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Per Potucek

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2007 19:06
14/10/2007 18:18
 
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Non fare come me
Cara Potucek,
ti capisco, non è per niente facile. Pensare di dover affrontare l'incertezza, una lotta dura e dall'esito non per forza scontato.
Non è facile fare il primo passo.
Tu mi chiedi come ho fatto...la risposta è semplice, io non ho fatto proprio NIENTE.
La mia storia la scrissi a gennaio con un altro nickname, Gabrielle Colette, non so se è ancora sul sito, puoi chiedere a Gae ti inviartela.
Io non ho fatto nulla, nessun primo passo, niente. Ho aspettato, sperato...Ho lasciato trascinare le cose per un bel po' e credo che avrei aspettato anch'io 25 anni come Mary, ma ad un certo punto mio marito ha trovato un'altra donna e mi ha lasciata lui.
E, anche allora, io soffrivo (l'ho amato moltissimo) e avrei voluto che tornasse da me. Per me, in quel momento, il problema era l'altra donna, non le botte, non le violenze psicologiche. Pensa com'ero stupida.
Certo, ho alzato la voce ogni volta che si è comportato male con il nostro bambino. Ma non è servito a molto.
Anche dopo che mio marito ha iniziato la sua storia con l'altra donna, io stavo lì ad aspettare che gli passasse. Mi ha trattata malissimo, ha di nuovo alzato le mani, ha minacciato di uccidermi. Poi però aveva anche dei momenti di crisi, piangeva, mi chiedeva di aiutarlo. Mi diceva: "sono un pazzo, devo curarmi" e piangeva. Ed io mi intenerivo, gli credevo, gli davo fiducia...
Ma non era poi tanto pazzo, Potucek.
Mentre veniva a piangere da me, intanto è andato da un avvocato senza scrupoli, si è organizzato per cancellare o confondere le tracce delle cose che aveva combinato, mi ha perfino teso delle trappole, facendomi arrabbiare e poi registrando le cose che io gli dicevo nella rabbia, per poi ricattarmi.
Questo povero pazzo, Potucek, mentre veniva da me e piangeva e mi supplicava di aiutarlo, mi ha lasciata senza soldi, ma l'ha fatto pian piano, in modo perfettamente legale.
E alla fine mi ha detto che lo aveva fatto per costringermi ad accettare le sue condizioni.
Quando finalmente ho cominciato a reagire era molto tardi. Avrei potuto inchiodarlo, ne aveva combinate di tutti i colori a me e anche a mio figlio, ma io non ho raccolto prove di niente, ero lì che speravo che andando dallo psichiatra (dal quale credo non si sia mai sognato di andare), si sarebbe curato e avremmo potuto ricostruire la nostra famiglia!
Vedi, Potucek, come sono stata stupida. E, credimi, lo sono ancora. Mi basta un niente per ricominciare a sperare. Per carattere e perchè, nonostante tutto, io amo ancora mio marito. Continuo a pensare che per comportarsi così, uno deve avere qualche rotella che non gli funziona...il che è sicuramente vero, ma vale anche per me...
Ora veniamo a noi, cara Potucek. Vorrei che tu facessi tesoro dei miei errori - degli errori di tutte noi.
Tu speri in una soluzione pacifica. Credo di aver capito che tu non ami più tuo marito, non vorresti più vivere con lui, quindi non è una riconciliazione che vorresti (perchè in quel caso potresti tentare con la terapia di coppia, sempre se lui fosse disponibile e si impegnasse).
Vuoi separarti. Giustamente, cercando di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Io credo che qualche possibilità puoi averla, da quanto ho capito è quello che poi ha fatto Marilv, una separazione consensuale, vero, Mary?
Quello che dicono gli avvocati, in genere, è che per ottenere una separazione consensuale decente devi prima cominciare con una separazione giudiziale, o comunque essere pronta a farla. Il che vuol dire sempre: avere delle prove, avere qualcosa in mano. Testimoni attendibili, referti, documenti, prove.
Con questo (cioè facendogli capire che sei pronta ad affrontarlo con la separazione giudiziale), puoi convincere tuo marito ad essere più "morbido" e a fare delle concessioni che altrimenti non farebbe. Sui soldi, sulla casa e sull'affido del bambino. Perchè alla fine, separazione consensuale o giudiziale, di questo si tratta: mettersi daccordo su soldi, casa e figli.
Non credere che una separazione giudiziale "punisca" tuo marito: non rischia un bel niente se non di doverti dare qualche soldo in più.
Non illuderti molto su quello che puoi ottenere, soprattutto per quanto riguarda l'affido di tuo figlio.
Il padre, quando vi separerete, lo vedrà in determinati giorni, lo porterà in vacanza con se'.
Potrà fare quello che gli pare (tranne cose gravi che COMUNQUE dovresti sempre poter provare e documentare, e con un bambino non è per niente facile) E TU NON CI SARAI PER PROTEGGERLO.
Te lo dico perchè è la cosa più dura da accettare.
Ma, proprio per questo, è bene sgomberare il campo dalle illusioni prima di iniziare a combattere. Così poi non rischi di trovarti a metà strada a scoprire che non ti aspettavi che fosse così dura...
Certo, la cosa più frequente è che questi uomini, dopo la separazione, tendano a disinteressarsi dei figli e tu magari dovrai lottare perchè si faccia vivo qualche volta. Però potrebbe anche usare il bambino per restare nella tua vita, per seccarti, criticarti, farti del male in tanti modi.
Lo vedi anche come si comporta il marito di Mary.
No, Potucek, non è per niente facile. Non ti aspetta un cammino in mezzo alle rose profumate, ma uno schifo e una lotta durissima.
Ma non è questo un motivo per abbatterti e non lottare.
Usa la testa. Sempre.
Sforzati di essere calma e lucida.
Sforzati di essere concreta: di pensare ai soldi, a raccogliere le prove anche in modi che ti sembrano sleali (NON nel senso di fare cose illegali, che non devi fare MAI, anzi, cammina drittissima, non lasciare a tuo marito neanche un minimo appiglio per accusarti o ricattarti un domani), come mettere via un biglietto, registrare una conversazione (quando minaccia te o il bambino), leggere i suoi messaggini, fotocopiare le sue ricevute bancarie, le sue dichiarazioni dei redditi...
Fai adesso tutte queste cose, ma mi raccomando, non lasciare che lui lo capisca, tieni tutto in un posto sicuro.
Non fare come me. PREPARATI.
Ti abbraccio,
Lilli
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