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come posso riuscire a disinnescare il meccanismo di soggezione che lui crea a mio danno?

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2010 12:40
23/10/2008 11:29
 
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Registrato il: 01/10/2008
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sono una dipendente affettiva ma ho deciso di cambiare di disintossicarmi
la dipendenza affettiva è una malattia delle emozioni, è una patologia del legame ed ha la stessa logica di qualsiasi altra dipendenza più conosciuta (come la droga, il fumo o l'alcolismo). Chi ne è "affetto" è ossessionato dalla persona che ama o crede di amare.. e l'ossessione è tale che arriva a trascurare tutti gli aspetti della sua vita come la la realizzazione, l'equilibrio personale, i propri interessi, i propri familiari, gli amici...
La dipendenza spinge il "malato" verso un oggetto d'amore non soddisfacente anzi distruttivo.
Ma ciò che è devastante è che si tratta di una tragedia che si ripete nel tempo, sempre con le stesse modalità ma con altri uomini "sbagliati e distruttivi", è come se avessimo una calamita situata in un posto remoto dentro di noi che lavora per attirare o condurci da uomini che alimenteranno la nostra ossessione e ci distruggeranno.. (gli uomini sani ed equilibrati in genere non ci attirano e addirittura ci sempbrano terribilmente noiosi e prevedibili... mentre inizialmente gli altri sono affascinanti e imprevedibili).
il dipendente affettivo crede di non essere capace di trovare l'equilibrio e un senso alla propria esistenza se non attraverso l'altro e così si aggrappa disperatamente alla persona che si è degnata di sceglierlo, senza valutare se è veramente la persona adatta.
Alla base della dipendenza affettiva ci sono sentimenti di abbandono, magari legati ad un abbandono subito nell'infanzia e non superato.. oppure genitori che invece di incoraggiare il bambino a rendersi autonomo da loro lo hanno colpevolizzato per ogni passo fatto verso l'esterno con frasi del tipo "che faremo senza di te?", "che diventerai senza dinoi"? "noi siamo i tuoi veri amici, non hai bisogno di amici" "i tuoi amici sono la tua famiglia""nessuno ti amerà come ti amiamo noi".. questi atteggiamenti fanno sì che il naturale processo di autonoia e di crescita del bambino venga vissuto come un processo che va contro l'altro contro il genitore.. come un atto di abbandono.. allora la voglia che il bambino ha di scoprire ilmondo non viene vissuta con uno slancio costruttivo ma come un attentato al legame familiare come un colpevole abbandono del familiare.
Il bambino sarà confuso per sempre perchè all'esigenza naturale di crescere e aprirsi verso l'esterno si accompagnerà la colpa ed il senso di tradimento e di abbandono del nucleo familiare.
Da adulto solo il legame con l'oggetto del suo amore farà vivere il dipendente affettivo, lo stimolerà, anche se lo farà soffrire fino ad ucciderlo.
Pensa "senza di lui non sono niente" e senza di lui vive una sensazione di vuoto insopportabile, terrorizzato dall'idea di essere abbandonato farà di tutto per evitare la rottura della relazione.
Il dipendente affettivo diventa così servizievole, gentile a oltranza, si sforza di piacere nell'attesa di ricevere piccole dimostrazioni d'amore che in genere non arrivano o sono deludenti da parte dell'altro .
I comportamenti di dipendenza portano all'isolamento, come dire : oltre al danno la beffa.. in pratica siamo noi , le dipendenti emotive a favorire il vuoto attorno a noi e il nostro attteggiamento disponibile e servile verso il compagno di turno ben si incastra con la sua esigenza di isolarci.
Il dipendente affettivo non sa come vivere nel mondo.
un grande sgomento si impadronisce di lui nei momenti di solitudine che cerca di evitare perchè ne ha terrore: preferisce essere male accompagnato che solo.
Ci sono delle regole che si poò tentare di seguire per regalarsi una vita più equilibrata per non essere, almeno, anche vittime di noi stesse:

1. non separiamoci mai dagli amici che hanno dato prova di volerci bene.
2. confidiamo loro i nostri dubbi, le nostre riflessioni e i nostri sensi di colpa: gli amici equilibrati ci daranno il loro parere su ciò che non è accettabile in una relazione amorosa; tuttavia dobbiamo sapere che solo l'aiuto di un terapeuta ci consentirà di sciogliere i nodi, non gli amici.
3. Incontriamo regolarmente i nostri amici e e nostri parenti senza il nostro partner (almeno una volta alla settimana e non una volta al mese o all'anno)perchè è legittimo conservare relazioni o attività individuali all'interno di una coppia!
4. Se abbiamo perso degli amici cerchiamoli, riallacciamo i contatti con loro, spieghiamogli ciò che ci sta succedendo, ammettiamo la nostra debolezza e la nostra responsabilità rispetto all'interruzione dei rapporti (li abbiamo allontanati perche abbiamo un mdo di agire quando abbiamo un compagno che ci porta ad isolarci ma abbiamo capito che non è giusto per noi che non è sano e vogliamo riprendere il controllo della nostra vita)... e al diavolo l'orgoglio.
5. se non abbiamo relazioni esterne alla coppia cerchiamo di crearle: iscriviamoci ad un corso che ci interessa ma che abbiamo sempre rimandato, andiamo in palestra o in piscina, facciamo uno sport, insomma riempiamo la nostra identità di contenutoi nostri (e non presi in prestito dalla vita di lui)
6. se ci piace il nostro lavoro non lo dobbiamo lasciare per nessuna ragione nemmeno per i figli, in questo caso cerchiamo di conciliare con un lavoro part time. Il lavoro ci arricchisce anche interiormente, aumenta la fiducia in noi stesse.
7. Ricordiamo sempre che l'essere umano è un essere sociale. Il sostegno degli altri è indispensabile per trovare il proprio equilibrio o per non perderlo completamente.
Io sto iniziando a farlo e sto un pò meglio .. è difficile perchè forzo me stessa da un lato e dall'altro devo imporre le mie autonome decisioni al mio personale "controllore"..
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