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Per Potucek

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2007 19:06
15/10/2007 16:25
 
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Grazie a Gaetano per aver ricordato un'innegabile verità: che spesso le donne fanno del male alle donne. Una verità amara per tutti, per me un po' di più che per gli altri.
Una delle ragioni per cui avevo difficoltà ad avvicinarmi a forme di aiuto per chi subisce maltrattamenti era proprio il fatto che li percepivo -ERRONEAMENTE- come esclusivamente rivolti al male fatto dagli uomini.
Per un certo periodo della mia vita ho fatto molta fatica ad avere amiche donne perchè ero terrorizzata. Però mi è rimasta una cara amica del liceo e all'università me ne sono fatta altre di cui ho discretamente fiducia.
Da queste persone ho avuto prova che le donne si aiutano e sanno essere solidali, anche se in forma spesso soltanto "amicale".D'altra parte, anche noi sul forum in fondo cerchiamo sempre di aiutarci. E' popolato anche il mondo dell'associazionismo: il centro antiviolenza che ho frequentato io è gestito da un'associazione di sole donne, l'Unione Donne in Italia. Però occorre sicuramente fare ancora molto cammino su questa strada, di darsi una struttura, una voce, uno spazio.
D'altra parte va anche detto che le donne si sfidano, si invidiano, si ingelosiscono, si attaccano a sentimenti di rancore che fanno loro soltanto male. E' una storia vecchia come il mondo e la mia in questo senso non è originale nemmeno un po'.
Per un certo periodo della mia vita ho impostato il mio senso di sopravvivenza sul fatto che comunque io ero "all'altezza della mamma", anzi forse ero più brava e dovevo solo trovare il modo di farglielo capire. Poi ho capito che reggere il filo di questo gioco era distruttivo, in primo luogo per me.
Anche perchè mia mamma si è sempre presa un'autorità con me che lasciava poco spazio a questa "sana" competizione sul merito.
La mia psicologa chiama questo aspetto uno dei tanti "ganci" che mia mamma ha bisogno di lanciare per tenermi legata a lei.
Al contempo, va detto che le donne, che hanno un coraggio straordinario nel "prendere in mano" il dolore, nel toccarlo tutto, senza risparmiarsi, spesso si trovano sole davanti a questa esperienza. Spesso (non dico sempre, ma spesso) sono lasciate in questa situazione dagli uomini (mi perdonino Gaetano e Giuseppe, non è una critica alla categoria, ma ad alcuni suoi appartenenti indegni della denominazione "uomo"). Quando "la casa brucia", spesso gli uomini scappano al primo filo di fumo. Le donne restano a bruciare con la casa.
In fondo, quando ripenso alla vita della mia mamma, penso che sia stato proprio così per lei.
Superata l'ondata emotiva sulla mamma, in fondo riconsidero molto più seriamente le responsabilità di mio padre. O meglio, il fatto che abbia sistematicamente evitato di prendersele, queste responsabilità.
Intendiamoci, papà non è quello che abbia fatto più male nella vita della mamma. Però è quello che poteva e potrebbe fare del bene e non lo fa. Potrebbe fare qualcosa che io ho tentato di fare, salvo poi rendermi conto, grazie all'aiuto del Centro Antiviolenza e vostro, che devo cercare prima di tutto aiutare me stessa per poter essere una risorsa per me e per gli altri.
Scusa Potucek se ho invaso il tuo spazio, spero davvero che in questi giorni tu stia un po' meglio e stia raccogliendo le forze come stiamo cercando di fare anche noi. Mi permetto di mandare un bacio al tuo bimbo.
Un saluto anche a Lilli, stamattina ho letto la storia di Gabrielle Colette e mi ha molto colpito.
Anche tu sei ingrassata? Io ho messo su una decina di chili, ma sto ancora tra la 46 e la 48. Però non penso di voler dimagire subito. Sino al primo anno di università ero bulimica, ho paura di ricascarci.
Però in fondo ne sono uscita. E ne sono uscita perchè l'ho deciso io. Ne sono uscita una sera che non smettevo più di vomitare, anche se mio padre mi aveva fatto l'iniezione di Plasil. Mia madre di là che urlava. Ho avuto paura, ma una volta tanto non del fatto che la mamma urlasse, ma perchè stavo veramente male. Ho pensato ai denti rovinati, al ciclo saltato, all'incubo dei pasti. Ho detto a me stessa: BASTA. Il giorno dopo ho mangiato alla mensa dell'università un panino di pane all'olio e non ho più vomitato, salvo quando ho preso l'influenza. Ho ricominciato a mangiare con gli altri studenti, in modo via via sempre più normale. Oggi mangio di tutto, incluso il panino con la panissa (cioè polenta fritta) che tanto piace al mio fidanzato.
Anche questo è un fatto che fa pensare riguardo alle donne: cioè le donne sono fortissime, ma il loro corpo assorbe subito la sofferenza: i disturbi dell'alimentazione, così come la depressione, gli attacchi di panico, ne danno drammaticamente prova.
L'importante è che non restino senza via d'uscita...
Lo dico anche a me stessa, per dire che anche oggi ho detto basta al mio stare male. Ce la farò come ce l'ho fatta allora.
Spero che la faremo tutte.
Un abbraccio.
p
[Modificato da paola_m 15/10/2007 16:31]
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