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Ultimo Aggiornamento: 02/07/2007 16:38
29/06/2007 15:11
 
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Non è facile per me raccontare o spiegare quello che sento anzi ci sono dei momenti che io stessa provo a chidermi cosa sento e non riesco proprio a rispondermi.
Nemmeno ora che scrivo so come mi sento, mi srnto priva di emozioni e sentimenti a volte dal punto che non riesco nemmeno a rispondermi.
Mi sento "etichettata"...
E' come se queste esperienze mi avessero lasciato un marchio sulla pelle, peggio del fuoco, che anche se non si vede, a me pesa, me lo sento addosso questo "marchio", mi fa sentire diversa dagli altri, diversa rispetto a chi non ha vissuto certe esperienze, mi fa sentire sporca, non accettata, con la convinzione che avendo vissuto determinate esperienze nesuno ti accetterà più per chi sei e come eri veramente.
E' come se non fossi più io, non riesco più a vedermi come prima, non ci riesco.
Mi sento completamente fuori dal mondo, credo di aver perso ogni contatto con il mondo reale, questo è il mio guaio, io vivo in un mondo "mio"fatto di silenzio e di tutto ciò che nessun'altro può sapere o conoscere.
Non è facile descrivere questo "mondo mentale", o spiegare cosa ci vedo dentro o cosa sento.
Credo che potrebbero urlarmi anche x ore, ora, non reagirei nemmeno, non sentirei nemmeno quello che mi direbero, sono diventata impassibile su tutto, su ogni cosa...
Ho questo senso di disgusto verso me stessa, mi sento diversa su molti aspetti rispetto ad altre persone della mia età, ricordo che prima di convivere mi lavavo continuamente i capelli ogni giorno per due tre volte, erano diventati la mia ossessione, era come cercare una forma di purificazione, che cercai di trovare in diverse maniere come il digiuno, l'autolesionismo..
Ora che le manie sono finite mi è rimasto un "vuoto", ho i sentimenti incatenati, ecco perchè non sento più nulla, non replico nemmeno se mi offendono, perchè tanto io mi sento completamente estraniata dal mondo esterno, come se fossi su un altro pianeta.
Sembro un cadavere che cammina in mezzo ai vivi, non so nemmeno spiegare quello che sento, è proprio questo il punto non setno nulla.
In alcuni momenti soprattutto la sera mi prende un forte senso di ansia fortissima senza motivo, magari nel ricordare certi fatti, forse in quegli attimi di ansia è l'unico momento in cui mi sento "viva" perchè sento di stare male, ma dopo che mi riprendo sono punto e a capo, ritorno nel mio mondo "irreale", come una morta che finge di stare bene per poco tempo perchè ovviamente nessuno è a conoscenza di come sia andata la mia convivenza e forse mi pesa anche questo, il non averne parlato è qualcosa che può pesare.
Poi mi viene da ricordare a quando eravamo in macchina io e lui in quei momenti di "impusività", rivivo quelle scene, sento il bisogno di analizzarle a fondo, per ricordare esattamente come siano andati i fatti, per ricordare cosa gli risposi io assicurandomi di non essere stata io a provocarlo.
Non è questione di non voler migliorare, ma sentirmi vittima mi fa sentire "etichettata", diversa, mi fa sentire "segnata" per sempre da qualcosa che porterai sulla pelle tutta la vita, senza che nessuno possa togliertela.
Io non riuscirei mai a parlarne di persona, scrivendo nessuno mi vede, nessuno sa chi sono, devo far credere e fingere di essere quella di "prima", quella di "prima" che succedessero tutte queste cose, io prima non ero così, e sono rimasta a "prima"..prima mi vedevo e sentivo pulita, naturale ora no.
Non riesco ad accettare la mia identità di ora, è come voler recuperare ad ogni costo un identità infantile, come voler recuperare tutto dall'inizio, è come se io stessa nonostante abbia preso coscienza di quello che ho vissuto, lo rifutassi.
Non riesco ad accettare le mie esprienze, non riesco a dire: io c'ero, ho subito, ho vissuto, ero io..
Non riesco proprio a dirlo, è uno sforzo enorme pe me e chissà cosa succede se dovessi dirlo..
Credo di avere una crisi d'identità molto forte, vivere sotto una campana di vetro mi protegge da ulteriori attacchi forse x questo non sento nulla.
Mi sento diversa, sono quasi convinta che qualunque persona incontrerò nel mio cammino, mi crederà in un modo, senza sapere nulla di me e quando lo saprà ti vedrà diversa anche lui, verrai guardata con occhi diversi e quella sarà la mia conferma.
Devo fingere di non essere "io" ad aver vissuto, per sentirmi accettata da qualcuno, per sentirmi cnsiderata come vorrei "io",non posso rischiare di fallire anche nei rapporti futuri. Sembra assurdo ma c'è la paura che se qualcuno dovesse venire a conoscenza sarebbe la fine, soprattutto se vuoi ricostruirti una storia diversa, mi blocca il timore di una persona che "prima" di sapere.. ti guarda contento, ammirandoti e dopo che "sa" già cambia sguardo e smette di sorridere..sarebbe una cosa che non sopporterei, che potrebbe succedere.
E' difficile vivere nuovi rapporti per me, con la convinzione di sentirmi poi giudicata, come li spieghi i tuoi vissuti? O come pretendere che chi sta con te possa capirli o accettarli..? Inevitabilmente verrai considerata diversa.
Mi mancano molte cose, ma quando riesci a recuperarle devi importi di tacere sul tuo passato mettendoci una croce sopra per non rischiare di perdere poi tutto dopo.
La vivo come una catena di s.antonio, non riesco a vedere persone diverse, che riescono ad accettarti così per come sei.
Perchè in qualunque maniera sei nn andrai mai bene e allora quando ti convinci di "non " andare bene cerchi di adeguarti alle richieste altrui per essere meglio.
Cosa risponderai quando ti chideranno come hai vissuto la tua adolescenza, o a chi hai dato il primo bacio, ecc..domande scontate per chi non ti conosce..ma cosa puoi dire?
Devi inventare per forza...non puoi dire la verità..
Per cui a un certo punto non sai se conviene di più fingere di essere ciò che non sei o ammettere di essere stata "vittima" con il rischio di perdere nuovamente ..tutto..





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