Libero dopo tre violenze: stupra una bimba di 4 anni

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Cobite
00domenica 17 febbraio 2008 14:54
Agrigento. Durante l’arresto il comandante ha dovuto calmare i militari inferociti
Libero dopo tre violenze stupra una bimba di 4 anni
L’aveva portata con sé a firmare il registro dai carabinieri

AGRIGENTO — Nonostante avesse già stuprato tre bambine, in carcere c’è rimasto meno di un anno. Tornato in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare aveva solo l’obbligo di firma presso la stazione dei carabinieri. E qui, nel giorno di San Valentino, si è presentato tenendo per mano una bambina di appena quattro anni che, subito dopo aver lasciato la caserma, ha ripetutamente stuprato. Una storia al limite dell’incredibile quella che arriva da Agrigento. Protagonista un pizzaiolo di 45 anni, Vincenzo Iacono, lontano parente della sua ultima vittima che attualmente è ancora ricoverata all’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento.

I carabinieri lo hanno arrestato il giorno dopo la violenza. La rabbia dei militari era tale che si è temuto che qualcuno volesse utilizzare le maniere forti già al momento della cattura. Davanti alla pizzeria di Iacono si sono infatti presentati oltre cinquanta carabinieri, compreso qualcuno che non era in servizio. Per evitare che la situazione potesse degenerare è dovuto intervenire personalmente il comandante della compagnia di Agrigento colonnello Mario Di Iulio. A sconcertare i militari, che probabilmente sono stati assaliti anche dai sensi di colpa per non essersi insospettiti nel vedere uno stupratore incallito tranquillamente in compagnia di una bambina, sono stati i particolari della violenza. La ginecologa dell’ospedale di Agrigento ha detto che «la bambina porta sul corpo i segni non di molestie ma di una violenza brutale e animalesca». In evidente stato confusionale era stata lei stessa a raccontare ai genitori quel che aveva dovuto subire. «Mi ha fatto tanto male», ha detto in lacrime.

La violenza si sarebbe consumata sull’automobile di Vincenzo Iacono che subito dopo aver firmato il registro dei carabinieri si è appartato in una zona di campagna. Al rientro a casa i genitori hanno capito subito che era successo qualcosa. La bambina era come assente, irrigidita, i pugni serrati e il viso tirato. Per alcuni minuti è rimasta chiusa nel silenzio poi, di fronte alle insistenze della madre, ha cominciato a raccontare ogni minimo particolare. E in ospedale i medici hanno constatato che era tutto vero. Non è escluso che in passato Iacono avesse già abusato della bambina. La madre si fidava di lui che, tra l’altro abita nello stesso stabile.

L’uomo andava a lavorare la sera dunque il resto della giornata restava in casa e si offriva per tenere la bambina. Giovedì le aveva detto: «Perché non mi fai compagnia? Debbo solo passare dai carabinieri e poi facciamo una passeggiata in macchina». La piccola lo aveva seguito senza immaginare a cosa stava andando incontro. Iacono 4 anni fa aveva stuprato tre sorelline di Aragona, una di 11 anni e due gemelle di 8. Anche in quel caso si trattava delle figlie di una coppia che l’uomo frequentava. Arrestato, era rimasto in carcere per meno di un anno, fino al marzo 2005. Scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare era stato comunque condannato a 6 anni e 4 mesi ma non era tornato in cella perché intanto aveva presentato appello. Si era dunque trasferito ad Agrigento, dove aveva aperto una pizzeria ed era stato abile a non far trapelare nulla del suo passato.

Alfio Sciacca
17 febbraio 2008

http://www.corriere.it/cronache/08_febbraio_17/agrigento_stupro_bimba_quattro_anni_aa3d03ac-dd39-11dc-b8e1-0003ba99c667.shtml



Cobite
00domenica 17 febbraio 2008 15:11

Complice dello stupratore una giustizia profondamente ingiusta, permissiva, tollerante e in ritardo.
Complice di chi ha stuprato sono coloro che hanno visto e hanno taciuto. Qui qualche carabiniere dovrebbe andarsene!!!

Ritengo inutile ogni discorso fintanto si permette ai delinquenti di godere di ogni permissivismo, di ogni ritardo e ogni condono, amnistia ed indulto....
La colpa di questo stupro, come di tantissimi altri delitti, è dichi ha pietà dei violenti e se ne frega delle vittime.

[SM=g27996] Giancarlo
FidelisAdmin
00domenica 17 febbraio 2008 16:14
Caro amico la tua rabbia è la rabbia di tutti coloro che leggono con profondo sdegno il marcio della legislazione italiana in materia di violenze e sicurezza!
Siamo di fronte, per l'ennesima volta, ad un gravissimo episodio di mala giustizia che riapre ferite non ancora emarginate di milioni di vittime, siano esse maggiorenni che minorenni!
La cosa che trovo sconcertante è come si possa permettere ad un uomo che stupra tre minorenni a presentare appello e cosa ancor più grave lasciarlo libero... Il mostro non è soltanto chi arreca il danno, ma anche chi gli permette di compiere tale danno!

Condannato solo a 6 anni per aver distrutto per sempre la vita di tre piccoli innocenti,loro SONO STATI CONDANNATI A VITA!, si perchè parliamone chiaro in loro vivrà sempre il dramma e la sofferenza per una violenza che le ha catapultate nella disperazione... Ci vogliono anni, un durissimo e lunghissimo lavoro di operatori esperti per poter ridare un minimo di speranza e serenità a questi bambini, e lui nel frattempo sarà nuovamente libero di sfogare la sua animalesca attitudine!

Si trasferisce tranquillamente ad agrigento e non viene minimamente seguito da chi dovrebbe tenerlo sottocontrollo, a tal punto di presentarsi alla stazione dei carabinieri con una bambina e non destar sospetto! Hanno poco da rimproverarsi le forze dell'ordine, vi è un buco nero, spessissimo, nel loro operato che non tiene conto quasi mai di tutte quelle segnalazioni attendibili e lasciate inascoltate!

Vi sono delitti contro la persona che andrebbero condannate soltanto con l'ergastolo a vita, questo di cui parla l'articolo è uno di questi casi! Troppo permissivismo, troppa apertura e tutela verso il carnefice e totale dimenticanza di chi subisce, muore e non sperimenta neanche un minimo di giustizia.

Domani sarà tutto dimenticato con la gioia di chi contiuerà a daR voce alle proprie MOSTRUOSE attitudini...

Ricordate?:


Giovanna Reggiani è morta, partono le espulsioni. Gli elenchi dei rumeni indesiderabili sono già stati compilati nelle questure di Roma, Milano, Napoli, Torino, Firenze. Pronti per essere firmati dai prefetti che da ieri, quando il presidente Napolitano ha firmato il decreto (che oggi sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale), hanno acquisito il potere di espellere "per motivi di pubblica sicurezza" i cittadini comunitari che "hanno compromesso la tutela della dignità umana o dei diritti fondamentali della persona o l'incolumità pubblica". In una parola, come recita il decreto varato dal governo dopo l'aggressione alla Reggiani, si tratta di quanti hanno rotto le regole "dell'ordinaria convivenza".

Fonte: la repubblica, 2 Novembre 2007



Avete forse avvertito la stessa mobilitazione in questo caso? No, macchè... Sono riusciti soltanto a varare una mostruosità giuridica e demagogica senza minimamente confrontarsi con con il problema reale delle violenze di genere! VERGOGNA!

SVEGLIAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Saluti
Gae




rayman.M
00domenica 17 febbraio 2008 18:20
Dati allarmanti, in continuo aumento.(AGENZIA GRT) - Nel mondo ogni anno vengono violentate 150 milioni di bambine. E' scioccante il quadro dipinto dal rapporto dell'Onu sulla pedofilia come abuso socialmente accettato o persino legale, direttamente richiesto dal segretario generale Kofi Annan, il quale ha suggerito ad ogni Paese di adottare misure specifiche.

E succede anche questo:

Joseph C. è padre di 4 figli. Ma è anche un pedofilo. Per 5 anni, fino a quando non è stato arrestato ha abusato della propria figlia.
La bambina si è impiccata prima del processo: aveva 10 anni.
L’uomo è stato condannato all’ergastolo.
Il suicidio è spesso visto come una fuga, da una triste realtà. Fuga dal dolore. Fuga dal non essere creduti. Fuga dalle violenze. Aggravante da mettere nel conto dei predatori di bambini.
(da Prometeo)
[SM=g27996]
Lilli66
00domenica 17 febbraio 2008 19:29
Caro Giancarlo,
non sono daccordo con te: qui i carabinieri non c'entrano proprio nulla, è la legge e l'applicazione della legge che ha permesso questo.
Da soli, i carabinieri non potevano certo violare la privacy e la libertà di una persona cui non le forze dell'ordine ma un intero ordinamento giuridico permette di circolare liberamente e di fare nuovamente del male.
Ti immagini se i carabinieri, vedendo quel tipo presentarsi con una bambina per mano, avessero fatto qualcosa, anche solo delle domande? Sappiamo bene come sarebbe andata a finire: avrebbero magari passato un guaio per abuso di potere e per mille altre violazioni.
Se non sono previste limitazioni nella libertà e nella privacy di questi delinquenti, se una legge assurda permette che per scandeza dei termini un criminale possa andarsene in giro, le forze dell'ordine non possono fare proprio nulla.
Quello che mi stupisce è come dei genitori possano affidare la propria figlia ad un uomo dal passato così pesante. Probabilmente lo ignoravano, non posso pensare altro.
Cosa aggiungere...so di dire qualcosa di schifoso e di qualunquista, ma se i nostri governanti pensano che le priorità dei cittadini siano cose come "la legge elettorale" (che interessa loro stessi e le loro poltrone e non certo noi) e non il poter vivere in modo sicuro, sereno e dignitoso in un Paese civile, non so proprio come simili problemi verranno mai affrontati e risolti.
Ciao a tutti,
L.
FidelisAdmin
00domenica 17 febbraio 2008 23:30
Lilli perdonami ma non sono daccordo... Seppur ammetto che spesso hanno le mani legate in quanto sottoposti agli ordini della magistratura è pur vero che spesso sono troppo leggeri nell'affrontare i casi di violenza...

L'altra volta io, Ines e Giuseppe siamo stati alla stazione dei carabinieri per segnalare un accaduto... Alla fine siamo usciti sconcertati, e abbiamo realizzato quanto dolore si aggiunga nella donna, che si presenta i caserma, a quello della violenza subita di fronte a una leggerezza e una mancanza di sensibilità che potrebbero spiazzare chiunque... se ci siamo sentiti noi così, pensa come possa sentirsi una donna che sporge denuncia!

L'errore amica mia sta nel fatto che quest'uomo se ne è andato liberamente dal suo paese senza che le forze dell'ordine comunicassero ai colleghi del paese di destinazione la presenza di un uomo PERICOLOSO e ancora in attesa di giudizio da parte della magistratura! Stanno li a vigilare o cosa????

Per quanto concerne i genitori che hanno affidato la bambina credo che non ne sapessero nulla e comunque se l'hanno affidata a quest'uomo vuol dire che costui si era costruito una buona reputazione nel frattempo, non vedo altre spiegazioni se non la totale strafottenza della famiglia, ma non voglio pensare che sia così!

Un abbraccio
Gae

keridwen.
00lunedì 18 febbraio 2008 09:09
Re:
FidelisAdmin, 17/02/2008 23.30:

Lilli perdonami ma non sono daccordo... Seppur ammetto che spesso hanno le mani legate in quanto sottoposti agli ordini della magistratura è pur vero che spesso sono troppo leggeri nell'affrontare i casi di violenza...

L'altra volta io, Ines e Giuseppe siamo stati alla stazione dei carabinieri per segnalare un accaduto... Alla fine siamo usciti sconcertati, e abbiamo realizzato quanto dolore si aggiunga nella donna, che si presenta i caserma, a quello della violenza subita di fronte a una leggerezza e una mancanza di sensibilità che potrebbero spiazzare chiunque... se ci siamo sentiti noi così, pensa come possa sentirsi una donna che sporge denuncia!






Certo, è così ed è per questo che una donna esita parecchio prima di chiedere aiuto.
Troppo spesso alla fine decide di cercare di resistere da sola.
Possono anche comparire leggi ottime, ma lei correrà sempre il rischio di essere trattata con sufficienza, incredulità, quando poi non viene addirittura giudicata male lei stessa.

Ecco perchè occorre far emergere il più possibile la verità dei dati e la cautela sull'allarmismo è pericolosa più dell'allarmismo.
Vi riporto questo:

(http://www.cadom.it/Cadom%20Il%20notiziario2.htm)
Conglobando i dati così raccolti con quelli che il C.A.DO.M. ogni anno registra, è emerso che il maltrattamento sulle donne è molto più diffuso di quanto venga percepito

Praticamente viene ancora percepito troppo poco.
Ovviamente lo percepiscono così gli uomini che lo negano.
Troppi ancora lo negano o lo minimizzano.
Una donna sa benissimo di trovarsi in mezzo a un'atmosfera di questo genere, e quindi fatica molto di più ad ammettere di subire.

La PERCEZIONE del fenomeno è importantissima, per tutti.
Ci sono aggressori che mantengono la testa alta e si sentono sicuri, troppo sicuri di cavarsela, anche perchè fanno leva sulla paura di una vittima che ancora oggi deve faticare per essere creduta e per non essere scambiata per un'adescatrice di facili costumi.

Figuriamoci poi con i bambini... bisogna trovare il coraggio di ammettere che la situazione sta diventando grave.
E mentre si chiede di riscrivere le leggi, bisogna anche lavorare sulla mentalità comune, sulla percezione del fenomeno, che non è di poca importanza per gli atteggiamenti che la vittima e l'aggressore si troveranno intorno.

(Gaetano, se è stata una scorrettezza riportare qui il link del Cadom, toglilo tu e scusami)




Lilli66
00lunedì 18 febbraio 2008 10:12
Caro Gae,
hai ragione, è verissimo che molte volte la violenza di genere è sottovalutata e le richieste di aiuto vengono ignorate e soffocate proprio da chi dovrebbe invece racoglierle. Non soltanto le forze dell'ordine ma anche a volte i medici del pronto soccorso e altri operatori.
Ed è verissimo anche quello che giustamente ricorda Keridwen, e cioè che la donna che denuncia una violenza per prima cosa si trova ad essere lei stessa oggetto di giudizio, cosa che si traduce in una ulteriore violenza.
Però, nel mio post precedente, volevo sottolineare che il problema principale sta a mio avviso nelle leggi e nell'applicazione delle leggi, perchè è questo che crea il "quadro", il contesto nel quale poi le forse dell'ordine e gli operatori agiscono e se questo "contesto" è chiaramente e inequivolcabilmente volto alla condanna e alla prevenzione delle violenze sui minori e delle violenze di genere, allora forze dell'ordine e operatori hanno sicuramente molti meno alibi per non agire e molti più incentivi ad agire, invece, in modo efficace e rapido, senza aver paura di "passare un guaio".
Io personalmente credo molto nel garantismo: la presunzione di innocenza è a mio avviso un elemento di grande importanza nel nostro ordinamento giuridico, così come la tutela della libertà personale e della privacy. Sono tutte cose sacrosante, ma la questione è che cozzano con le esigenze di sicurezza e questo avviene sia a causa dei vuoti e delle lacune legislative sia per la lentezza spaventosa del sistema giudiziario.
La presunzione di inocenza ha senso se il processo è ragionevolemente breve: non se dura quasi quasi quanto l'intera esistenza di un possibile reo...!
Ciao a tutti,
L.
keridwen.
00lunedì 18 febbraio 2008 13:26
Re:
Lilli66, 17/02/2008 19.29:

Caro Giancarlo,
non sono daccordo con te: qui i carabinieri non c'entrano proprio nulla, è la legge e l'applicazione della legge che ha permesso questo.



Sì, ma il carabiniere è il primo che la donna incontra.
Il suo atteggiamento conta molto.
Se riesce a deludere perfino persone di una organizzazione che accompagna lì una donna....

La prima cosa che pensa una donna, in quel modo, dopo tutto il coraggio che ha cercato di raccogliere per presentarsi in una caserma, è che ha sbagliato ad andarci e deve cercare di non rifare più lo sbaglio.

Che senso ha perfino lo spot televisivo che invita a denunciare?
Se proprio un carabiniere non riesce a usare un minimo di buon senso, in un caso come quello, che almeno la prima accoglienza di una donna in quelle condizioni, venga fatta da un carabiniere donna....

La legge, per esempio, dice che il medico di un pronto soccorso deve segnalare i casi di violenza.
Lo dice già, qui la legge esiste già.
Io non lo sapevo nemmeno, mi sono trovata con un gomito rotto (non per colpa di un uomo) e il medico ha anche insistito per sapere se me lo ero rotto da sola.
Ha fatto il suo dovere.
E' questa, la legge, ma quanti medici fanno il loro dovere?

Però medici, infermieri, carabinieri, oltre ad applicare le leggi devono mettere un minimo di umanità nel loro lavoro quotidiano.

Conta molto che il maggior numero di uomini possibile capisca che deve proprio cambiare l'aria intorno a noi, l'atmosfera.
E diminuiranno i medici e i carabinieri che accoglieranno male una donna.
Deve crescere il rispetto, senza quello una donna non ci arriverà nemmeno, a farsi difendere da una legge, cercherà ancora di nascondersi e di stare lontana da caserme e ospedali.

Laura
FidelisAdmin
00lunedì 18 febbraio 2008 14:56

Io personalmente credo molto nel garantismo: la presunzione di innocenza è a mio avviso un elemento di grande importanza nel nostro ordinamento giuridico, così come la tutela della libertà personale e della privacy.



Vedi cara Lilli essere garantisti non siglifica piegarsi al perbenismo ne tanto meno al permissivismo eccessivo.
In questo caso l'uomo è stato condannato a 6 anni (pochi a mio avviso, dopo quello che ha fatto) e pertanto ritenuto COLPEVOLE, che poi ci sono altri due gradi di giudizio, appello e cassazione, ciò non toglie che ci troviamo di fronte allo strupro di tre bambini, non un caso di furto che per quanto contro legge rispetto alla violenza appare una banalità! Ci troviamo di fronte ad un elemento PERICOLOSO, con seri problemi psicologici che mettono in chiara evidenza come possa reiterare nuovamente un reato di stupro o violenza, infatti l'ha replicato! Pertanto va FERMATO!!!

Qui non siamo di fronte soltanto alla delinquenza ma a problemi psicologici gravi che meritano molta più attenzione da parte delle autorità... Il pentimento non rientra tra coloro che per un vizio patologico danno sfogo a ciò che non sanno controllare!

In conclusione possiamo sfornare centinaia di opinioni, ma alla fine quello che conta o ahimè non conta (per alcuni) è il danno perenne che questi bambini stanno sperimentandoo sulla loro pelle!

Un abbraccio
Gae






Lilli66
00lunedì 18 febbraio 2008 15:26
si, è vero. hai ragione.
sei anni per un reato così è ridicolo.
offensivo.
e' vero, sono reati che uccidono chi li subisce, nel caso di bambini sono vite spezzate, e come tali questi reati dovrebbero meritare pene molto più severe.
e soprattutto pene CERTE, non scritte sulla sabbia
FidelisAdmin
00lunedì 18 febbraio 2008 19:43
Agrigento, il pedofilo confessa:
«È stato un raptus e l'ho violentata»
Iacono resta in carcere: già arrestato nel 2004, è accusato di aver abusato di una bimba di 4 anni



AGRIGENTO - Vincenzo Iacono resta in carcere. Dopo l'interrogatorio, che si è svolto alla presenza del legale dell'indagato Raimondo Cipolla e del pm Adriano Scudieri, il gip del Tribunale di Agrigento, Walter Carlisi, non ha convalidato il fermo del pizzaiolo di 45 anni, ma ha comunque applicato la misura della custodia cautelare in carcere come ha richiesto il pm. «È stato un raptus e l'ho violentata» avrebbe ammesso Iacono davanti al gip dopo un interrogatorio durato tre ore e mezza. Circostanza questa non confermata dal legale dell'uomo, l'avvocato Cipolla (audio). Nella sua confessione l'uomo avrebbe fornito anche particolari che gli inquirenti definiscono «raccapriccianti». Iacono resta in isolamento in carcere per evitare che possa essere vittima di violenze da parte di altri detenuti.

GIUDIZIO IMMEDIATO - La Procura di Agrigento ha intanto inviato al Ris di Messina diversi reperti che sono stati messi sotto sequestro ed è stato prelevato il Dna di Iacono. Secondo il legale dell'uomo, Raimondo Cipolla, è possibile che venga scelto il giudizio immediato. Si tratta di un rito speciale che consente di saltare il passaggio dell'udienza preliminare quando vi sono elementi probatori oggettivi che rendono scontato il rinvio a giudizio. «Il fermo del mio assistito - precisa - non è stato convalidato dal gip perché non c’erano i presupposti, in quanto non si è dato alla fuga, ma è stata applicata la misura cautelare in carcere a causa dei precedenti dell’indagato. Iacono non vuole nascondere nulla di quelli che sono i fatti. Non si dichiara innocente né noi vogliamo assumere una linea difensiva inutile, visto che ci sono degli elementi probatori». Iacono sarà interrogato nuovamente in carcere giovedì alle 17.

LA VICENDA - Il pizzaiolo, che era stato arrestato nella notte tra venerdì e sabato dai carabinieri con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una bambina di 4 anni, aveva precedenti per lo stesso reato. Nel 2004 era stato fermato per violenza nei confronti di una bimba di di 11 anni e di due gemelline di 8 anni; nel 2005 era stato scarcerato ed era sottoposto all'obbligo di firma pur avendo subito una condanna in primo grado a sei anni e quattro mesi di reclusione. Nonostante questo, si era presentato ai carabinieri accompagnato proprio dalla bambina che poi ha subito gli abusi. È stata la madre della piccola a denunciare l'accaduto ai carabinieri dopo che la piccola tra le lacrime le ha raccontato tutto. I genitori della vittima hanno affermato di essere a conoscenza delle passate vicende giudiziarie di Iacono, aggiungendo però di essere convinti che fosse innocente.

LA MADRE TESTIMONE - Non solo. La madre della bambina era stata sentita, come persona informata sui fatti, dal sostituto procuratore Scudieri che stava indagando sulla vicenda delle tre bambine di Aragona vittime del piazzaiolo. In quella fase la donna, che è nipote di primo grado dell'indagato, avrebbe difeso l'uomo sostenendo la sua integrità morale ed escludendo che potesse essersi macchiato di un gesto così grave. Anche il nonno della bambina aveva escluso in quella fase che il pizzaiolo potesse avere abusato delle bambine.


18 febbraio 2008
Fonte: Il corriere


FidelisAdmin
00lunedì 18 febbraio 2008 19:49
La dura reazione di Veltroni. "Del tutto inaccettabile": queste le prime parole del candidato premier del Pd. "Non e' possibile - ha proseguito - che chi ha compiuto un reato e lo ha reiterato, soprattutto un reato di questa assoluta disumanità, possa continuare a compierlo. Penso che chi ha avuto una condanna anche al primo grado di giudizio per un reato di questo tipo dovrebbe stare almeno agli arresti domiciliari. Credo che per questo tipo di reati le pene debbano essere inasprite: ci vuole la mano dura dello Stato. Mi auguro che presto in Parlamento possano essere approvate norme più severe contro la pedofilia".

giangi53
00martedì 19 febbraio 2008 17:11

Il mostro non è soltanto chi arreca il danno, ma anche chi gli permette di compiere tale danno!



Queste parole dicono bene la gravità della situazione.
Come è mai possibile che dopo accertata responsabilità per reati vi siano possibilità di ridurre a farsa la pena da scontare. Mi chiedo, e faccio fatica a capire, come sia possibile che chi si è macchiato di gravi reati si trovi a scontare una pena che è una burla. Credo che anche chi deve giudicre abbia perso di vista un criterio di valutazione della gravità dei reati. A me, che sono un profano, il tutto sembra fatto con pressapochismo. Io una cosa sò e la deduco dall' esperienza: un figlio quando sbaglia lo sa, e si aspetta un castigo, non perché sia masochista ma perché lo sente come un mezzo per redimersi. Ora stiamo cancellando questa coscienza che è quella che ci può salvare. La pena ha un valore educativo, ma per essere tale deve essere fatto rispettare, altrimenti perde il suo valore.
Per cui chiederei a chi è addetto a decidere abbia ben chiaro il ruolo che gli compete. Punire per recuperare, ma per essere efficace deve ferlo rispettare. Un saluto -gian-
keridwen.
00mercoledì 20 febbraio 2008 10:59
Re:
giangi53, 19/02/2008 17.11:


Credo che anche chi deve giudicre abbia perso di vista un criterio di valutazione della gravità dei reati. A me, che sono un profano, il tutto sembra fatto con pressapochismo. Io una cosa sò e la deduco dall' esperienza: un figlio quando sbaglia lo sa, e si aspetta un castigo, non perché sia masochista ma perché lo sente come un mezzo per redimersi. Ora stiamo cancellando questa coscienza che è quella che ci può salvare. La pena ha un valore educativo, ma per essere tale deve essere fatto rispettare, altrimenti perde il suo valore.
Per cui chiederei a chi è addetto a decidere abbia ben chiaro il ruolo che gli compete. Punire per recuperare, ma per essere efficace deve ferlo rispettare. Un saluto -gian-



Infatti, è per quello che non basta la legge: i giudici hanno sempre un margine entro il quale muoversi per diminuire o aumentare la pena.
La legge di solito definisce i minimi e i massimi.

Ma se una vittima è sfortunata, e capita con un giudice di mentalità, diciamo così, un po' arretrata e chiusa, per lei è un guaio.
Soprattutto se non ha possibilità economiche sufficienti ed è costretta ad affidarsi a un avvocato d'ufficio, che magari, pure lui, ha la mentalità di quel tipo.

Anche in questo, la mentalità in generale, dell'ambiente circostante, può influire e può spingere un uomo che giudica o che difende in una causa, a comportarsi meglio.
Quindi mentre si chiedono, ed è giusto esigerle, leggi più giuste ed efficaci, occorre ricordarsi del lavoro paziente e continuo sui cervelli della gente che ci sta intorno.
E' di nuovo la questione della prevenzione, che si sa quanto è più efficace dei rimedi.

La vittima che ancora fatica a difendersi e si nasconde, purtroppo spesso, molto più spesso di quanto si pensa, sentirà molto più coraggio nel denunciare e nel rivendicare i suoi diritti.
Chi non è mai stata vittima, avrà meno probabilità di diventarlo.

Nella difesa dei bambini tutto questo è ancora più importante e ricordiamoci sempre che anche se un bambino non viene abusato direttamente, il figlio di una donna maltrattata porterà sempre dentro di sè segni dolorosi.

keridwen.
00mercoledì 20 febbraio 2008 12:47
pedofilie
Io comunque sono rimasta allibita per una cosa accaduta ai tempi della sparizione dei due fratellini di Gravina di Puglia.

Non ne ho la certezza, ma mi sembra che avessero arrestato solo in quell'occasione un uomo che già da prima era conosciuto in tutto il paese come molestatore di bambini.
Come fa un paese intero a comportarsi così?
A mantenere sospetti su un uomo senza chiedere che venga indagato bene? Com'è possibile?
Allora se non fossero spariti quei due bambini avrebbe continuato tranquillo a fare quello che voleva?

Non so, forse avevo capito male io come stavano le cose, a questo punto lo spero.
Cobite
00mercoledì 20 febbraio 2008 18:08
Re:
Lilli66, 17/02/2008 19.29:

Caro Giancarlo,
non sono daccordo con te: qui i carabinieri non c'entrano proprio nulla, è la legge e l'applicazione della legge che ha permesso questo.




Cara Lilli, probabilmente il carabiniere di turno (che poi uno ce ne sta)non conosceva neppure i precedenti del pazzo. Perchè quello è pazzo e alla fine non subirà condanne e sarà lasciato libero di violentare ancora.
I carabinieri sono anch'essi persone e come tali hanno le loro disattenzioni e commettono i loro errori o come probabilmente in questo caso, non sono informati.
Sono convinto che se in caserma avesse incontrato qualcuno a conoscenza della sua condanna quanto meno l'avrebbero seguito ed anche interrogato. Lo possono fare loro.
Assolutamente inconcepibile, invece, che la mamma fosse al corrente delle accuse verso il parente e abbia lo stesso consegnato la bambina al pazzo.
Non mi pare giusto che la madre se la debba cavare senza neppure un periodo di osservazione negli appositi istituti per valutare se è in grado di seguire o meno la bambina.

Che mondo! [SM=g27992]

Giancarlo
Cobite
00mercoledì 20 febbraio 2008 18:44
Re:

La dura reazione di Veltroni. "Del tutto inaccettabile": queste le prime parole del candidato premier del Pd. "Non e' possibile - ha proseguito - che chi ha compiuto un reato e lo ha reiterato, soprattutto un reato di questa assoluta disumanità, possa continuare a compierlo. Penso che chi ha avuto una condanna anche al primo grado di giudizio per un reato di questo tipo dovrebbe stare almeno agli arresti domiciliari. Credo che per questo tipo di reati le pene debbano essere inasprite: ci vuole la mano dura dello Stato. Mi auguro che presto in Parlamento possano essere approvate norme più severe contro la pedofilia".







Il discorso sta proprio qui.
Che senso ha fare un processo di primo grado se poi non conta nulla?
Basta un ricorso qualsiasi e tutto slitta verso la scadenza dei termini, gli arresti domiciliare o l’obbligo di firma in cui il delinquente prova a procurarsi i soldi per pagare gli avvocati.

Poi accade che un giudice di primo grado non se ne importi granché e condanni senza manco ascoltare la difesa, tanto poi c'è l'appello...
Poi accede che l'appello non se ne importi granché, ed assolvi il tipo, tanto poi c'è l 'appello dell'appello. Arriva di nuovo davanti al giudice una montagna di carte fatte a tavolino, ma non ha tempo di leggerle perchè ci sono milioni di ricorsi che dicono e trascrivono le cose più incredibili...

Allora si fanno gli sconti di pena a chi confessa, a chi patteggia, e per chi viene condannato c'è l'indulto di tre anni permanente.

Gli arresti domiciliari?
Cioè,per chi non lo sapesse, a casa loro o più facilmente in un mega-appartamento in affitto dove non pagano l'affitto e neppure spese condominiali tanto loro non possono essere sfrattati in quanto il giudice ha eletto quel luogo a prigione di lusso. E chi se li trova vicini di appartamento deve pagare anche per lui...

E' giustizia questa?

Veltroni dice ...
Ma chi ha fatto l'indulto di tre anni?
E d'altra parte chi ha depenalizzato i reati penali di cui era imputato lui o i suoi amici? E ancora chi ha portato a due anni la condanna prima che questa sia effettivamente eseguibile?
Già! Siamo in campagna elettorale e parlano come se mai e poi mai loro fossero stati al governo, e corrono a chiedere anche i voti di quelli svendendo la loro dignità.

Che mondo!

[SM=g27992] Giancarlo


rayman.M
00mercoledì 20 febbraio 2008 21:30
Re:
Cobite, 17/02/2008 15.11:


Complice dello stupratore una giustizia profondamente ingiusta, permissiva, tollerante e in ritardo.
Complice di chi ha stuprato sono coloro che hanno visto e hanno taciuto. Qui qualche carabiniere dovrebbe andarsene!!!

Ritengo inutile ogni discorso fintanto si permette ai delinquenti di godere di ogni permissivismo, di ogni ritardo e ogni condono, amnistia ed indulto....
La colpa di questo stupro, come di tantissimi altri delitti, è dichi ha pietà dei violenti e se ne frega delle vittime.

[SM=g27996] Giancarlo


ciao scusa non sono riuscito a capire il passaggio dove dici che qualche carabiniere dovrebbe andarsene.
Tra le varie leggi leggi in vigore te ne cito alcune
Breve carrellata sulle leggi europee anti - pedofilia.

L’Unione Europea non ha mai legiferato sulla pedofilia, pertanto ogni singolo stato membro ha una sua personale normativa.
In Svezia, ad esempio, chi abusa di un minore rischia da 2 a 6 anni: se c’è una aggravante (età inferiore ai 14 anni; rapporto di dipendenza tra abusato ed abusante, ovvero tra parenti o tra insegnante ed allievo) diventa dai 4 ai 10 anni.
In Germania è sempre illegale il sesso con gli under 14, mentre va accertato che ci sia consenso tra i 14 ed i 18 anni.
Più dura la risposta francese:
l’abuso su un minore in Francia è punito con 15 - 20 anni in media di carcere.
Altri paesi mancano invece ancora di norme base.
Ad esempio l’Ucraina non ha ancora una legislazione ad hoc, mentre la Bulgaria richiede, ad esempio, che i pedofili stranieri che commettono abusi sul suo territorio vengano rispediti a casa e puniti nel paese d’origine.
In Lituania invece la pena è di 3 - 7 anni per chi abusa di un minore: malgrado questo il proliferare della prostituzione minorile è enorme e non sempre il cliente delle giovani prostitute è giustamente punito.
Lo stesso dicasi per l’ Estonia dove il 25% delle prostitute è minorenne, eppure le pene possono arrivare a 10 anni di carcere.
Nella Repubblica Ceca abusare di un under 15 espone ad altrettanti anni di carcere, ma anche in questo caso il paese è tra le nuove mete più gettonate dal turismo sessuale.
Lo stesso dicasi per la Romania e per l’Ungheria: anche qui pene severe, ma numero elevatissimo di abusi.
In Lettonia sono diecimila i bambini sfruttati, molti dei quali venduti all’estero.
La non corrispondenza tra pene severe e mancanza di reati è altrettanto eloquente anche in Danimarca, dove per i casi più gravi si ricorre ala castrazione chimica ma dove sul fronte delle associazioni e dei siti internet pro pedofili si raggiungono i massimi livelli mondiali.
Per concludere ci spostiamo nella “libertina” Olanda.
Negli ultimi tempi a causa di un incremento dei reati c’è stato un aumento delle pene. L’età legale per prostituirsi liberamente è stata aumentata a 18 anni (rispetto ai precedenti 16 anni). La diffusione di materiale pedopornografico è punita con 4 – 6 anni di reclusione, mentre è severamente vietato manipolare immagini di minori in modo da mostrare abusi che in realtà non ci sono stati.
Gli abusi sui minori di under 12 sono perseguiti d’ufficio, mentre tra i 13 ed i 16 anni la polizia interviene solo dietro denuncia. Illegali in generale i rapporti con i minori di 18, se c’è un rapporto di dipendenza tra le parti.
La polizia resta comunque, in questo paese, “meno attiva sul fronte della repressione che altrove”.


Questa invece la legge italiana.

Un atto sessuale con un minore di 14 anni anche se questo è consenziente è punito con 6 - 12 anni di reclusione, che salgono a 7 – 14 se il bambino ha meno di 10 anni. Il fatto che l’adulto dica di “ignorare” l’età del minore (“sembrava più grande…dimostrava più anni… si vestiva/truccava da adulta….”) non è considerata una attenuante. Se l’abusante è minorenne il giudizio andrà rimesso dal Tribunale dei Minorenni e la pena sarà minore di quella che andrebbe ad una persona maggiorenne. E’ vietato far apparire qualsiasi minore in foto o filmati pornografici ( 6 mesi – 12 anni di reclusione e multa da 50 a 500 milioni di lire, oggi convertiti in euro). La divulgazione di simile materiale porta ad una reclusione tra 1 e 5 anni e ad una pena pecuniaria, nelle vecchie lire, da 3 a 10 milioni.
Le pene vengono aumentate di un terzo se il minore coinvolto ha meno di 14 anni.
In Italia inoltre possiamo perseguire il turista sessuale italiano che ha abusato all’estero di minori.

Il codice penale italiano non ha nulla da invidiare agli altri stati quello che non va è il codice di procedura penale con tutta la serie di garanzie per il colpevole e di premi e sconti se in carcere si comporta bene. Vorrei vedere se uno in carcere non si comporta bene



Cobite
00giovedì 21 febbraio 2008 13:39
Re: Re:
rayman.M, 20/02/2008 21.30:


ciao scusa non sono riuscito a capire il passaggio dove dici che qualche carabiniere dovrebbe andarsene.



Lo dicevo per il fatto che il pedofilo si era presentato in caserma con una bambina dell'età di quelle che aveva già violentato ed era stato condannato a 6 anni di carcere. Un carabiniere che avesse saputo questo e che non avesse attivato un allarme quando lo ha visto con la bambina, sarebbe secondo me, un carabiniere che ha mancato al suo dovere.
Ma poi ripensando ci, forse il carabiniere di turno era all’oscuro di tutto.

[SM=g27985] Giancarlo
FidelisAdmin
00giovedì 21 febbraio 2008 16:00
Per ora si registra soltanto un'assordante silenzio da parte delle Istituzioni, cosa alquanto grave!

Se ci soffermiamo soltanto sull'aspetto legislativo/repressivo allora siamo ben lontani da una soluzione, tranne che questi "malati" non vengano chiusi a vita e pertanto lontani dalle possibili prede!

Perchè dobbiamo aver chiaro un aspetto, la pedofilia è attualmente contemplata dal DSM IV tra i disturbi mentali nella categoria delle Parafilie che appartiene al gruppo dei Disturbi Sessuali e della Identità di Genere, e pertanto come tale il carcere da solo non serve a nulla!

Fuori dal carcere farà quello che maggiormente lo aggrada dal punto di vista sessuale...

Se guardiamo i dati emerge chiarmanete che il pedofilo è recidivo nel 98 % dei casi, pertanto su questo tema bisogna cominciare a prevedere oltre alla pena detentiva altri strumenti d'intervento!

Per esempio presso il sesto reparto del carcere di Bollate sedici esperti, con a capo il criminologo Giulini, lavorano per offrire una possibilità di recupero(?)l'interrogativo è d'obbligo. Dal settembre 2005 è nata l’Unità di trattamento intensificato, il primo tentativo nelle carceri italiane di trattamento e presa in cura di pedofili, finora già un’ottantina.
Il fine naturalmente è il recupero della persona in modo da evitare che, una volta scontata la pena, non cada di nuovo negli stessi errori». Per combattere la recidiva, l’equipe di Giulini si affida ad un trattamento psico-socio-educativo.

per ora mi fermo qui... riflettiamoci...







Lilli66
00giovedì 21 febbraio 2008 18:43
Caro Gaetano,
grazie per i dati che ci riporti e che ci aiutano a ragionare.
A mio avviso, l'idea di poter tentare un "recupero" dei pedofili (così come di tutte le persone con problemi di devianza, tra cui forse possiamo mettere anche la violenza di genere) è sempre una iniziativa benemerita, anche perchè sicuramente il carcere da solo anche se serve a tenere queste persone separate dalla società civile però certo non contribuisce a "guarirle".
Certo, come dici tu, il punto interrogativo che inserisci dopo la parola "recupero" è d'obbligo, non perchè si tratta di pedofili ma perchè, come in tutte le patologie o devianze, anche la migliore terapia psicologica o psichiatrica del mondo non serve a nulla senza che ci sia un minimo di motivazione, da parte della persona "malata", a superare i propri problemi.
E' un po' come smettere di fumare o mettersi a dieta: le puoi provare tutte, ma soltanto quando scatta la motivazione a farcela, soltanto allora ci sarà anche un risultato...
Però questo non vuol dire che non si debba tentare, sempre, anche perchè immagino che queste équipes di specialisti possano anche lavorare sulla motivazione, magari dove ce n'è solo un briciolo possono lavorare per rafforzarla e sostenerla.
Ciao a tutti,
L.
FidelisAdmin
00giovedì 21 febbraio 2008 19:48

Certo, come dici tu, il punto interrogativo che inserisci dopo la parola "recupero" è d'obbligo, non perchè si tratta di pedofili ma perchè, come in tutte le patologie o devianze, anche la migliore terapia psicologica o psichiatrica del mondo non serve a nulla senza che ci sia un minimo di motivazione, da parte della persona "malata", a superare i propri problemi.



Infatti intendevo questo e aggiungo che nella pedofilia deve essere riconosciuta la sua pericolosità sociale!

Il bambino sappiamo bene che fin dalla sua nasciata deve beneficiare di ampie protezioni sanitarie/psicologiche e sociali in modo da essere in grado di crescere in modo sano e normale sul piano fisico intellettuale morale spirituale e sociale in condizioni di libertà e di dignità, elementi questi che la base portante per la sua vita futura, in mancanza delle quali, a seguito anche a maltrattamenti fisici/sessuali o psicologici, le colonne portanti della sua crescita psicofisica vengono meno e ci si ritroverà di fronte dapprima ad un bambino e poi ad un adulto con disagi e devianze di ogni tipo! Il "male" non si esaurisce nell'atto sessuale che il pedofilo compie sul bambino ma si protrae nel tempo lasciando in lui cicatrici sempre aperte che diverranno, se non attenzionate bene, patologie! Ecco perchè spesso fa rabbia la troppa legerezza con cui si affrontano i vari casi di pedofilia, è bene aver chiaro che qualsiasi bambino si trova in una situazione di minoranza fisica, mentale o sociale e pertanto ha diritto a ricevere il trattamento, l'educazione e le cure speciali di cui esso abbisogna per il suo stato o la sua condizione, ed una Nazione seria non può venire meno a quest'impegno!

Adesso affrontiamo una questione molto spinosa la cosiddetta castrazione chimica, procedura che consiste nella somministrazione di ormoni antiandrogeni che riducono drasticamente la libido abbassando il livello di testosterone..., già in molti Stati europei avviata, come per esempio in Germania, in Danimarca (in sostituzione della castrazione chirurgica), Svezia, Francia...

Per esempio gli psichiatri presenti al dodicesimo congresso della Societa' italiana di psicopatologia, in corso di svolgimento a Roma, hanno riflettuto molto sulla possibilità di intervenire con la castrazione chimica per combattere la pedofilia, da quanto è emerso dai dibattiti è chiaro che bisognerebbe prevedere una graduazione di misure terapeutiche, un ventaglio di possibilità, psicoterapia, farmaci, appunto castrazione chimica, possibilità questa che non va scartata, soprattutto nei casi di reiterazione del reato.

adesso devo andare, continuerò in seguito...
rayman.M
00giovedì 21 febbraio 2008 21:29
tratto da un'intervista di Aureliano Pacciolla insegna psicologia della personalità alla Lumsa ed è psicoterapeuta orientato verso l’ipnosi e il cognitivismo

Cosa pensa dell’ipotesi di castrazione chimica?
Elimina solo l’erezione ma il pedofilo resta tale e sfoga le proprie pulsioni con altre parti del corpo, anche con maggiore veemenza a causa della frustrazione. Come si interviene allora su un paziente affetto da pedofilia? Somministrandogli antidepressivi Ssri a basso dosaggio lo si rende più permeabile al colloquio psicoterapeutico. In quella sede è possibile abituarlo a riconoscere in anticipo le immagini mentali che lo portano all’eccitazione, aumentando quindi le sue possibilità di autocontrollo. Ma anche quando il soggetto è collaborativo resta come un vulcano spento che può esplodere improvvisamente.

Un pedofilo resta tale anche se lo castri fisicamente, per renderlo inoffensivo bisognerebbe amputargli le mani ed anche i piedi [SM=g27994]
Campus
00venerdì 22 febbraio 2008 01:26


Cosa pensa dell’ipotesi di castrazione chimica?
Elimina solo l’erezione ma il pedofilo resta tale e sfoga le proprie pulsioni con altre parti del corpo, anche con maggiore veemenza a causa della frustrazione.



Sarà che sono le una di notte, ma io penso che la castrazione chimica sta in piedi fintanto prende le pastiche, ma quando non vuole prenderle si ricomincia. A quest'ora mi viene da pensare che con una castrazione totale si dovrebbe eliminare anche questo problema in quanto mancano le ghiandole che generano il testoterone, anzi basterebbero probabilmente questa eliminazione per risolvere il problema.
Mi interesserebbe molto poco se il pedofilo si sentisse umiliato nella sua personalità, vista la personalità che si ritrova suo malgrado.

Comunque è mio parere che li dove non si possa eliminare un problema così grave, la persona che risulti avere questi momenti di incapacità d'intendere e di volere resti sempre pericolosa e quindi è inconcepibile lasciarla libera. Sarebbe come mettere una mina pronta a scoppiare nel marciapiedi e a chi tocca tocca. Sarebbe, e purtroppo è, criminale.
Vorrei che coloro che garantiscono la guarigione di questi ammalati rispondessero almeno in parte come complicità in eventuali reati.

Buona notte e sogni d'oro

[SM=g27987]Giancarlo
FidelisAdmin
00venerdì 22 febbraio 2008 20:16

UNA PATRIA CHE NON SA DIFENDERE I SUOI BAMBINI NON MERITA ALCUN FUTURO



Non va dimenticato che siamo anche noi parte di questa Patria, ritenere di risolvere la problematica pedofilia con slogan pubblicitari non serve a nessuno, a maggior ragione a quei bambini che hanno sotto gli occhi rappresentazini cosi crude e violente, pertanto mi permetto di eliminare le ultime due.

La patria è chiamata a risolvere il problema senza diventare essa stessa madre di mostruosità. Questi uomini vanno fermati con tutti quei mezzi che una società civile può e deve mettere in atto.

Piuttosto sarebbe meglio l'ergastolo a vita, in fondo ci sono reati che prevedono tale pena, allora se non risolvibile in altri modi il problema pedofilia ritengo sia opportuno tenerli lontani dalle loro possibili prede! Ecco cosa serve per renderli inoffensivi.

Per quanto riguarda la castrazione chimica al momento non è in vigore, in Italia, alcuna legge che preveda e regolamenti la tale pratica per coloro che commettono reati sessuali sui minori e sulle donne anche in virtù dell’articolo 32, Secondo Comma, della Costituzione italiana, il quale annuncia che: «[…] nessuno può
essere obbligato a sottoporsi ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizioni di legge
. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

Guardiamo all'Europa...

> Danimarca
Periodo di detenzione dai 2 ai 6 anni
Legge in vigore dal 1973. Il reo sceglie tra lo scontare la condanna in carcere abbinata a terapie psicologiche miranti a modificare il comportamento, o la castrazione chimica. Chi si sottopone al trattamento beneficia della libertà anticipata o di uno sconto di pena. I servizi sociali controllano l’esecuzione del programma di castrazione. Dal 1989 sono stati trattati venticinque casi con
esito positivo, non si è verificata cioè, recidività.

> Francia
Periodo di detenzione dai 5 ai 10 anni
Legge approvata nel 1997. La sperimentazione della castrazione
chimica è in attuazione dal 2006. Quarantotto pazienti ex detenuti per reati sessuali sono stati trattati con cyproterone acetato e leuprolina al fine di ridurre la quantità di ormoni che
determinano il desiderio sessuale. I pazienti sono assistiti da terapeuti. L’intento è di verificare la riduzione della recidività.

> Germania
Periodo di detenzione massimo 5 anni
La legge è in vigore dal 1969.
Può essere castrato chimicamente il reo maggiore di venticinque anni che si è sottoposto a perizia medica per attestare l’idoneità al trattamento. Chi sceglie di sottoporsi a castrazione chimica riceve
riduzioni di pena e benefici relativi. Il Professor Beier insieme ad altri medici nel 2005 ha fondato, presso l’ospedale Charité di Berlino, un reparto specializzato nella cura degli individui pedofili. Questa iniziativa è la prima in Europa. Al momento novanta
pedofili si sono sottoposti alle terapie psicologiche ed ormonali. Venti dei pazienti in cura non costituiscono più un pericolo per la società, anche se il Professor Beier sottolinea che non c’è la certezza di guarire i pedofili, ma esiste solo la possibilità di portarli ad un punto in cui sono in gradi di dominare i loro istinti.

> Inghilterra
Periodo di detenzione massimo 5 anni
Dal 7 gennaio 2008 i detenuti che sono accusati di tutti i reati sessuali potranno vedere ridotta la propria pena solo se acconsentiranno a sottoporsi alla castrazione chimica. Questo trattamento avverrà con assunzioni di pillole ed iniezioni che contrasteranno in modo drastico la loro libido, con un contemporaneo abbassamento di testosterone. Due detenuti che stanno scontando una condanna per stupro, hanno accettato di assumere una serie
di farmaci che abbasseranno in modo decisivo il livello di testosterone anestetizzando la loro libido e annullando in questo modo il rischio di “ricadute”. In cambio i due saranno rimessi in libertà. Il Ministero degli Interni ha approvato l'adozione della castrazione chimica l'anno scorso e ha mandato a tutte le persone incarcerate per reati a sfondo sessuale, una lettera dove si spiega che i farmaci usati "riducono i livelli dell'ormone maschile testosterone" e "l'effetto è una diminuzione dell'interesse sessuale e dell'eccitamento"

> Norvergia
Periodo di detenzione dai 2 ai 8 anni
Nel 2004 si è realizzato il primo trattamento di castrazione chimica su quattro volontari condannati per stupro. È previsto il consenso dell’interessato all’intervento farmacologico. Prima di sottoporsi alla castrazione le persone hanno partecipato ad una terapia psicologica di gruppo. La castrazione chimica non comporta sconti di pena né altri privilegi e può continuare anche al termine della pena se l’individuo la richiede.

> Spagna
Periodo di detenzione dai 3 mesi ai 12 anni
Risale ad ottobre 2007 la notizia che il governo spagnolo sta valutando la possibilità di introdurre “trattamenti terapeutici obbligatori di tipo psichiatrico, psicologico o chimico” per
i detenuti che abbiano finito di scontare una condanna per violenza sessuale e siano considerati non ancora riabilitati e quindi pericolosi. Non si parla ancora di castrazione chimica. Si starebbe
pensando alla formulazione di norme post-detentive, che vanno dalla libertà vigilata fino ai trattamenti terapeutici e farmacologici che abbassano il desiderio sessuale, atte ad impedire, a coloro che escono dal carcere, di ricommettere gli stessi reati sessuali.

> Svezia
Periodo di detenzione dai 6 mesi ai 8 anni
La legge è in vigore dal 1993. Il reo deve esprimere il suo consenso al trattamento e la castrazione è attuata nel caso in cui si paventi il rischio di recidiva. Chi sceglie di sottoporsi al trattamento farmacologico riceve riduzioni di pena e benefici relativi.


Con la definizione “castrazione chimica” si intende un approccio terapeutico mirante a bloccare gli impulsi sessuali mediante appositi composti chimici. Queste sostanze si agganciano ai recettori celebrali del testosterone sostituendosi a quest’ultimo e abbassando, di conseguenza, il livello della libido.
Il testosterone è il principale ormone androgeno prodotto dai testicoli che permette il mantenimento delle caratteristiche sessuali maschili e regola la sessualità in quanto è il maggior elemento attivatore dei desideri sessuali, delle fantasie, del comportamento sessuale e controlla la frequenza, la durata e la spontaneità dell’erezione. La riduzione del testosterone, provocata da agenti chimici grazie al trattamento farmacologico, porta al declino degli interessi sessuali e aiuta a diminuire la possibilità che gli individui commettano nuovamente reati parafiliaci. (Rosler, Witztum, 2000). Perciò l’uso di sostanze, per trattare le persone che presentano disordini sessuali, permette la diminuzione dell’intensità dei loro desideri parafiliaci grazie all’abbassamento dei livelli di testosterone.

A questo punto è opportuno esporre le ricerche e gli studi medici, per la maggior parte statunitensi e canadesi, più utili e significativi per dimostrare l’efficacia della castrazione chimica nel trattamento degli individui parafiliaci.

> Hansen nel 1991 eseguì una ricerca su un gruppo di ventuno violenti sex offenders che avevano commesso crimini come: maltrattamenti, violenze sessuali, tentati omicidi, omicidi. Gli individui furono castrati e nessuno di questi commise nuovamente un reato sessuale negli anni successivi. Soltanto due di loro perpetrarono un crimine a seguito di una terapia a base di testosterone nei successivi dieci anni. Il 36% degli individui non castrati del gruppo di controllo furono recidivi (Berlin, 2005).

Vi sono poi tantissime altri studi che confermano che il trattamento farmacologico degli individui affetti da parafilie è efficace. La castrazione chimica, a differenza di quella chirurgica, è reversibile e gli effetti tendono a scomparire quasi totalmente in seguito alla sospensione della somministrazione della sostanza. il trattamento della castrazione chimica, per i parafiliaci è significativamente riabilitativo. Le sostanze utilizzate in questo tipo di trattamento permettono, infatti, di limitare i comportamenti devianti e di proteggere la società.

A mio avviso non resta che abbinare alla terapia farmacologica l’intervento psicoterapeutico.
rayman.M
00sabato 23 febbraio 2008 20:15
Ultim’ora.

Pedofilia: arrestato operio di Caserta, abusava della figlia di 4 anni

CASERTA - Un operaio 43enne di Pignataro Maggiore (Caserta) e´ stato arrestato dai carabinieri, con l´accusa di violenza sessuale ai danni della figlia di 4 anni. Quando i militari si sono recati a casa sua per bloccarlo e condurlo via sull´auto di servizio, i vicini di casa hanno gridato ´´Bestia, bestia, giustizia e´ fatta´´, all´indirizzo dell´uomo.
L´operaio e´ accusato di avere violentato la figlia obbligandola, con la scusa di fare un gioco, ad avere rapporti sessuali completi. Nella fase delle indagini, coordinate dal comandante della compagnia carabinieri di Capua, capitano Francesco Conte, e´ stato anche accertato che la bimba e´ stata medicata in ospedale per lesioni agli organi genitali, provocate dalla brutalita´ del genitore. A carico dell´uomo e´ stata emessa un´ordinanza di custodia cautelare in carcere dal gip di S. Maria Capua Vetere, su richiesta della procura. (prometeo)



ANSA) - AOSTA, 23 FEB - Secondo giorno di lavoro dopo il reintegro, per l'insegnante valdostano di musica, 45 anni, condannato in primo grado per pedofilia.Il professore, condannato per diffusione, divulgazione e pubblicizzazione di materiale pedopornografico, e' stato riammesso nella scuola media della bassa Valle d'Aosta dal giudice del lavoro, dopo una sospensione dalla Sovrintendenza. Contro la decisione del reintegro, il presidente Caveri ha annunciato l'intenzione dell'Amministrazione di ricorrere.

Ma stiamo scherzando? Non ho parole, proprio non so cosa dire e' allucinante una cosa del genere, un pedofilo condannato autorizzato da un magistrato a stare in mezzo alle sue vittime............ .................
FidelisAdmin
00domenica 24 febbraio 2008 01:24

Ma stiamo scherzando? Non ho parole, proprio non so cosa dire e' allucinante una cosa del genere, un pedofilo condannato autorizzato da un magistrato a stare in mezzo alle sue vittime............ .................



Hai perfettamente ragione, è allucinante...
Ecco che le mie parole poco sopra dette hanno un senso,il mostro, se così può essere chiamato, non è soltanto colui che arreca questo tipo di danno atroce ma anche chi gli consente di farlo!

Siamo garantisti nei confronti di chi delinque ma la vittima dove la mettiamo?

Buona notte...

rayman.M
00mercoledì 27 febbraio 2008 19:22
LE FIGLIE COME OGGETTI SESSUALI

DICIOTTO ANNI A UN PESCATORE.

Per 8 anni entravano nel lettone del papà. E con lui andavano al lavoro. Inseparabili.
Già. Perché così facendo lui le poteva abusare. A casa, fuori casa. Guai a ribellarsi. Guai a chiedere aiuto. “Tanto chi ti crede?”.
Oggi lui, la bestia, è s stato condannata a 18 anni. Un verdetto record, per il nostro paese, quello che arriva da Cagliari, dove appunto un sessantottenne pescatore si è visto ricevere tale condanna per aver abusato delle sue due figlie da quando queste avevano rispettivamente 5 e 9 anni. Giusto per non smentirsi: l’uomo negli anni ’70 era stato condannato per omicidio. La moglie ha detto che non “si era mai accorta di nulla”, che “litigava spesso con lui perché picchiava le bambine” , ma “non pensava che le abusasse”. (da prometeo)
[SM=g27996]
FidelisAdmin
00mercoledì 27 febbraio 2008 20:43
Prendiamo per buono che non sapesse nulla, cosa alquanto poco confacente ad una madre che deve osservare la sana crescita dei propri figli, questa donna trovava normale che il marito picchiasse i propri figli in questo modo?

Perdonatemi ma non vi è nessuna giustificazione da parte della madre... la paura e la sottomissione non possono convalidare le atrocità che troppo spesso si compiono tra le mura domestiche.

18 anni, 20, 10... non hanno nessunissimo valore giudiziario ne tantomeno sociale se non vi è certezza della pena e un programma serio d'intervento per questi uomini che vanno presi in custodia per tutta la vita senza lasciarli liberi di dare sfogo alla loro mente perversa!

Come sempre chi ne paga le conseguenze sono i bambini totalmente orfani di garanzie e protezioni.

Credo che questo treand si arrichirà sempre di più di questi casi, e nel frattempo, faccio demagogia, si pensa solo a votare...

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