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Un Mare di Difficoltà in una Tragica Eredità :

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 00:46
17/09/2008 20:21
 
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Registrato il: 17/09/2008
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La Storia di Lisa...
Ciao a tutti!!!
Vi racconto un pezzetto, l'ultimo, della storia di Lisa, la mia fidanzata.
Dopo una vita di maltrattamenti in famiglia operati dal padre verso Lisa e sua madre, Lisa, che ha un rapporto molto conflittuale anche con la madre che ritiene responsabile del perdurare della violenza, decide di andarsene da casa.
Vive una situazione emotivamente e psicologicamente molto pesante. Io non credo che questa sia una soluzione ma, vista la sua insistenza e la fondatezza delle motivazioni (teme per la sua incolumità - l'ultima volta è percossa e strangolata all'urlo di "io ti ammazzo") Accetto la convivenza.
Non fraintendete...io la desidero...ma non eravamo pronti per convivere...ed ero sicuro che la parte +consistente del problema fosse ormai "dentro" di lei, e non fuori.
La situazione non migliora anzi, precipita.
Lisa ha un'atteggiamento arrogante e prepotente, pretende la massima attenzione, non accetta la minima osservazione, ogni ragione è buona per fare una scenata (un sorriso sbagliato ad una collega di lavoro...oppure le chiedo se per caso ha fatto la lavatrice). La scenata è una crisi isterica di stampo infantile, urla, batte i piedi, si strappa i capelli, si graffia e si da pugni. E' oltremodo provocatoria e, seguendo ragionamenti ripetitivi, ossessivi, irreali, esagerati e talvolta completamente inventati cerca in ogni mia frase un motivo per fraintenderla che le consenta di esasperare ancora la crisi. Cerca lo scontro fisico, è minacciosa, mi spintona e lavorandomi psicologicamente ai fianchi per ore ed ore (4-5...) cerca in ogni modo di farmi perdere le staffe...di portarmi al confronto-scontro fisico.
Io provo a fuggire fisicamente durante le crisi ma lei non mi permette di allontanarmi...si frappone fisicamente con forza tra me e la porta di casa---o dell'auto...
Capisco che non la posso aiutare convivendo. Lei deve trovare un alloggio...ed io le darò tutto il sostegno possibile.
Da quando abita con me Lisa non ha sostentamento economico e, non ricevendo alcun aiuto, provvedo io per lei.
Io però guadagno poco e fatico a mantenerla...ma questo non sarebbe un problema se riuscissimo a convivere "serenamente". Xò mantenerla in un'altro alloggio è economicamente impensabile per me...
Al peggiorare delle cose ci siamo rivolti ad uno psichiatra il quale, la settimana scorsa ha deciso per il ricovero in una clinica per superare la fase acuta.
Ora Lisa è ricoverata e sta già meglio, ma sappiamo bene che i farmaci possono costituire una stampella mometanea ma solo un percorso psicologico serio e costante potrà provvedere aiuto.
Ho portato Lisa in un centro antiviolenza perchè lei desidera procedere.
Al centro non mi hanno fatto entrare...me l'aspettavo (anche se speravo il contrario). Il suo feedback è stato positivo in quanto al colloquio, ma quando le ho chiesto cosa avessere detto al Centro riguardo le tematiche legali e pratiche (alloggio...sostentamento..) Lisa è andata in crisi, ha detto che io la incolpo sempre di non fare niente, di essere una buona a nulla, mi ha coperto di insulti, spintoni e...eppoi è crollata tra le mie braccia in un pianto disperato chiedendo perdono, dandosi del mostro xkè ferisce la persona che ama di+ e l'unica che l'ascolta, capisce e aiuta. E mi ha pregato di "parlarci" con l'operatrice del centro.
Ho chiamato e spiegato le difficoltà di Lisa a sostenere il carico della situazione, la molteplicità dei problemi, lo sfibramento psico-emotivo che io sto vivendo e la problematicità della mia resistenza. Perchè se io non ce la faccio+, lei dove va? Di che vive?
La risposta è stata: Noi trattiamo SOLO con le dirette interessate. Mi sono spiegato meglio, più articolatamente. Stesso esito.
Ho specificato che NON VOGLIO essere presente ai colloqui, ne intromettermi, ne essere reso partecipe nelle decisioni ma solo, esclusivamente, avere l'opportunità di spiegare in modo esaustivo, completo, logico e in ordine di priorità le difficoltà e necessità di Lisa. "Voglio solo darvi info che Voi potete valutare e decidere autonomamente se, come e quando possano o meno esservi utili".
Porta in faccia: Noi, trattiamo Solo con le dirette interessate.
Io vi chiedo...vi prego...è estremamente frustrante...qualcuno può dirmi perchè? Perchè fanno così? Se solo potessi capire...se solo mi spiegaste...sono del sesso sbagliato x aiutare?
Ma la domanda principale che vorrei porvi è quella che avrei voluto porre loro dopo tutta questa spiegazione: Come può, Lisa, ottenere il riconoscimento che il suo allontanamento da casa è stato dovuto ad una situazione di violenza fisica e psicologica costante e al timore per la propria incolumità e NON ad una "fuga d'amore"?
Se lei spostasse la residenza da me (lei qui è fuori regione) potrebbe usufruire di tutti i servizi del asl gratuitamente (ass.sociale, psicologo csm, medico di base, esenzione spese sanitarie per reddito), potremmo ottenere agevolazioni e sovvenzioni pubbliche (tasse e mense scolastiche), potrei detrarre le sue spese x i farmaci dalle tasse, ottenere una riduzione del canone d'affitto (vivo in una casa popolare)...ma temo che si configuri l'allontanamento volontario e che Lisa perda ogni diritto al mantenimento e alle cure mediche da parte del padre causa prima di tutto questo.
Lui guadagna in un mese ciò che io guadagno in un anno!
Come proseguire? Qual'è la "mossa giusta"? Conto sui Vostri preziosi consigli...e sulla Vostra esperienza.
Perdonate il lunghiiiiiissssimo sfogo è da mesi e...
Grazie a tutti.
C.
"La violenza, l'ultimo rifugio degli incapaci." Isaac Asimov
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