La Cassazione: I jeans attillati non sono una cintura di castità

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Geneshys
00martedì 22 luglio 2008 01:18
La corte suprema ribalta IL SENSO ESPRESSO DA UNA SENTENZA del 1999

La Cassazione: «I jeans attillati
non sono una cintura di castità»

Un uomo accusato di molestie si era difeso dicendo le sue mani non potevano passare sotto i pantaloni della vittima


ROMA - I jeans non sono «paragonabili» a una specie di «cintura di castità» e, dunque, non possono essere considerati un ostacolo a una violenza sessuale. Lo rileva la Cassazione confermando la condanna alla pena (sospesa) di un anno di reclusione inflitta ad un uomo dalla Corte d'appello di Venezia per violenza sessuale. L'imputato aveva, secondo l'accusa, «compiuto con violenza atti di libidine» nei confronti della figlia della sua compagna, «toccandola sul seno, sui fianchi, sul sedere e nelle parti intime, entrando con le mani sotto i pantaloni della donna».

LA DIFESA - Contro la sentenza di condanna, l'uomo si era rivolto alla Suprema Corte, spiegando che «indossando la ragazza dei jeans ed essendo seduta», era «impossibile» infilare una mano sotto i pantaloni da lei indossari toccandole le parti intime. Ma i giudici della terza sezione penale, con la sentenza n.30403, hanno rigettato il ricorso dell'uomo, osservando la «compiuta valutazione degli elementi» da parte della Corte territoriale e sottolineando che «il fatto che la ragazza indossasse pantaloni del tipo jeans non era ostativo al toccamento interno delle parti intime, essendo possibile farlo penetrando con la mano dentro l'indumento, non essendo questo paragonabile ad una specie di cintura di castità».

ALTRA SENTENZA SUI JEANS NEL 1999 - I jeans furono al centro di un'altra sentenza, contestatissima, che la Suprema Corte depositò nel febbraio del 1999, nella quale veniva insinuato il dubbio che la violenza sessuale sarebbe stata più difficile da attuare nel caso in cui la vittima avesse indossato un simile abbigliamento. I giudici, all'epoca, avevano annullato con rinvio la condanna inflitta ad un presunto stupratore, rilevando che i jeans non possono essere sfilati «nemmeno in parte» se chi li indossa non dà «una fattiva collaborazione».


21 luglio 2008
keridwen.
00martedì 22 luglio 2008 07:58
Certi uomini sostengono che il violentatore, poverino, è stato provocato da quei jeans attillati, e quindi la colpa è di chi li ha indossati.
Ma ormai li portano tutte, ce ne sono centinaia per strada...
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