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RIAPRE IL CENTRO ANTIVIOLENZA ADID

 
 
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Quando finirà il dolore?

Ultimo Aggiornamento: 29/10/2011 12:32
20/10/2011 12:31
 
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Buongiorno a tutti... Sono qui non per chiedere aiuto riguardo una storia in corso, bensì per parlare di una storia già chiusa circa un anno e mezzo fa.
Spero di fare un pò di chiarezza con il vostro aiuto.....
Sto male e sono molto confusa. Anche se una parte di me sa che quello che ho subìto è stata violenza psicologica all'ennesima potenza, a volte ho ancora dei dubbi che mi fanno pensare di essere io quella sbagliata.
La mia storia è durata circa 4 anni, tra tira e molla. L'ho conosciuto in una chat, stavo attraversando un periodo di sconforto dovuto al mio matrimonio finito e ad una breve storia finita male per me. La mia autostima era bassissima e avevo bisogno di conferme.
Ero una sognatrice a 360°, nonostante le delusioni.... arriva lui ed io mi innamoro, ma dentro di me c'erano dei freni che mi impedivano di fidarmi troppo. Gliene ho parlato e lui si è sentito subito offeso dalla mia diffidenza. Ha iniziato a bombardarmi con messaggi d'amore, richieste di convivenza ed io alla fine ho abbassato le mie difese.
Da lì è iniziato l'inferno per me... più io mi innamoravo, più lui si allontanava, riavvicinandosi quando io decidevo di chiudere la storia. Si riavvicinava con metodi alquanto strani, messaggi in cui mi insultava o minacce di suicidio, accusandomi di essere "come tutte le altre", di essere falsa e cattiva.. faceva leva sui sensi di colpa e in qualche modo riusciva sempre a riacciuffarmi.
La storia è andata avanti così per anni. Gli insulti che mi rivolgeva durante i nostri litigi erano sempre più pesanti, è passato nel giro di un anno da stoccatine destabilizzanti sotto forma di battute scherzose, a veri e propri insulti come "sei una p.....a, t...a, str..a, bastarda, m...a, ecc", fino ad arrivare alle minacce come "io ti ammazzo, io mi ammazzo, io ti porterò alla pazzia e al suicidio, ecc".
Era di una gelosia morbosa e anche se io inizialmente gli avevo chiesto un storia su basi sane, senza gelosie inutili, lui pretendeva un rapporto simbiotico. Alla fine sono diventata gelosa anche io, mi ero trasformata in un vero detective e trovavo puntulmente le prove dei suoi tentativi di tradimento e dei suoi rapporti epistolari\di sesso virtuale con varie donne, in chat.
Purtroppo dopo varie sue insistenze, ho fatto l'errore di farmi scattare da lui delle foto osè. In nome dell'amore e della complicità di cui mi parlava, acceccata dai sentimenti che provavo per lui o dalla mia dipendenza, ho fatto questo errore.
Quelle foto sono state la sua arma per anni. Ogni volta che si litigava o che volevo uscire da quella relazione malata, lui mi ricattava minacciandomi di pubblicare le foto in rete.
Alla fine non sapevo più se stavo con lui per amore o per paura.
Aveva rovinato e inquinato tutto ciò che di bello c'era stato tra noi....
Quando si arrabbiava (e succedeva spesso, anche per un mio semplice disappunto, per una critica) rompeva oggetti, guidava come un forsennato e/o si autolesionava. Poi seguiva un periodo in cui mi odiava profondamente e non si tranquillizzava fin quando non "me la faceva pagare".
In quel periodo ho iniziato a bere, fino a diventare un'alcolizzata.
Ogni volta che si litigava, mi rifugiavo nell'alcol per sedare l'ansia e rafforzare la mia negazione. Volevo a tutti costi far funzionare quella storia, farlo ragionare, salvarlo, non so da cosa.
Ho inziato a soffrire in modo atroce di vari dolori psicosomatici, non dormivo più, non mi nutrivo più in modo adeguato, stavo trascurando tutti e tutto, in primis me stessa.
Non contento di come mi aveva ridotto, mi ha chiesto di lasciare il lavoro (perchè gelosissimo), ho fatto l'ennesimo errore e l'ho accontentato. Ancora oggi mi ritrovo senza lavoro.
Faccio nuove scoperte sulla sua infedeltà e lui invece di darmi spiegazioni, sparisce per mesi. Poi ritorna e pretende che io lo riaccolga a braccia aperte, io inizialmente mi rifiuto ma scattano di nuovo le minacce ed i ricatti.
Lo riaccolgo ma lui si rifiuta ancora di darmi le spiegazioni dovute, limitandosi a negare tutto e ad accusarmi di essere un'attacca brighe.
Mi tiene ancora ancorata ad una storia a distanza, attaccata ad un telefono e al pc..... ormai era quasi un anno che non ci vedevamo più. Non voleva che io andassi a trovarlo, dicendomi che al più presto sarebbe venuto lui nella mia città.
Nonostante la distanza, scopro (prove inconfutabili) che si sente ancora con altre donne. Lui nega, racconta bugie e ancora nega. Mi accusa di essere paranoica... alla fine mi lascia.
Mi lascia un anno e mezzo fa per telefono, dopo avermi insultato. Io ero in lacrime e gli ho chiesto "questo è un addio?" e lui "no, tornerò tra qualche mese, adesso ho bisogno di stare da solo". Io piango, lui riattacca non prima di lanciarmi un sonoro vaffa....o.
Da allora non l'ho più sentito. Per la prima volta non l'ho cercato, non l'ho rincorso e ho lasciato che se ne andasse... però in realtà per me era iniziata una specie di attesa.
Non posso negare che tra noi ci siano stati anche dei momenti bellissimi, soprattutto all'inizio della storia. C'era una simbiosi completa, c'erano dei piccoli segnali che qualcuno chiama "segnali del destino", insomma, non riuscivo a fare a meno di pensare che lui tornerà, che non poteva finire in quel modo.
Invece non è più tornato. Lo so che dovrei festeggiare, ma qualche mese fa ho scoperto che è felicemente fidanzato e che tutto gli va a gonfie vele.
Da allora sono veramente crollata. Sembrano così felici insieme... e questo mi fa sentire annullata, rifiutata, usata e gettata via, inadeguata e forse anche sbagliata.
Mi chiedo "e se avessi sbagliato tutto io? perchè con lei è felice... allora ero io che non riuscivo a dargli ciò di cui aveva bisogno" e cose così.
Mentre io soffrivo le pene dell'inferno, lui stava riprendendo in mano la sua vita, mentre io aspettavo il suo ritorno, lui stava vivendo un'altra storia.
Al momento sono quasi 2 anni e mezzo che non lo vedo e che non ho più avuto nessun tipo di rapporto con un altro uomo.
Non ci posso credere che dopo tutto questo tempo io possa ancora soffrire così. In qualche modo ho sbagliato, qualcosa è andato storto nel mio percorso, mi sono fosilizzata aspettandolo e\o aspettando le sue scuse, invece di elaborare.. e così mi ritrovo a riprendere il percorso di un anno e mezzo fa, con annessa una gelosia e un'inadeguatezza che mi logorano da quando ho visto le foto di lui insieme ala sua nuova ragazza.
Una parte di me dice che sicuramente la persona malata e sbagliata sia lui e che quella poveretta farà la mia stessa fine, ma l'altra parte mi dice che forse ho sbagliato tutto e che lui aveva dei comportamenti pessimi solo con me, infatto me lo diceva spesso che lui non aveva mai insultato così una donna e che ero l'unica che riusciva a tirare fuori il peggio di lui.
Dal giorno in cui mi lasciò, i miei dolori psicosomatici sono spariti, ho smesso di bere e riposo meglio, ma adesso mi ritrovo di nuovo angosciata, il dolore e la rabbia si stanno riaffacciando.
Sento dentro di me delle ferite che bruciano, mi rimbombano ancora nella testa le sue parole "sei insopportabile, nessuno ti vorrà, sei malata, sai quante ne trovo meglio di te? vaff.... m...a..." e altri insulti indicibili.
La mia autostima è ai minimi storici e gli uomini mi fanno paura.
Sto facendo una vita da eremita, mi sto isolando dal mondo, però sono anche stufa di star male e di non riuscire più a vivere.
Vorrei tanto riprendere a sorridere, ritrovare la mia solarità, la fiducia nelle persone, nell'amore... ma resto immobile.

Scusate la lungaggine e grazie per avermi letta.









[Modificato da Survivor2011 20/10/2011 12:39]
20/10/2011 12:41
 
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ciao forza non mollare la vita va vissuta ed una persona che non merita non va considerata, devi reagire impossessarti di nuovo della tua vita lui non e' la tua salvezza ma bensi la tua rovina.
cerca dentro di te cosa puoi fare i momenti di sconforto sono normali ma tu devi farcela
20/10/2011 15:37
 
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Grazie Lilly.. hai ragione. Il dolore c'è e forse ci sarà ancora per un pò di tempo, ma è niente in confronto alla sofferenza che provavo quando stavo con lui.Non ne vale davvero la pena. Non lo rivorrei indietro, per amor del cielo! Vorrei le sue scuse, quello sì.. ma so che non succederà mai.
Adesso lascio ad un'altra la disgrazia di amarlo e mi dispiace per lei.
Leggere le storie raccontate in questo forum mi rincuora e mi fa sentire meno sola. Sto rinsavendo....
Grazie a chi ha creato questo spazio e a chi lo ha arricchito con le proprie storie.
Un raggio di sole per tutti voi.
20/10/2011 21:18
 
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Cara, mentre ti leggo mi rendo conto che tu sai di non essere tu quella sbagliata, traspare dalle tue parole, ma allo stesso tempo hai bisogno che qualcuno te lo ricordi, che ti sia vicino... che ti dica che non hai sbagliato nulla, e non nel dare Amore a chi quell'Amore non meritava.
Ora tocca a te, riprendere in mano la tua vita, sorridere, andare avanti, e rinascere.
Noi siamo qui, a ricordarti che ce la puoi fare...
"Voglio cambiare il mondo", disse la ragazzina.
"Ah sì? E come pensi di farlo?", chiese il professore.
"Con l'Amore", rispose lei sorridendo.
21/10/2011 11:44
 
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Hai perfettamente ragione Moonrose.. è proprio così che mi sento. Ho la piena consapevolezza di aver subìto violenza psicologica (e forse anche fisica, una volta mi ha strattonato fino a farmi cadere e poi ha detto che avevo perso l'equilibrio da sola), ma dopo aver saputo del suo nuovo fidanzamento e della sua nuova vita in cui sembra molto felice, mi sono venuti dei dubbi. Ho iniziato a pensare che forse lui non stava bene con me, che ero io il vero problema nella nostra coppia e che quindi se con questa ragazza lui sembra così solare, felice ed equilibrato, forse ho sbagliato tutto.
A dire il vero, i dubbi ancora ci sono, vanno e vengono.
Troppe volte mi sono sentita dire da lui che la vera causa di tutti i nostri problemi ero io, che solo io ero riuscita a tirare fuori il peggio di lui, che dopo di lui nessuno mi amerà e mi vorrà, perchè troppo paranoica e insicura e che lui dopo di me troverà una ragazza che lo sappia amare veramente. Una volta mentre si litigava mi ha detto che se un giorno ci dovessimo lasciare, si metterà con una bella ragazza, se la sposerà e poi mi manderà le foto della sua nuova famiglia felice.
Io ho scoperto la sua nuova vita su un social network, dove lui ha reso pubbliche solo alcune informzioni, tra cui le foto che ritraggono loro due insieme e alcuni post da cui viene fuori anche la sua realizzazione a livello professionale.
Forse pecco ancora di paranoia, però penso che lui sia consapevole del fatto che io lo avrei trovato facilmente su quel social network. Mi è bastato digitare il suo nome e cognome per essere catapultata lì. Magari non lo ha fatto con l'intento di farmi sapere come se la passa bene, ma il dubbio c'è.... perchè lui è sempre stato uno che non amava rendere pubblici gli affari suoi e poi perchè non rendere pubbliche tutte le informazioni? perchè solo quello che riguarda la sua nuova storia e il suo nuovo lavoro?
Poi sento rabbia, perchè penso "ma come, questo si sta godendo la vita beatamente, dopo aver rovinato la mia ed io sto ancora male e sono sola dopo tutto questo tempo?" io che non volevo "inquinare" i ricordi belli della nostra storia, io che sono stata messa in stand by, io che sono stata calpestata e umiliata, stavo ancora sperando di vederlo tornare e chiedermi scusa per tutto, stavo aspettando un suo saluto definitivo, comunicato in maniera matura... e invece lui non mi pensava minimamente.
E allora mi dico che sono stupida ad aver avuto tutte queste aspettative da un uomo che mi aveva dimostrato in tutti i modi di essere malato, di non essere in grado di provare empatia e sensi di colpa. nonostante la consapevolezza della sua malattia, della violenza psicologica che ha attuato nei miei confronti, stavo ancora aspettando un suo ravvedimento, come faccio a non sentirmi stupida?
Sono combattuta tra pensieri come "sono stata così stupida a sperare che lui fosse in grado di pentirsi e chiedermi scusa" e "ma se avessi avessi sbagliato tutto? vedi, lui adesso è felice come non lo è mai stato con me, lei sa amarlo nella maniera giusta, con lei è diverso, di conseguenza ero io quella sbagliata".
Ho bisogno che qualcuno mi confermi che quello che lui mi dava non era amore e che ho veramente subìto violenza psicologica.
Lui era sempre così convincente con tutti... mi faceva passare per quella sbagliata e in tanti mi accusavano di non apprezzare il suo amore. Era riuscito a convincere quasi tutti e quando raccontava i fatti, metteva in luce solo quelle poche cose che aveva fatto per me, facendomi passare per un'ingrata capricciosa e costruendosi un'immagine di martire e vittima innamorata.
Mi sentivo come in un tribunale, dove io ero la vittima ma il mio carnefice riusciva a ribaltare le cose a suo favore ed io non riuscivo più a difendermi perchè non era affatto facile smontare le sue manipolazioni e far riemergere la verità.... ed ecco che da vittima venivo messa nel banco degli imputati senza sapermi più difendere. Così ripiombavo nella confusione e mi venivano i sensi di colpa.
Quante volte gli ho chiesto scusa dopo essere stata abusata da lui!
Di certo questo non mi è stato di aiuto quando stavamo assieme e cercavo di troncare, spesso ritornavo sui miei passi per paura, ma ci sono state delle volte in cui lui mi lasciava ed io lo rincorrevo perchè attanagliata da enormi sensi di colpa.
Se lo avessi lasciato io, oggi mi sarei sentita meno ingannata e stupida. Almeno questo smacco alla mia autostima potevo evitarmelo...invece sono rimasta a subire i colpi fino alla fine. Mi sono fatta calpestare e svuotare fino all'ultimo e in più sono stata anche lasciata. ecco... questi sono altri sensi di colpa, mi sento in colpa per non aver avuto il coraggio di chiudere io quella storia.
Insomma, da quando ho saputo della sua nuova vita, dentro di me c'è una tempesta di emozioni contrastanti.
Spero che passi in fretta questo periodo.
Intanto ho ripreso la terapia dopo 8 mesi... ho bisogno di un supporto psicologico.









[Modificato da Survivor2011 21/10/2011 11:51]
26/10/2011 00:01
 
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cara,concordo con le ragazze nel dire che quella sbagliata non sei tu.Hai ragione,qualche similitudine con la mia storia c'è,ad esempio anche io bevevo ogni sera da sola e se ora lo faccio di meno è perchè lui (non so se hai letto tutto)lo riferi' ai miei e dunque è solo per l'affetto che ho per mia madre che non lo faccio..la tentazione è forte ma ho paura che lo vengano a sapere e non voglio vedere loro stare male..a me puo succedere quel che vuoi ma alla mia famiglia no,devono stare sereni.Comunque so di non essere molto indicata a darti consigli ma posso solo dirti brava,sei stata forte!anzi sono felice per te che sei riuscita a allontanarlo per sempre dalla tua vita e in effetti infondo lo sai anche tu,questa ragazza fara' la tua se non peggiore fine..mi dispiace per lei.tu puoi solo cercare di aprirti di nuovo alla vita,cerca di uscire con qualche vecchio amico o amica,cerca lavoro anche se magari non è facile cerca anche mansioni piccole ti aiuta a distrarti!la paura negli uomini è normale anche io cel'ho ma la cosa principale è riprendere contatti con la vita e il mondo che ti circonda..te lo dice una che ha fatto quest'errore per tanto tempo e infondo sa che è la cosa giusta,in cuor suo..Ti abbraccio e ti sono vicina
26/10/2011 11:39
 
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Cara amica intanto benvenuta in forum.

La fragilità umana ci porta a compiere passi che non vorremo mai compiere e il fato ci mette di fronte persone che invece di aiutarci, amarci e sostenerci diventano motivo di grande sofferenza.

Nel tuo percorso hai, stai sperimentando, tanto dolore, sensi di colpa e una sempre più accentuata caduta dell'autostima...

Adesso bisogna risollevarsi...ma non puoi da sola... devi farti aiutare... Ci siamo noi ma non solo noi.

Il mio consiglio è quello di rivolgerti ad un centro antiviolenza e iniziare un percorso di sostegno psico.pedagogico che ti consenta di rialzarti e iniziare a vedere il tuo futuro da una prospettiva diversa.

Adesso amica mia è arrivato il momento del "sano egoismo"... non pensare alla donna che per ora sta al suo fianco... l'unico pensiero sia la tua vita e la tua rinascita...devi aiutare te stessa in primis.

Perchè pretendere le scuse da un'uomo che ti ha fatto tutto questo? Io pretenderei giustizia...

Il destino amica mia non esiste e perdonami se sono duro...non esistono "le anime gemelle" così come non esistono le "mezze mele"... Siamo frutto del nostro percorso di vita, sperimentiamo giorno dopo giorno gioie e dolori, cadiamo e ci rialziamo per sperimentare cosa? Che tutto ha un senso solo se lo riconduciamo alle nostre scelte...

Adesso è necessario, opportuno che tu ridia alla tua vita un nuovo percorso e che il passato sia sempre una pagina "di monito" per il tuo futuro...

Noi siamo qui con te...

Cordialmente
Gae
[Modificato da FidelisAdmin 26/10/2011 11:40]
28/10/2011 10:11
 
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Carissima... come stai? Spero che il percorso che stai facendo, e il supporto che ricevi possano aiutarti. Nel frattempo, vorrei solo farti riflettere su una cosa.
Non è ciò che si scrive in un social network a identificarci per quello che siamo.
Se tu parli con il mio ex marito, io sono quella cattiva e senza cuore che gli ha portato via la bambina... a me diceva che senza di lui non avrei saputo fare nulla, e che nessun uomo sarebbe stato felice al mio fianco.
La verità era un'altra, e il fatto che io abbia cresciuto la bambina da sola, fino a un anno e mezzo fa... e che adesso sia con un uomo che mi Ama e mi rispetta, sono la dimostrazione che lui mentiva. Ma è stata dura capirlo. Ho dovuto sanguinare a lungo.
Perché ti racconto questo? Perché il tempo di sanguinare è finito anche per te. Non credere più alle sue bugie, sai che sono tali.
E' dura scoprire di aver buttato via del tempo per una persona che non lo meritava, è dura da accettare. Ma non è mai tempo buttato, se noi gli permettiamo di insegnare. Ogni cosa vissuta insegna, e diventa tempo perso solo quando ci rifiutiamo di imparare.
Tesoro... puoi farcela, lasciati aiutare e poi vola... :)
"Voglio cambiare il mondo", disse la ragazzina.
"Ah sì? E come pensi di farlo?", chiese il professore.
"Con l'Amore", rispose lei sorridendo.
28/10/2011 12:55
 
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Carissimi amici, vi ringrazio per le risposte.... Ho ripreso la terapia con la psicologa alla quale mi ero rivolta qualche anno fa quando stavo ancora con il mio ex.
La psicologa in questione è brava e l'ho trovata subito molto empatica, l'unico problema è che lei non ama molto le etichette tipo "borderline", "violenza psicologica", "dipendenza affettiva", "trauma", ecc. inoltre cerca sempre di farmi concentrare solo su di me e ignorare il mio ex.
Questo rappresenta un problema per me, che ho bisogno che mi vengano riconosciuti i danni subìti, non posso archiviare la storia con il mio ex senza elaborare qello che è successo tra noi.
Lei tende molto a definire la mia storia una storia con la persona sbagliata, ma io so che non è così.
Quando cerco di parlare della nuova storia del mio ex, lei non mi dice che sicuramente anche l'attuale fidanzata riceverà lo stesso trattamento, si limita a dire che forse con lei lui sarà felice e che comunque questo non mi deve più riguardare.
Questo non mi aiuta affatto a stare meglio....
Non so se il medoto che applica la mia psicologa sia giusto, sento che capisce il mio dolore, però fino ad un certo limite. Lei tenta di farmi vivere ancorata al presente e farmi agire più dal punto di vista pratico. Mi sprona a rimboccarmi le maniche e cercarmi subito un nuovo lavoro, dicendo che così la mia autostima riprenderà a salire e da lì le cose non potranno che migliorare... ma io sento che non mi basterà un nuovo lavoro per dimenticare il male subìto... non lo so.
Il fatto è che se cambiassi psicologa, non mi sentirei in grado di raccontare di nuovo quanto accaduto, non me la sentirei. E' stato così difficile riuscire ad aprirmi anche con lei, in più, prima di lei ho avuto alcune esperienze non belle con altre psicologhe, mancava completamente l'empatia o addirittura qualcuna non aveva la minima preparazione riguardo la dipendenza affettiva.
Rivolgermi ad un centro antiviolenza mi sembra esagerato, in fondo io non sono stata massacrata di botte, ho subìto solo violenza psicologica. Mi sentirei come se rubassi del tempo alle donne che hanno realmente subìto violenza pesante. La mia storia in confronto ad alcuni racconti letti qui, mi sembra davvero una passeggiata.
Magari l'approccio che sta usando la mia terapeuta non è del tutto sbagliato, è vero che devo cercare di pensare a me stessa, che devo cercarmi un nuovo lavoro, che devo archiviare il passato, però sono dell'idea che prima di chiudere quella porta, io debba rendermi conto di aver vissuto una storia con una persona non sana mentalmente.
Se cominciassi a pensare che lui era solo una persona sbagliata per me, non ne verrei mai a capo, comincerei ad avere paura di un nuovo rapporto, visto che capita spesso a tanti di innamorarsi della persona sbagliata.
Ho bisogno che la mia terapeuta si renda conto che lui non era semplicemente uno che non ricambiava il mio amore o che mi amava in modo sbagliato... ma lei continua a dirmi che devo lasciare andare il passato e riprendere in mano la mia vita.
Io mi sento bloccata.... continuo a fare sogni in cui rincorro il mio ex per chiedergli spiegazioni e lui mi ignora e se ne va insieme ad un'altra donna o in cui lo abbraccio piangendo come se dovessi dirgli addio per sempre, mi sveglio spesso con le lacrime agli occhi e con una sensazione di tristezza profonda.
Questi sogni li faccio da quando ho saputo che sta con un'altra.
Vorrei tanto voltare pagina, sono stanca.

[Modificato da Survivor2011 28/10/2011 12:58]
28/10/2011 14:35
 
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Prima di chiudere con il passato, il passato deve essere ben chiaro dentro di noi...

Concentrare l'attenzione su di te è importante ma non si puà prescindere da ricostruire un trauma senza identificare le cause e i soggetti...

In questo caso rielaborare quello che hai subito senza isolandolo dal contesto in cui l'hai vissuto e il soggetto con cui l'hai vissuto non credo sia buona cosa... Però non voglio entrare nel merito del supporto psicologico della tua terapeuta...

La Vs. non mi sembra sia stata una storia sentimentale che è finita solo per "incompatibilità" caratteriale, o fine dell'amore...
Da quello che ho letto la tua storia rientra tra quelle pericolose che hanno come destinatario e detentore del sentimento un uomo malato, geloso, ossessivo e paranoico...

Nulla di normale insomma...

Tu dici che non è stata una storia con una persona sbagliata.. non è stato soltanto questo... perchè secondo te è stato molto di più? Quali sono le risposte che ancora cerchi e che non riesci a trovare?

Il centro antiviolenza non fa discriminazioni tra violenza fisica, sessuale o psicologica... il centro è chiamato a supportare e assistere le donne che subiscono violenza di genere!! Pertanto a mio avviso dovresti andare...



28/10/2011 15:14
 
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Hai ragione Gae....
Per far sì che il cerchio si chiuda, devo dare il giusto nome alle cose. Nella prossima seduta affronterò l'argomento con la mia terapeuta e le dirò che ho bisogno che lei cambi metodo terapeutico. Probabilmente lei vuole aiutarmi a uscire da questo loop ossessivo, ma sento che sbaglia i modi. Magari sta cercando di usare la terapia d'urto dicendomi che forse lui con l'attuale ragazza sarà felice... non so, sto riflettendo.
Comunque se non mi verrà incontro, penso che la cambierò, anche se mi costerà emotivamente raccontare di nuovo tutto il mio vissuto.
Ho paura che rivolgendomi ad un centro antiviolenza per una storia di violenza psicologica chiusa un anno e mezzo fa, possa non ricevere una calorosa accoglienza e allora sì che mi sentirei persa.
Mi chiedi perchè secondo me la mia storia non è stata una semplice storia con la persona sbagliata... perchè lui mi maltrattava, mi ha rovinato l'autostima, ha fatto in modo che la nostra storia diventasse una specie di rapporto sado-maso psicologico e non solo... tra noi c'era una forte intesa sessuale, io amavo fare l'amore con lui (nell'adolescenza avevo subìto uno stupro e prima di conoscere lui ero molto inibita e complessata sessualmente), soprattutto all'inizio quando era molto dolce con me, solo che ad un certo punto ha iniziato a chiedermi di fare per lui cose che non mi andava di fare. Non lo scrivo per privacy, comunque erano cose e fantasie sue che io non condividevo affatto, ma che mi ritrovavo a fare per paura di perderlo. Lui mi diceva sempre che non lo amavo abbastanza, che se mi rifiutavo di fare certe cose era solo perchè non lo amavo, che erano cose che facevano la maggior parte delle coppie e che le sue fantasie erano molto diffuse tra gli uomini, quindi mancava la complicità per colpa mia, ecc. e spesso mi faceva credere che se non avessi soddisfatto le sue richieste, avrebbe cercato altrove.
Mi sentivo e continuo a sentirmi violentata nell'anima per aver accettato di farmi umiliare così.
Ecco, devo fermarmi perchè fa troppo male ricordare certe cose.
Non so neanche perchè ho tirato fuori questi ricordi...


[Modificato da Survivor2011 28/10/2011 15:17]
28/10/2011 15:42
 
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Hai fatto bene a buttare fuori quello che hai dentro, hai fatto bene a guardare nel passato i motivi della condizione attuale.

I giochi erotici nella coppia non sono un mistero per nessuno, tutto può essere fatto nel rispetto reciproco e sopratutto dentro una condizione di consapevolezza, coscienza e volontà individuale (che non può mancare, altrimenti è violenza)

Lui ti ha mancato di rispetto, lo ha fatto quando a preteso "prestazioni" malgrado il tuo disappunto...

Scrivi che hai subito uno stupro... Ha mai parlato con la tua psicologa di questo evento traumatico? Non deve essere affatto tralasciato. Uno stupro lascia cicatrici davvero profonde difficilmente sanabili senza un buon supporto...


perchè lui mi maltrattava, mi ha rovinato l'autostima, ha fatto in modo che la nostra storia diventasse una specie di rapporto sado-maso psicologico



Cosa amavi, pertanto, di lui? Leggo troppo spesso che eventi passati, caratterizzati da violenza e/o stupro hanno portato "paradossalmente" le donne a trovare uomini che alla fine si dimostravano violenti ed emotivamente instabili...

Pensi che ci possa essere un "legame", per quanto riguarda le tue scelte in ambito sentimentale/affettivo, tra l'uomo che ha abusato di te in adolescenza e l'uomo che ha "abusato" di te oggi?

Spesso i sensi di colpa in una donna che subisce violenza la spingono a "condannarsi","sacrificarsi" a ricercare nuovamente nella violenza la giusta condanna ai propri errori passati... e così diventa un concatenarsi di eventi che la porteranno sempre a vedere la violenza come una sorta di fuoco espiatorio...Io ho sbagliato quindi è giusto che paghi... Attenzione non sono atteggiamenti totalmente consapevoli nella persona, spesso sono inconsci e la donna non se ne rende neanche conto...

Non farti nessun problema ad andare al centro antiviolenza, accolgo tutti... è un loro dovere...!



28/10/2011 19:39
 
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Gae, grazie per gli spunti di riflessione....
Ho affrontato l'argomento con la psicologa, l'anno scorso. Prima che la storia con il mio ex finisse, per me era impossibile pensare ad altro. Diciamo che ho sempre avuto storie con ragazzi/uomini che mi davano abbastanza filo da torcere per non avere il tempo di pensare ad altro.
La mia psicologa mi ha detto che è ancora presto per affrontare l'argomento, dato che mi trovavo e mi trovo tutt'ora senza un lavoro.
Lei dice che se affrontassimo questa piaga del mio passato, inizialmente la mia situazione emotiva potrebbe peggiorare, quindi cerca in tutti i modi di far sbloccare la mia sicurezza e mi spinge a trovarmi un nuovo lavoro.
Sto bruciando tutti i miei risparmi, la mia insicurezza ha toccato minimi storici da quando ho lasciato l'ultimo lavoro e mi sento come paralizzata in questa situazione, la crisi non aiuta. Dopo vari fallimenti nel tentativo di trovare un nuovo lavoro, sono finita in una specie di depressione con stanchezza cronica, mancanza di volontà, procrastinazione e un pessimismo cosmico.
Sto riflettendo su quanto hai scritto riguardo le donne con un passato di abusi. spesso mentre stavo con il mio ex e subivo la sua violenza psicologica e sessuale, era come se io cercassi di farmi punire.
Io ho subìto uno stupro, ma è stato un episodio, non una situazione che si è protratta nel tempo, grazie al cielo.
Comunque so che devo affrontare questo argomento in terapia, devo farlo e chiudere una volta per tutte con il passato.
Diciamo che da 4-5 anni a questa parte sto leggendo tanti libri di psicologia che mi hanno comunque aiutata molto a dare un senso a tanti miei problemi, in primis la mia mancanza di autostima e la dipendenza affettiva nei rapporti di coppia.
Ho avuto una madre narcisista e anaffettiva che mi maltrattava verbalmente, mi svalutava e che non è mai stata presente fisicamente nella mia vita. Questo ha fatto sì che io cercassi lei in tutti gli uomini della mia vita, sicuramente in modo inconscio, perchè ad esempio il mio ex all'inizio si è mostrato dolce, tenero e protettivo con me, per poi rivelarsi un mostro pieno di cattiveria.
Lui è stato TROPPO sin dall'inizio, diceva di amarmi gia dopo un mese, voleva subito una convivenza, dopo un paio di mesi parlava già di un figlio insieme e nonostante dentro di me fosse già scattato il campanello d'allarme, ho continuato.
Dopo nemmeno un mese ho avuto una delusione da parte sua, ma nonostante questo, non sono riuscita a troncare e mi sono fatta imbambolare dalle sue bugie, alla fine ho preferito credere a lui, ho scelto la negazione della realtà, forse perchè non ero ancora pronta a rinunciare a quella storia che mi sembrava (per certi versi) la più bella della mia vita. Nessuno mi aveva mai trattata con tale premura e dolcezza.
In seguito, quando sono riuscita a raggiungere una piena consapevolezza e volontà di allontanarmi, i miei tentativi di chiudere la storia sono stati ostacolati dai suoi ricatti.
Ricordo che quando si arrabbiava usava le stesse frasi che aveva usato mia madre in passato per insultarmi. Le stesse identiche parole... la prima volta rimasi sconvolta dalla similitudine caratteriale tra lui e mia madre.
Scusate la prolissità. [SM=g27995]
[Modificato da Survivor2011 28/10/2011 19:47]
28/10/2011 21:22
 
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Quello che si denota nella tua storia di coppia non è più quello che si chiama amore, ma come la chiama la psicologia, "dipendenza affettiva", (love addiction).

Spesso molti ritengono sia normale questa sorta di dipendenza affettiva, ma con il tempo, quando il rapporto d'amore diventa più maturo, tende a diminuire e normalizzarsi.

"Volendo tracciare il profilo psicologico del dipendente affettivo potremmo dire che è una persona che non si sente libera di amare un altra persona per quella che è veramente e, nello stesso tempo, non è in grado di farsi amare per quella che è la sua vera natura; sostanzialmente il dipendente sta insieme all'altra persona per colmare le proprie paure, i propri bisogni, e non riesce a godere dei veri e propri aspetti positivi dei rapporti umani, obnubilato dalla possessività, dall'ansia di separazione e dalla paura per un possibile abbandono."

Per quanto riguarda il legame tra passato e presente... non hai parlato di tuo padre, questo può essere solo una dimenticanza o può avere altri significati...


Ho avuto una madre narcisista e anaffettiva che mi maltrattava verbalmente, mi svalutava e che non è mai stata presente fisicamente nella mia vita. Questo ha fatto sì che io cercassi lei in tutti gli uomini della mia vita, sicuramente in modo inconscio, perchè ad esempio il mio ex all'inizio si è mostrato dolce, tenero e protettivo con me, per poi rivelarsi un mostro pieno di cattiveria.



Lo aveva già spiegato Jung come ogni persona tenda istintivamente a “scegliere” dei partner che abbiano delle caratteristiche di personalità simili (o più raramente, contrarie) a quelle del proprio genitore del sesso opposto.

Ne consegue il facile rischio, per chi ha “subito” gravi forme di mal-trattamento durante la propria infanzia, di legarsi a partner violenti. Gli etologi chiamano questo meccanismo “trasmissione lamarckiana degli atti acquisiti” e spiegano come sia comune, in natura, riportare nelle generazioni successive i comportamenti appresi dalla generazione precedente...

In un rapporto del genere, ed è quello che a mio avviso è successo ad entrambi, s'innesca una sorta di "suicida" dipendenza, dove il carnefice trae il proprio valore nel "violentare", assoggetare", denigrare", "umiliare" la vittima e nello stesso tempo quest'ultima priva di risposte adeguate al comportamento violento, reputa tale violenza una sorta di giusta punizione a presunti comportamenti sbagliati...










29/10/2011 00:22
 
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Per fortuna con mio padre ho sempre avuto un rapporto bellissimo, è un padre molto affettuoso e presente.

Spesso in rete ho letto articoli discordanti sulla dipendenza affettiva. Mi è venuto in mente questo articolo che avevo letto tempo fa, mi ci ritrovo, soprattutto nella descrizione della co-dipendenza.

Cos’è la dipendenza affettiva?
La dipendenza affettiva (DA) può essere descritta come un forte bisogno di legame nei confronti di un oggetto (una persona) da cui dipendere in maniera emotiva e concreta. Ciò a tal punto da sviluppare un attaccamento totalizzante e una grande paura alla separazione. La persona con dipendenza affettiva non si pone coscientemente in ascolto dei propri bisogni, ma il bisogno che esprime è quello di gratificare il suo bisogno di dipendenza. Dedica tutto se stessa al partner, ai suoi bisogni o a quei bisogni che presume tali. La relazione affettiva risulta assolutamente carente di equilibrio e reciprocità. Tuttavia anche il suo partner manifesta un bisogno inconscio di mantenere tale equilibrio, instaurando, in modo più meno consapevole, un rapporto intensamente strumentale che può durare nel tempo fino a che una delle due parti non è più appagata da quella modalità relazionale. La co-dipendenza è stata descritta in modo particolare da Cermark (1986), il quale ha sottolineato in queste persone il continuo investimento dell’autostima nella capacità di controllare sé e gli altri, il venire incontro in modo eccessivo ai bisogni degli altri fino ad escludere il riconoscimento dei propri, le ansie e distorsioni del confine di sé in situazioni di intimità e di separazione, il coinvolgimento in relazioni con soggetti affetti da disturbi di personalità, dipendenza da sostanze, altra co-dipendenza o disturbi del controllo degli impulsi.



Evidentemente con il mio ex eravamo "complementari", nel senso che io ero una persona propensa a dare fino all'annullamento di me stessa, mentre lui era uno che sapeva esistere in una relazione solo attraverso la distruttività e le continue pretese verso il partner.
Penso che le carenze affettive da parte di mia madre, sono state la fonte della mia natura tendente alla dipendenza, mentre l'affetto di mio padre è riuscito a tenere in vita la mia parte sana.
Ho perdonato mia madre dopo aver avuto un confronto molto intenso con lei. Le risposte che cercavo non le ho avute da lei, le ho trovate da sola, scavando nel suo passato. Anche lei ha avuto un'infanzia infelice, mio nonno era un padre padrone. oggi la accetto per quella che è, senza troppe pretese, le sue critiche adesso mi scivolano addosso, senza creare danni. Lei è così, punto e basta.
Sto ricostruendo il puzzle della mia vita, ogni giorno..... è dura ma ce la devo fare.


[Modificato da Survivor2011 29/10/2011 00:27]
29/10/2011 12:32
 
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Tesoro.... posso correggerti solo l'ultima frase?
"E' dura ma ce la farai".

Credici, anche io non pensavo di farcela e sono qui. Adesso hai il supporto per farcela, e hai le motivazioni. [SM=g27998]
"Voglio cambiare il mondo", disse la ragazzina.
"Ah sì? E come pensi di farlo?", chiese il professore.
"Con l'Amore", rispose lei sorridendo.
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