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RIAPRE IL CENTRO ANTIVIOLENZA ADID

 
 
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Non so nemmeno se è il posto giusto...

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2009 01:07
05/08/2009 04:45
 
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Visto che stanotte, nonostante sia più stanca di quanto voglia ammettere, di dormire non se ne parla nemmeno lontanamente, approfitto per raccontarti il mio primo incontro al centro.
Tu avevi detto che sarebbe stato un grande giorno... io userei la parola devastante per definirlo.

Cerco di andare con ordine altrimenti non ne esco più... allora sono arrivata davanti a quel portone e sono stata dieci minuti davanti al campanello indecisa su cosa fare(mi sarebbe piaciuto dirti che sono andata dritta per la mia strada ma sarebbe stata una bugia)ma alla fine ho suonato e sono entrata... mi sono trovata davanti una donna così tanto gentile che ne sono rimasta sorpresa, l'ho guardata e lei mi ha detto "lo so è difficile" che sollievo essere capiti senza aver detto mezza parola. Io non sapevo nemmeno da che parte iniziare, e lei mi ha aiutato a rompere il ghiaccio con argomenti abbastanza neutri... alla fine ho inziato a raccontare della mia vita adesso, di come sono arrivata qui, di quest'anno così difficile e poi sono ritornata indietro, ho raccontato tutto il mio vissuto in famiglia, dell'inferno dentro cui vivevo, delle botte per le più piccole cose, delle parole che ferivano più delle cinghiate, di quanto mi sentissi e mi senta anche adesso sbagliata e inadeguata, insomma seppur sintetizzando ho raccontato tutto, poi sono andata avanti a ripercorrere la mia vita dopo che mi sono trasferita per l'università, il controllo che lui voleva sulla mia vita, mi controllava i km della mia macchina, voleva tutti gli scontrini dei soldi che spendevo, sceglieva lui per me gli amici, mandava i suoi parenti che vivevano nella stessa mia città a controllare quello che facevo, etc... fino allo stupro e relative conseguenze e qui arriva il bello(magari fosse bello): quando ho raccontato qui in forum la storia della mia piccolina avevo i ricordi estremamente confusi, a pezzi... il mio cervello ha sotterrato i ricordi peggiori di quell'esperienza per difendersi da una verità troppo brutta e anche il mio pensare "l'ho uccisa io" era una sorta di autodifesa(lo so che sembra paradossale) perchè la verità fa troppo male, ma oggi mentre raccontavo tutto l'ho rivissuta chiaramente senza censure, ho rivisto mio papà che mi chiedeva di abortire, il mio deciso rifiuto, l'ho risentito mentre mi diceva che lui non poteva permettere che io mettessi al mondo quella creatura perchè non si poteva sperare che prendesse tutto dal padre(quel bravo ragazzo che io avevo obbligato a stuprarmi e che ne era talmente sconvolto da avere un incidente in macchina subito dopo)e che avrebbe sicuramente preso i miei geni e che di conseguenza sarebbe stata sicuramente condannata all'infelicità perchè sarebbe stata sbagliata quanto me e poi io che non ero in grado nemmeno di stare al mondo sarei stata una cattiva mamma... e poi non poteva permettere che io infangassi la memoria di quel "povero" ragazzo, e che se io ero così egoista da non abortire ci avrebbe pensato lui, ho ritrovato intatto l'orrore per quelle parole, ho ricordato il mio tentativo di fuga che sarebbe riuscito se mia mamma non si fosse messa tra me e la porta chiudendo a chiave, ho ricordato lui che mi prendeva per i capelli e mi gettava a terra, il dolore alla testa che avevo battuto su uno scalino, lo sforzo atroce per non svenire perchè dovevo salvare la mia piccola a tutti i costi perchè io l'amavo e poi il resto lo sai già... non so nemmeno io quante volte avrei voluto fermare quei ricordi e sotterrarli di nuovo, o quante volte mi sia fermata perchè il dolore mi toglieva il respiro, o quante volte ho pensato di smettere di raccontare ma alla fine sono andata avanti e onestamente ne sono un pochino orgogliosa...magari a te potrà sembrare una piccola cosa ma a me è sembrato di scalare una montagna.
Adesso so che io non l'ho uccisa, ma sapere che mio papà ha deliberatamente ucciso la mia piccolina con la complicità attiva di mia mamma perchè mi riteneva così sbagliata da non poter permettere che le dessi in eredità i miei geni mi lacera veramente, non sono in grado di dire il dolore che ho dentro e che, nonostante sia da quando sono tornata a casa che piango, sembra non trovare sfogo. So che ho fatto alcuni errori in quella situazione:

- Non tenerli lontani da me e dalla mia bambina,
- Rimanere sola in casa con loro,
- Non rendermi conto che c'era qualcosa di strano nel fatto che mio papà fosse uscito per andare al bar a comprare delle cose che avevo io in casa,
- A pensare che per la prima volta nella mia vita mia mamma si comportasse da mamma e fosse sincera

ma mi do un'attenuante(so che sembra che mi stia facendo un processo): la fame dell'amore di mia mamma mi ha accecata e non ho colto in tempo il pericolo. Spero che dovunque sia adesso la mia bambina guardi questi miei errori con occhi indulgenti e mi perdoni, ma soprattutto spero che sappia che l'ho amata più della mia stessa vita, che la amo tutt'ora, che non passa un solo giorno in cui io non pensi a lei sperando che dov'è adesso sia felice e che mi manca da morire ogni singolo giorno.

Questo insieme a tutto il resto mi impedisce di dormire. Tu mi hai detto di riposare, ma non ce la faccio... è troppo il dolore che adesso mi dilania l'anima per poter pensare di dormire...

Comunque in questo terribile percorso non ero da sola, c'era con questa splendida donna che mi ascoltava, soffriva insieme a me, mi diceva di prendermi tutto il tempo che volevo quando il dolore minacciava di sopraffarmi, mi dava coraggio quando il mio veniva meno e che mi ha detto talmente tante volte che sono stata brava ad andare e a raccontare così tanto che quasi me ne convinco anch'io.

Alla fine mi ha detto che ho bisogno di sostegno psicologico e mi ha spiegato che loro si appoggiano a due psicoterapeute, una più giovane a cui, nonostante lei abbia una discreta esperienza in fatto di violenze, forse non è il caso di affidarmi visto il mio vissuto e quindi preferisce affidarmi all'altra che ha più esperienza, che però probabilmente non ci sarà fino a dopo il 20(posso aspettare) e che comunque mi fa sapere.
Alla fine mi ha dato la sua mail e il suo numero personali nel caso avessi bisogno di qualcosa, anche solo di parlare...

E' vero non lo definirei un grande giorno, ma sicuramente è stato un primo piccolissimo passo...

Tu mi parli di forza d'animo e di coraggio che dovrei avere da qualche parte... io non mi sento nè forte nè coraggiosa, ma mi fido di te e se tu dici che da qualche parte ci sono io ci credo e spero che si facciano vedere prima o poi.

I tuoi complimenti mi fanno molto piacere e onestamene credo di essermeli un pochino meritati.

Il fatto che tu creda in me è davvero molto molto importante per me e ti ringrazio per questo(sto diventando monotona)...

Scusa se ho scritto l'ennesimo papiro, ma non mi è stato dato in dote il dono della sintesi...

Un abbraccio

Vero.


...e quando ti sarai consolato, sarai contento di avermi conosciuto. Sarai sempre il mio amico. Avrai voglia di ridere con me e aprirai a volte la finestra, così per il piacere...E i tuoi amici saranno stupiti di vederti ridere guardando le stelle...
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