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UN AIUTO PER CAMILLA

Ultimo Aggiornamento: 12/04/2008 15:05
08/04/2008 23:40
 
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ciao volevo segnalarvi questo angelo.
Camilla ti chiede AIUTO.
« inserita:: 20 Marzo 2008, 23:49:05 » Citazione

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"…Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma Egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me." (Matteo, 25,44)


Camilla è una bambina di cinque anni che vive a Calvizzano (NA).
Ha due occhioni che, quando ti fissano, sembrano volerti dire: "Camilla ha bisogno di te".
I medici italiani hanno detto che ha bisogno di “ossigenoterapia, eseguibile esclusivamente presso l’"Ocean Hyperbaric Neurological Center in Florida” e negli U.S.A. hanno detto che “ha ottime possibilità di miglioramenti in seguito alla fisioterapia pediatrica intensiva e all’Ossigeno Terapia”.
Ma, c’è un ma, come sempre…un anno di terapia, da farsi quanto prima (dopo il 7° anno di età i tempi di recupero aumentano col passare degli anni), costa 265.665,00 dollari, oltre al costo per il soggiorno negli States dei genitori……e la terapia dura TRE ANNI !!!
Tutto qui! Il papà di Camilla è un Pompiere, uno di quelli che spengono il fuoco per gli altri e che si è trovato ben altro “fuoco” in casa; la mamma deve per forza fare la casalinga per poter fare la mamma di Camilla !
Camilla ti chiede una mano.
Chiede una mano a te e a tutti quelli che ti stanno intorno, che riuscirai a contattare, a coinvolgere in questa “impresa del cuore”: permettere a Camilla di curarsi, di ridurre le frequenti crisi epilettiche e di non essere più totalmente immobile, ferma, statica, inerte…
Dobbiamo fare in fretta. In estate Camilla deve riuscire ad andare in America per iniziare le cure. Ogni giorno che passa è un giorno in più di sofferenza, di malattia, ed è un giorno in meno di gioia, di speranza…
Camilla ti chiede AIUTO.
Puoi parlare con i suoi genitori, Mariano Luise (339.2099315) ed Anita Salatiello, (334.6975837).
Puoi contattare l’Associazione “Camilla, la Stella che brilla”, sul sito www.camillalastella chebrilla.it (attualmente in allestimento), e su www.myspace.com/camillalastellachebrilla

E puoi dare realmente una mano a Camilla versando quel che vuoi e quel che puoi e quel che riesci a ricevere da amici e parenti sul c/c 100000001231 intestato ad Anna Salatiello presso il Banco di Napoli-Filiale di Qualiano (NA), IBAN:IT69D01010401201000 00001231

Camilla non può farlo con la sua voce, ma quegli occhioni ti dicono “GRAZIE”!!!
www.camillalastella chebrilla.it/Default.asp
A nome dei genitori e dei parenti di Camilla vi ringraziamo anticipatamente


09/04/2008 15:46
 
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Metto in evidenza... [SM=g28002]
10/04/2008 20:28
 
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Disponibile anche in Italia
Queste terapie si fanno anche in Italia.
Ti metto il link di un centro del Sud.
www.nikeoti.it/

Conosco una persona che a Milano con questa terapia ha salvato una mano dall'amputazione.
E lo ha fatto con il sistema sanitario nazionale (pagando un tiket)
Non c'è bisogno di andare in America.

Un bacione a Camilla e un abbraccio alla sua mamma.
11/04/2008 13:11
 
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Non è la stessa cosa
No, non sono le stese terapie.
Ho visitato il sito che hai indicato e ho visitato i siti USA indicati dal padre di Camilla.
Qui in Italia si usa la camera iperbarica da anni (se ricordate, c'è stato anche anni fa un grave incidente in cui persone la vita dei pazienti), ma sostanzialmente per la cura dell'embolia gassosa.
La terapia della quale ha bisogno Camilla e che (a quanto sembra) si fa solo in quel centor negli USA è molto più complessa, in quanto abbina una forma particolare di ossigenoterpia delle cellule cerebrali (che non è certo quella che si può fare in una normale camera iperbarica) ad una fisioterapia molto complessa, con elettrodi e stimolazioni particolari.
Insomma, non è assolutamente la stessa cosa.
Sono perfettamente daccordo con te nella tua idea di fondo, che sia assurdo che una terapia così efficace ed importante per tanti bimi sia disponibile solo negli USA e a prezzi proibitivi, quando le tecnologie e le professionalità si potrebbero sicuramente importare anche qui in Italia, o almeno in Europa.
Questo può essere un impegno da chiedere ai nostri governanti, insieme alle altre centomila cose che ci stanno promettendo da ogni parte in questi giorni potrebbero inserire pure questa...e magari anche realizzarla.
Ciao a tutti,
L.
11/04/2008 13:24
 
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Re: Non è la stessa cosa
Lilli66, 11/04/2008 13.11:

Questo può essere un impegno da chiedere ai nostri governanti, insieme alle altre centomila cose che ci stanno promettendo da ogni parte in questi giorni potrebbero inserire pure questa...e magari anche realizzarla.



Temo che adesso qui ci siano problemi più grossi: le risorse, poche, vengono indirizzate diversamente.
Anche i servizi di medicina ora sono più costosi.
Qui da noi avevamo servizi che prima venivano offerti a tutti, erano pubblici, e funzionavano anche bene.
Adesso sono molto ridotti e a volte scompaiono completamente, restando a disposizione soltanto di chi può pagarseli.
Mi dispiace davvero tanto che Camilla debba affrontare un viaggio simile e spero comunque che possa arrivare dove potranno aiutarla.

12/04/2008 14:21
 
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Putroppo anche la medicina è un business e produce risposte solo se c'è una "clientela" adeguata, numerosa e che può pagare.
Fatti un giro nei siti di medicina estetica (ti confesso che mi era venuta una mezza idea di farmi qualche trattamento per la cellulite...) resterai STUPITA dal vedere i livelli tecnologici, tutte le novità arrivano subito anche nel più sperduto paesino del profondo sud...guarda anche i costi...
Però nei paesini sperduti e anche nelle grandi città non arrivano tante altre cose molto più necessarie, perchè viviamo in una cultura dove l'apparire è tutto mentre la qualità della vita (se non la vita stessa) di persone disabili, fragili, malate o in difficoltà è un problema che si pongono pochi idealisti.
L.
12/04/2008 15:05
 
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perchè viviamo in una cultura dove l'apparire è tutto mentre la qualità della vita (se non la vita stessa) di persone disabili, fragili, malate o in difficoltà è un problema che si pongono pochi idealisti.



Ci vorrebbe il coraggio di guardagli gli ultimi come se fossero i primi...

[Modificato da Geneshys 12/04/2008 15:05]
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