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mollare la boa

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2008 22:58
13/04/2008 18:54
 
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Salve a tutti!

Non se scriverò molto e se sto vivendo violenza psicologica, però ho bisogno di parlare di alcuni miei dolori senza il timore di essere giudicata emotivamente una debole.

Ho 36 anni e al di là dei dolori che mi affliggono oggi, ho un passato non altrettanto roseo.

Leggendo alcuni dei post, mi rendo conto che posso considerarmi fortunata, credo, perchè cmq il male che mi è stato fatto è stato fatto da persone che cmq mi amavano a modo loro, ma è solo la loro incapacità di darsi che mi ha creato molti problemi. Ad oggi che sono più grande, tante cose le ho capite, e ho imparato a mettere dei paletti, potendo così tuttavia non docer essere costretta a chiudere i rapporti con tutta la mia famiglia.

Io andavo anche un pò fiera di esserci riuscita, però forse mi sono sopravvalutata. Ci sono dei periodi in cui non va tutto bene, o per niente bene, che forse dalla tua famiglia(visto che li ho rifatti entrare nel mio cuore con appunto il valore affettivo di famiglia) ti aspetti ancora appoggio.
Ecco ora questo appoggio non c'è più, cioè si sforzano, ma la loro vecchia mentalità di colpevolizzarti umiliarti deriderti perchè sei in difficoltà riemerge sottile. Non è palesata, è trattenuta, si sforzano.. ma è uno sforzo che non riesco ad aprezzare, cioè che al mio cuore non arriva più.
Non è di loro che in realtà ho bisogno, è di me che ho bisogno, ma non riesco più a recuperarmi. E' del mio compagno che avevo bisogno, ma lui scappa lasciandomi sola nella difficoltà e ritorna con altrettanta facilità quando le cose le ho sistemate. Forse è colpa mia mi dico, mi son detta e mi ci son torturata. Battuta di mia sorella con cui ero sempre andata d'accordo: "bhè del resto ognuno ha quel che si merita!"
Il problema del mio ragazzo è di insicurezza e immaturità (coeataneo di em), e forse lo è anche il mio. Abbiamo preso casa e le cose andavano bene fino a quando non sono venuti i suoi genitori a vederla. La squalifica o gelosia del padre è stata abbastanza palese, A me faceva i complimenti quando invece a suo figlio non gli rivolgeva quasi la parola. L'indipendenza del figlio la vive come un torto fatto a lui allora lo ha scqualificato come poteva in quella occasione e pesantemente anche in un altra. Questo ha reso il mio compagno estremamente insicuro e dopo di chè ha incominciato ad incolpare me di ogni cosa, lasciandomi sola ad affrontare le cose, rendendomi le situazioni impossibili, cercando di mettermi un senso di colpa, e considerandomi come un estranea.
In questo quadro, mi ritrovavo che ero ancora in un appartamento dei miei, da un lato la nuova casa non si riusciva neanche ad arredarla, dall'altro i miei premevano per riavere il loro appartamento. così che con liti da una parte e dall'altra, son crollata e ho spiegato ai miei la situazione che stavo vivendo chiedendo un pò di comprensione.
Bhè da qui i commenti.. e le trasformazioni in negativo dei nostri rapporti, mi son sentita derisa , abbandonata liquidata, compatita!! la cosa più dura.
Se non ti dimostri forte sei meritevole di essere messa alla gogna.
Fino a poco tempo prima sentivo mia madre parlare di me coi parenti coma la figlia meravigliosa poi ero diventata l'opposto.. la poverina che non ce la fa. Una mia zia.. (ma di lei mi importa poco) credo dietro i commenti di mia madre, mi ha definito la principessa sul pisello che con me avrebbero dovuto essere più severi. Punita.. ecco cosa avrebbero sempre dovuto fare nel corso della mia educazione, così avrei dato a quanto pare risultati migliori.
Così mia madre mandava mio padre a "parlarmi" il quale abituato a scaricare i problemi, mi ha fatto sentire una deficiente in quanto( da bravo amschilista ottocentesco) le cose riguardanti l'andametno di coppia sono affari delle donne e se io avevo dei problemi era nei miei comportametni che dovevo guardare, "ma gli fai trovare le cose pulite e stirare? gli cucini e puilisci casa a dovere? Sono a queste cose che gli uomini fanno caso, se no cominiciano ad andarsene" !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Lo so che lui la pensa così.. lo so bene come educazione, da piccola se avevo dei problemia scuola mi diceva che era importante che io studiassi così potevo lavorare e non essere troppo di peso al mio futuro marito!!!, così sai non mi abbandonava sulla autostrada come i cani aggiungo io. Lui voleva essere buono, ma è la sua mentalità che ti uccide dentro, am tanto ti uccide, tanto.

A nessuno della mia famiglia, nonostante che mi conoscono come uanpersona dolcissima, è mai venuto in mente che forse poteva essere lui a sbagliare.Ma mi hanno affossato coi loro timori di non avermi educato bene visto che poi sto uomo sembrava non volermi più.. che poi non è che non mi voelva , solo che pretendeva che io da futura moglie facessi come sua madre cioè quella che si piglia le colpe per far star buona l'autostima del compagno.. e giuro che lui non era così.. ma forse non ho mai capito nulla.

Io sono una povera ingenua lo so, sono romantica, non lo sapevo ma deve essere così, perchè credevo che con la nuova casa di poter finalmente anche avere rapporti più sereni sia con la mia che con la famiglia di lui, con lui sapevo che avremmo avuto qualche screzio, ma non pensavo che piuttosto che prendersela con suo padre avrebbe riversato tutta la sua rabbia verso di me, vivendomi come una minaccia costante.

Così avevo tutti contro e la mia colpa io non riuscivo a capirla.
Dopo liti e liti ad un cetro punto il mio ragazzo ammette che aveva sbagliato e era stata la sua insicurezza e che io in fin dei conti mi ero mostrata molto forte e comprensiva, ma la cosa non è che abbia poi cambaito molto la cosa, perchè per dire scusa è facile per riprendersi le proprie resposabilità è un altra cosa, ma poi qui è forse un pò colpa mia che perdono facilmente. Ma forse ho perdonato facilmente perchè non ne potevo più di stare in casa dei miei con cui se li evitavo era davvero meglio.


Oggi sono ancora qui, ormai non ho forza di contrastare uno e l'altro, piango. e mi sento stupida perchè fino a poco tempo fa avevo preso tutto il mio nn glorioso passato e messo là dove dovea stare, piano piano è rientrato, cioè più che rientrato sono ricomparsi i sintomi, paura dell'abbandono, senso di inadeguatezza, rabbia, chiusura.

Del mio passato quello messo da parte non ne ho parlato, però accenno solo che vi è solitudine, incomprensione.. un abuso, attacchi di panico e agorafobia. Ho lottato molto e sono contenta di averlo fatto, ho lottato perchè rivolevo la mia normalità rubata dall'inattenzione e le paure dei miei prima, e dalla mia paura di vivere e rifidarmi della vita poi.
Sono rinata perchè avevo perso tutto e in fin dei conti era tutto quello che poi volevo e avevo bisogno di perdere. Ho portato con me il mio valore per la famiglia e ho cercato di ricrearmela, i miei devo dire erano riusciti a venirmi dietro avevo molta rabbia verso di loro e sopratutto mio padre aveva saputo ascoltarla, ma forse il sogno è durato poco..


Egoisticamente volevo uan famiglia anche non perfetta. l'importatne mi scaldasse il cuore è da un anno che mi stanno congelando.. un pò mia madre a volte che mi chiama per sapere se sto bene cosa che non aveva mai fatto prima. però poi rincalza con: sei uan delusione..
Non so reagire, vedo gli aerei che decollano.. continuo a farci caso, ma dove vado,in realtà la mia agorafobia non se n'è andata del tutto tanto da prendere un aereo e andare ovunque capiti, però so che se sento che la cosa mi scalderà il cuore le mie titubanze si possono anche sciogliere. Se riuscissi a credere ancora in qualcosa di non concreto..però.
Non so neanche cosa vorrei.

ciao grazie di averlo letto tutto
14/04/2008 22:58
 
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Cara Violetta,
scusami, è molto tardi e probabilmente sono stanca, ma non riesco a capire la tua storia.
L'ho letta due volte e mi sembra di ascoltare una persona che si lamenta della famiglia (perfino di una certa frase detta dalla sorella o dalla zia), del fidanzato, di se' stessa...ma non riesco a capire perchè.
Nel senso: qual è il problema?
All'inizio parli di violenza psicologica, ma non riesco a capire chi te la infligge. Un po' tutti...?
Poi accenni ad un abuso, solitudine, abbandono...però a queste cose dedichi solo un rapidissimo cenno.
Ma forse sono proprio questi i nodi profondi su cui lavorare, le origini della tua sofferenza, della tua attuale fragilità, o no?
Io non sono una psicologa, per niente, non sono neanche una operatrice di questo progetto di aiuto alle donne in difficoltà, quindi prendi le cose che ti dico con tutte le cautele, ma la mia impressione è che (come facciamo spessissimo un po' tutti...), tu disperda le tue energie a ruminare su tua sorella che ti hai detto quella frase banale, tuo suocero che quella volta ha fatto questo e quello, il tuo fidanzato che così e colì...mentre dentro di te hai un mare di sofferenza che ti fa talmente tanta paura che preferisci nasconderlo sotto mille altre cose.
Hai un vissuto di abbandono, abusi, sofferenza? Hai sensazioni di sofferenza, di dolore, di non farcela?
Questi sono i problemi e la causa non è questa o quella frase dei tuoi parenti, ma ci sono ragioni molto più complesse.
E soprattutto, la cosa più importante è sempre non solo capire il perchè (che serve solo per costruire la consapevolezza) ma capire COME venirne fuori, come guarire, come ricostruire la propria vita, come ritrovare o trovare serenità e gioia di vivere.
Se riesci, prova a raccontarci di nuovo le cose con calma: come ti senti TU, cosa ti fa soffrire, da dove nasce veramente la tua sofferenza, cosa vorresti.
Ciao,
L.

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