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Il sindaco che paga l’avvocato agli stupratori!!

Ultimo Aggiornamento: 04/08/2007 14:57
22/07/2007 11:50
 
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A Montalto di Castro, nel Viterbese, messi a disposizione 5mila euro a testa.
I giovani sono accusati di violenza di gruppo contro una sedicenne


MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Il Comune presta dei soldi ad alcuni minorenni, accusati di stupro di gruppo nei confronti di una coetanea, per sostenere le spese legali. E a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, scoppia la polemica.

La scelta del primo cittadino Salvatore Caria (Ds) solleva infatti un vespaio: al centro della controversia, ci sono cinquemila euro a testa che il Comune ha messo a disposizione di alcuni dei minorenni accusati di violenza di gruppo. Lo scorso maggio, infatti, otto ragazzi tra i 15 e i 17 anni erano stati arrestati con l'accusa di aver abusato a turno di una sedicenne di Tarquinia. La violenza del branco si sarebbe consumata tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, e gli aguzzini avrebbero poi minacciato la giovane, intimandole di non rivelare quanto accaduto.

Ma proprio grazie alla denuncia della ragazza, gli otto erano stati fermati e messi agli arresti domiciliari. Adesso, il sindaco ha proposto di farsi carico della loro difesa con soldi pubblici. Si tratta di un prestito ("Gli interessati - spiega - hanno sottoscritto una garanzia attraverso al cessione degli stipendi) a sostegno dei minori che non sono in grado di provvedere da soli alle spese legali e non possono contare sull'aiuto delle famiglie.

"Lo abbiamo fatto - dice Caria - perché sono tutti minorenni e perché abbiamo applicato il principio di presunzione d'innocenza previsto dall'ordinamento. Inoltre, continua il primo cittadino, si tratta di un caso limite, reso tale dall'età dei presunti stupratori. "Anche se dovessero risultare colpevoli - conclude - le istituzioni avrebbero il dovere favorire il loro recupero e il loro reinserimento sociale".

Ma la scelta del sindaco solleva polemiche e questioni morali. Dalla segreteria provinciale della Cgil di Viterbo Miranda Perinelli parla di vergogna e scandalo. "Quei soldi pubblici - spiega - sono stati usati contro una sedicenne che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza sessuale subita. E' incredibile ma è così".

18 luglio 2007
Fonte: La repubblica

[Modificato da Geneshys 22/07/2007 12.11]

22/07/2007 11:53
 
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Montalto, il Comune fa dietrofront:
niente soldi ai minorenni accusati

MONTALTO DI CASTRO (Viterbo) - Il Comune di Montalto fa dietrofront. Non verranno prestati ai minorenni accusati di stupro i soldi per sostenere le spese della difesa. La delibera che aveva messo a disposizione di alcuni degli otto ragazzi indagati per aver violentato in gruppo una coetanea, verrà infatti revocata.

La decisione del sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai, aveva sollevato molte polemiche. Per questo, nel pomeriggio verrà ufficializzata la marcia indietro della giunta "per motivi di opportunità". Carai aveva deciso di prestare 5mila euro a testa ad alcuni dei minori, che hanno tra i 15 e i 17 anni, per affrontare il processo. Il gesto era stato letto da molti, tra cui la madre della ragazza, come un'ulteriore violenza nei confronti della quindicenne di Tarquinia che era stata vittima del branco tra la fine di marzo e l'inizio di aprile. Per la giovane, che aveva trovato la forza di denunciare lo stupro nonostante le minacce, la decisione del Comune era "una presa di posizione contro di me".

Sulla vicenda, il gruppo dell'Ulivo al Senato e il senatore di Forza Italia Giulio Marini avevano rivolto al ministro dell'Interno Giuliano Amato due interrogazioni parlamentari. Era intervenuta anche il ministro per le Pari opportunità, Barbara Pollastrini, che si era detta "esterrefatta" della scelta del Comune. In molti avevano chiesto che la delibera fosse revocata: tra questi, il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. Altri, tra cui il Telefono Rosa, avevano domandato che il primo cittadino di Montalto si dimettesse.

Polemiche da destra e sinistra, dunque, così come pieno sostegno e solidarietà alla vittima della violenza. Alessandra Mussolini, segretario di Azione Sociale, le ha offerto di occuparsi delle spese legali: "Ho deciso - ha detto infatti - di offrire alla giovane l'assistenza legale del mio avvocato, Franco Cardiello, garantendo la gratuità delle sue prestazioni. Donerò, inoltre, alla giovane una somma tratta dal finanziamento pubblico che il mio partito riceve per garantire, seppur indirettamente, il supporto dello Stato a una vittima di violenza".

20 luglio 2007
Fonte: La repubblica

[Modificato da Geneshys 22/07/2007 12.11]

22/07/2007 11:56
 
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Si tratta di un beneficio previsto dalla Costituzione (art. 24 Cost.) che consiste nel riconoscimento dell'assistenza legale gratuita, per promuovere un giudizio o per difendersi davanti al giudice, alle persone che non sono in grado di sostenerne le spese.
Al pagamento delle spese (avvocati, consulenti ed investigatori autorizzati) si provvede mediante il patrocinio a spese dello Stato.

Informazioni generali

ll patrocinio a spese dello Stato è un istituto che permette di farsi assistere da un avvocato e da un consulente tecnico, senza dover pagare le spese di difesa e le altre spese processuali. E’ ammesso nel processo penale, civile, amministrativo, contabile, tributario e di volontaria giurisdizione.
Nel procedimento di esecuzione, nei processi di revisione, revocazione, opposizione di terzo, nei processi di applicazione delle misure di sicurezza o di prevenzione, in cui sia prevista l’assistenza del difensore o del consulente tecnico.
L’ammissione al gratuito patrocinio vale per ogni grado e per ogni fase del processo e per tutte le procedure, derivate ed accidentali, comunque connesse. Può essere richiesto per i processi innanzi ai tribunali, alle corti d’appello, alla corte di cassazione, ai magistrati e ai tribunali di sorveglianza, ai tribunali amministrativi regionali, al consiglio di Stato, alle commissioni tributarie provinciali e regionali e alla corte dei conti.

Condizioni soggettive

Ha diritto ad essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato chi si trova nelle seguenti condizioni: a. Reddito.
Chi è considerato non abbiente al momento della presentazione della domanda, qualora tale condizione permanga per tutta la durata del processo.
Se l’interessato vive solo, la somma dei suoi redditi non deve superare 9.296,22 euro (il limite di reddito viene aggiornato ogni due anni). Si considerano tutti i redditi imponibili ai fini delle imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) percepiti nell’ultimo anno, come lo stipendio da lavoro dipendente, la pensione, il reddito da lavoro autonomo, ecc. Si tiene conto, inoltre, dei redditi esenti dall’Irpef (es.: pensione di guerra, indennità d’accompagnamento, ecc.), o assoggettati a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o ad imposta sostitutiva. Se l’interessato vive con la famiglia, i suoi redditi si sommano a quelli del coniuge e degli altri familiari conviventi. Al contrario, si considera solo il reddito dell’interessato, se egli è in causa contro i familiari.

Nel giudizio penale:
il limite di reddito è aumentato di 1.032,91 euro per ogni familiare convivente. Ad esempio: se la famiglia è composta da 2 persone, il reddito totale non deve superare 10.329,13 euro; se la famiglia è composta di 3 persone, il reddito totale non deve superare 11.362,14 euro, ecc.

b. Cittadinanza
Nei giudizi penali: chi è cittadino italiano o cittadino straniero, anche minorenne, o apolide residente in Italia.

Negli altri giudizi: chi è cittadino italiano, o cittadino straniero regolarmente soggiornante, apolide (anche non residente in Italia) e gli enti e le associazioni che non perseguono scopi di lucro e non esercitano attività economiche.

c. Posizione processuale
Nei giudizi penali: chi è indagato, imputato, condannato, persona offesa dal reato, danneggiato che intenda costituirsi parte civile, responsabile civile e civilmente obbligato per la pena pecuniaria. Negli altri giudizi: chi è parte nel processo, o intende adire il giudice, e non sia già stata condannata nel precedente grado del giudizio (nel quale era stata ammessa al patrocinio), salvo l’azione di risarcimento del danno nel processo penale.

d. Esclusioni
Non può essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato, nei giudizi penali: chi è indagato, imputato o condannato per reati di evasione fiscale e chi è difeso da più di un avvocato;
negli altri giudizi: chi sostiene ragioni manifestamente infondate e chi è parte in una causa per cessione di crediti e ragioni altrui, quando la cessione non sia in pagamento di crediti preesistenti.

Ammissione

1.Chi può sottoscrivere la domanda?
Esclusivamente l’interessato, a pena di inammissibilità e la firma deve essere autenticata dal difensore o dal funzionario che riceve la domanda. Non è ammessa la richiesta in forma orale, nemmeno in udienza.

2. Chi può presentare la domanda?
L’interessato, o il difensore, anche con raccomandata postale.

3. Quando si presenta la domanda?
Prima dell’inizio del giudizio o durante il giudizio stesso, ma gli effetti decorrono della domanda.

4.A chi si presenta la domanda?
Nei giudizi penali: alla cancelleria del giudice, oppure al giudice in udienza; al direttore del carcere, se l’interessato è detenuto o all’ufficiale di polizia giudiziaria, quando l’interessato è in detenzione domiciliare o in luogo di cura. Negli altri giudizi: al consiglio dell’ordine degli avvocati.

5.Come si scrive la domanda?
La domanda deve contenere la richiesta di ammissione al patrocinio a spese dello Stato; l’indicazione del processo cui si riferisce; le generalità (nome, cognome, data e luogo di nascita, residenza) e il codice fiscale del richiedente e dei familiari conviventi. Si deve dichiarare, sotto la propria responsabilità, che si è nelle condizioni di reddito richieste dalla legge e specificare il reddito totale. Occorre anche impegnarsi a comunicare le variazioni di reddito successive alla presentazione della domanda. La mancanza di uno solo di questi elementi rende la domanda inammissibile. I cittadini di stati non appartenenti all’Unione europea, inoltre, devono indicare quali redditi possiedono all’estero. La domanda deve essere firmata dall’interessato e la firma deve essere autenticata dall’avvocato o dal funzionario dell’ufficio che la riceve. Nei giudizi extrapenali: si devono anche descrivere i fatti e i motivi della causa che servono a valutarne la fondatezza, nonché le prove che si vogliono chiedere.

6.Quali documenti devono allegarsi alla domanda?
Nessuno per i cittadini italiani, che possono autocertificare l’esistenza dei requisiti di legge. I cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea devono allegare una certificazione del consolato del Paese d’origine che confermi la veridicità del reddito dichiarato, salvo il ricorso all’autocertificazione qualora si provi l’impossibilità di documentarlo. I cittadini di Stati non appartenenti all’Unione europea sottoposti a provvedimenti restrittivi della libertà personale possono produrre la certificazione consolare entro il termine di 20 giorni, anche tramite il difensore o un familiare. Successivamente alla presentazione della domanda, il giudice o il consiglio dell’ordine possono chiedere di provare la verità delle dichiarazioni con documenti scritti o, nel caso di impossibilità, con ulteriore autocertificazione.

7.In quanto tempo viene decisa l’ammissione?
Nei processi penali: immediatamente, se l’istanza è presentata in udienza, o entro dieci giorni dal momento della presentazione, negli altri casi. Il ritardo nella decisione comporta la nullità assoluta degli atti successivi. Negli altri giudizi: entro dieci giorni dalla presentazione dell’istanza. - Scelta del difensore

8.Come si sceglie il difensore?
Si può nominare un solo difensore che deve essere iscritto all’albo degli avvocati della regione in cui si tiene il processo e in uno speciale elenco degli avvocati per il patrocinio a spese dello Stato, che si può consultare presso il Consiglio dell’Ordine degli avvocati.

Spese

9.Cosa si deve pagare?
Nulla. Tutte le spese vengono pagate dallo Stato e non si deve pagare l’avvocato, né il consulente tecnico. L’avvocato e i consulenti che chiedono l’anticipazione dei compensi incorrono in grave sanzione disciplinare.

10.Cosa succede se si è ammessi per errore?
Si devono pagare tutte le spese, anche quelle anticipate dallo Stato. - Sanzioni

11.Cosa succede se si dichiara il falso?
Le persone ammesse al patrocinio possono essere sottoposte al controllo della guardia di finanza, anche tramite indagini presso le banche e le agenzie di finanziamento. Le dichiarazioni false od omissive e la mancata comunicazione degli aumenti di reddito sono punite con la pena della reclusione in carcere da 1 a 6 anni e 8 mesi di reclusione in carcere e con la multa da 309,87 a 1.549,37 euro, oltre al pagamento di tutte le somme corrisposte dallo Stato.


22/07/2007 12:30
 
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Guarda un pò, ci sta una legge che tutela chi non può permettersi un'avvocato....che il Sindaco e il servizio sociale del Comune ne fossero all'oscuro? Mi sa proprio di no!

Che vergogna, pensar di tutelare gli aggressori in ambito legale con i soldi dei contribuenti, abberrante!!!

Alla giovane vittima va tutta la nostra solidarietà, tutto il nostro supporto morale, tutto il nostro aiuto. A coloro che hanno pensato bene di passare una "serata diversa" va data loro la possibilità di essere rieducati e reinseriti nella società, ma come letto in altro forum "Ci sarebbe da ridire: prima stupri, e poi ti diamo lavoro? E saranno cazzi tuoi se la società t’emargina: l’hai fatta ben grossa da meritartela, l’emarginazione sociale", anche alla luce delle dichiarazioni chei COLPEVOLI che v'incollo per vostra pronta visione:

Appena due giorni dopo l’episodio, i presunti violentatori l’hanno fatta contattare da due loro amici. “Era per chiedermi scusa – racconta – per farmi dire che si erano comportati in modo ignobile.

Poi però, ci hanno ripensato ed hanno cominciato a raccontare ai poliziotti e ai loro genitori che io sarei stata consenziente, che li avrei provocati, che quella sera sarei stata ubriaca ed altro ancora. Il giorno dell'incidente probatorio, con me sono stati arroganti, insultandomi.



Signor Sindaco dovrebbe armarsi di sensibilità, a quanto pare per nulla presente e notiziarsi circa i traumi, profondi che uno stupro comporta, vergognarsi per un gesto che davvero è stato per la ragazza una seconda violenza!
Forse lei avrà reagito in buona fede, ma in questi casi prima si aziona il cervello e poi si da sfogo alle azioni!


Saluti
Gae


22/07/2007 12:34
 
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PARLIAMONE... che ne pensate?


26/07/2007 22:56
 
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Penso che sia giusto aiutare chi un avvocato non può permetterselo, ma ci sono casi e casi.
Questo è uno di quelli per cui questa norma dovrebbe appunto prevedere delle restrizioni.
Ad oggi, il 96% delle donne non denuncia la violenza subita, ed io ho contribuito a infoltire quei ranghi in passato...ma oggi dico basta. Non posso più fare nulla per me, ma per chi subirà bisogna fare qualcosa
Solo amore...null'altro nell'aria
27/07/2007 03:25
 
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Ciao Francesca sono felice di leggerti anche in questo forum.
Ognuno ha diritto ad essere difeso e vi sono leggi ad hoc per coloro che tale difesa non avrebbero per ragioni economiche ed ecco che lo Stato interviene con il gratuito patrocinio...

La questione qui però è un pò diversa, il Sindaco si fa promotore (inopportuno) di pagare l'avvocato di coloro che hanno stuprato una ragazza, invece di preoccuparsi di tutelare e supportare mediante il servizio sociale del comune la ragazza vittima dello stupro.

Vi sono delle priorità nella vita...

Spero di rileggerti
Gae
27/07/2007 19:40
 
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Concordo con il pensiero di Gae.
Ci sono casi e casi, e in questa situazione specifica la decisione del sindaco sarebbe dovuta essere tutelare la vittima attraverso un supporto psicologico - sociale - economico da parte del Comune.
Paradossalmente invece delle vittime si difendono i colpevoli?

Incredibile e...disgustoso!!!
29/07/2007 12:34
 
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Per l'appunto è.. disgustoso :o
Se noi consideriamo che errare è dell'uomo, non è crudeltà sovrumana la giustizia?
Pirandello
04/08/2007 14:54
 
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AGGIORNAMENTO....

Stupro, il sindaco di Montalto
attacca Fassino e la Finocchiaro

L'opposizione aveva presentato una mozione di sfiducia discussa oggi nel comune del viterbese

Manifestazione di solidarietà di alcune donne: "Salvatore non mollare" e "Carai resta dove stai"



MONTALTO DI CASTRO (VITERBO) - "Anna Finocchiaro? Una talebana del c...". "Il segretario del mio partito (Piero Fassino, ndr)? E' lui che ha bisogno di me e non io di lui". Sono alcune delle frasi pronunciate dal sindaco diessino di Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Salvatore Carai è finito nella bufera per alcune delibere, poi revocate, con le quali ha anticipato le spese legali a sei degli otto minorenni montaltesi accusati di aver stuprato in gruppo una quindicenne di Tarquinia. Una decisione che ha provocato una dura presa di posizione sia all'interno del Consiglio comunale da parte dell'opposizione, che ha presentato una mozione di sfiducia che è stata discussa oggi.

Durante il dibattito, si è subito capito che Carai non avrebbe mantenuto la promessa di non dire più una parola sulla vicenda, come aveva annunciato nei giorni scorsi in una lunga lettera alla stampa, con la quale spiegava i motivi della sua decisione e chiedeva scusa alla ragazza per averla involontariamente offesa. Salvatore Carai, ha invece trasformato quello che avrebbe dovuto essere il giorno della 'pietra sopra', nel giorno delle affermazioni deflagranti, destinate a rinfocolare le polemiche.

Il sindaco, in particolare, ha rivolto le sue "attenzioni" alla presidente del gruppo dell'Ulivo al Senato. Anna Finocchiaro è stata bollata come talebana, interrompendo un consigliere di An che gli ricordava la presa di posizione della Finocchiaro, che aveva definito sconcertante la decisione del Comune di Montalto. Identica la dinamica per il riferimento a Fassino, con l'opposizione che ricordava la richiesta del segretario Ds di ritirare i provvedimenti e Carai che rintuzzava sostenendo che è Fassino ad aver bisogno di lui e non viceversa.

Per il resto, Carai ha ricostruito l'intera vicenda negli stessi termini dei giorni scorsi. Ha sostenuto di aver accolto le segnalazioni delle assistenti sociali del tribunale dei minori che gli hanno chiesto di non abbandonare i ragazzi accusati di stupro, di essere solidale con la giovane che avrebbe subito la violenza, alla quale ha chiesto scusa. Il sindaco ha anche spiegato che, alla luce del clamore avuto dalla vicenda, se tornasse indietro si comporterebbe in modo diverso.

La mozione di sfiducia è stata bocciata con 11 voti contrari, quelli del centrosinistra, e 5 a favore, quelli della Cdl. Subito dopo, Carai è sceso in piazza a raccogliere gli applausi e le strette di mano dei fans che lo attendevano in piazza: un'ottantina di persone, quasi tutte donne, che avevano già inscenato una manifestazione esibendo uno striscione con la scritta "Salvatore non mollare, siamo tutti con te" e urlando lo slogan "Carai resta dove stai".

La prima reazione alle dichiarazioni di Carai è stata quella del senatore Giulio Marini (Fi), che ha espresso solidarietà alla Finocchiaro, definendo "rozze e inqualificabili" le affermazioni del sindaco. Più tardi è giunta anche la replica del portavoce di Fassino, Gianni Giovannetti, per il quale Carai, che avrebbe bisogno di "un periodo di riposo", ha dimostrato "assoluto sprezzo del ridicolo e totale mancanza di responsabilità e misura". Non è voluta intervenire, invece, Anna Finocchiaro, che si è limitata a un "no comment".

In tutta la vicenda non è mancato anche un piccolo giallo. Prima del consiglio comunale, la sezione Udc di Montalto di Castro ha diffuso una nota che prendeva le distanze dalla mozione di sfiducia e si dichiarava solidale, almeno dal punto di vista umano, con Carai. Ma subito dopo l'apertura del consiglio comunale, il segretario provinciale dell'Udc, Candido Socciarelli, sebbene fosse a Praga, telefonicamente ha spiegato che a Montalto non c'è alcuna sezione dell'Udc e quindi alcun iscritto. Perciò la nota era falsa. Socciarelli ha annunciato che presenterà una denuncia contro chi ha redatto e diffuso il comunicato.

1 Agosto 2007
Fonte: La Repubblica



04/08/2007 14:57
 
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Ha sostenuto di aver accolto le segnalazioni delle assistenti sociali del tribunale dei minori che gli hanno chiesto di non abbandonare i ragazzi accusati di stupro

Mi sembra del tutto normale l'intervento dei servizi sociali del tribunale dei minori, da tutte le parti funziona così, vanno aiutati questi ragazzi a ristabilire un giusto equilibrio psicologico e comprendere il gravissimo danno che hanno fatto a questa ragazza, non vanno abandonati ma supportati nella loro crescita... abbandonarli significherebbe lasciare libero sfogo alle loro devianze! Ecco cosa intendeva sicuramente il servizio sociale, non certamente pagargli l'avvocato!


Saluti
Gae
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