a raccontare la vostra storia pensando che forse qualcuno risolverà il vostro problema. Siete voi le principali protagoniste della vostra vita, le uniche, senz'altro con il nostro aiuto o di qualcun'altro come noi,in grado di riscattare il proprio futuro.........
Geneshys
00lunedì 3 luglio 2006 00:44
Leggendo il topic e conoscendo già la storia mi chiedo con tutta sincerità cosa sia venuta a fare questa donna allo sportello se non ha minimamente intenzione di spezzare una realtà così tanto triste e drammatica.

Mi chiedo come riesca ad accettare la sua sofferenza, ma soprattutto quella dei figli...

Perdonatemi se sono duro, ma non si può affrontare una situazione di questo tipo giustificandola con l'amore che ancora prova per suo marito... Mi chiedo quale marito? Colui che sta mettendo in pericolo l'esistenza dei suoi figli? della moglie? Colui che anche non avendo "necessità" lascia una famiglia intera per andare altrove? (scelta indipendente)

No, non posso accettare... e non penso che ci siano giustificazioni di fronte a tanto dolore e a quello che verrà.


Saluti
Gae

Aries2006
00lunedì 3 luglio 2006 10:31

Non conosco la storia se non da quanto ho letto. Mi sembra
che solo per il fatto di presentarsi allo sportello ci sia
stato il pensiero di chiedere un aiuto. Avete ragione nel
continuare a ripetere che il primo aiuto deve essere la
forza di volontà propria di agire contro la violenza. Puo'
darsi che (già solo per il fatto che continui ad amare un
uomo che non solo la tradisce ma tratta male lei ed i bambini)
il suo carattere non sia così forte da mettere in pratica
i pensieri ed il rimanere "sola" con due bambini da crescere
possa spaventarla più del trattamento che le riserva il marito
di ritorno dai suoi viaggetti.
Mi spaventa e mi addolora il pensiero di quante donne accettano
per anni di essere maltrattate prima di fare una denuncia. [SM=g27992]

Un saluto di cuore Daniela
Pedagogista
00venerdì 10 novembre 2006 01:37
La signora, dopo un paio di settimane di silenzio, è tornata allo Sportello e da quel giorno abbiamo seguito lei e i bambini costantemente, per tutta l'estate ed ancora oggi come volontari. Sono accadute molte cose nei mesi trascorsi. Iniziamente la donna rifiutava qualunque intervento legale contro il marito, nonostante le sue visite improvvise e violente. Durante l'ultima è arrivato pure a picchiarla, provocandole danni fisici non indifferenti. A quel punto siamo intervenuti personalmente con le forze dell'ordine, la signora ha finalmente firmato la denuncia ed abbiamo così fatto il primo passo davvero importante. Apparentemente sembra che abbia acquisito un pò più di serenità, sorride sempre e la sua unica ragione di vita sono i figli. Anche i bambini apparentemente sembra stiano bene ma, in realtà, le cose non stanno esattamente così, ed è per questo che il nostro lavoro è appena cominciato. Fino ad oggi abbiamo parlato con il figlio maggiore il quale alterna momenti di indifferenza nei riguardi della situazione, focalizzando la sua attenzione ad altro, a frasi esplicite che fanno chiaro riferimento alla voglia non solo di rivedere il padre ma che lui torni a casa da mamma e da loro. Ascoltando il figlio la signora manifesta forti emozioni, segni evidenti di una donna che alterna nei riguardi del marito sentimenti di odio ed amore allo stesso tempo. Son voluta essere esplicita con lei, la quale non lo ha negato, al contrario mi ha confermato la sua attuale vulnerabilità. Abbiamo ipotizzato la possibilità di far incontrare il bambino con il padre, cercando quantomeno di dare al bambino la possibilità di parlargli e capire. La signora ci ha raccontato che padre e figlio avevano un rapporto splendido e troviamo che sia giusto che al bambino non gli venga preclusa la possibilità di ricostruir quel rapporto, al di la della separazione.Al contrario il piccolo non ha quasi nessun ricordo poichè aveva pochi mesi quando l'uomo andò fuori in missione. Per ora le nostre sono solo ipotesi, la sola cosa certa è che, spesso, i traumi che non si manifestano inizialmente sono quelli che più di tutti gli altri possono divenire fonte di forti disagi durante l'adolescenza, ed è proprio questo che noi vorremo evitare. Il comportamento del bambino, ne sono certa, non è limpido, c'è qualcosa che lui tiene chiuso dentro e di cui, molto probabilmente, non ne è consapevole completamente. La signora, al contrario, sta lottando contro se stessa per un sentimento che ancora oggi non è riuscita a cancellare.
Noi continueremo a starle vicino e ad aiutarla............
Geneshys
00venerdì 10 novembre 2006 18:21
Ancora un'altra grande conquista che odora di libertà, anche se molto sofferta.
La dimensione del dolore credo che non sia percepibile per coloro che non vivono tragedie del genere, ma ognuno di noi non vivendo queste esperienze direttamente deve insistere e comunicare l'importanza di ribellarsi, di rompere il silenzio.
Questi drammi silenziosi ledono la dignità della persona e mettono in serio pericolo la crescita dei figli.
Noto con gioia che la donna in questione viene volentieri allo sportello donna per continuare il suo cammino con noi.
Adesso abbiamo anche in carico i bambini, piccoli ma in grado di percepire tutto il malessere che gira intorno a quella famiglia. Pertanto è opportuno assistere anche loro in questo difficile cammino per evitare loro disagi futuri.

Ringrazio gli operatori del progetto sempre pronti a dare il tutto il meglio per chi sta peggio.


Saluti
Gae

Pedagogista
00domenica 10 dicembre 2006 06:53
La signora sta reagendo davvero bene al dramma che l'ha vista vittima un anno fa. Viene costantemente allo "Sportello Donna" e molto spesso porta i bambini. Con loro, in attesa di una visita specifica, lavoriamo molto sul disegno, alternando brevi dialoghi. Con la signora, invece, trascorriamo tutto il tempo parlando della sua nuova vita. E'già una settimana che non fa alcun cenno al passato, al contrario mi racconta del suo nuovo lavoro con gli anziani, che le da molte soddisfazioni;adesso è sempre sorridente, molto curata esteticamente, e con molti interessi. Sono felice di come sta reagendo, anche se ancora la strada è lunga!!! Tuttavia la cosa più importante è che lei sia oggi una donna più forte, più sicura di sè, e che finalmente affermi che non è stata colpa sua tutto quello che è successo, bensì del marito. Al contrario, precedentemente, si era convinta di essere stata responsabile del tradimento del marito e della sua successiva aggressività in famiglia. Purtroppo questo non è un caso singolo , infatti la maggior parte delle donne che subiscono violenza pensano di esserne in qualche modo responsabili, quando è proprio l'esatto contrario, ed anche questo fa parte del nostro lavoro: dare certezze a quelle donne che le hanno perdute tutte........
Geneshys
00domenica 10 dicembre 2006 13:15
La rinascita di questa donna ci riempie il cuore di speranza. Per noi è la giusta ricompensa per tutto il lavoro svolto.
Ringrazio Ines che con dedizione ed impegno, a cuore aperto, si è sempre messa in prima linea nella difesa della dignità di queste donne.

La strada per una nuova vita non è mai lontana, a volte è dietro l'angolo, basta cercarla e volerla percorrere.
A voi dico di non disperare mai di alimentare ancora quella fiammella di speranza che alimenta il vostro cuore... vedrete prima o poi si incontrano sempre le persone giuste... Coraggio allora...

Un abbraccio
Gae
Pedagogista
00mercoledì 4 aprile 2007 12:10
Amici, la nostra cara amica sta andando avanti verso la sua nuova vita con coraggio e forza d'animo.
Ogni martedi e giovedi viene allo Sportello Donna, spesso portando con se i piccoli ed altre volte da sola.
Alterniamo momenti in cui continuiamo a ripercorrere il suo passato, a momenti in cui il nostro lavoro si focalizza sui piccoli. Dopo la prima udienza, infatti, al padre è stato concesso di vedere i figli le prime tre domeniche di ogni mese. Lui non rispetta molto i tempi, e questo iniziamente è stato doloroso per due bambini che, preparati la mattina per trascorrere una giornata con lui, venivano lasciati a casa senza alcuna risposta.
Attraverso il dialogo, disegni significativi, lettere fatte scrivere con l'intento di fare uscire fuori qualche emozione, siamo giunti ad una regolarizzazione di questi incontri.
Lui adesso invia regolarmente un sms ogni volta deve venirli a prendere o se non può. Il figlio maggiore ha richiesto un cell. pee potere comunicare con il padre quando vuole, ed ha imparato ad esternare maggiormente i suoi sentimenti rispetto la situazione di separazione dei genitori.
Devo dire che lei reagisce molto bene a tutto ciò, anche al fatto che i figli, nonostante tutto, vogliono un rapporto con il loro papà.
Il suo dolore piano piano si va cicatrizzando, spesso l'ho vista pure piangere, ma in lei oggi c'è una maggiore con sapevolezza del perchè sono andate in un certo modo le cose.
Si è ripresa in mano la sua vita, dopo un periodo in cui stava gettando via un pò tutto, colpevolizzandosi da qualcosa di cui lei invece ne era solo vittima.
Oggi lavora, è sorridente, è combattiva.....

Il nostro spazio comunale ha anche visto la nascita di una bella amicizia ( già iniziata durante una colonia estiva ) tra croce colorata e questa nostra amica ancora senza nick name.
A fine sportello si crea una sorta di spazio neutro dove ci si scambia sensazioni ed esperienze di vita.
Da ciò è nata una splendida iniziativa: le nostre due amiche giorno 7 aprile partiranno, con i rispettivi figli, per un pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.
E' un desiderio che accomuna entrambe da un pò di tempo e tra pochissimi giorni faranno insieme questa splendida esperienza.
Certe sensazioni è difficile poterle descrivere, ma non immaginate la gioia che si prova dentro al cuore quando si vede gradualmente spiccare il volo a due farfalle che sino a qualche tempo fa tenevano le ali socchiuse.
Hanno promesso di filmare tutto, ed attenderemo una loro cartolina.......

Amici del Forum, la strada per uscire dalla violenza è difficile da percorrere, ma nel momento in cui si trova il
CORAGGIO DI DIRE BASTA si troveranno le risorse giuste per cambiare la propria vita.
Le nostre amiche hanno imboccato la strada giusta, io desidero per ciascuna di voi di fare altrettante.
Sapete che, dal canto nostro, noi della Fidelis saremo sempre pronti a darvi i consigli di cui avete bisogno, il coraggio che ancora vi manca, il supporto che chiederete.
Vorrei solo sapervi seguite professionalmente e correttamente dai vostri rispettivi enti territoriali, perchè sono loro i primi a dover tutelare i vostri diritti e quelli dei vostri figli.
Un grande abbraccio a tutti voi, Ines.....
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