Ciao cara, benvenuta nel forum. La situazione è difficile, immagino e so cosa sia la paura in casa propria. Hai già fatto un primo passo importante: hai chiesto aiuto, ti sei rivolta al centro antiviolenza ed è da lì che devi cercare di ripartire ritrovando sia un tuo equilibrio interiore, sia la pace in un clima più sereno dove vivere Legalmente ci sono azoni che puoi fare che tuttavia non ti preserverebbero da eventuali ritorsioni di tuo fratello che, più risentito potrebbe poi farti del male dato che vivi con lui. So che non si vorrebbe sentire dire che la giustizia non ci tutela ma la realtà è che la macchina della giustizia ha dei meccanisti talvolta lenti e soffocati da appesantimenti burocratici che in casi di violenza domestica non sono sufficienti da soli a garantire una adeguata tutela. Prima di valutare azioni giudiziali che fermino la violenza o la follia di tuo fratello devi mettere al sicuro te stessa e per fare questo devi continuare a bussare alla porta del centro antiviolenza. Non importa se ti dovevano richiamare e non lo hanno fatto. Non importa se ti hanno detto di attendere la telefonata della psicologa. La tua situazione, se tu ti senti in pericolo, deve essere trattata e a volte per far comprendere l’urgenza è necessario essere perseveranti persino assillanti nella richiesta di intervento ma non puoi metterti in un angolino e aspettare. Anche a me è capitato di chiedere aiuto ad un centro che non mi ha mai risposto, ho atteso, insistito, scritto ma niente. .. allora ho fatto delle ricerche e ho scoperto che nella zona ce ne era uno della provincia, sono andata e lì mi hanno accolta e ascoltata. I motivi per cui la psicologa che deve chiamarti non chiama possono essere mille, il tuo numero può essere stato perso o messo sotto una pila di fogli allora tu che fai ? la lista di attesa? Riproponiti senza paura, quella ce l’hai già a casa. Non avere paura di chiedere aiuto. Chi ti accoglierà seriamente potrà valutare con te un percorso da fare insieme valutando anche, se necessario, di collocarti in una struttura che accoglie donne che subiscono violenza. Entra nel circiuto di aiuto. Una volta al sicuro un legale del centro ti indicherà le altre vie per proteggerti da tuo fratello. Sei ancora molto giovane e da sola tutto sembra difficile ma sicuramente allontanarti da quell’ambiente andando in un ambiente protetto ti farà solo bene.
Dici che non hai un lavoro, se nemmeno stai studiando potresti valutare una esperienza nel sociale di un anno fuori casa, anche per questo potrai avere informazioni dal centro , si può fare, credo, fino a 25 anni, una mia amica che ha vissuto una situazione direi proprio simile alla tua, si è regalata un anno di respiro, viveva dalle suore, la libertà non era a 360 ° ma aveva un tetto sulla testa e un pasto caldo e ha fatto delle esperienze che l’hanno fatta crescere molto insieme a persone buone che ha conosciuto, a casa non è più tornata, si è fatta una famiglia sua con un uomo favoloso e premuroso che si è scelta proprio grazie alla sua esperienza: tutti gli uomini che avevano atteggiamenti di violenza come quelli di suo fratello o di suo padre venivano scartati subito, aveva imparato a riconoscere i segni della personalità violenta e si è fidata del suo intuito senza concessioni. Oggi vede i familiari nelle canoniche occasioni festive ed il rapporto a distanza è civile e tollerabile. A questo link trovi i riferimenti per il servizio civile nazionale
www.serviziocivile.gov.it/FAQ/Default.aspx?section=65&Argomento=74&ArgomentoText=02+-+CARATTERISTICHE+DEL+SERVIZIO+CIVILE+N...
In ogni caso se dovessero accadere episodi di vera e propria violenza chiama il 112 o il 113 polizia o carabinieri e se ti fai male vai in ogni caso al prontosoccorso per un controllo e per farti fare un referto che potrà servire a chi ti seguirà al centro antiviolenza.
Purtroppo non potrai cambiare tuo fratello e non potrai salvarlo da se stesso, ma puoi salvare te stessa.
ti abbraccio