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PER L'ALTRO ME STESSO

Ultimo Aggiornamento: 04/03/2007 14:30
01/12/2006 02:35
 
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Piccole ore notturne banchettano con i pensieri e mi fanno compagnia in questa lunga notte.

A volte è difficile rimanere saldi nella propria fede quando ci si ritrova ad essere spettatore silenzioso o indiretto protagonista di drammi lontani, quasi a sentirne solo lamenti impercettibili.... Eppure, ogni singolo uomo è in primis cittadino del mondo, piccolo o grande pilastro di civiltà e responsabilità, almeno dovrebbe. Ma risuonano tremendi i terremoni umanitari e sociali che rimangono inascoltati o semplicemente malamente ascoltati, troppo distanti da ciò che riscalda i nostri cuori, troppo drammatici per renderli parte della nostra vita.
In tutti risuona la stessa stonata sinfonia, quella che ci rende troppo egoisti nel prenderci carico delle sofferenze altrui e troppo benefattori di parole che scompaiono alle prime ore del giorno che nasce.
Sappiamo ben dimenticare quell'"ama il tuo prossimo come te stesso" quando quel prossimo è troppo distante e diverso da noi,troppo ingombrante nelle nostre menti distratte, troppo assassino della nostra "serenità"... Ma bisognerebbe forse prendere il loro posto per un solo giorno, per sentire dentro di noi la disperazione e l'abbandono che sentono,e gridare al mondo che non è mai troppo tardi per prendere consapevolezza che la vita è un eterno incontrarsi per guardarsi neglio occhi e non voltarsi dall'altra parte.

Io sto ancora imparando...

Un caro saluto
Gae
02/12/2006 00:03
 
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Molto spesso, troppo spesso si leggono nei fatti di cronaca, storie di donne vittime od omicidi del proprio aggressore. Perchè questo? come mai la legge lo ha permesso? queste sono le prime domande che chiunque si pone dinnanzi a fatti del genere. Ma chiedetevi, invece, dov'è stata la legge in tutto questo? non c'è stata..... tante donne, nella loro disperazione, hanno chiesto aiuto alla legge ma troppe volte si sono sentite rispondere di non potere far nulla senza prove in mano. E il loro dolore? le loro paure? chi mai se n'è fatto carico? Volti terrorizzati dalla violenza, travolti dal dolore che, quando trovano il coraggio per denunciare, si trovano mille muri davanti, trovandosi a fare i conti anche con gli errori della burocrazia giuridica. Questi sono i più atroci orrori della nostra società: l'indifferenza con la quale si è abituati a fare il proprio lavoro, che il più delle volte si riduce a un mucchio di carte e documenti da passarsi da collega a collega. E allora cerchiamo di fare ciascuno con dignità e professionalità il nostro dovere, mettendo sempre alla base di ogni nostra azione l'ingrediente principale:"L'amore", il solo in grado di aprirci alla sofferenza e al dolore del mondo
05/12/2006 16:31
 
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La legge molto spesso non è perfettamente allineata ai veri bisogni della persona, ha tempi e modalità che riescono anche a mortificare la dignità di molti coloro che attendono giustizia... Da capire se mancano gli strumenti o solo le persone capaci di riconoscere il senso vero e profondo della giustizia, a mio avviso sono entrambe le cose... Aggiungo che essa dovrebbe in promis tutelare e in secundis cercare i colpevoli, perchè mentre essa sonnecchia tra i favilli burocratici si consumano immani tragedie nel cuore di molte donne...

....e la politica? Contenitore carico di parole, intenti e propositi luccicanti... ad esse seguono raramente i fatti...
Che tristezza...

Saluti
Gae
02/03/2007 01:13
 
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Girovagando per il forum mi sono imbatuta in queste vostre righe e mi sono sentita una stretta al cuore. In questsi giorni mi trovo a parlare, a gridare, a cercare di spiegare a chi di dovere cosa significa vivere nella violenza, quali segni lascia e quanto sia dura combatterla anche quando le distanze fisiche con il carnefice sono aumentate, ma è come parlare con un muro. Spogli la tua anima davanti a loro raccontando le ferite che ti porti dentro e che oltre te hanno segnato i tuoi figli, racconti loro la fatica che è rinascere e ricostruire nuovamente se stessi, farlo per riuscire ad essere un forte sostegno per i propri figli affinchè riescano anche loro a superare quello che la violenza fisica e psicologica che hanno subito gli ha lasciato. Passi le tue giornate a chiederti come mai per loro, per le persone preposte a tutelarti ad aiutarti, è così difficile comprendere e quindi poi è così difficile che effetivamente ti tutelino e con te i bambini. E quando nuovamnente ti sbattono la realtà in faccia e che ti dicono che ne prendono atto, senza dirti altro, è come se ti sentissi nuovamente violentata. Si, forse in modo diverso, ma la frustrazione è forte e dolorosa. Ma come, mi chiedo vado da loro a raccontare tutto e poi non mi sneto dire nulla, assolutamente nulla come se non avessi detto niente. Mi chiedo quali siano i paramtetri con cui vengano istruite le persone che poi ricoprono ruoli così delicati, dato che poi le loro parole in una relazione ad un giudice possono decidere del tuo futuro e dei tuoi figli. Ma chiedo troppo, se chiedo qualche parola di comprensione, e non solo quelle che suonano "ne prendo atto"? Alla fine di questa giornata mi sento vuota distrutta e nuovamente con una forte sensazione di abbandono dalle istituzioni. Mi sento scombussolata e in piena confusione, la lotta contro me stessa per non tornare a meccanismi vecchi e orrendi è dura, la lotta per aiutare i miei figli è altrettanto dura, e per l'ennesima volta in tutti questi anni le persone preposte lasciano il loro vuoto, il loro freddo distacco che ti fa sentire tutte le incertezze del momento fino ad arrivare al punto di chiedermi ma chi me lo ha fatto fare? Perchè aprire a loro il tuo cuore di mamma che grida aiuto per trovare solo un pò di felicità per i propri figli, quando alla fine dalla loro parte arriva solo il vento freddo dell'assenza. Spesso mi chiedo quale sia effettivamente il loro ruolo e le loro mansioni. Tutto questo sembra rendere vuota la mia lotta perchè per quanto ti dai da fare per quanto nulla succede. Adesso mi sento apatica, sto andando avanti nella mia lotta per inerzia, ma soprattutto perchè i miei figli hanno il diritto di essere felici e poter vivere come bimbi. Ma se non ci fossero loro, tutto il resto non avrebbe senso. Più passo il mio tempo tra le pagine di questo forum, più me rendo conto che entro proprio in un altro mondo, perchè nella mia quotidianità, nelle persone che incontro ogni giorno non trovo nulla di tutto questo. Non è per lusingarvi, ma perchè questa giornata mi ha lasciato veramente vuota e spossata e solo qui riesco a trovare un pò di calore prima di andare a letto per riuscire domani mattina a rialzarmi e riprendere la mia battaglia con uno spirito diverso di quello di questa sera.
04/03/2007 02:36
 
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Cara amica so perfettamente quanto stai lottando per te e per i tuoi figli, e so quanti muri giganteschi ti trovi davanti quando chiedi un po di comprensione e solidarietà al tuo dolore. Le parole che utilizziamo in forum sono le cose a cui crediamo fermamente, ed il modo in cui ci siamo prefissati di portare avanti il nostro lavoro. La legge non va come dovrebbe andare, ma è pur vero che chi ricopre un ruolo come quello di operatore sociale, dovrebbe innanzitutto sapere che ha dinnanzi a se una persona che ha il diritto di essere ascoltata e capita.Mi fa senz altro piacere che tu apprezzi il nostro forum, che esso ti dia un po di serenità e di forza per andare avanti, ma è ovvio che vorrei che tu queste sensazioni le iniziassi ad avere anche nel rapporto con il tuo servizio sociale. Cmq non ti preoccupare che a forza di bussare questa porta andrà giù.
A presto.....
04/03/2007 14:30
 
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Cara amica la tua lotta è anche la nostra lotta!
E' inevitabile che ci sono giornate pesanti, che spazano via le nostre forze e anche la fiducia costruita con sacrificio nel tempo, ma vedo con grande gioia che hai acquisito un coraggio tale da non fermarti di fronte a nulla... [SM=g28002]
Ci dovranno ascoltare, dovranno rendersi conto con quanta superficialità stanno affrontanto la tua situazione, in caso non avvenga ci rivolgeremo ai piani alti per difendere i tuoi diritti e la tua dignità!

Forza siamo tutti con te!

Saluti
Gae
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