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RIAPRE IL CENTRO ANTIVIOLENZA ADID

 
 
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Per Potucek

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2007 19:06
15/10/2007 11:47
 
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Caro Gae, per quel poco che ho potuto, fino ad ora, vedere degli operatori, ho trovato grande disponibilità, rassicurazione e gentilezza. Anche molta discrezione, fino ad ora.
Però mi riferisco solo al centro antiviolenza.
Non so come si comportano assistenti sociali e forze dell'ordine. Come sai, una volta sola ho avuto a che fare (per via della violenza) con la guardia medica e poi con l'ospedale: nel primo caso ho trovato un medico che, nonostante negassi di essere stata picchiata, ha cercato con molta gentilezza di farmi parlare (cosa che non ho fatto), mentre in ospedale, credo inconsciamente, il medico mi suggerì lui stesso una spiegazione rassicurante, dicendomi: "E' caduta dalla scale, vero?"...
Devo dirti che non avevo alcuna intenzione di denunciare mio marito, ma certo dopo quell'esordio del medico...dimmi dove avrei potuto trovare la forza per dire: "no, guardi, mio marito mi ha picchiata, ha cercato di strangolarmi e poi mi ha anche tirato addosso piatti e bicchieri, anche perchè se fossi caduta dalle scale difficilmente avrei avuto anche tutti questi tagli addosso..."
Insomma, forse il medico dell'ospedale è stato un po' superficiale, ma considera che io facevo da parte mia di tutto per avere l'aria di una che, mannaggia!, è caduta per le scale.
Sai, più ci penso più credo che sia una questione culturale: la violenza è violenza di genere, non è una questione di relazioni coniugali ma di relazioni di potere.
C'è una cultura che dice che se accadono queste cose la colpa è della donna che prende le botte, c'è una cultura che dice che queste cose non si dicono, che "i panni sporchi si lavano in famiglia".
C'è una cultura che fa di noi delle vittime anche della violenza psicologica, perchè a tutti sembra normale che una donna lavori in casa e fuori e che possa anche essere criticata se il suo "rendimento" non è perfetto o se a volte è nervosa o stanca.
C'è una cultura che fa di noi delle vittime di uomini immaturi, la cultura che dicevo in un altro post, si basa su quell'idea "IO TI SALVERO'" della donna che si prende cura del suo uomo anche quando le manifazioni patologiche di quest'uomo si traducono in botte, maltrattamenti e violenza sessuale.
C'è, ora, una cultura che si sta affermando e che da' per scontata la raggiunta parità della donna (che è ben lontana dall'essere stata raggiunta), quindi ti fa pure sentire in colpa se non lavori, non guardagni abbastanza, una cultura che stabilisce che i coniugi "contribuiscono" al mantenimento dei figli, anche se si sa che gli uomini guadagnano di più anche perchè investono molto meno tempo nella cura della casa e dei figli e molto più tempo ed energia nella carriera...
Ma ecco che con la nuova filosofia si stende un velo pietoso su tutte le situazioni schifose che ben conosciamo, e non parlo solo di violenza fisica, psicologica ed economica, ma anche del fatto che in un ufficio se resti incinta fanno di tutto per buttarti fuori, se hai bambini non ti assumono, il part-time te lo sogni e parlo anche del fatto che perfino il meccanico o l'idraulico, se a chiamarlo è una donna sola, nove volte su dieci ti spara un conto che con un uomo non farebbe....
E questa la chiamano parità? Questa non è una cultura tutta permeata di violenza di genere, una cultura di sopraffazione e di negazione di diritti?
Anzi, penso che questo frettoloso affermare che la parità è stata raggiunta, sia solo un modo per raffinare la violenza e la sopraffazione, ora è sempre più diffusa la percezione che un uomo possa schiacciare una donna senza sporcarsi le mani e senza rischiare nulla. Si diffonde una cultura di sopraffazione e violenza legale, legalizzata.
Del resto, non è proprio tipico della società post-moderna in cui viviamo? Passare sempre più dal piano materiale a quello virtuale...dal concreto all'astratto...dalle botte alla violenza economica...
Noi donne valiamo qualcosa solo se riusciamo a diventare come gli stereotipi maschili di successo: competitive, aggressive, sempre all'erta. La valorizzazione della nostra diversità (come persone, prima ancora che come donne, perchè di questo si tratta), è solo una utopia.
Sono andata del tutto fuori post.
Ma lo lascio.
Ciao a tutti,
L.



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