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uscire dal baratro della sofferenza

Ultimo Aggiornamento: 03/04/2007 20:08
14/03/2006 22:03
 
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Durante i primi anni della mia professione di pedagogista mi sono rapportata con tante, tantissime donne che, pur tentando di celare dietro un' immagine di serenità la loro sofferenza di mogli maltrattate, erano evidenti i segni di un dolore grande ed ingiusto. Mi chiedevo perchè non un gesto di ribellione verso tutta questa violenza, non un cenno di richiesta di aiuto ma solo una "soffocante" rassegnazione nei riguardi della loro esistenza.Purtroppo tante volte giocano un ruolo fondamentale i pregiudizi da parte delle persone: io lavoro in un piccolo paesino del meridione dove sono ancora fortemente radicate le convinzioni secondo cui una donna, anche se vittima di atti violenti, è comunque responsabile della scelta di vita che consapevolmente ha fatto nel momento in cui si è unita in matrimonio con " l'artefice delle sue sofferenze "; pertanto è quasi obbligata a raccogliere, di volta in volta, tutti i pezzi di un'esistenza che oramai di vita non ha più il sapore. Un giorno, lo ricordo come se fosse accaduto pocanzi, alla tv vidi un servizio relativo all'omicidio, da parte di una donna oramai disperata, compiuta nei riguardi del marito, un gesto estremo, consumatosi in una notte di Gennaio quando, all'ennesima violenza nei riguardi della donna, si concluse con un colpo di pistola l'incubo di tanti anni di percosse..... Tornata a scuola iniziai a prendermi cura della figlia, che frequentava la prima elementare:una bambina dolcissima che chiedeva solamente di rivedere la propria mamma, domandandomi di aiutarla nello scrivere lunghe e continue lettere. Al contrario non ebbi modo di occuparmi del maggiore e del più piccolo.
Tuttavia... non una parola, non mille gesti avrebbero, in quei giorni, potuto colmare il deserto impossessatosi dei cuori di quei tre bambini....... così come l'angoscia del cuore di una donna che un gesto estremo le aveva portato via la cosa a lei più cara, i suoi figli......Donne!!! di ogni paese, regione, nazionalità, cultura, religione, mi rivolgo a tutte voi, vittime di qualunque tipo di violenza o maltrattamento fisico e psicologico, non abbiate mai paura di farvi aiutare, di parlarne, di uscire, con l'aiuto di un professionista, dal vostro incubo. Abbiate fiducia nell'altruismo di gente come noi che, non temente, se lo chiedete non si rifiuterà mai di aiutarvi... che ha scelto questa professione perchè ci crede con il [SM=g27998] ... direbbe il "mio angelo": non vi negherà mai due ali, ma voi dovete essere pronte a volare, fatelo insieme a noi..........la Fidelis è nata per tutti voi, vi porge le sue braccia in attesa di stringerle attorno ai vostri cuori.......
Ines [SM=g27998]

[Modificato da Pedagogista 22/03/2007 23.14]

[Modificato da Pedagogista 22/03/2007 23.19]

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