Dopo dieci giorni di agonia, fatale uno "shock settico irreversibile"
Il trasferimento in Italia deciso nonostante le gravissime condizioni del sottufficiale
Verona, morto il maresciallo superstite
dell'attacco terroristico di Nassiriya
Il maresciallo dei carabinieri Enrico Frassanito, ultima vittima dell'attentato a Nassiriya
VENEZIA - E' morto dopo dieci giorni di agonia, il maresciallo dei carabinieri Enrico Frassanito, 41 anni di Verona, unico superstite dell'attentato del 27 aprile a Nassiriya, in Iraq, ricoverato nell'ospedale della sua città: era giunto da Kuwait City proprio oggi e aveva profonde ustioni sul quaranta per cento del corpo.
Nell'attacco al blindato dei carabinieri, erano già morti il maggiore dell'esercito Nicola Ciardelli, 34 anni, i marescialli dei carabinieri Franco Lattanzio, 38 anni, e Carlo De Trizio, 37 anni, e un caporale romeno di 28 anni.
Dubbi sul trasferimento dall'ospedale di Kuwait. Nel giorno in cui era previsto il rimpatrio delle due salme dei soldati italiani morti in Afghanistan in un altro atto terroristico, il maresciallo Frassanito è morto per uno "shock settico irreversibile". Come scrive la direzione sanitaria del'ospedale di Verona, "il trasferimento da Kuwait City del sottufficiale era stato deciso dall'equipe medica giunta dall'Italia in accordo con i medici locali che avevano espresso parere favorevole al trasferimento. Le condizioni cliniche erano critiche. Il maresciallo è stato rianimato più volte durante il volo - prosegue la nota - e sottoposto a massaggio cardiaco durante il trasferimento dall'aeroporto all'ospedale".
Sulla decisione di riportare in Italia Frassanito l'azienda ospedaliera veronese precisa che "nonostante la consapevolezza della gravità delle condizioni, in particolare all'apparato respiratorio, il trasferimento in Italia è stata una scelta dettata dalla certezza, condivisa con i curanti kuwaitiani di offrire una maggiore opportunità di sopravvivenza e di un eventuale recupero allo sfortunato carabiniere".
Trenta militati italiani morti in Iraq. Salgono a 30 i militari morti in Iraq dall'inzio della missione Antica Babilonia nel giugno del 2003: dopo i 17, più due civili, trucidati nell'attacco alla base italiana Maestrale il 12 novembre di tre anni fa, due militari sono morti durante scontri a fuoco, sette per incidenti e, con il decesso del maresciallo Frassanito, quattro militari sono stati vittime della bomba di dieci giorni fa a Nassiriya.
Partito per Nassiriya un mese fa. Nato nel Padovano ma residente a Sommacampagna (Verona), il maresciallo Frassanito era partito da Verona per l'Iraq circa un mese fa. Figlio dell'ex comandante della stazione carabinieri di Verona, Frassanito era un profondo conoscitore del mondo islamico; parlava bene l'arabo.
Il cordoglio delle istituzioni. Cordoglio e dolore per la morte del superstite dell'attentato a Nassiriya è stata espressa dall'intero mondo politico.
L'attentato dieci giorni fa. Quella tragica mattina di dieci giorni fa, alle ore 8.50 (le 6.50 in Italia) nel sud-ovest di Nassiriya, scoppiò un ordigno contro una colonna di mezzi dei Carabinieri che stava raggiungendo il Centro operativo provinciale interforze. I tre militari itlaiani e il caporale romeno morirono sul colpo; il maresciallo Frassanito fu ricoverato nell'ospedale di Kuwait City, trasferito in seguito in Italia, a Verona dove questo pomeriggio è morto.
Per l'attentato i terroristi avevano usato un ordigno ad alto potenziale, pare attribuibile agli ex-servizi segreti di Saddam Hussein. L'attentato è stato rivendicato da due gruppi estremisti: le Brigate Imam Hussein già responsabili di altri atti terroristici contro le truppe anglo-americane, e l'Esercito islamico in Iraq, che fa capo ad Al Zarqawi, responsabile anche dell'uccisione di Enzo Baldoni.
(7 maggio 2006)
Fonte: Repubblic.it