IL PRIMO MAGGIO: un pò di storia

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disalmastro
00martedì 2 maggio 2006 01:32
"É dubbio se tutte le invenzioni meccaniche fatte finora abbiano alleviato la fatica di un qualsiasi essere umano."
Con queste parole, il filosofo inglese John Stuart Mill, gran padre della libraldemocrazia, sintetizzava le dolorose condizioni di lavoro e di vita del proletariato negli anni '50 dell'Ottocento.
Particolarmente gravosa, ai quei tempi, era la durata della giornata di lavoro.
Nella media degli opifici, le 12 o le14 ore giornaliere, per sei giorni alla settimana, erano la regola.
Tra le prime rivendicazioni avanzate dal nascente Movimento operaio vi fu, quindi, la questione dell'orario, a partire da quello a cui erano sottoposti i bambini e le donne.
È in questo periodo, nel 1855, che viene coniato, sembra in Australia, il celebre slogan: "Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire."
La storia del Primo Maggio è intimamente legata a questa richiesta.
Nel 1864, venne fondata, a Londra, in occasione dell'Esposizione universale, l'Associazione internazionale dei lavoratori: la cosiddetta "Prima Internazionale".
Al terzo congresso dell'Ail, a Ginevra nel settembre del 1866, venne lanciata la rivendicazione delle "otto ore come limite legale dell'attività lavorativa".
Da quel momento, le "otto ore" divennero un obiettivo costante delle lotte operaie.
In esse, si distinsero, in particolare, le organizzazioni dei lavoratori statunitensi.
Nell'ottobre del 1884, la Federation of Organized Trades and Labour Unions indicò nel 1 Maggio 1886 la data limite, a partire dalla quale gli operai americani si sarebbero rifiutati di lavorare più di otto ore al giorno.
E il primo stato ad approvare una legge che introduceva la giornata lavorativa di otto ore, l'Illinois, ne fissò l'entrata in vigore per il 1 Maggio 1886, che cadeva di sabato, allora giornata lavorativa.
Quel sabato, dodicimila fabbriche degli Stati uniti e 400 mila lavoratori incrociarono le braccia.
L'epicentro del movimento fu la città di Chicago dove, si dice, che 80 mila operai diedero vita al più grande corteo mai visto per le strade della città americana. La manifestazione si svolse in modo ordinato.Ma, nei giorni successivi, gli scioperi e le manifestazioni proseguirono e, nelle principali città industriali, la tensione si fece sempre più acuta.
Lunedì 3 maggio, davanti alle fabbriche Mc Cormik, in Haymarket square, la polizia e gli uomini dell'agenzia investigativa Pinkerton fecero fuoco contro i dimostranti. L'esito fu di quattro morti e decine di feriti. La reazione operaia non si fece attendere.Il giorno dopo, il 4 Maggio, ventimila lavoratori e lavoratrici erano presenti in Haymarket square.
August Spies, Albert Parsons e Samuel Fielden, esponenti sindacali di orientamento anarchico, tennero un comizio.
Il clima della piazza era carico di tensione, ma nella sostanza pacifico tanto che lo stesso sindaco di Chicago, che aveva autorizzato la manifestazione, se ne andò, poco prima del termine, convinto che tutto si sarebbe concluso in modo ordinato.Invece, verso la fine della manifestazione, la polizia caricò la folla e, nel trambusto, mentre gli agenti stavano avvicinandosi al palco degli oratori fu lanciata contro di loro una bomba.I poliziotti aprirono il fuoco. Alla fine, si contarono otto morti e numerosi feriti, da entrambe le parti.
Una feroce ondata repressiva si abbatté contro le organizzazioni dei lavoratori.A Chicago, in particolare, l'azione repressiva fu condotta contro gli anarchici che, in quegli anni, erano la componente più significativa del Movimento operaio.Le sedi furono devastate e chiuse.Molti vennero arrestati e otto furono processati per tentato omicidio: Adolphe Fiscer, August Spies, George Engel, Albert Parson, Louis Lingg, Oscar Neebe, Samuel Fielden e Michael Schwab.Nel presentare l'accusa, la procura di stato disse ai giurati (tra i quali sedeva anche un parente di uno dei poliziotti uccisi): "La legge è a giudizio. L'anarchia è a giudizio. Questi uomini sono stati scelti e selezionati per la gran giuria, ed indicati perché sono i comandanti. Non sono più colpevoli degli altri migliaia che li seguono. Signori della giuria; condannate questi uomini, fate un esempio di loro, impiccateli e salvate le nostre istituzioni, la nostra società." Con un processo così impostato, sette imputati furono condannati a morte e uno, Oscar Neebe, a 15 anni di galera.A nulla valse il fatto comprovato che solo due degli imputati fossero presenti al momento dell'esplosione. Albert Spies, così accolse la sentenza: "Se pensate che impiccandomi potete schiacciare il movimento operaio…il movimento operaio di milioni d'oppressi, di milioni in miseria che vogliono salvezza…se questa è la vostra opinione, allora impiccateci! Qui schiaccerete una scintilla, ma qui e lì, davanti e ovunque, le fiamme si alzeranno. Un fuoco sotterraneo. Non si puoi spegnere."Una campagna internazionale riuscì a far commutare in ergastoli due sentenze capitali: Samuel Fielden e Michael Schwab.Dei rimanenti cinque, Louis Lingg si uccise alla vigilia dell'esecuzione.Gli altri quattro (Adolphe Fiscer, August Spies, George Engel, Albert Parson) furono impiccati l'11 novembre 1887. Come scrisse, sul New York Herald Tribune, William Dean Howells, uno dei più noti esponenti della cultura americana: "La libera repubblica ha ucciso cinque uomini per le loro convinzioni". Divennero i "Martiri di Chicago".
Il 20 luglio 1889, una riunione dei partiti socialisti di tutti i Paesi ricostituì l'Associazione internazionale dei lavoratori
Fu la "Seconda Internazionale": l'Internazionale socialista.
Riunito a Parigi, il Congresso decise, su proposta di Raymond Lavigne, che "una grande manifestazione sarebbe stata organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente i tutti i paesi e in tute le città, i lavoratori avrebbero chiesto alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore".
La scelta cadde sul primo giorno di Maggio per il valore simbolico che i "Martiri di Chicago" avevano dato a quella giornata.

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