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RIAPRE IL CENTRO ANTIVIOLENZA ADID

 
 
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Sono confusa

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2008 00:20
17/04/2008 20:03
 
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Salve a tutti,
non so se sto scrivendo nel posto giusto, se veramente sono vittima di qualcosa o se sto travisando.
Vi racconto:
sono una ragazza di 23 anni, fin da quando ne ho avuti 11/12 in casa con mio padre i rapporti sono sempre stati fonte di sofferenza per me. Mi ha sempre detto che dovevo fare di più per ottenere la sua approvazione, che ero una nullità e cose di questo tipo. Ad un certo punto mia mamma ha iniziato a lavorare e le faccende di casa toccavano a me: se tutto non era perfettamente in ordine e pulito o se c'era qualcosa fuori posto allora iniziavano i guai: più di una volta mio padre mi ha preso schiaffi e mi ha minacciato di usare la cintola o come lui ama dire "di spezzarmi le gambe".
Quando questo succedeva il giorno dopo arrivava e mi diceva: "non volevo picchiarti ma certo che tu me le levi di mano perchè non hai fatto questo e non sei capace a fare quell'altro" e altre cose tipo: "in fondo non ti ho mai picchiata tanto".
A parte queste cose lui è un padre amorevole e gentile, nonchè una persona che sta simpatica a tutti.
Qualche anno fa sono scappata da casa e in qualche modo lui è riuscito a riallacciare i rapporti(mi ha anche promesso che non mi avrebbe più picchiata e così è stato) con me anche se io decisi di continuare l'università lavorando e mantenendomi da sola: lui mi disse che non ce l'avrei mai fatta e purtroppo adesso si è verificata l'evenienza che non riesco a trovare lavoro, e lui si è fiondato immediatamente dicendomi che se volevo continuare l'università lui avrebbe ripreso a mantenermi ma siccome non può permettersi di pagare l'affitto(cosa che secondo me non è vera)devo tornare a vivere sotto il suo stesso tetto,dicendomi che sì lui mi da una mano, un aiuto ma anch'io devo fare qualcosa per lui, che in questi anni ho solo preteso,etc...
Non so cosa pensare: ho un amico che sa tutta la storia(l'unico a saperla) e che mi dice che sono vittima di violenza e che dovrei chiedere aiuto ma io davvero non lo so... forse sono io che sono sbagliata...non so...aiutatemi a capire per favore.
17/04/2008 21:21
 
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Cara diavoletta 21 benvenuta in forum ^^

purtroppo con i pochi elementi che fornisci nel tuo messaggio non riesco a capire molto bene la situazione. Per prima cosa ti chiederei di raccontare le cose con calma e soprattutto in maniera più dettagliata possibile. Se non te la senti di farlo in pubblico Gaetano può aprirti uno spazio virtuale privato (SVP) accessibile solo a te e agi operatori del progetto.

Per il momento mi sento di dirti che, senza vergogna, puoi cercare un supporto psicologico. A volte l'aiuto di una persona competente può aiutare molto a fare chiarezza dentro di se e soprattutto ad analizzare la situazione. Tuttavia è una scelta che puoi fare solamente tu e solamente se te la senti naturalmente :)
Il mio è semplicemente un consiglio e ti prego di prenderlo come tale in quanto io non sono altro che una semplice tirocinante-volontaria :)



un abbraccio
Sara
17/04/2008 23:33
 
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Cara Diavoletta,
non credo che sia una cosa buona che un padre alzi le mani sui figli, nè che li offenda, nè intendo minimizzare la cosa, però teniamo conto del fatto che, nella nostra cultura, specialmente tra le persone di un'altra generazione, il menare i propri figli non è mai stato un tabù ed era anzi una abitudine molto diffusa, perfino nelle scuole (io me lo ricordo) capitava che le maestre prendessero a sberle gli scolari più discoli. Oggi certe cose non le accettiamo più tanto facilmente...ma in pasato erano molto diffuse e non c'era nessuna riporvazione sociale, anzi! Magari un padre che non picchiava i figli era considerato uno che li viziava e li "cresceva per la galera"!
Quello che voglio dirti è forse delle cose che (giustamente) a te sembrano del tutto inaccettabili, per una persona della generazione di tuo padre non sono poi così gravi. D'altro canto, dici tu stessa che è stato un padre amorevole.
Certo...è probabilmente una persona molto dominatrice e magari pure invadente, quindi hai fatto benissimo ad andare via di casa e anche, ins eguito, a riallacciare i rapporti.
Ora è difficile dirti cosa fare.
Sarebbe un peccato se tu dovessi interrompere gli studi universitari perchè non puoi mantenerti da sola.
Tuttavia, se già prima di andare via di casa le cose con tuo padre non funionavano, ora temo che saranno ancora più difficili, nonostante tutte le promesse che potrà farti. Ora tu sei abituata a vivere da sola, non sopporteresti più certe imposizioni, poi hai sicuramente le tue abitudini, insomma, la vedo male questa prospettiva.
Non so com'è la cosa a livello legale: essendo tu maggiorenne, non so se e in quale misura tuo padre sia comunque tenuto a contribuire al tuo mantenimento.
Per questo, potresti rivolgerti ad un centro antiviolenza, chiedendo prima di tutto un appuntamento con una avvocatessa che potrebbe darti queste spiegazioni.
Poi, come sottolineava Hermione, penso che ti farebbe comunque un gran bene, una volta che ti rivolgi ad un centro antiviolenza, chiedere anche un supporto psicologico, che ti aiuterebbe ad affrontare le fragilità e le ferite che forse hai ricavato da una situazione familiare turbolenta.
Non pensare di poter denunciare tuo padre, su questo mettiti il cuore in pace, sono passati anni e poi tu non sei una bambina, vivi anche fuori casa. Non otterresti un bel nulla.
Però, con una brava avocatessa e con il supporto di una brava psicologa, potresti prendere coscienza dei tuoi diritti e farli valere, se possibile nel modo più "diplomatico" e indolore possibile, senza rompere i rapporti, perchè si tratta sempre di tuo padre e credo che in ogni caso ci staresti male tu per prima.
Ciao, in bocca al lupo e tienici informati,
L.
17/04/2008 23:46
 
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Non ho intenzione di denunciare nessuno, l'unica cosa che vorrei è smettere di sentirmi una nullità totale e di pensare che non valgo niente e di sentirmi estremamente confusa: cioè un giorno mi sembra che sia tutto a posto, e che ho il padre migliore del mondo e il giorno dopo invece mi assale la paura.
Sul discorso che è amorevole forse non mi sono espressa bene, o forse di nuovo sono io che traviso ma anche nei momenti amorevoli io percepisco sempre un qualcosa di velatamente minaccioso oppure un qualcosa che mi si ritorce contro, ma forse sono davvero che io sbaglio e che sono paranoica.
Ho già preso il numero di un'associazione antiviolenza nella mia città ma non so decidermi ad usarlo: in fondo so che rispetto a tante situazioni che si trovano nel mondo la mia è sicuramente all'acqua di rose e forse è colpa mia per davvero e quindi non so se è il caso di rivolgermi a questa associazione, ma dopo aver letto le vostre risposte credo proprio che lo farò, proprio per avere un supporto psicologico.
Scusatemi il disturbo e grazie.

Aggiungo adesso: mi ha appena telefonato mio padre e abbiamo parlato un po' anche di queste cose, ho capito che di nuovo sono io che sbaglio e che non ho assolutamente niente da rimproverargli, che devo solo comportarmi meglio per guadagnarmi il suo affetto e la sua stima e che non ho diritto a ribellarmi.
Scusate, vi ho soltanto fatto perdere tempo per una pulce nell'orecchio che mi aveva messo un amico in cui mi diceva che forse io ero condizionata psicologicamente da mio padre, ma non è così devo solo riuscire a fare meglio le cose.
Mi dispiace davvero di aver scritto qui, non so come chiedervi scusa dico davvero.
[Modificato da diavoletta21 18/04/2008 00:04]
18/04/2008 00:49
 
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Ciao e bentrovata in forum

Il rapporto genitori figli è divenuto oggi molto diffice perchè difficile è fondere generazioni così tanto diverse tra loro.
Non va dimenticato che tutti possono imparare, da un lato i figli dai propri genitori ma anche i genitori dai figli.
Non va mai minimizzato un dolore e l'inadeguatezza che un figlio/a prova nei confronti di un genitore, proprio perchè queste componenti se portate all'estremo fanno nascere disagi gradualmente sempre più forti.

Un genitore deve comprendere l'universo interiore di un figlio così come dovrebbe fare un figlio...
Essere all'altezza delle aspettative di un padre è già il primo grande errore, si perchè bisogna essere in primis all'altezza delle proprie aspettavive e non in quelle altrui, in caso contrario il non raggiungere gli obiettivi prefissati da terze persone scatena tutta una serie di sensi di colpa e inadeguatezze difficili da superare.

Tuo padre si preoccuopi maggiormente di dare amore così come tu vuoi essere amata e non come desidera lui, si concentri in ciò che tu chiedi alla vita e non di ciò che lui chiede alla tua vita.

Infini bisogna avere l'umiltà di farsi consigliare da operatori qualificati come quelli presenti in strutture dove si fa mediazione familiare, solo così entrambi potrete trovare un equilibrio ed entrare insieme in mondi differenti sempre nel pieno rispetto delle scelte personali.

Un abbraccio
Gae


[Modificato da FidelisAdmin 18/04/2008 00:50]
18/04/2008 11:20
 
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Io continuo a pensare che forse sono io che sbaglio, che sono solo un po' capricciosa perchè voglio proseguire l'università e non voglio farlo alle sue condizioni: non riesco più a pensare di farmi dire come devo o non devo vestirmi, truccarmi, chi posso o non posso vedere, è solo che l'università è l'unica via che ho per realizzare un sogno e non me la sento di rinunciarci, solo che quando si tratta di mio padre mi sento veramente una nullità, riesce a distruggere ogni mia capacità di giudizio obiettivo e a farmi pensare che ha ragione lui sempre e comunque e che io non sarò mai abbastanza.
Ho provato a parlargli di andare insieme in un centro di mediazione familiare o da uno psicoterapeuta ma mi ha urlato contro che sono una scema solo a pensare di fare delle cose del genere, che se c'è qualcuna che deve farsi curare sono io perchè sono pazza a credere veramente che lui mi faccia qualcosa di sbagliato, che però lui non ha nessuna intenzione di mandarmi da una persona competente che mi dia una mano e che se scopre che ci vado di mia iniziativa me le da, etc...
Non so davvero cosa fare,ho ancora questo numero di telefono del centro antiviolenza ma non vorrei passare per mitomane o qualcosa del genere, o per una bambina viziata che vuole tutto a modo suo, dopotutto le volte che mi ha picchiata si è trattato solo di schiaffi(anche se un bel po')che a sua detta erano educativi, ed erano un modo per punirmi di non aver fatto le cose come voleva lui.
18/04/2008 19:31
 
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Cara amica,
tu non sei una mitomane.
Non chiedere "scusa" perchè ci racconti le tue cose.
Non pensare di essere pazza.
Non pensare che al centro antiviolenza ti manderebbero a casa con una risata.
Sai...quando leggo queste cose mi si accende una lucina nel cervello che mi dice: questa persona soffre.
Io non sono una operatrice di progetto, non sono una psicologa: però una cosa ho capito dalla mia esperienza personale e dal contatto con tutte le amiche del forum: dove c'è paura, dove c'è confusione, c'è anche sofferenza.
E questa sofferenza tu non te la sei provocata da sola: c'è qualcuno, cioè tuo padre, che te la provoca.
Posso sbagliare, non sono una psicologa, ma io vorrei che tu riflettessi su questo: di chi è la voce che ti dice, nella tua testa, che non dovevi scrivere su questo forum, che se vai al centro antiviolenza ti rideranno dietro o ti diranno che sei una mitomane?
Lo sai a chi appartiene questa voce interiore?
Secondo me (ma posso sbagliare), è la voce di tuo padre...
Pensaci.
Al di là delle percosse più o meno "naturali" (proprio oggi ho letto una sentenza della Cassazione che considera REATO anche le sberle date ai figli minorenni, un retaggio di una mentalità che non corrisponde agli attuale metodi educativi e che si rivela dannosa sia fisicamente sia psicologicamente per i figli), tuo padre, facendoti sentire una nullità si comporta in modo arrogante e prevaricatore con te dal punto di vista psicologico. Ti sminuisce e inoltre, attraverso la tua dipendenza economica, cerca di costringerti ad ubbidigli.
Questo, trattandosi di un padre e non di un marito è tutto sommato abbastanza diffuso nella nostra mentalità, però che sia un comportamento diffuso non vuol dire che sia giusto.
Proprio per questo, coem ti dicevo nell'altro post, io non credo proprio che sia una buona idea per te tornare a casa dai tuoi, soprattutto dopo che ti sei abituata a stare da sola.
Però è chiaro che hai tutto il diritto di continuare i tuoi studi e ti realizzare i tuoi sogni e tuo padre deve aiutarti e sostenerti.
Chiama il centro antiviolenza, senza vergogna e senza timore.
Nessuno ti considererà una pazza, credimi.
Racconta le cose come le stai raccontando a noi e chiedi soprattutto di parlare con una avvocatessa per farti spiegare i tuoi diritti, soprattutto dal punto di vista economico.
Chiedi anche un supporto psicologico per rafforzarti.
Mi dispiace che questo forum non sia più frequentato da PaolaM, una ragazza che scriveva perchè subiva violenza psicologica da parte della madre. In passato (da piccola e da adolescente) aveva subito anche percosse, ma ora che era grande subiva solo violenza psicologica. I suoi post sono ancora sul forum e ti consiglio di leggerli, se non lo hai già fatto.
Quella ragazza era seguita da un centro antiviolenza della sua città e ne aveva tratto una grandissima forza e consapevolezza.
Tu sei molto giovane e affrontare ora queste cose ti farà solo bene.
Voglio dirti una cosa: io ho avuto un padre non molto diverso dal tuo. Non è mai stato fisicamente violento, ma è stato troppo severo, ipercritico, invadente.
Non ho mai affrontato le ferite interiori e le fragilità che mi ha lasciato questo tipo di impostazione familiare. Non ne ho mai neanche preso realmente consapevolezza.
E così...alla fine chissà perchè [SM=g27988] , ho sposato un uomo arrogante, che mi ha anche picchiata, me ne ha fatte di tutti i colori ed io ci ho messo ANNI a prenderne consapevolezza.
Solo ora, da qualche mese, sto frequentando il centro antiviolenza, faccio il supporto psicologico tutte le settimane e ora ho capito quanto quel tipo di impostazione familiare mi abbia "preparata" a subire la violenza nel rapporto coniugale.
Se avessi affrontato queste cose tanti anni fa, sarei stata alla larga da un uomo come mio marito!
Quindi, non minimizzare la tua sofferenza, non devi neanche esagerarla e devi solo ma affrontarla e possibilmente non da sola.
Al di là dei problemi pratici che forse una avvocatessa del centro ti aiuterà a risolvere, vedrai che il supporto psicologico ti farà un gran bene, farà un gran bene alla tua vita.
Sei giovanissima ed è giusto farlo adesso: è un gesto di responsabilità verso te stessa.
Ciao, ti abbraccio, resta qui con noi!
L.

19/04/2008 15:43
 
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Innanzitutto grazie a tutti per le vostre risposte.
Mi rendo conto che molte di voi vivono o hanno vissuto problemi ben più grandi dei miei, e vi chiedo scusa per annoiarvi con quelle che forse sono paranoie e capricci di una ragazzina ma quando ho trovato questo forum avevo(ed ho tutt'ora) una tale confusione che dopo qualche tentennamento ho deciso di scrivere.
Vivo una costante sensazione di inadeguatezza e mi sento sempre in dovere di fare qualsiasi cosa per gli altri per meritarmi la loro stima ed il loro affetto, e tendo sempre a giustificare i comportamenti di tutti.
Mi ha colpito molto il fatto che mi dici tu Lilli che dopo aver vissuto una situazione familiare prevaricante ci sei ricaduta dopo: questo perchè io ho chiuso da pochissimo una storia con un ragazzo che mi aveva diciamo annullata, nel senso che piano piano mi aveva allontanato dai miei amici,voleva che fossi sempre a casa sua ed era estremamente possessivo... io non mi rendevo conto che il suo comportamento era sbagliato finchè un amico(lo stesso che mi sta facendo notare che nel rapporto con mio padre c'è qualcosa che non va)non mi ha fatto vedere quanto mi stavo facendo umiliare da questo ragazzo e a quel punto ho deciso di dare un taglio netto alla storia con conseguenze non belle per me(scusate se non entro nel dettaglio ma non mi va di parlarne in pubblico, come di un altro evento della mia vita che credevo di poter superare da sola ed invece non è stato così).
Ieri pomeriggio ho chiamato il centro antiviolenza per cercare di fare un po' di chiarezza in me stessa e credevo ancora di non essere nel giusto, pensavo che non mi avrebbero creduto perchè in passato mio padre mi ha sempre inculcato che ero sempre io quella che sbagliava e che nessuno avrebbe mai dato credito a ciò che dicevo... in ogni caso ho chiamato e ho scoperto che non mi credono una pazza mitomane e mi hanno fissato un appuntamento per parlare con una persona.
Sono ancora tanto combattuta e confusa ma credo di aver intrapreso la strada giusta per risolvere e chiudere con il tempo le ferite che ho dentro.
Vi devo un grazie per avermi fatto capire che chiedere aiuto a qualcuno non è sbagliato... grazie soprattutto a Lilli che mi ha leggermente aperto gli occhi e mi piacerebbe proseguire a scrivere qui nel forum(magari in una discussione privata se possibile)per trarre ulteriore sostegno perchè rimangono comunque tanti momenti in cui vacillo ed in cui sono titubante.
19/04/2008 16:00
 
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Carissima,
hai fatto bene a chiamare il centro, vedrai che ti daranno sostengo e ti aiuteranno, non è nulla di formale o di "pesante" ma solo una mano che delle persone esperte e competenti ti tendono.
Come vedi, ripensando già alle tue storie sentimentali, c'è un po' di lavoro da fare su te stessa e questo è il momento migliore.
Scrivi semrpe sul forum, resta con noi!
Se non ti va di raccontare cose tue private sul forum, puoi chiedere a Gae di aprirti il tuo spazio personale privato, al quale hanno accesso solo gli operatori di progetto (Gaetano e i due pedagogisti Ines e Peppe) e le persone che eventualmente tu vuoi invitare.
Devi solo spedire una mail a Gaetano, lo fai cliccando sul suo nome a sinistra dei post.
Sono contenta se ti ho aiutata un pochino, vedrai che il sostegno psicologico al centro ti aiuterà moltissimo perchè le cose fatte direttamente e da persone competenti ed esperte sono sempre meglio di un rapporto mediato da Internet. Però il grande vantaggio di un forum virtuale è che molte persone riescono ad aprirsi e a prendere un primo contatto, cosa che di persona riesce più difficile fare.
Ci siamo passate un po' tutte.
Ciao, ti mando un grosso abbraccio, a presto,
L.
20/04/2008 12:43
 
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Sai Lilli non credevo proprio di essere in qualche modo già predisposta ad avere un tipo di relazione sentimentale improntata sulla prevaricazione, e invece leggendo quello che tu mi hai scritto ho capito che forse era proprio come dicevi tu e la consapevolezza di non voler passare il resto della mia vita con un prevaricatore al fianco mi ha dato la forza di chiamare anche se sono comunque tanto confusa.
Ieri ho visto a pranzo mio padre e la mia confusione è aumentata ancora perchè è stato amorevole e tranquillo finchè tutto andava come diceva lui, poi siamo usciti dal ristorante e quando io gli ho detto una cosa che andava contro al suo pensiero(è passata una ragazza con una minigonna e lui ha detto:"poi si lamentano che le stuprano",al che io gli ho detto che non aveva senso ciò che ha detto) ha cominciato ad urlarmi contro che non capisco niente, che con me non si può ragionare, che sono una cretina, che quando vado a casa deve insegnarmi tutto come ai bambini piccoli, e cose del genere, poi alla fine mi ha abbracciata e se ne andato.
E' da ieri che penso a tutta scena e mi chiedo:"ma sono veramente io che non vado?"
Scusate ancora se vi assillo con queste cose ma più cerco di capire più sono confusa.
[Modificato da diavoletta21 20/04/2008 12:44]
21/04/2008 11:47
 
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Come da richiesta ho attivato il tuo SVP, possiamo continuare in questa camera virtuale privata tutte le discussioni in merito al tuo caso.

Entrando nella Home del forum ti troverai una sezione dedicata interamente a te, ecco la foto:




Accedi all'interno e inizia ad inserire le discusssioni che vuoi affrontare con gli operatori del proggetto, ok?
Se hai problemi fammi sapere via mail.

geneshys@hotmail.com

Un abbraccio
Gae
22/04/2008 23:32
 
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Buona sera a tutti.
Scusate la mia improvvisa intromissione, ma vorrei mettervi in guardia dalle storie compassionevoli raccontate da Diavoletta21.
La ragazza avrebbe bisogno di aiuto, si, ma di uno psicologo che l'aiuti seriamente.
L'unica violenza che la tocca, è quella portata a se stessa con i suoi giochetti da povera ragazzina indifesa, che mobilita le persone che hanno un serio rispetto ed operano per chi soffre veramente.
Avete bisogno di chiarimenti? Domandate pure, vi risponderò!

23/04/2008 00:20
 
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Re:
renato74, 22/04/2008 23.32:

Buona sera a tutti.
Scusate la mia improvvisa intromissione, ma vorrei mettervi in guardia dalle storie compassionevoli raccontate da Diavoletta21.
La ragazza avrebbe bisogno di aiuto, si, ma di uno psicologo che l'aiuti seriamente.
L'unica violenza che la tocca, è quella portata a se stessa con i suoi giochetti da povera ragazzina indifesa, che mobilita le persone che hanno un serio rispetto ed operano per chi soffre veramente.
Avete bisogno di chiarimenti? Domandate pure, vi risponderò!





Buonasera Renato

Il tuo intervento verte su cosa? Siamo di fronte a storie compassionevoli come dici o intendi storie non vere? Beh perchè ci sta molta differenza. Per quanto mi riguarda mi ritrovo di fronte due nickname senza altre informazioni e pertanto potrebbero essere prive di fondamento entrambe le storie.
Partiamo dal presupposto che lo spazio forum non è un luogo adatto per mettere in cattiva luce chi ne usufruisce, quindi questo mio intervento ritengo che debba chiudere la questione pubblicamente e se il caso continuarla privatamente. Il mio indirizzo email è il seguente: geneshys@hotmail.com

V'informo fin da subito che in caso mi trovassi di fronte a storie inventate, situazioni che offendano e discreditano il lavoro dell'Associazione Fidelis nonchè le donne che scrivono in forum,mi vedrò costretto mio malgrado a comunicare tutto alla polizia postale affinchè effettuino i dovuti riscontri.

Ogni altro vs intervento in forum sarà eliminato, vi prego pertanto di contattarmi via email per qualsiasi altro chiarimento, grazie.

Gae



[Modificato da FidelisAdmin 23/04/2008 00:21]
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