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Scrivere, raccontarsi...perchè?

Ultimo Aggiornamento: 13/01/2008 18:29
11/01/2008 11:26
 
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Il titolo del convegno che il Progetto ADID ha organizzato qualche settimana fa, "Un silenzio che non vale", è un ottimo spunto di riflessione sulla questione delle violenze di genere.
Il riferimento al "silenzio" è infatti cruciale.
Il silenzio di chi, dall'esterno, vede, intuisce, assiste alla violenza ma tace per paura, per comodità, per non avere seccature. Ma soprattutto perchè, più o meno inconsapevolmente, GIUDICA: giudica la donna che subisce violenza sostanzialmente come una complice della violenza stessa.
Le sta bene così. Se l'è cercata. L'ha voluta lei. Le piace.
C'è anche il silenzio di chi esercita la violenza.
E' difficile provare ad entrare nella mentalità di un uomo che esercita violenza fisica o psicologica sulla propria compagna, ma sono convinta che nella sua mente ci sia soprattutto una sorta di gran silenzio.
Frasi ripetute come slogan ("è cattiva, non è una buona moglie, non è una buona madre, mi fa arrabbiare, non mi rispetta") e, attorno a questi slogan, il silenzio assoluto della ragione, della capacità di rilfettere, della onestà intellettuale.
Perchè io non posso pensare che una persona, a meno che non sia culturalmente molto retrograda (e credo che anche nel nostro Paese ce ne siano sempre meno), possa realmente giustificare la propria violenza su una compagna di vita.
Infine, c'è il silenzio, enorme, urlante, di chi subisce la violenza.
Il silenzio durante la violenza, perchè non la si vuole riconoscere. Non vogliamo chiamarla "violenza": vogliamo chiamarla "ha perso le staffe, succede a chiunque...", vogliamo chiamarla: "l'ho fatto arrabbiare...", vogliamo chiamarla: "fa una vita così stressante..."
Silenzio perchè abbiamo paura: ci sono momenti, anche molto lunghi, di "bonaccia": mare calmo, perfino gesti di affetto e tenerezza. La "luna di miele" che ci confonde ancora di più perchè ci fa pensare che l'uomo che abbiamo accanto ci ama, vuole proteggerci, avere cura di noi, tiene a noi...non è un "violento".
Poi, c'è il sielznio del dopo.
Il silenzio nel quale si può ricadere dopo che la violenza è finita: per una separazione, per tanti motivi che pongono materialmente fine alla relazione.
Allora, il nostro primo pensiero è: dimenticare, cancellare.
Fare finta che non sia accaduto.
L'illusione di poterci riprendere la nostra vita senza affrontare il come e il perchè abbiamo subito una situazione così dolorosa.
Il silenzio del dopo è come un lento cancro.
Divora le nostre energie, le nostre capacità di rinascita.
Dopo la "liberazione", c'è una illusioria sensazione di poter ricominciare, di essere già guarite.
Ma è necessario, invece, attraversare nuovamente tutto quel dolore, per comprenderlo e per comprenderci fino in fondo: è indispensabile non solo per non ricaderci mai più, ma anche per liberare quelle energie vitali che ci servono per fare dell'orrore che abbiamo subito una esperienza costruttiva, vivificante.
Attraversare nuovamente quel dolore...è terribile. Non so se sia possibile farlo da soli, forse si, ma la cosa migliore, a mio avviso, è poterlo fare avendo accanto qualcuno che può ascoltarci, guidarci e sostenerci con competenza e con partecipazione emotiva.
Anche questo Forum: un posto dove potersi raccontare.
Perchè farlo?
Perchè sai che dall'altra parte ci sono Gaetano, Ines, Peppe e ci sono altre donne che leggono le tue parole come se leggessero cose scritte da loro stesse. E questo ti fa bene.
Perchè scrivere, raccontare è liberatorio: al momento fa male, un male cane, ma poi il dolore si affievolisce e resta un pochino di consapevolezza.
Perchè magari le cose che scriviamo possono aiutare altre donne a fare chiarezza, a darsi forza, a rompere (prima di quanto abbiamo fatto noi) quel muro di silenzio che hanno costruito prima di tutto dentro loro stesse. Come abbiamo fatto noi...
Grazie per questa opportunità, ragazzi.
L.

12/01/2008 13:40
 
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Ciao Lilli e grazie di cuore per questo treand che va messo in evidenza per l'importanza e gli spunti di riflessione che da a tutti noi!

Ti risponderò in seguito con più calma.

Un abbraccio
Gae
13/01/2008 18:29
 
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Cara Lilli,la tua riflessione racchiude il cuore del Convegno svoltosi il mese scorso...sembra quasi che tu abbia raccolto tra le pagine di un quaderno le riflessioni fatte, mentre sedevi tra la platea...
Brava amica e GRAZIE, grazie perchè credi nel lavoro in cui facciamo e perchè stai facendo, gradulmente, passi importanti per riprenderti in mano la TUA VITA!!!

Un abbraccio...
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