PEDOFILIA, IN MANETTE MAESTRE E BIDELLA ASILO VICINO ROMA

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FidelisAdmin
00martedì 24 aprile 2007 11:47
Roma, 24 apr. (Apcom) - Pedofilia a Rignano Flaminio. Il gip del Tribunale di Tivoli ha emesso, su richiesta del pm Marco Mansi, una ordinanza di custodia cautelare per 6 persone - tre maestre, il marito di una di loro (un autore televisivo di un'emittente nazionale), una bidella e un addetto a una pompa di benzina. Le violenze sono avvenute nella scuola 'Olga Rovere'. La misura è stata eseguita dai carabinieri di Bracciano. Nell'ottobre scorso il Ris di Roma, su mandato del pm Mansi, perquisirono la scuola materna comunale di Rignano, luogo delle violenze, e alcune ville della zona dove sarebbero stati condotti i piccoli, dopo averli prelevati durante le ore scolastiche.

Ad avviare l'inchiesta sono state le denunce dei genitori dei piccoli. A curare i primi esposti sono stati gli avvocati Roberto Ruggiero, Franco Merlino e Antonio Cardamone, i quali raggiunti telefonicamente esprimono "soddisfazione" per l'ordinanza di oggi. Nelle denunce i genitori spiegavano che i bambini non volevano più andare a scuola. "Avevano crisi di pianto quando li accompagnavamo. Il nostro incubo è iniziato così". Le prime avvisaglie, nella primavera scorsa: "Mio figlio aveva arrossamenti e dolori ai genitali e la cosa si ripeteva per diversi giorni. All'inizio pensavo fosse un problema di alimentazione, pensavo avesse mangiato qualcosa che gli potesse aver fatto male. Poi mi sono confrontata con altri genitori che mi hanno raccontato le stesse cose, anche i loro figli avevano gli stessi problemi. E poi avevano crisi di pianto quando li portavamo a scuola".
FidelisAdmin
00martedì 24 aprile 2007 11:53
"Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare"


Sarebbe meglio ed aggiungo che non basta! Meglio che non continuo questo post altrimenti vado oltre il consentito.

A questi piccoli va tutto l'amore VERO del mondo, non quello malato che distrugge cuore e anima!

Gae
Cobite
00giovedì 26 aprile 2007 21:09


Sono notizie che sconvolgono e che lasciano senza parole per la loro gravità!
Speriamo che i bambini recuperino in fretta e che i colpevoli abbiano tutto il tempo per pentirsi davvero e senza sconti, indulti, patteggiamenti, buone condotte ...

Giancarlo


FidelisAdmin
00venerdì 11 maggio 2007 17:26
Rignano, scarcerati cinque dei sei arrestati Abusi sui bimbi dell'asilo, tornano in libertà le maestre, l'autore tv e l'immigrato cingalese. La difesa: «Moderna caccia alle streghe»


ROMA - Svolta nell'inchiesta sui presunti abusi nei confronti dei bambini della scuola «Olga Rovere» di Rignano Flaminio. Il tribunale del riesame di Roma ha accolto il ricorso di cinque dei sei arrestati e ha disposto l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Escono di prigione tre maestre della scuola, Silvana Magalotti, Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, il marito di quest'ultima Gianfranco Scancarello, autore televisivo, e un benzinaio del paese, l'immigrato cingalese Kelum Da Silva. Da valutare ancora la posizione della bidella Cristina Lunerdi, che ha presentato il ricorso al Tribunale del Riesame in tempi successivi rispetto agli altri indagati. Di conseguenza, il suo ricorso sarà esaminato il 15 maggio prossimo.

GLI SVILUPPI DELL'INCHIESTA - Non è ancora nota la motivazione per la quale il tribunale del Riesame ha deciso la scarcerazione dei cinque. Secondo indiscrezioni, le ragioni per cui sono state annullate le ordinanze di custodia cautelare saranno rese note tra 30 giorni. Solo allora si potrà capire se l'indagine iniziata a metà luglio del 2006 è finita a meno di un anno di distanza. Perché se il tribunale ha stabilito che mancano in tutto l'impianto accusatorio i minimi indizi di colpevolezza, sarà difficile per il pm Marco Mansi impugnare la sentenza e proporre ricorso in Cassazione. Di qui la preoccupazione, sofferta, in questo momento, degli avvocati di parte civile.


LE REAZIONI - «Sono contento. Per la persona che assisto, la maestra Marisa Pucci, e per la sua famiglia. Ma sono felice per i bimbi oggetto delle denunce». Così l'avvocato Emilio Salustri ha commentato la notizia del Riesame. «In questo momento il mio pensiero va ai bambini che, finalmente si può dire, non sono stati abusati, in nessun modo», ha spiegato il legale di una delle maestre scarcerate. La vicenda giudiziaria di Rignano Flaminio si inquadra, secondo la memoria difensiva di 70 pagine presentata dagli avvocati Franco Coppi, Roberto Borgogno e Francesca Coppi - legali di Gianfranco Scancarello e Patrizia Del Meglio - in «vicende processuali, tutte dello stesso tenore e tutte finite male per l'accusa, che rappresentano una moderna forma di caccia alle streghe». È questo uno dei punti della stessa memoria che evidenza, a giudizio della difesa nell'inchiesta della procura di Tivoli «approssimazione, errori metodologici, illogicità, travisamento degli atti processuali, approccio critico ai problemi, violazione dei diritti della difesa, sistematica e pregiudiziale adesione all'impostazione accusatoria, utilizzo acritico di valutazioni provenienti da tecnici di dubbia competenza sui criteri di scelta dei quali, regna il più assoluto mistero».

I GENITORI - «Non avendo diritto, come parti offese, a partecipare all'udienza discussa ieri davanti al tribunale del riesame, non possiamo fare altro che attendere di conoscere le motivazioni del provvedimento e le determinazioni che saranno adottate dalla procura di Tivoli» dice Antonio Cardamone, difensore assieme al collega Franco Merlino di alcune famiglie che hanno denunciato i casi di abusi sessuali compiuti ai danni dei loro bimbi nella scuola materna di Rignano Flaminio. I due legali «rimangono comunque vicini agli assistiti che hanno appreso con stupore e incredulità la decisione del tribunale del riesame».


11 maggio 2007



FidelisAdmin
00sabato 21 luglio 2007 13:18

ROMA - Nessuna traccia di materiale pedopornografico nei 12 computer sequestrati a cinque degli indagati per l'inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio. I carabinieri della sezione informatica del nucleo operativo di via In Selci dopo aver passato al setaccio gli hard disk e il contenuto dei personal computer delle tre maestre dell'asilo Olga Rovere, del marito di una di loro e della bidella della materna, hanno presentato una dettagliata relazione alla procura di Tivoli. E, a quanto pare, né filmati né file dal contenuto pornografico sono stati rinvenuti. Neanche l'ombra, poi, delle fotografie che avrebbero scattato ai bambini durante i presunti incontri sadomaso nei loro appartamenti. Nessuna traccia, infine, di movimenti e scambi di e-mail, né di ricerche in Internet che possano far pensare a un giro legato al mondo della pedofilia.

Esito negativo hanno dato anche le analisi dei carabinieri del Ris della capitale che non hanno trovato né sangue né liquido seminale sugli oggetti sequestrati. E nell'abitazione della maestra Patrizia Del Meglio e dell'autore televisivo Gianfranco Scancarello non c'era neppure un'impronta digitale riconducibile ai bimbi che avrebbero subito abusi sessuali e addirittura rituali satanici. Più lungo resta il lavoro che i militari diretti dal colonnello Fernando Nazzaro devono ancora fare sui movimenti telefonici. I tracciati dei tabulati, nelle speranze dell'accusa, potrebbero dare la prova dei contatti telefonici fra i sospettati, compreso il benzinaio cingalese.

Intanto mercoledì inizieranno le audizioni dei bimbi per valutare se saranno in grado di testimoniare davanti ai magistrati. Si tratta di un ciclo di incontri per ciascuno dei primi quattro bambini di Rignano presunti vittime di abusi, per stabilirne la capacità di rendere dichiarazioni. È quanto stabilito in un incontro che si è tenuto all'istituto di neuropsichiatria infantile dell'Università La Sapienza tra i periti delle parti (quelli nominati dal gip, dagli indagati e quelli scelti dalle parti offese) chiamati a svolgere l'incidente probatorio disposto dal gip del tribunale di Tivoli Elvira Tamburelli.

È la prima tappa dell'accertamento i cui esiti dovrebbero essere riferiti dagli esperti al gip nel termine di 45 giorni, ossia nel corso dell'udienza del 24 luglio prossimo. A quanto si è appreso, i genitori di ogni minore verranno ascoltati dal perito del gip, la dottoressa Angela Gigante, che poi sentirà per due volte direttamente i piccoli. Infine si svolgerà una piccola riunione con padre, madre e bambino alla presenza del consulente.

Gli altri esperti, oltre venti, assisteranno agli incontri da dietro uno specchio-vetro, in una struttura sulla cui ubicazione c'è il più stretto riserbo. Ciò anche alla luce dell'intervento del Garante della privacy cui anche i difensori di parte civile, Antonio Cardamone e Franco Merlino, si erano rivolti per chiedere di tutelare i minori dall'attenzione mediatica.

FidelisAdmin
00sabato 21 luglio 2007 13:18
Rignano: «Due bimbe idonee a testimoniare» Nel testo scritto dai periti si parla di «traumi di natura sessuale». Le piccole «non sarebbero stati influenzati dai genitori» STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO


ROMA - Due bambine di Rignano Flaminio, oggetto della prima parte dell'incidente probatorio e presunte vittime di abusi sessuali, sono idonee a rendere testimonianza davanti al gip. Lo si apprende dal deposito della perizia redatta dai consulenti dello stesso gip del Tribunale di Tivoli. Per altri due bambini gli stessi consulenti hanno chiesto una proroga. L'attuale indagine psicologica ha per oggetto infatti solo quattro dei 19 bambini i cui genitori hanno denunciato le presunte violenze.

«TRAUMI SESSUALI» - «Accanto a sintomi di natura specifica, la bambina ha presentato segni specifici in relazione ad un'esposizione ad un trauma di natura sessuale». È uno dei passaggi delle conclusioni della perizia sulle due bambine di Rignano Flaminio presunte vittime di abusi sessuali, redatta dai consulenti del gip del Tribunale di Tivoli. Secondo quanto scrivono le tre consulenti - che hanno redatto un documento di oltre 150 pagine - in risposta ai quesiti del gip Elvira Tamburelli (Angela Giganti, Antonella Di Silverio e Marilena Mazzolini), l'esposizione al trauma sessuale si evidenzia in «curiosità morbosa nel confronti della sessualità e dei genitali, giochi dai contenuti fortemente erotizzati sia soli che in compagnia di un coetaneo, condotte sessualizzate accompagnate da sentimenti di colpa e vergogna evidenziati da un comportamento che la porta a spogliarsi, essere eccitata, toccarsi i genitali». Inoltre, spiega la relazione, la bambina «verbalizza contenuti riferentisi a rapporti sessuali e/o ad aspetti della sessualità adulta, difficilmente patrimonio dell'esperienza di una bimba della sua età».

«NON INFLUENZATE DAI GENITORI - Nella perizia depositata dai consulenti si evince che le le piccole «non sarebbero state influenzate dai genitori nei loro racconti». Le bambine sono state sentite nelle scorse settimane in una struttura protetta dell'Università La Sapienza dalla neuropsichiatra infantile Angela Gigante, e dalle dottoresse Marilena Mazzoleni e Antonella De Silverio. Nell'indagine della procura di Tivoli sono indagate sette persone.

LE FAMIGLIE - E il contenuto della perizia depositata dalle consulenti al gip del tribunale di Tivoli non ha lasciato indifferenti le famiglie dei bambini coinvolti nei presunti abusi sessuali. «Purtroppo ora nessuno potrà più parlare di fantasie» ha detto il legale delle famiglie, l'avvocato Franco Merlino.



[Modificato da FidelisAdmin 21/07/2007 13.25]

Geneshys
00sabato 28 luglio 2007 19:47
Rignano, la bambina conferma le accuse

"Quei giochi nel castello cattivissimo"
La presunta vittima indica anche le maestre Del Meglio e Pucci

Taormina: "Svolta nell'inchiesta, chiederemo nuovi arresti"


ROMA - Un momento importante, nella tormentata inchiesta sui presunti abusi ai piccoli allievi della scuola materna di Rignano Flaminio. Infatti oggi, davanti al gip del tribunale di Tivoli Elvira Tamburelli, è stata ascoltata la prima delle due bambine ritenute, da una perizia, in grado di riferire al giudice. Confermando tutte le accuse, indicando due degli indagati (a quanto sembra, le maestre Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci) e descrivendo nel dettaglio le circostanze di cui sarebbe stata vitttima.

"La bambina ha confermato quello che aveva già detto ai genitori e al perito, nel corso della prima parte dell'incidente probatorio. Ha indicato due persone che esercitavano gli abusi e le violenze subite - ha riferito Carlo Taormina, uno degli avvocati di parte civile - ha reagito bene alla testimonianza, anche se non è stato facile perché l'ambiente non le è familiare. Adesso la prova è blindata, e chiederemo al pm di fare le sue richieste all'esito di questo passaggio che rappresenta una vera svolta in questo processo, alla faccia del provvedimento di custodia cautelare annullato dal tribunale del riesame".

Nel dettaglio, la piccola ha parlato "del castello cattivissimo" e ha mimato i giochi attraverso i quali si sarebbero materializzati gli abusi della vicenda di Rignano Flaminio. Secondo quanto riferito da chi ha assistito all'audizione (nel corso della quale la piccola ha indicato una terza persona, di nome Maurizio, come partecipante ai giochi) la bimba ha descritto alcuni giochi ai quali avrebbe preso parte: il gioco della tigre (guinzaglio messo al suo collo e giro intorno a un tavolo); il gioco della piscina (bambini, alcune maestre e Maurizio in una vasca); nonché il gioco del pelouche sulle proprie parti intime. In questo contesto, Marisa (Pucci) è stata definita "la strega del castello, ma anche la maestra della scuola buona".

"La bambina - ha detto l'avvocato di parte civile Franco Merlino - ha mimato giochi che sono devastanti, con un impatto duro per chi ha ascoltato". "Ora gli abusi non sono più presunti - ha aggiunto - si è cercato di dimostrare il complotto contestando anche il lavoro dei periti, ma oggi sono stati descritti luoghi e persone specifici".

Di diverso avviso Franco Coppi, uno degli avvocati degli indagati: "Abbiamo sentito cose fantasiose, compreso che ieri sera la bimba è stata al castello cattivo. Non è vero che ha confermato accuse. Quando sarà reso tutto pubblico ci si renderà conto delle incongruenze e della inattendibilità di queste dichiarazioni".

L'audizione della piccola, che si è tenuta sotto forma di incidente probatorio - l'istituto del codice che consente a un atto istruttorio di assumere il valore di prova, in un eventuale processo - si è svolto con il supporto di una delle neuropsichiatre infantili che hanno condotto l'indagine psicologica sulla capacità delle bimbe di rendere testimonianza. Attraverso un auricolare collegato, ma fisicamente presenti in un'altra stanza, hanno potuto porre quesiti sia il gip che i difensori dei sette indagati. Accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di atti osceni in luogo pubblico, sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza sessuale.

Il gip sentirà lunedì prossimo la seconda bambina ritenuta idonea a rispondere. Per martedì 31 è fissata un'altra udienza, per l'eventuale conclusione dei due atti istruttori. Le due bambine fanno parte del gruppo di diciannove allievi per i quali il pm Marco Mansi ha chiesto l'audizione in incidente probatorio. Dopo aver concluso l'indagine psicologica sulle prime due bambine, l'équipe di esperti nominati dal gip Tamburelli si pronuncerà il 31 luglio prossimo sull'idoneità di altri due bambini a essere sentiti come testimoni. Il 19 settembre, poi, comincerà l'esame psicologico di altri otto piccoli; ed entro l'8 gennaio del prossimo anno le consulenti dovranno dire se sono in grado di riferire al gip.

28 luglio 2007

Fonte: La repubblica
Geneshys
00mercoledì 1 agosto 2007 19:14
L'audizione della prima bambina ammessa a testimoniare per i presunti abusi di Rignano

"Nero e buio, ci andavamo la notte
ecco com'era il castello delle streghe"


ROMA - "Ciao piccola, io sono il giudice dei bambini e adesso, attraverso queste cuffiette dirò alla dottoressa, che tu già conosci, di farti alcune domande. Io sarò in un'altra stanza. Tu cerca di stare serena e di rispondere con tranquillità, va bene?". Inizia così, formalmente, l'audizione della prima bimba testimone d'accusa nel processo sulla pedofilia di Rignano Flaminio. L'interrogatorio, guidato dal gip Elvira Tamburelli, viene filtrato dalla neuropsichiatra e seguito attraverso uno schermo dai legali di accusa e difesa, intervenuti con domande solo nella seconda parte dell'incidente probatorio, da una stanza del tribunale di Tivoli.

Chiede il giudice: allora, ti va di dirmi le cose belle che hai fatto ultimamente?

"Sono andata su un cavallo a dondolo, alle giostre, quelli dove si infilano i soldini dentro e poi si inizia a cavalcare. Ti va di giocare a un gioco adesso? Il gioco della tigre e del guinzaglio". La neuropsichiatra accetta: la bambina si lega attorno al collo la collana della professionista, si mette carponi e si fa portare in giro al guinzaglio per la stanza. Questo stesso gioco la bambina l'ha più volte fatto nel corso degli incontri con la neuropsichiatra Angela Gigante nelle scorse settimane. Riprende l'interrogatorio.

La bimba ricorda i giochi brutti.

"Mi ricordo un gioco molto brutto, cattivissimo, nel castello della strega Patrizia". Qual è il gioco? "Quello della patatina e del culetto".

Ce lo puoi raccontare? "Chi è che vuole saperlo, il giudice? Mi ci fai parlare?". La bimba toglie le cuffiette alla consulente e saluta il gip.

Allora te lo ricordi il gioco? "No, non me lo ricordo, non voglio raccontarlo. Adesso possiamo fare i disegni e i coriandoli?". E quali altri giochi facevi nel castello?

"Quello del peluche, che era così". La bimba prende in mano il pupazzo e comincia a sfregarselo addosso.

Ma il gioco della tigre e del guinzaglio l'hai mai fatto nel castello? "No". Come andavi nel castello della strega Patrizia? "Con la macchina della strega Marisa (insegnante della piccola, ndr) che era anche la maestra della scuola buona". E la strega Patrizia la conoscevi? "No".

Non l'avevi mai vista a scuola? "No". La maestra Patrizia insegnava in un'altra classe. Com'era questo castello cattivissimo? "Tutto nero e buio e ci andavamo la notte". E che altro succedeva, a parte i giochi, nel castello? "Ci facevano le punture qui, sulla chiappetta".

E quando ci sei stata per l'ultima volta nel castello? "Ieri notte". Ti hanno accompagnato la mamma e il papà? "No, loro non lo sapevano mai quando andavo al castello". E a cosa hai giocato ieri notte nel castello?

"Agli stessi giochi che ti ho detto pure prima".

La bimba si stropiccia gli occhi, mostra atteggiamenti di disagio, poggia la testa su un tavolino. "Ma tu un giorno ci vieni a giocare a casa mia?". Senti facciamo ancora qualche domanda. Mi puoi fare una descrizione di Patrizia e di Marisa? "Non me lo ricordo, non lo so. Che ha detto il giudice? Mi ci fai parlare ancora dalle cuffiette?".

Ma Maurizio chi era? Ne hai mai sentito parlare? "Sì, lo conosco. Era quello che faceva i giochi cattivissimi. Ci faceva mettere tutti nudi nella vaschetta con l'acqua".

"Chi sono gli altri che stavano con te?" La bimba fa i nomi di altri sette bambini, tutti coinvolti nell'inchiesta.

Ma Maurizio dove stava? "Prima stava dentro un cannone, poi in un barattolo e poi in una vaschetta con l'acqua dentro".
(federica angeli)

29 luglio 2007


Fonte: La repubblica
Geneshys
00mercoledì 1 agosto 2007 19:15
Rignano, ascoltata la seconda bambina
Polemica sul metodo: "Troppa pressione"

La bimba chiama in causa due maestre. I difensori: "Le 'cose brutte' le ha solo sapute"

I legali degli indagati: "Bambina ostaggio del giudice e sottoposta a condizionamenti"



TIVOLI (Roma) - "Sono cose faticose, non le voglio raccontare. Se le sente mia madre...". Dietro queste parole si è trincerata la seconda bambina sentita nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali legati alla scuola materna di Rignano Flaminio. La piccola, quattro anni e mezzo, ha chiamato in causa due maestre della "Olga Rovere" ma ha pure sostenuto che "le cose bruttissime non le ha viste - precisa la difesa degli indagati - ma solo sentite". L'interrogatorio si è quindi risolto con una nuovo atto d'accusa alle insegnanti Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio - già citate sabato dalla prima bimba ascoltata - ma anche, come sottolineano i difensori degli indagati, con il riconoscimento che la piccola a quei "giochi cattivi" non ha partecipato, ma ne ha sentito solo parlare. Domani i periti del gip depositeranno una relazione nella quale si dirà se altri due bambini sono in grado di rendere testimonianza. E intanto è polemica sul metodo: "Il Tribunale non è il luogo adatto".

L'audizione. L'audizione di oggi nel Tribunale di Tivoli è durata un paio d'ore. Nessuna dichiarazione sconvolgente, ma un'audizione segnata da un iniziale atteggiamento di "chiusura" della bimba. Che ha accennato a "cose bruttissime avvenute all'interno della scuola, in particolare in una stanza del seminterrato dove facevamo il gioco delle statue".

Citate le due maestre. Dopo una pausa, la bambina ha aggiunto di essere stata nella casa della maestra Pucci e ha fatto riferimento a un'altra donna, la maestra Del Meglio, che "faceva cose cattive". La piccola - come la sua compagna, sabato scorso - ha risposto alle domande della neuropsichiatra Angela Gigante, perito del gip Elvira Tamburelli, la quale, tramite auricolare, ha formulato i quesiti che, da un'altra stanza, arrivavano dallo stesso gip.

Polemiche sul metodo. Giosuè Naso, difensore di Silvana Magalotti, e Roberto Borgogno, legale di Del Meglio e Gianfranco Scancarello, contestano il metodo dell'audizione. Naso denuncia che "la bimba è stata ostaggio del giudice e del perito e sottoposta a uno stillicidio di condizionamenti e suggestioni". E si dice "indignato": "Bisognerebbe porre fine all'incidente probatorio che ha il solo scopo di dare una giustificazione postuma all'inchiesta e all'ordinanza di custodia cautelare emessa inopinatamente. Un modo di procedere inaccettabile che viola la Carta di Noto". Anche per Borgogno "la bimba è stata sottoposta a un pressing e comunque ha sottolineato che le cose bruttissime non le ha viste, ma le ha sapute".

"Tribunale luogo non idoneo". Per Franco Merlino, legale di parte civile, l'esito dell'interrogatorio è stato positivo perché la bimba "ha ribadito che ci sono stati comportamenti cattivi e ha fatto i nomi di due donne". Ma, allo stesso tempo, Merlino precisa che la sede più idonea per questo genere di attività istruttorie non è il tribunale. "La bambina non esce bene da questa esperienza, i bambini non vivono bene queste situazioni". Al riguardo il suo collega Roberto Ruggiero ha aggiunto di aver presentato un'istanza al gip Tamburelli per chiedere che i successivi interrogatori di bambini si svolgano nelle loro abitazioni, in collegamento videoconferenza con giudici e avvocati. Il procuratore reggente di Tivoli, Emilio Costa, ha detto che valuterà la richiesta.

30 luglio 2007

Fonte: La Repubblica

FidelisAdmin
00venerdì 31 agosto 2007 14:42
Il collegio di esperti ha depositato la perizia. L'altra bambina non ha superato il test "Esposta a trauma di natura sessuale ma i suoi racconti sono caratterizzati da confusione"


Rignano, sarà interrogato un altro bimbo
"Con la maestra facevamo cose cattivissime"



ROMA - Potrà essere sentito dal gip di Tivoli sotto forma di incidente probatorio solo uno dei due bambini, un maschietto di 5 anni e 4 mesi, sottoposti all'indagine psicologica per verificare l'idoneità ad essere interrogati nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio. Lo ha stabilito il collegio di esperti coordinato dalla neuropsichiatra Angela Giganti nominato dal gip di Tivoli, che ieri, in procura, ha depositato la perizia.

L'altra bambina esaminata, quattro anni e sei mesi, invece non ha superato il test e non comparirà davanti al magistrato come testimone. Seppur in lei sia presente "un'esposizione ad un trauma di natura sessuale", come del resto si era evidenziato per le sue compagne di classe, già ascoltate in tribunale a fine luglio, i suoi racconti, a dire delle esperte, sono caratterizzati da confusione.

"Nel riferire eventi della sua vita quotidiana - si legge nella relazione - la bambina ha evidenziato talvolta aspetti di confusione nella contestualizzazione temporale degli eventi associata a caduta delle capacità logiche e scarsa aderenza alla realtà". Secondo i periti la bambina "ha mostrato una marcata chiusura rispetto al proprio mondo interno e una coartazione delle emozioni", pur presentando una "condizione di sofferenza psicologica acuta e segni e sintomi tipici di un disturbo post - traumatico da stress".

Nelle settanta pagine della relazione peritale si legge anche della sofferenza e del disagio del bimbo, che, dopo una iniziale reticenza, soltanto al terzo colloquio è riuscito a tirar fuori il suo dramma: "Nel bagno della scuola, con la maestra Patricia, facevamo delle cose cattivissime, dei giochi brutti". E ancora altri racconti, a dire degli esperti "verbalizzazione di contenuti riferitisi a rapporti sessuali e/o aspetti della sessualità adulta, difficilmente patrimonio dell'esperienza di un bambino di quattro anni".

Secondo gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone, che assistono come parti civili i genitori di alcuni bambini della materna Olga Rovere, "dalle conclusioni peritali emerge un'ulteriore conferma sulla bontà dell'impianto accusatorio. Purtroppo la situazione che si è delineata fa emergere ancora una volta come i bambini siano stati vittime di episodi gravissimi - hanno aggiunto gli avvocati - Anche in questi due casi le perizie escludono qualsiasi ipotesi di suggestione o racconti fantasiosi indotti da terzi". Ribadisce invece l'avvocato Giosuè Naso, difensore della maestra Silvana Magaloitti, uno dei sette indgati, "l'incapacità delle psichiatre di valutare l'idoneità, astendendosi dall'entrare nel merito della vicenda". "Ancora una volta - sottolinea il legale - invece di valutare le capacità cognitive e mnemoniche dei bimbi, si è tentato di sostituirsi alla figura del gip, ponendo domande sull'inchiesta".

La perizia depositata ieri sarà discussa il 22 settembre e in quell'occasisone il gip Elvira Tamburelli deciderà la data per l'audizione del bambino.


Fonte: La Repubblica



FidelisAdmin
00mercoledì 19 settembre 2007 09:09
Confermate le scarcerazioni per le maestre e gli indagati di abuso sessuale
Dichiarato inammissibile il ricorso del pm, dopo la richiesta in tal senso del pg

Rignano, restano liberi gli indagati
Lo ha deciso la Corte di Cassazione



ROMA - Restano in libertà i cinque indagati per i presunti abusi sessuali sui bambini dell'asilo di Rignano Flaminio. Lo ha deciso la terza sezione penale della Cassazione dichiarando inammissibile il ricorso del pm di Tivoli Marco Mansi contro la scarcerazione ordinata dal Tribunale del riesame di Roma nei confronti delle maestre Silvana Magalotti, Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, dell'autore televisivo Gianfranco Scancarello e del benzinaio Khelum Weramuni Da Silva.

Con questa decisione la III Sezione penale ha mostrato di condividere la richiesta di dichiarare inammissibile il ricorso del pm di Tivoli, formulata stamani dal sostituto procuratore generale della Suprema corte, Santi Consolo.

"Il ricorso del pm di Tivoli - spiega in una nota la Cassazione - è stato dichiarato inammissibile perchè con esso si è chiesto alla Corte di Cassazione una nuova valutazione degli indizi di colpevolezza, che il tribunale ha ritenuto non gravi, con un esame completo, giuridicamente corretto e non manifestamente illogico. Tale nuova valutazione esula dai compiti di questa Corte di legittimità". Soddisfatti i legali della difesa, secondo l'avvocato Franco Coppi: "La Cassazione ha deciso in modo impeccabile".

La richiesta del pg. La decisione della Cassazione, di fatto, conferma quanto richiesto questa mattina dal sostituto procuratore generale della Cassazione Santi Consolo. Il procuratore nell'udienza a porte chiuse, secondo quanto è trapelato, ha giudicato il ricorso inammissibile e infondato: inammissibile perché in nessun punto si citano le ''esigenze cautelari'' su cui deve basarsi l'ordinanza di custodia cautelare. Il ricorso sarebbe poi infondato perché non risponde in nessun punto alle obiezioni sollevate dal Tribunale della libertà. Gli avvocati delle difese, Franco Coppi e Giosuè Bruno Naso, si sono associati alla richiesta del pg.

Di fatto, la pubblica accusa della Cassazione, chiedendo di confermare la scarcerazione dei 5 indagati, ha sostenuto che nelle dichiarazioni dei bambini "non è stato trovato nessun elemento di riscontro tale da giustificare la misura della custodia cautelare" che il 24 aprile scorso aveva portato in carcere le cinque persone coinvolte nell'inchiesta.

18 settembre 2007

Fonte: La Repubblica


FidelisAdmin
00mercoledì 19 settembre 2007 09:19
Le testimonianze a porte chiuse dei bambini di Rignano:
quelle sollecitazioni durante gli interrogatori

"Streghe, statue e castelli neri"
Ecco l'ultima carta dell'accusa



di CARLO BONINI

ROMA - Liquidati dalla Cassazione, gli Orchi di Rignano Flaminio non ci lasceranno. Perché, ora, la storia nera della "Olga Rovere", con i bambini non ha più nulla a che vedere. Torna ad essere quel che è stata dall'inizio: affare di soli adulti, incapaci sin qui di muovere un solo passo avanti verso la verità, quale che sia. E per questo degli Orchi irrimediabilmente prigionieri.

Due documenti di 154 pagine, depositati agli atti dell'istruttoria della Procura di Tivoli, raccontano il capovolgimento. Anticipano il canovaccio dei prossimi mesi. Sono le trascrizioni delle testimonianze che il 28 e il 30 luglio due bimbe che si vogliono abusate (prime di un gruppo di dieci) affidano in un "esame protetto" al giudice dell'indagine preliminare Elvira Tamburelli, al pubblico ministero Marco Mansi, alla neuropsichiatra consulente di ufficio Angela Giganti, agli avvocati dei sette indagati, all'accusa privata delle parti civili. I ricordi delle bambine si specchiano nelle sollecitazioni degli adulti. Ora le assecondano. Ora le deludono. Ne diventano il calco emotivo. Documentano un metodo di indagine e i criteri che la governano.

28 luglio, dunque. A. (chiamiamo così la bimba) è in una stanza attrezzata del Tribunale di Tivoli. Una piccola sedia. Una lavagna. Dei fogli bianchi. Matite colorate. Peluche. Bambole. Una telecamera e dei microfoni. Accanto a lei, la sola neuropsichiatra Angela Giganti, con una cuffia che le consente di ascoltare e "mediare" le domande che il giudice e le parti, isolati in un'altra aula, rivolgeranno alla bimba.

A. ha imparato a conoscere bene la neuropsichiatra. Si sono incontrate più volte. Le ha già raccontato "tutto". Ora dovrà soltanto ripeterlo per un'ultima volta. La più importante. A. è una bimba intelligente. E ormai ha più di cinque anni. Si mette a disegnare. "Sto a fà il rossetto". "Ah, stai facendo il rossetto. E tu te lo sei messo il lucido sulle labbra? Fai vedere? È vero che ti sei messa il lucido sulle labbra?". A. risponde svogliata a domande di routine sulla sua vita familiare. Afferra il microfono e le cuffie audio della neuropsichiatra per salutare il giudice. Riprende a disegnare. Prima era un rossetto. Ora degli orecchini. La neuropsichiatra la sollecita.

"Come si chiamava la maestra?".
"Deborah".
"Deborah?".
Il nome non è congruo con il canovaccio dell'istruttoria.
"E avevi solo la maestra Deborah?".
"Due Deboreh".
"Due Deboreh?".
"Quattro Deboreh".
"Quattro maestre e tutte Deborah si chiamavano?".
"Sì, come la pecora che fa Beeh".

A. non si lascia afferrare. "Allora, quali cose si fanno a scuola? Me ne racconti qualcuna?" "Non mi va". "Ma ci vai volentieri?". "Sì". La psichiatra aumenta la pressione: "Ti ricordi che io sono la dottoressa delle cose belle e delle cose brutte? E te l'ha spiegato il giudice che è il giudice dei bambini. Spiegale quello che ti piace e non ti piace. Io me lo ricordo che ti piace il gioco del cagnolino e della tigre...".

A. comincia a ritagliare dei coriandoli. La neuropsichiatra non la molla. "Hai mai fatto giochi che non ti piacciono?". "No". Insiste, mostrandosi delusa: "Io ho l'impressione che tu al giudice non gli vuoi far sapere proprio niente di te...". Funziona. A. ora si giustifica: "È che non mi va perché sò stanca". "Lo capisco (...) Ci sono delle cose che vuoi far sapere a me?". "Sì". A. racconta di un cavalluccio a dondolo nella vetrina di un negozio. Gioca con la collana della neuropsichiatra. Poi, chiede della madre. "Devo dire una cosa a mamma". "Facciamo così. Il giudice voleva che tu le raccontassi un po' di cose della tua vita. Quando gliele hai raccontate te ne vai a casa...".

Ci siamo.
"Allora, raccontiamo una cosa brutta?".
"Sai che c'era una strega che si chiamava Patrizia?". Il nome "finalmente" collima (Patrizia Del Meglio è una delle maestre indagate). Ora A. deve soltanto essere accompagnata. Così.
"E dove stava questa strega?".
"In un castello. E c'erano tutti i bambini piccoli che non sapevano cosa fare. E c'ero pure io che le davo le tottò e non moriva perché era troppo potente e magica. Era una strega maligna che faceva male ai bambini".
"Gli faceva le punture?".
"Al culo".
"Al culo dove? Sulla chiappetta o dentro il culetto?".
"Sulla chiappetta".
"Come era questo castello?".
"Nero".
"E come ci andavate?".
"Nella macchina di Ang... Eh, cioè... no. La stavo a sbaglià. Stavo a dì Angela (...) Era di Marisa, un'altra strega uguale a Patrizia".

Anche il secondo nome (Marisa Pucci, maestra) è stato pronunciato. A., sollecitata, aggiunge dei dettagli.
"Le streghe le ho viste al castello. Marisa l'hanno trovata uccisa... I poliziotti".
Cos'è il castello? La casa di Rignano dove si ritiene che i bambini venissero abusati? O nella nuova immagine si impasta anche il ricordo dei giorni di galera delle maestre (l'hanno trovata uccisa i poliziotti...)?

La neuropsichiatra tira dritto.
"Quando ci sei andata al castello?".
"Ieri".
La risposta pone un problema.
"Come ieri? Ieri mattina, oppure tanto tempo fa? O un po' di tempo fa?". "Quando era notte".
Se "ieri" è una risposta "impossibile", "ieri notte" lo è ancor di più, perché i bambini si vogliono abusati in pieno giorno, sottratti alle loro classi durante la giornata scolastica. La neuropsichiatra lascia cadere.
"Che faceva questa strega nel castello?"
"I giochi pelushati alla patatina e al culetto. Facevano malissimo, sai?".
"E come erano? Me lo dici?".
A. mima la masturbazione.
"Eri spogliata?".
"Si".
"Tutta o un po'?".
"Spogliata tutta".
"E mentre tu facevi questo gioco, la strega Patrizia che faceva?".
"Catturava i piccoletti".

L'avvocato Carlo Taormina (parte civile): "Vorrei che si chiedesse se la bambina riesce a ricordare la strada che faceva per andare al castello, quanto tempo impiegava e se faceva anche il gioco della "patatina che fa il solletico". Se c'erano altri uomini al castello e chi erano Patrizia e Marisa".
A. non ricorda né la strada per il castello, né i suoi tempi. Dice: "Non facevo nessun altro gioco". Aggiunge: "Non c'erano altre persone grandi". Quindi torna sulla visita "fantastica" della notte appena trascorsa.

"Chi ti ha portato ieri al castello?".
"Marisa".
"E chi è Marisa?"
"La strega"
"E l'hai vista anche da qualche altra parte oltre che al castello?".
"Solo al castello".
Chi è dunque Marisa? È la maestra o no? E chi è Patrizia? La neuropsichiatra: "Pensaci bene. La strega Patrizia l'hai vista da qualche altra parte?".
"No".
"A scuola non l'hai mai vista?"
"No".

A. scalpita. "Dove l'hai comprati stì orecchini? E la collana? E il bracciale?", chiede alla psichiatra. Ma da lei vogliono ancora sapere di una piscinetta per bambini.
"Conosci un certo Maurizio?".
"Sì. Era cattivissimo. Andava dentro l'acqua del mare e stava dentro un barattoletto e rubava i gioielli al castello".
"Maurizio andava nella vaschetta?".
"No. Non è vero".
"Dov'è questa vaschetta?".
"Dentro al castello".
Il giudice interrompe. "Credo che la bimba sia "arrivata"".

Appaiono "arrivati" anche gli adulti. E lo dimostrano il 30 luglio. Tocca alla seconda bimba, chiamiamola B. Il canovaccio è identico. E identico è il contesto. Non il contegno. In aula si affaccia uno dei genitori dei bambini che si vogliono abusati. Indossa una t-shirt. Si legge: "Pedofilia". Il giudice lo sbatte fuori. Gli avvocati difensori Naso e Coppi chiedono che la psichiatra tenga le mani a posto durante l'esame ("Gradiremmo che questa volta la bambina non venisse accarezzata. Non è una seduta di psicoterapia"). Ne nasce un finimondo. E quando tocca a B., cinque anni, una maglietta con una papera e la scritta "Diva", può andare solo peggio. Anche perché quel che la bimba ha da dire rimescola le carte dell'istruttoria.

"Cosa è successo a scuola?"
"Delle cose bruttissime che io ed A. abbiamo raccontato alla mamma di A.".
"Dove?"
"In una stanza sotto la scuola, dove c'erano "le scale a mobile"".
"E dove portavano le scale mobili?"
"In una stanza in fondo, grande. Con tutte le statue".
"E come ci andavate?".
"Da soli".
"Che giochi facevate?".
"Giochi normali".
"E voi che facevate alle statue?".
"Gli davamo le botte sulla patatina".
"Ma come facevate ad andare nella stanza delle statue?".
"Ci andavamo da soli. Le statue dormivano lì".
"E dopo che succedeva?".
"Nulla. Rientravamo in classe e c'era la maestra Marisa".
"La maestra Marisa che vi insegnava?"
"Le canzoncine e i disegni".

B. chiede della mamma. E, come per A., la neuropsichiatra pone una condizione. "Tra un pochino vai da mamma, prima però il giudice voleva capire quali sono queste brutte cose". B. si mette a giocare con le bambole, parlando da sola. Gli addetti in toga non sembrano prestare alcuna attenzione. Anche se, forse, dovrebbero, dal momento che ci si interroga su quale forma di sollecitazione sessuale abbia lavorato sulla psiche dei bambini. La storia che B. racconta è quella di due sorelle (le bambole) che si contendono un marito. Il linguaggio è maturo: "Le due si rilitigavano. Lei litiga con il marito che lasciava quella nera e si prendeva la bionda. "Io non ti voglio più a te..." "Io ora vado con lei. Punto e basta". "Ti va a stare con me?" Io volevo stare un po' con lei. Sono amica. Ho fatto finta da essere il fidanzato suo. Sono sempre tuo. E ora andiamo a vestirci, amore".

Nulla scalza le statue. Di cui, però, B. improvvisamente dice di aver soltanto saputo.
"Allora, queste cose brutte sotto alla scuola, le hai viste o te le hanno raccontate?".
"Io non ho visto niente. L'ho saputo".
"E cosa hai saputo?".
"Il vento".
B. viene congedata.


19 Settembre 2007

Fonte: La Repubblica

FidelisAdmin
00mercoledì 10 ottobre 2007 12:28
Pubblicate le motivazioni con cui la Cassazione ha confermato la scarcerazione dei 5 indagati.

Vacilla il teorema accusatorio: "Non c'è armonia tra accertamenti e atrocità"


Rignano: "Bimbi suggestionati
Cercare abusi fuori dalla scuola"



ROMA - Le testimonianze dei bambini di Rignano Flaminio potrebbero essere state influenzate dalle parole dei loro genitori: "Se vi sono state violenze sessuali, potrebbero essere state commesse fuori dalla scuola". La Cassazione pubblica le motivazioni con cui il 18 settembre scorso ha confermato l'ordinanza di scarcerazione degli indagati per i presunti abusi sugli alunni dell'asilo Olga Rovere. La sentenza apre una nuova pista nella vicenda: "Allo stato delle investigazioni - scrivono i supremi giudici - se vi sono state violenze, ipotesi non scartata dal Tribunale del riesame, esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce". Per scoprire "quei giochi nel castello cattivissimo", "gli inquirenti devono seguire una pista diversa".

Vacilla il teorema accusatorio della Procura. La Cassazione non nasconde che dietro il malessere accusato dai bambini ci sia realmente stata violenza, ma non crede che gli indizi raccolti siano sufficienti a incriminare le tre maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti, Marisa Pucci, l'autore televisivo Gianfranco Scancarello e il benzinaio Kelum Weramuni De Silva.

La Cassazione smonta l'accusa. Non c'è "armonia tra gli accertamenti medici e le vere e proprie atrocità fisiche patite dai piccoli secondo il racconto dei genitori", scrive il consigliere Claudia Squassoni, giudice esperto di diritti dei minori che partecipò alla stesura della Carta di Noto. Anche il test sui capelli dei bimbi, che avrebbe dimostrato la somministrazione di sedativi, "ha valenza labile perché effettuato a distanza di molti mesi dai fatti". La descrizione dei giocattoli è generica: "Sono oggetti di uso comune, il loro riconoscimento pone margini in incertezza".

"Una grossa botta all'impianto accusatorio". Così commenta Franco Coppi, difensore di due degli indagati. Diceva l'accusa che le maestre accompagnavano i bambini da scuola a casa loro per violentarli. Replica la Cassazione: "Come giustamente dice il Tribunale, non è stato accertato che le maestre potessero uscire dall'asilo senza che la loro assenza fosse notata dal personale scolastico e a chi venivano affidati i piccoli rimasti senza assistenza". Neppure le "intercettazioni telefoniche, le perquisizioni domiciliari e gli accertamenti sui personal computer degli indagati hanno dato esito positivo".

"Suggestioni". Per giustificare le parole dei bambini, la Cassazione ha una spiegazione: sono stati suggestionati. "La possibilità che gli adulti abbiano influito con domande suggestive sulla spontaneità del racconto dei bambini - si legge - ha avuto conferma almeno in due casi, nei quali i giudici del Tribunale del riesame hanno rilevato atteggiamenti prevaricatori, precisamente nelle videoregistrazioni. I genitori, prima di parlare con le autorità, si erano più volte riuniti, confrontandosi a vicenda e anche alla presenza dei figli e questo rende le loro denunce, se non sospette, sicuramente particolari".

Maestra: "Tolto marchio infamia". "La Cassazione ha rimosso il marchio d'infamia affibbiato a tre colleghe e, con esse, a tutto il corpo docente e non docente dell'Olga Rovere. Possiamo sperare che l'incubo stia per finire". Così Fabiola Magalotti, collega delle tre maestre accusate. E il portavoce del Comitato per la difesa delle maestre della scuola: "La sentenza riconosce la bontà di due affermazioni che abbiamo fatto fin dal primo giorno: gli abusi, se ci sono stati, vanno cercati altrove e non nell'asilo, e i genitori potrebbero aver influenzato o suggerito ai bambini i racconti sui bruttissimi giochi".

Associazione genitori: "Vogliamo i colpevoli". Non si arrendono i genitori dei bambini. "I giudici hanno analizzato gli atti così come erano all'aprile del 2007. Non si sono pronunciati su quanto emerso dopo, in particolare in sede di incidente probatorio. Quindi non indietreggiamo di un millimetro". E' quanto affermano alcuni genitori dell'Agerif (Associazione genitori Rignano Flaminio), della quale fanno parte tutte le famiglie che hanno presentato denuncia sui presunti abusi. "Non cerchiamo dei colpevoli, ma i colpevoli. Se le maestre dovessero essere innocenti, bene per loro. Ma vogliamo sapere chi ha abusato dei nostri figli".



9 ottobre 2007
Fonte: Repubblica

FidelisAdmin
00mercoledì 10 ottobre 2007 12:29

"Non cerchiamo dei colpevoli, ma i colpevoli. Se le maestre dovessero essere innocenti, bene per loro. Ma vogliamo sapere chi ha abusato dei nostri figli".



Mi sembra che sia una richiesta sacrosanta!!!!

Geneshys
00giovedì 11 ottobre 2007 22:31
Una nota della Suprema Corte frena la lettura data delle motivazioni della scarcerazione degli indagati
"Dal testo nulla si può desumere sul luogo dove le denunziate violenze potrebbero essere avvenute"
Caso Rignano, la Cassazione precisa
"La sentenza non parla di abusi fuori scuola"


ROMA - La sintesi che è stata fatta della sentenza della Corte di Cassazione sul caso Rignano, secondo la quale gli abusi sui bambini non sarebbero avvenuti dentro la scuola d'infanzia Olga Rovere, è imprecisa e "priva di fondamento nel suo contenuto". Lo precisa in una nota il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone, commentando la lettura data da alcuni organi di stampa che hanno attribuito alla Suprema corte la conclusione che gli autori degli abusi sarebbero da ricercare "fuori dalla scuola".

Nella motivazione della sentenza, rileva Carbone, "si legge infatti che "se vi sono state violenze sessuali (ipotesi non scartata dal Tribunale), esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce". Nulla - conclude il primo presidente della Suprema Corte - si può desumere pertanto dalla stessa sentenza in ordine al luogo ove le denunziate violenze potrebbero essere avvenute".

Il 18 settembre la Cassazione ha confermato la scarcerazione degli indagati per i presunti abusi sugli alunni dell'asilo di Rignano Flaminio con una sentenza che è stata interpretata come un'apertura per una nuova pista nella vicenda: "Allo stato delle investigazioni - hanno scritto i supremi giudici - se vi sono state violenze, ipotesi non scartata dal Tribunale del riesame, esse sono state perpetrate con modalità differenti da quelle riferite nelle denunce". Per scoprire "quei giochi nel castello cattivissimo", "gli inquirenti devono seguire una pista diversa".

In molti hanno visto così vacillare il teorema accusatorio della Procura. La Cassazione non nasconde che dietro il malessere accusato dai bambini ci sia realmente stata violenza, ma non crede che gli indizi raccolti siano sufficienti a incriminare le tre maestre Patrizia Del Meglio, Silvana Magalotti, Marisa Pucci, l'autore televisivo Gianfranco Scancarello e il benzinaio Kelum Weramuni De Silva.

10 ottobre 2007
Fonte; La Repubblica
FidelisAdmin
00mercoledì 5 dicembre 2007 18:49
La richiesta della Procura sarà valutata da un giudice e da una neuropsichiatra
Attendono di essere ascoltati altri 19 ex scolari della Olga Rovere

Rignano, inchiesta presunti abusi sessuali
Il pm chiede l'audizione di altri tre bambini



ROMA - Altri tre bambini, oltre ai 19 dei quali è già stata disposta l'audizione, potrebbero essere ascoltati nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni dei piccoli della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. A chiedere al gip di Tivoli Elvira Tamburelli che vengano sentiti i tre bambini, previa indagine psicologica sulla loro capacità di testimoniare, è stato il pm Marco Mansi.

Degli 19 bambini per i quali era stata decisa l'audizione, ne sono stati sentiti finora tre sui quattro già esaminati dalla neuropsichiatra infantile Angela Gigante. I tre, secondo le parti civili, hanno lanciato accuse alle maestre Patrizia Del Meglio e Marisa Pucci, due dei sette indagati, mentre per i difensori degli accusati si è trattato di racconti fantasiosi, contraddittori e privi di riscontri. Il quarto minore sottoposto a indagine psicologica, una bambina, non è stata ritenuta idonea ad essere sentita.

Intanto sulla vicenda dei bambini di Rignano Flaminio è intervenuta una decisione del giudice civile che vieta la vendita del libro intitolato Ho visto l'uomo nero scritto da Claudio Cerasa. "Il libro ripercorre la vicenda in modo fazioso ed offensivo - dicono gli avvocati delle famiglie degli scolari - riporta i nomi dei genitori dei bambini. Si tratta di un comportamento inammissibile che viola i diritti dei minori".

Fonte: La repubblica
5 dicembre 2007
FidelisAdmin
00giovedì 13 dicembre 2007 17:07
Rignano, il Ris "scagiona" le maestre

Un legale della difesa: non sono stati trovati né dna né impronte dei bambini sull'auto delle insegnanti



ROMA - Nessun reperto sia dal punto di vista del Dna sia dal punto di vista delle impronte digitali, attribuibile ai bambini vittime dei presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio, è stato trovato dai carabinieri del Ris sui peluches e nell'auto di due delle maestre indagate dalla procura di Tivoli. È quanto emerge dalla perizia depositata oggi dagli stessi carabinieri del Ris al gip del Tribunale di Tivoli.

MILLE PAGINE - Nelle oltre mille pagine della perizia svolta dai carabinieri del Ris di Messina, secondo quanto riferito dall'avvocato Roberto Borgogno, uno dei difensori degli indagati Gianfranco Scancarello, autore tv, e della moglie Patrizia Del Meglio, maestra della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio, si afferma che non vi sono elementi che fanno risalire ai bambini ritenuti sessualmente abusati le tracce biologiche ricavate dai peluches sequestrati nella abitazione della Del Meglio e nell'auto di Marisa Pucci, altra maestra finita sotto inchiesta. «È uno zero assoluto - ha detto Borgogno - dal punto di vista dell'accusa».

Fonte: Il corriere
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