L'Italia lancia piano per le donne in Africa

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FidelisAdmin
00martedì 27 febbraio 2007 23:13

La Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri italiano lancerà un “Piano d'Azione per l'empowerment delle donne in Africa Occidentale”, nel corso della conferenza “Le donne protagoniste: dialogo tra i Paesi dell'Africa Occidentale e la Cooperazione Italiana” che si terrà a Bamako, Mali il 2 e 3 marzo. Ad anticiparlo a Vita è Patrizia Sentinelli, viceministra degli esteri con delega alla cooperazione internazionale.

La cooperazione italiana avvierà "un dialogo con le istituzioni e i rappresentanti della società civile dei paesi dell'area e dell'Italia, in modo da favorire la partecipazione delle donne africane nella definizione delle priorità e delle modalità di intervento del Piano d'Azione" si legge in una nota del ministero degli Esteri . "A tal fine sono state invitati a partecipare i 18 Paesi dell'area, le reti africane dell'associazionismo femminile, le reti solidali transnazionali, le istituzioni locali, insieme alle agenzie bilaterali e multilaterali di cooperazione e i rappresentanti di Ong italiane, internazionali e africane".

"La conferenza si inserisce in un momento di particolare interesse per la cooperazione italiana che sta affrontando una riforma strutturale e che si è data l'impegno di agire con maggiore efficacia all'interno del contesto internazionale" prosegue la nota ." La Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, infatti, nell'ambito degli impegni e delle iniziative per il raggiungimento degli obiettivi del millennio e del nuovo quadro di criteri su cui si sono articolate le quattro giornate dei Forum sulla cooperazione di cui una è stata dedicata alle Tematiche di genere , intende incrementare le attività di cooperazione con i paesi dell'Africa Occidentale".

"L'incontro di Bamako rappresenta quindi il primo momento di un processo di trasformazione delle modalità e della “prassi” di cooperazione. Partire da questo presupposto dunque, significa capovolgere la visione che vede le donne e tutta la popolazione femminile del sud del mondo esclusivamente come vittime. Certamente le vulnerabilità e le situazioni di particolare crisi non vanno taciute, ma occorre che le stesse donne africane siano identificate come interlocutrici nel dialogo di cooperazione affinché abbiano la possibilità di intervenire da più parti nel processo di definizione delle priorità operative e delle modalità di del “Piano d'Azione” che le riguarda".


Fonte: Vita.it

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