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Cosa mi sta succedendo? Non riesco più a nascondermi

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2011 07:49
13/09/2011 03:24
 
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Oggi ho parlato di alcune cose con la psicologa, ho detto due parole, ma mi sento davvero strana, sento che ci sto riuscendo e uscire... E continuo a pensare a tutto il male che mi ha fatto e ho voglia di scriverle, ne ho bisogno, anche se fa male, perchè è vero che farà sempre meno male che tenerle nascoste. Non voglio vendetta, non riesco ad avercela con lui nonostante tutto, quello che voglio è diventare abbastanza forte da sapergli dire di no, la prossima volta... anche se tante volte ho pensato di farlo rinchiudere per il resto della vita, ho capito che ormai non è più questo che voglio, anche se lo meriterebbe, gli darò l'ultima possibilità di non farsi più vedere. Ho pensato spesso a una cosa in questi giorni, rileggendo i miei diari dopo gli incubi di queste notti che mi hanno fatta urlare... dopo quello che è successo quella notte, ero consapevole del ritardo del ciclo, ero convinta di essere incinta, decisi che mi sarei suicidata in tal caso. Mi chiamò da una cabina qualche giorno dopo, risposi ma appena sentii la sua voce non riuscii a dire gran chè. Lo lasciai parlare, - ciao ..., mi manchi amore, mi dispiace se non sono più venuto in treno, ma lei ha scoperto che abbiamo fatto l’amore, gliel’ho detto a dire la verità. Adesso mi tiene sempre d’occhio, ....... ma oggi è tutto il giorno fuori, ho bisogno di te amore, ti aspetto fuori ok?.- Non riuscii a dire niente per un po’, poi mi uscì solo un – no, vai via, ti prego amore, vai via da me, ok?- piangevo mentre lo dicevo e la voce era strozzata in gola, ero tristissima e avevo paura. – ti conviene esserci o ti vengo a prendere- e ha messo giù. Ho deciso di andare e l’ho visto arrivare, mi si è congelato il sangue, non smettevo di piangere, avevo male ovunque. Mi ha baciata e mi ha sorriso, mi ha abbracciata e ho visto le stelle dal male, ho urlato piano dal dolore, lui mi ha baciata ancora e ha guardato i tagli sul mio seno e ha sospirato di piacere. Poi ha tirato fuori dalla tasca cento euro e mi ha detto che quelli erano per comprare tutto per curarmi ma che non dovevo andare in ospedale, mi chiese scusa per non avermeli dati subito ma non ci aveva pensato e mi ringraziò per aver mantenuto il nostro segreto, mi disse che mi amava ancora di più e mi baciava, mi toccava e io avevo tanto male. Non mi lasciava sola un attimo in quel periodo, penso che fosse anche per il senso di colpa, ma passò presto e cominciò a sfogarsi con le botte. Mi ricordo un giorno siamo andati a passeggiare in un posto, come facevamo spesso, tutto era diverso ora però, abbiamo costeggiato il monte, senza risalirlo, camminare era difficile per me, ma lui ne aveva voglia e non mi andava di contraddirlo, ero troppo debole per reagire e ogni suo strano movimento mi faceva andare il cuore a mille e mi scendeva la pressione ulteriormente, ero come ammalata, in effetti poi avevo un po’ di febbricola. Abbiamo camminato e io parlavo poco, ma lui cercava di farmi ridere con le sue storielle buffe o con qualche battuta geniale delle sue. Mi cantava le nostre canzoni, ma io non potevo cantare, la mia bocca era in fiamme piena di ulcere e la mia voce era rotta da tutte le urla che avevo fatto, lo ascoltavo, comunque non mi andava di cantare. Non provavo nulla, nulla, solo malessere, con tutti i calci che mi dava, le miei ossa protestavano probabilmente anche il mio modo di camminare e tutte le volte che sono caduta mi hanno fatto venire un mal di schiena potente, avevo qualche perdita di sangue, ma leggera, i tagli superficiali erano guariti, era passato un mese perché sono convinta fossero i primi di ottobre, non mi veniva il ciclo infatti da 2 mesi, ho saltato il mese di settembre e ancora a ottobre non venivano. Ricordo che a un certo punto mi ha chiesto come andavano i tagli e il resto, gli ho detto che andava meglio per quanto riguardava i tagli superficiali, il problema era che era come se mi avesse rotto qualcosa dentro perché mi sentivo male e pensavo all’inizio che fosse colpa del mio intestino essendo il dolore simile e essendo che da un mese non facevo che vomitare e andare in bagno di continuo, a scuola era una tragedia, dovevo prendere sempre medicine per mantenere l'apparenza di star bene. Avevo la pancia gonfia, pensavo da ignorante che il ciclo stesse per arrivare, era ormai un pezzo che avevo la sindrome premestruale, me ne accorgo perché mi si gonfia il seno, mi fa piacere, ma quando mi picchiava era molto peggio. Siamo passati di fianco a una panchina e senza dire niente mi ha presa in braccio e mi ci ha stesa, ha fatto quello che gli pareva come se non avesse ascoltato una parola di quello che avevo detto data la "delicatezza", come un animale isterico e arrabbiato. Sembrava ruggisse. Bruciava da morire, avevo male ovunque, in effetti ho imparato che le ferite fanno più male quando vengono riaperte piuttosto che quando vengono inflitte. Poi ricordo che mi ha ordinato di girarmi e ha finito. Mi sono piegata, dal dolore non riuscivo a respirare ne a urlare, era insopportabile, ma sapevo che lo avrebbe fatto prima o poi. Lui si è rivestito, poi mi ha detto “alzati se vuoi che ti vesta, dai, in effetti abbiamo perso anche troppo tempo, quando hai avuto il ciclo l’ultima volta amore? Dai su parla, che c’è? Hai tanto male?”, non sono riuscita a parlare subito, mi sentivo come li lì per esplodere. Dopo un po’ il dolore si è come attenuato di colpo e sono riuscita a dirgli che mi aveva fatto male, che forse avremmo dovuto aspettare ancora un poco. Allora mi ha detto qualcosa tipo “ ah si? Perché? Dillo che ti sei già fatto quell’altro?- io gli ho detto a fatica che non lo vedevo da un pezzo proprio perché ero dilaniata, ero riuscita a alzarmi appoggiata alla panchina. Allora mi ha dato un pugno sulla stomaco, come se non avessi già abbastanza male, mi ha dato una sberla, mi ha presa per il collo e ricordo solo che ero per terra e mi riempiva di calci, soprattutto in mezzo alle gambe e mi dava tanti pugni in testa, mi aveva rimbambita, non capivo più niente, non sentivo più neanche il male a tratti, poi tornava e diventavo di pietra,c’era qualcosa che non andava, speravo che sarei morta di lì a poco, sentivo di esserci molto vicina e ero in un certo senso rassegnata, speravo solo arrivasse presto. In quei giorni mi picchiava talmente forte che il mio corpo cominciava ad abituarsi al dolore, ma questo era più forte e quasi speravo mi picchiasse ancora più forte per non sentire più nulla… Mi diceva delle cose ma non le ricordo, mi ricordo cosa mi ha detto dopo, mi ha rivestita e mi ha chiesto scusa, che non capiva perché si comportava così con me che ero il suo angelo custode, la sua musa, la sua vita ecce cc ecc… mi ha chiesto di nuovo quando mi era venuto il ciclo, perché bisognava darsi da fare, gli ho detto che il ciclo non mi veniva da agosto, ma avevo tutti i segnali che sarebbe arrivato presto. – cosa? Non ti vengono da agosto? E non mi dici proprio un c***o tu!? Ma ti rendi conto che potresti essere incinta?-, - no, incinta no, in effetti però ho la nausea-,- si si si, e non ti arrivano!! Sei incinta! Ma ti rendi conto?-, - so solo che ho male e che mi sa che ti tocca portarmi in ospedale o nascondere il mio cadavere sotto qui.- mi ha portata in braccio per un pezzo, mi sentivo lurida, bagnatissima, ho pensato che poteva avermi davvero rotto tutto là dentro, ho avuto ancora qualche fitta, mi faceva male il seno per tutti i calci, ma quello era normale, le fitte, quelle erano strane, forse mi era venuto il ciclo proprio in quel momento. Ha iniziato a parlare di figli, era raggiante, l’esaltazione fatta a persona, mi sorrideva e io ero contagiata, ero gocciolante di sudore e facevo fatica a respirare, dovevo essere di un verdino… Poi siamo arrivati a un’altra panchina e mi ha sussurrato – dai ancora un po’, faccio presto, ho voglia di te amore, smettila di essere così bella- Intanto mi ha appoggiata in ginocchio culla panchina, poi l’ho sentito urlare, aveva tutta la manica della felpa un pò sporca di sangue, mi guardava, le mie gambe erano coperte di sangue, sono solo riuscita a stendermi di lato, non avevo più forze ormai, non capivo cosa provavo, non capivo cosa stesse capitando, vedevo solo il sangue e lui con le mani sui capelli, pazzo, folle urlava e piangeva senza ritegno era davvero straziante quella situazione. Poi mi ha urlato contro: - puttana, ti odio! Hai ucciso il mio bambino, perché non mi hai detto niente? Volevi che lo uccidessi? Hai rovinato tutto, Lo sai che era un miracolo vero?-. Mi chiedevo solo perchè fosse così agitato, stavo così perchè mi aveva picchiata e mi era venuto il ciclo tutto là... Poi aveva detto di essere sterile, quante possibilità c'erano che mi avesse messa incinta? Mi ha sputato addosso, mi ha presa in braccio, stavo per svenire, non ricordo tanto, solo che ero in macchina poi a casa sua. Ero di nuovo vicinissima alla morte, sentivo il corpo che mi abbandonava. Lui era tutto indaffarato correva e correva, mi sono ritrovata nuda sulla vasca, sentivo l’acqua dolcissima che scorreva e lui che delicato mi accarezzava, vedevo solo il sangue nero scorrere, ho continuato a vedere queste immagini per anni quando chiudevo gli occhi e mi succede ancora da dopo il parto di rivedere queste cose, il suo viso preoccupato e terrorizzato.... ero sfinita, non ricordo molto da qui, solo una sensazione di sofferenza insopportabile, peggio di qualsiasi dolore, ero triste. Devo essere svenuta perché mi sono ritrovata fra le sue braccia sul letto avvolta in una coperta, mi aveva vestita e sistemata, il dolore non finiva e il sangue non si fermava... Nonostante tutto fosse così morto lì dentro, il suo calore era tutto quello che avevo e mi sentivo bene. Nei giorni successivi mi ha curata e mi imponeva di mangiare, è stato un periodo di assenteismo anche 4 giorni a settimana da scuola. Ero da lui a riposare, mi faceva dormire, mi preparava la camomilla, l’antibiotico e gli antidolorifici, mi medicava e mi aiutava a farmi il bagno. Eravamo due ignoranti in medicina, ma alla fine sono guarita in 2 mesi quasi del tutto e mi è tornato il ciclo prima di natale con dolore, durante quei due mesi mi sono presa 3 volte l’influenza e avevo un bel po’ di eritemi della pelle, mettevo un sacco di crema, alla fine passavano. Ero un rottame, ma lo nascondevo bene, ho iniziato a truccarmi davvero tanto e mi vestivo malissimo. Io ero vuota, tutto quello che ero era morto del tutto e non ci voleva pensare di aver perso un bambino, volevo restare nell’ignoranza per continuare a negare, sempre sempre quello che era successo. Aspettavo un bambino, un bambino innocente, che è stato picchiato e chissà cosa avrà pensato di me nella sua breve vita, neanche un mese e chissà come ha sofferto.. avrà sentito le mie urla? Avrà pianto? Avrà vissuto il mio incubo? Ma cosa importa, lui l’ha ucciso, avrei abortito comunque uccidendomi, così avevo deciso dall’inizio, avrei davvero fatto questo? No, mai. Quel bambino è stata una vittima innocente, non posso lasciar correre questo, per questo l’ho chiuso in una cassaforte, per negare l'evidenza in modo da non soffrirne, come con il resto.... Quanto ho pianto per lui in quei giorni, e quanto ho pianto per lui nel 2008 quando il ginecologo dopo il mio racconto (chiaramente non completo, per paura che mi facesse l'interrogatorio) mi ha confermato che secondo lui si trattava di aborto spontaneo completo, e quanto ancora piango, come non avessi mai smesso, come fosse appena successo. E davo la colpa a me stessa per non aver avvertito lui sul ritardo e per aver preso una quantità industriale di medicine per il dolore. Dopo una settimana non ho avuto più perdite. Ero triste da morire e non capivo perché, non riuscivo a fare nulla di nulla e ero persino peggio di prima. Ancora cerco di illudermi che non sia mai successo, alla fine non ho avuto conseguenze, forse era un semplice ciclo, ma la verità la so dentro di me...Un lato positivo è stato che da quel giorno non mi ha più picchiata così forte così spesso, lo faceva con criterio, dato anche il fatto che poi il mio ragazzo ufficiale voleva vedermi più spesso di una volta al mese! E anche io sinceramente avevo bisogno di distrarmi e di scappare di lui quindi ho cominciato a insistere per stare di più con questo ragazzo, soprattutto con la sua famiglia, lì mi sentivo al sicuro, lui era si un mezzo per nascondere Marco, ma anche un mezzo per evitare Marco nei suoi momenti peggiori. Mentre nessuno si accorgeva di nulla, io mi sentivo un po’ sollevata un po’ ulteriormente delusa da chi avevo intorno, solo mio fratello aveva notato che ero triste, tutti i miei amici si erano allontanati dato ceh anche se si preoccupavano io li ignoravo, poi cambiando scuola le cose sono peggiorate, ero un’esclusa, ma rispettata. Facevo il minimo indispensabile per portare a casa voti decenti e non attirare più l’attenzione della mia famiglia su di me. Soffrivo da morire a sentire le storie di persone che venivano abbandonate, maltrattate o le storie di aborti, piango tanto per gli altri, ma mai una lacrima per me. Sono esausta, è come aver rivisto tutto e sono giuù da morire... [SM=g27999] ho bisogno di sfogare queste cose anche se mi spezzano davvero il cuore uscendo ... Grazie che esistete [SM=g27998]

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