Ho sempre descritto il silenzio come il più grande nemico per una potenziale rinascita: Molte, troppe donne rispondono alla violenza subita chiudendosi in un assordante silenzio, imprigionando il loro cuore, la loro anima dietro mura di “indifferenza” al proprio dolore. Celano dietro l’immagine di apparente serenità un oceano di sofferenze e soprusi, hanno paura di reagire, temono il giudizio della gente, credono di non poterne uscire, trovando nel silenzio l’unica soluzione al proprio dramma. Ma non è in esso che si potrà mai trovare la strada per cambiare; è solo parlandone che si può tentare di uscire dal proprio baratro di sofferenza, Il silenzio diventa complice della violenza, mentre è nel dialogo che si scorge la luce per ricominciare a vivere. Molte donne temono il confronto, hanno il terrore di non essere credute, si sentono responsabili per ciò che è loro accaduto, hanno vergogna del proprio corpo, non pensano di potercela fare ed è per questo che molte volte preferiscono restare nel loro doloroso silenzio piuttosto che reagire, con forza, con tenacia, nella certezza di poter ricominciare a vivere. Molto spesso non capiscono di non avere nessuna colpa, di essere state vittime della crudeltà dell’uomo, della sua malvagità che lo ha portato a violare nella sua sfera più intima un corpo ed un’anima innocente.
Se una donna accetta la violenza entra anch’essa in un circolo vizioso che prima o poi annullerà persino il suo spirito, privandola di qualunque sentimento, Non è certo facile fare il primo passo, tanti e contrastanti sono i pensieri che dominano dentro lei, ma basta trovare la forza dentro se stessa per dire basta, avere fiducia in chi ha fiducia in lei , aprirsi alla possibilità di farsi realmente aiutare da chi le porge una mano attendendo di incontrare la sua, regalandosi così il primo di tanti nuovi giorni, ed una vita che abbia il volto della libertà……..