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RIAPRE IL CENTRO ANTIVIOLENZA ADID

 
 
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ARIANNA - RETE NAZIONALE ANTIVIOLENZA

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2006 10:07
28/06/2006 09:52
 
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Attivazione Rete nazIonAle aNtivioleNzA


Numero telefonico unico “Antiviolenza Donna 1522”
La violenza contro le donne è un problema mondiale ancora non sufficientemente riconosciuto e denunciato, così come confermato da ricerche e studi condotti a diversi livelli e contesti. È un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell’ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, sia pure in forme e proporzioni differenti, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale, e comportando alti costi socioeconomici non solo alle donne, ma anche alle comunità in cui vivono.
È largamente diffusa l’opinione che la violenza alle donne interessi prevalentemente strati sociali emarginati, soggetti patologici, famiglie multiproblematiche. In realtà è un fenomeno che appartiene più alla normalità che alla patologia e riguarda uomini e donne di tutti gli strati sociali: esiste in tutti i paesi, attraversa tutte le culture, le classi, le etnie, i livelli di istruzione, di reddito e tutte le fasce di età. La violenza verso le donne si presenta generalmente come una combinazione di violenza fisica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori.
L’O.N.U. e l’U.E la definiscono violenza di genere, cioè una violenza che si annida nello squilibrio relazionale tra i sessi e nel desiderio di controllo e di possesso da parte del genere maschile sul femminile. Le macro - tipologie di violenza riconosciute sono: violenza fisica (maltrattamenti), sessuale (molestie, stupri, sfruttamento), economica (negazione dell’accesso alle risorse economiche della famiglia, anche se prodotte dalla donna), psicologica (violazione del sé); di coercizione o riduzione della libertà.
Le statistiche comunitarie ci dicono, in base ad indagini sui dati inerenti i reati negli stati membri, che in Europa la violenza rappresenta la prima causa di morte delle donne nella fascia di età tra i 16 e i 50 anni e nel nostro paese si ritiene che ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, un convivente o un fidanzato. Non vi sono statistiche quantitative sul maltrattamento, ma si stima, sempre a partire da indagini comunitarie, che una donna su cinque abbia subito nella sua vita una qualche forma di violenza. Queste indagini confermano gli ultimi rapporti dell’OMS sia per l’incidenza che per la gravità del fenomeno.
In Italia è del 1998 la prima ricerca condotta dall’ISTAT, su mandato del Dipartimento alle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla violenza sessuale ed è ancora in corso, sempre da parte dell’ISTAT, una indagine sulla violenza intrafamiliare.
Gli unici dati quantitativi che raccontano della violenza verso le donne sono quelli raccolti dai Centri antiviolenza, attivi dal 1980 in molte città italiane, e di alcune indagini e studi realizzati da ricercatori e ricercatrici. Inoltre, si sono sviluppate ricerche - azione sulla percezione della violenza verso le donne, finanziate dal progetto “Rete antiviolenza tra le città Urban Italia”, con il coordinamento del Dipartimento Pari Opportunità, che hanno coinvolto 25 città: Catania, Foggia, Lecce, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Venezia, Bari, Cagliari, Catanzaro, Cosenza, Genova, Salerno, Siracusa, Trieste, Brindisi, Carrara, Caserta, Crotone, Misterbianco, Mola di Bari, Pescara, Taranto, Torino.
Questo intervento sarà la base di riferimento per lo strutturarsi del presente progetto. In questa attività si sono coniugate diversi livelli di indagine (donne e uomini, operatori, testimoni privilegiati, donne che hanno subito violenza), e si è sviluppata un’azione locale di stimolo alla creazione di una rete interistituzionale contro la violenza, sensibilizzando gli operatori che più spesso sono a contatto con donne o minori.
28/06/2006 09:54
 
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PRIMA AREA OPERATIVA

Numero di pubblica utilita’ - 1522 - Servizio di accoglienza telefonica.

La prima area operativa prevede l’Attivazione di un numero di pubblica utilità - 1522 - multilingue ed operante 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno il quale offrirà un Servizio di accoglienza telefonica specializzato che faciliterà l’emersione del fenomeno attraverso l’ascolto e una prima analisi della domanda e risponderà alle domande di aiuto delle donne in difficoltà per problemi di violenza,fornendo le prime indicazioni e i suggerimenti utili, e orientando nell’accesso ai servizi del privato sociale, socio-sanitari, forze dell’ordine, e centri antiviolenza, presenti nel territorio di riferimento, deputati all’aiuto, alla protezione ed al sostegno per l’uscita dalla violenza.

In tutte le situazione che richiederanno un urgente intervento di protezione della vittima che si trova in uno stato di pericolo immediato o di alto rischio, l’operatrice attiverà immediatamente le forze dell’ordine, tenendo in attesa la donna che ha chiamato il 1522. Questa procedura segue strettamente le indicazioni fornite dalla Polizia di Stato, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.

Uno specifico dispositivo interesserà le aree definite “pilota”. Si tratta di aree territoriale in cui verranno siglati accordi di protocollo e di standardizzazione delle procedure. Le donne che chiameranno da codesti territori, vedranno trasferita la propria chiamata al servizio specializzato (negli orari d’apertura) o all’ente nodo di rete individuato negli accordi protocollari come referente locale. Ciascuna realtà territoriale dettaglierà la propria specifica modalità di risposta nei protocolli d’intesa che verranno stipulati.



Il Servizio di accoglienza telefonica, a cui risponderà personale femminile, appositamente formato e periodicamente supervisionato, garantirà l’anonimato ed il rispetto della normativa sulla privacy.
28/06/2006 09:57
 
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SECONDA AREA OPERATIVA

Avvio di una Rete Nazionale Antiviolenza.

La seconda area operativa prevede l’avvio della Rete nazionale antiviolenza, pensata come una rete delle reti, ovvero come luogo deputato a conoscere, recepire, potenziare e diffondere a livello nazionale le azioni realizzate dalle Reti antiviolenza a livello locale, garantendone nel tempo la diffusione a livello nazionale ed i necessari raccordi con le Autorità Centrali. La Rete sarà coordinata dal Dipartimento Pari Opportunità. Nel processo si coinvolgeranno: i Ministeri dell’ Interno, del Lavoro e politiche sociali, della Salute, della Giustizia; il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza.

Nei due anni di lavoro si metterà a punto una strategia di coinvolgimento progressivo di 20 territori, per la sperimentazione di un protocollo integrato Call center / reti locali. I servizi coinvolti nelle Reti locali sono i seguenti: Centri antiviolenza e case rifugio; servizi sociali territoriali; servizi sanitari ed ospedali; forze dell’ordine; tribunali; servizi educativi e scolastici. Le Reti locali e la Rete nazionale saranno potenziate, con specifiche azioni condotte dal DPO, volte alla costruzione di interventi comuni tra i Ministeri a cui afferiscono i servizi localmente coinvolti ed alla promozione di misure adeguate di azione a livello regionale, attraverso l’inserimento nei Piani Operativi di schede specifiche per potenziare i servizi esistenti ed avviarne di nuovi. In tal senso si implementerà l’attività di individuazione-diffusione di buone prassi e la messa a punto di protocolli di intervento da utilizzare nei territori, con particolare attenzione alle aree rurali e montane.

Per promuovere il lavoro delle Reti locali sarà necessario mettere a punto strumenti specifici, tra i quali: formazione multiprofessionale; seminari pluridisciplinari; lavori di gruppo composti da figure professionali differenti; sviluppo di reti di coordinatori/trici di servizi; messa a punto di piani di azione per la prevenzione della violenza contro le donne, integrati coi piani nazionali di intervento. Il risultato che si vuole raggiungere è quello di diffondere progressivamente la conoscenza del fenomeno della violenza contro le donne e le metodologie di intervento, attenuando le differenze territoriali dovute alla presenza o assenza di centri antiviolenza o servizi specializzati, attraverso:

- il coinvolgimento, la messa in rete con le istituzioni e le Autorità ed il supporto dei Centri antiviolenza esistenti sul territorio nazionale
- l’incentivazione all’avvio di nuovi servizi contro la violenza
- l'avvio ed il radicamento di reti pluridisciplinari
- la messa a punto protocolli di rete per i territori, che favoriscano l’ accesso ai servizi da parte delle donne che subiscono violenza.

Si creerà ed implementerà un sito web (Portale), che si svilupperà su due aree:

PUBBLICA, dove saranno presenti gli strumenti idonei al supporto dei servizi contro la violenza attivi localmente. Nello specifico si pubblicheranno:

- Link coi siti di interesse a livello nazionale, comunitario ed internazionale
- Materiale informativo sul progetto e sul tema
- Abstract dei manuali per le professioni di aiuto
- Schede riassuntive delle buone pratiche
- Protocolli di intesa già attivi per le realtà locali da utilizzarsi come esempio operativo
- Protocolli di intervento

RISERVATA ai territori pilota ed ai Centri Antiviolenza che ne faranno richiesta, dove saranno pubblicati gli strumenti adeguati per supportare le reti ed i servizi contro la violenza.

- Le linee guida per l'avvio di reti locali
- Il kit formativo sulla violenza verso le donne
- I manuali per le professioni di aiuto
- Le linee guida di intervento per gli operatori dei Pronto Soccorso
- La guida ai finanziamenti disponibili per la creazione di servizi o l'avvio di nuovi progetti
- Le mappature locali
- Le elaborazioni statistiche periodiche dei dati del Call Center

In questo settore del Portale, si realizzeranno:

- Forum di discussione tematica con cadenza trimestrale
- Consulenza tecnica online per fornire supporto alle reti locali

Il portale, sarà veicolo per la diffusione di strumenti miranti alla produzione di un processo di autoformazione per gli operatori e le operatrici dei servizi pubblici e privati operanti a livello locale. Sia gli attori della Rete, che gli operatori/trici troveranno sul portale il materiale formativo ed informativo che fornirà il necessario supporto alle loro iniziative, o link utili per lo sviluppo delle stesse a partire da esperienze già realizzate in Italia o all’estero.

I servizi coinvolti nelle reti locali saranno: i centri antiviolenza e le case rifugio, i servizi sociali territoriali, i servizi sanitari e gli ospedali, le forze dell’ordine, i tribunali ordinari e per i minorenni, i servizi educativi e scolastici. L’obiettivo è di costruire protocolli e standard di intervento condivisi. Tali Protocolli saranno costruiti sulla base di: descrizione dei ruoli e delle funzioni; scelta di un referente, capofila locale; descrizione degli obiettivi; risorse e vincoli dell’intervento; modalità di attuazione delle azioni locali e dei dispositivi del call center; modalità di sperimentazione e di valutazione; eventuali risorse locali rese disponibili per la pianificazione di azioni integrative.
Per l’attivazione e gestione delle attività di call center, un’azione specifica sarà rivolta ai territori pilota, per promuovere il Servizio ed esplicitarne i dispositivi di funzionamento:

1 - Prima accoglienza telefonica ed invio ai servizi presenti nel territorio preposti all’intervento, su tutto il territorio nazionale
2 - Accoglienza telefonica e accompagnamento della donna verso il servizio specializzato che attuerà l’intervento, nei territori pilota e successiva verifica di impatto attraverso le reti locali
3 - Emergenza, in particolare nei casi di aggressione sessuale, in raccordo diretto con i servizi di emergenza delle forze dell’ordine e della sanità operanti sul territorio nazionale.

[Modificato da Geneshys 28/06/2006 10.03]

28/06/2006 10:07
 
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GLI STRUMENTI DELLA RETE

:: Individuazione e diffusione delle buone prassi

Vengono indicate con il termine di “buone prassi” quelle esperienze, già presenti e funzionanti sul territorio nazionale e comunitario, che siano in grado di produrre azioni efficaci, valide, capaci di incidere nei processi sociali, di costruire reti e che si possono utilizzare come primo riferimento per l’ampliamento, l’adeguamento e la progettazione di interventi di contrasto alla violenza tra i diversi soggetti operanti sui singoli territori, tra i soggetti operanti in diversi territori nonché tra il DPO e le realtà locali.

:: Mappatura e Monitoraggio

Le attività di mappatura e monitoraggio, saranno finalizzate sia all’attivazione di una “rete nazionale antiviolenza”, che all’organizzazione e gestione del Call center, attraverso:

la mappatura aggiornata delle iniziative, attività e servizi presenti sul territorio. Il modello di mappatura si basa su una metologia quantiqualitativa, tramite la rilevazione a mezzo di schede-questionario e interviste semistruttutate a testimoni privilegiati

il monitoraggio semestrale mediante indicatori specifici, al fine di valutare le diverse azioni e i servizi integrati del Call center, nonché l’adeguamento/ampliamento dei servizi esistenti;

l’organizzazione di un data base, su cui saranno resi disponibili i dati di monitoraggio, da poter essere utilizzato anche come strumento di autovalutazione circa gli esiti delle azioni, nonché, con il tempo, per verificare l’impatto delle azioni.

:: Progettazione dell'osservatorio nazionale

Elaborare un modello di Osservatorio significa individuare “un luogo” atto ad osservare, ma anche a mettere in relazione tra loro gli organismi che operano sul fenomeno della violenza contro le donne, attraverso la variegata tipologia di azioni capaci di offrire dati, analisi, informazioni, conoscenze a tutti coloro che direttamente o indirettamente, soggetti pubblici e privati, mettono in atto interventi sul campo. Obiettivo sarà quello di individuare e coinvolgere tutti i soggetti chiamati in causa rispetto al tema della violenza alle donne. L’Osservatorio si configurerà come una agenzia di supporto e sostegno ai momenti di programmazione delle politiche di contrasto alla violenza contro le donne, all’adeguamento e implementazione dei Centri e dei servizi che accolgono e accompagnano le donne e, più complessivamente, quella che si intende far diventare la Rete nazionale antiviolenza.

Fonte per tutto il tema della discussione: Ministero per Pari Opportunità - Portale Arianna


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