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una (la storia)

Ultimo Aggiornamento: 22/06/2007 22:51
20/05/2007 11:31
 
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Registrato il: 19/05/2007
Sesso: Maschile
Utente Junior
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Ho iniziato a convivere a 17 anni decisione di comune accordo.
Uscendo da precedenti abusi ho iniziato a fare terapia.
Dopo qualche mese la convivenza inizia ad avere qualche cambiamento nonera come l'avevo immaginato. Ricordo che un giorno mi definì troia davanti ad un suo amico non ne ricordo il motivo e si scusò. Una sera eravamo a casa da soli litigammo come sempre x motivi futili, lui iniziò ad alzare la voce come feci anch'io, io sono ribelle, reagivo e forse era quello che peggiorava tutto, per cui mi chiusi in bagno e ci restai un bel pò mentre lui da fuori continuava ad offendermi ecc..ed io dall'interno che replicavo fino a quando prese a calci la porta e la aprii. Una sera cucinavo, era tardi volevo una mano x fare prima, me la stava dando, ma gli dissi di andare avrei fatto da sola, forse x metterlo alla prova, se ne andò e mi arrabbiai io per prima al che tornò prese ciò che era sul tavolo cibo compreso e lanciò x terra, e chissà perchè invece del cibo sulle pareti ci vedevo del sangue. Quello che cucinavo era sempre una merda da come diceva.
Stavamo finendo fuori strada dopo una lite avvenuta in macchina, arrivando sotto casa mia iniziò ad insultarmi, a gridare:-Lasciami stare..Lasciami stare...mi hai rovinato la vita..Satana.. Devi morire...E quel tono di voce sembrava di una persona posseduta piùche di un uomo.
Poi la fine della convivenza ognuno la sua vita io torno dai miei, ho un lavoro...ma decidiamo di comune accordo di continuare a vederci saltuariamente per vedere come va.
E va male.
Lui conosfce un altra io un altro ed era inevitabile.
Si faceva chiamare spesso mentre cenavamo insieme si appartava sotto casa a parlare mentre io cenavo da sola e non dovevo fare domande perchè non erano fatti miei e non ricevevo risposta comunque, ma un giorno insistetti, mi arrabbiai volevo sapere se l'avesse portata lì in casa dove ci stavo io, non rispose, mi chiese di non provocarlo ma perchè io nno ho diritto ad arrabbiarmi? Tu si ed io no? Insistevo...dalla sua risposta mi misi a piangere, mi disse:-non devi piangere in casa mia anzi non voglio che ci piangi..vai a piangere fuori mentre in cucina c'era sua madre che sicuramente sentiva tutto (doppia umiliazione) prese il mio zaino siamo scesi giù per le scale per riportarmi a casa mia diede un calcio allo zaino che volò giù scontato dire che parte delle cose all'interno erano rotte.
Quel calcio era per me...
Quando parlo mi dice pensa prima di parlare a quello che dici, e se lo provoco come dice lui, ricevo un: stai attenta che posso diventare pericoloso.
Allora mi chiedo perchè con me si e con gli altri no? Io lo vedo, lo osservo con la famiglia, gli amici non è così cos'è faccio la provocatrice io di mestiere forse?
Dov'è che provoco? Bisogna aver paura anche a parlare lui può sbattere il telefono in faccia io no, lui può urlare e io no? Lui può arrabbiarsi ed io no? Allora andatelo a spiegare a lui.
Una sera da conviventi suonarono al campanello ero sotto la doccia quindi non aprii lasciai suonare quando uscii chiamo lui sul telefono di casa urlò che non capii nulla dovevo tenere il tel distante x capire cosa dicesse: sei una maledetta dovevi aprire, tu lo sai che mio padre ha già avuto un infarto e se ricapiterà sarà per colpa tua che non apri, insomma uno doveva aprire e basta.
Lui conobbe un altra e non dissi nulla tanto le reazioni sono queste io conobbi un altro e mi definì puttana per 30 km di ritorno a casa urlando:- lo sapevo che eri una puttana tanto sei solo quello...A un uomo invece cosa gli dici? Cosa gli dici x offenderlo? Non ci sono parole al maschile..
Io mi ci sento giudicata perchè la sua famiglia, mi guarda, i vicini di casa non mi salutavano, la pazza per tutti ero io e lui il santo, e se il figlio diventava così ero io che lo facevop innervosire, ma tu che sei madre e donna e vedi tuo figlio che tratta le donne così non fai niente? cosa fai? Questo non lo capirò mai?
E ora gli effetti?
Sono questi....Mangio poco, mi fa schifo tutto, cibo compreso, sento la nausea all'odore del cibo, fosse per me dormirei sempre,ogni cosa mi ricorda la convivenza, tutto , la città, il cibo, gli odori che sento fuori, Se mi fanno una domanda ci metto 3 minuti di riflessione per rispondere, se parlo al telefono dall'altra parte mi sento dire:- è caduta la linea non ti sento...e non parlo.
Non ero loquace prima ora poi sono più mummificata di prima.
Non riesco a guardare le eprsone negli occhi perchè li abbasso.
Se mi urlasse ora non riesco nemmeno più ad essere ribelle forse perchè so che peggiora la situazione.
Anche se ne esco perchè sicuramente ne esco in ogni persona vedo lui e se ti viene da paingere ti imponi quasi di non farlo perchè ti vedi con gli occhi suoi, perchè sei infantile ecc..e non riesci nemmeno a fare la cosa più naturale di questo mondo che saprebbe fare anche un bambino e tu no.
E quando non sei nemmeno libero di piangere per me moralmente sei finito.
Non so se sia violenza psicologica..magari lo è..
Ma quando ti fanno il lavaggio del cervello ti ci seni la carneficie della situazione ed è un pò difficile convincersi del contrario..anche perchè altrimenti si comporterebbe così con tutti no? Invece no..
Eppure qualcosa di simile risuccederà, lo sento perchè se io devo parlare, parlo, se devo dirti che sei uno stronzo lo dico e guai..che succede? E' così che funzione la legge dell'uomo?
La donna è una puttana e tu cosa sei..?
Non voglio sporcarmi le mani con te- mi disse una volta-
Allora congratulati per la bravura di uccidere le persone con le mani pulite.



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