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Ultimo Aggiornamento: 11/09/2007 15:29
05/09/2007 07:45
 
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Sesso: Femminile
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Cara Morena, mi riempie il cuore vedere che finalmente anche tu cominci a guardare avanti, non fermandoti alla rabbia che ti soffoca dentro, ingabbiando le tue paure, ma cercando di tirare fuori da te stessa tutta la forza che hai. È bello ciò che proponi, ed è giusto dargli voce. Per tanti anni abbiamo vissuto da prede delle nostre emozioni, senza riuscire a capire perchè esse ci intrappolassero in continui sensi di colpa. Nel percorso che ho fatto e che sto facendo, ho capito che un bambino grida sempre il suo disagio, tu come me lo hai fatto, ma raramente è veramente ascoltato. Questo è anche uno dei miei grandi crucci. Mi sono chiesta tante volte, come sia stato possibile far finta di niente, tu sei li che subisci, preoccupato di non respirare, e non ti rendi conto che il male più grande lo subisci dopo, quando, da grande, capisci che tutto ciò poteva essere fermato se solo chi avrebbe potuto farlo lo avesse voluto. Un’altra cosa che mi continua a farmi star male, è sentire spesso parlare giornali e televisione di pedofilia, ma in realtà che cosa si sta facendo? Siamo sicuri che questo assiduo parlare non sia solo un continuo sbatti il mostro in prima pagina? Le persone comuni neanche possono immaginare che cosa prova un bambino abusato e seviziato, non da piccolo, ma da grande, quando comincia a capire. Ancora adesso, che ho acquisito una certa serenità e un certo equilibrio, ho paura di tante cose, conosco bene il panico, quello che ti fa sentire che da un momento all’altro ti sta crollando tutto addosso e credo che tu stessa provi le mie stese sensazioni. Sai, a volte vorrei che la vita fosse semplice, come la vive un bambino, non come quella che ho vissuto io o come l’hai vissuta tu, cara Morena, ma come la vive un ragazzino spensierato la cui sola preoccupazione magari è quella di decidere quale marachella fare per prima, solo per vedere fino a che punto arriva ad arrabbiarsi la sua mamma. Mi piacerebbe una volta tanto, uscire, andare in mezzo alla gente senza trattenere il respiro. Vorrei prendere in braccio un bambino e farmi imbrattare la faccia con la fetta di dolce che sto mangiando, o magari avere il coraggio di prendere l’auto e farmi 1000 chilometri di strada sconosciuta senza essere invasa da mille paure. Mi piacerebbe che il tempo passasse libero, privo di limiti. Non sto chiedendo molto, domando solo un po’ di pace, quella vera, quella che ti fa sentire la forza di metterti in gioco sempre e in qualunque momento, senza la paura di sbagliare, perchè sai che prima o dopo hai un’altra occasione e anche se non ce l’hai non importa, la tua vita non cambia. Mi piacerebbe che ogni bambino che grida avesse una possibilità di essere ascoltato, e che ogni persona avesse la capacità e la voglia di ascoltarlo. Per me e per te ormai non resta che raccogliere i cocci della nostra infanzia e da lì partire ma trovo anche giusto che le nostre testimonianze e quelle di molte altri diventino un coro che comincia a far sentire un’aria e una speranza nuova.



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