ALCUNE POESIE SCRITTE DA ME

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Maggiofrancese
00giovedì 19 aprile 2007 02:42
LA SCELTA

Pensieri che corrono
poi di colpo paralizzati.
Freni che stridono
e puzza di gomme bruciate.
Ipnotizzati
da un serpente a sonagli
ci mordevamo le dita dei piedi.
Tra la nostra auto
e il casello dell’autostrada
questa strana creatura.
Minaccia reale
o sconosciuto ologramma
riduce il viaggio
dentro un circuito.
Serve consapevolezza
per dare una sterzata,
imboccare lo scorrimento veloce
o una strada sterrata.


VISIONI

Notte d’estate
sulla spiaggia.
Luce d’avorio caldo
avvolgeva i sensi.
Una visione,
una fanciulla,
o sirena,
distesa a riva
dormiva
o forse...
moriva.
Sembrava un angelo
d’argento bollente
quando, accarezzandole la fronte,
incrociavo lo sguardo del risveglio.
Di una carezza
aveva bisogno,
io invece
di porgere la mano.
Sull’acqua marina
riflessi
calmi e sicuri
come la speranza
che diviene certezza.

L’amore terrestre,
- può darsi lunare -
rasserenava lo spirito.

ATTENDERE L’ALBA ( IN UNA NOTTE PIOVOSA )

Mezzanotte.

I pensieri notturni sono micce di dinamite,
arriverà qualcuno con un cerino
e schiarirà il cielo.
Nascosta è l’esplosiva fantasia
solo nel cuore di alcuni,
un iride nei loro candelotti
che forse non sanno di possedere.

Forse verrà un operaio:
scarponi e tuta blu,
fonderà nella lontana Cina un sindacato.
Può darsi un bambino:
un indio coi piedi scalzi,
fermerà un bulldozer
nella foresta amazzonica.
Chissà,sarà una ragazzina,
un’angelica puttana dell’Est europeo:
minigonna,tacchi a spillo
e tanti lividi sulla schiena,
spezzerà per sempre le sue catene.

Cinque del mattino.

L’alba si vedrà
quando il cuore prenderà coscienza
della sua forza, intanto
continua stancamente a piovere.


OSSERVATORIO SISMICO

La noia
è un osservatorio sismico:
rifugio gelido,sperduto.
Si osserva
il tracciato piatto per mesi,
si spera in rivoluzioni
per anni.
Si contempla il sismografo
fino a che un lampo
dalla finestra illumina
pensieri
oramai annebbiati.
Si abbandona la sedia
niente più attesa.
È così
la montagna
inizia a tremare.


MONDO

Nella mia stanza
ruota un mappamondo
sfiorato da un dito
e io rifletto
su ciò che è stato…

La mia terra.
Sole,
mare
che ne assapora i riflessi
insieme a bianche nuvole
squarciate.
Secolari uliveti
abbracciati
dal tiepido vento del Sud.
Lecce,
città barocca,
danza con musica
liberatoria
e antica
come l’eco delle civiltà
impregnanti
il suo presente.

Amici,amiche.
Mietitura
di condivise emozioni
adolescenziali
e libertà in motocicletta.

Notti stellate.

Ora è tempo
di rompere la sfera di cristallo.
Una scheggia
d’inquietudine
repentina
oscura la vista,
un morso
durato il tempo
di un brivido tagliente.

Poi
un sospiro
un bacio
un passo avanti.

Sguardi di ragazze
biancheria intima
tenerezza
la pelle e il sapore del miele.

All’orizzonte brillano
luci di metropoli,
una distesa di futuro
da riempire di realtà
in ogni centimetro e secondo
di sogno.

INCOMUNICABILITA’

Tu,
ragazza…
Bocciolo con dentro l’aurora
dono del sole
(la luce e il calore)
composto di materia forse mistica.
Fiore chiuso
per consapevole ignoranza
o forse
per ingenuità.

Angelo mancato.

Ti ho chiesto di te
e ho visto
un’implosione di scintille.

UN INCONTRO NEL SAHARA

Ti cercavo
come una sorgente d’acqua fresca nel deserto
come la rigogliosa vegetazione
di felci e palme con datteri gustosi.
Seppur poche erano le speranze
di trovare un verde rifugio
dopo un lungo viaggio
a piedi sulla sabbia rovente
e perduto nel deserto
io ti cercavo
e ora,
che sto per raggiungerti
ho paura…
sì,ho paura che presto
avrò coscienza del meraviglioso miraggio di te.

CADUTA DI UN SOLE

Uno strano risveglio,
quello di un uomo
rinchiuso nella sua stessa geometrica illusione.
Una finestra
il vento
nubi di ghiaccio e catrame (le tenebre)
il sole
la speranza
caduti in un pozzo nero,
ma era mezzogiorno...
lo era davvero
e io non vedevo più luce.


PASSEGGIATA INVERNALE

Stanotte
cammino,su strade già percorse.
Sarò stato un illuso,
ora sospetto dell’ autoinganno.
Non si guarda due volte la stessa luna
non si calpesta due volte lo stesso asfalto,
ti concedono l’amicizia solo per un giorno
ti concedono l’amore solo per un’ora.
Luna,
la tua luce è cambiata
ora essa gela ogni cosa,
le case del paese divengono fantasmi.

Il freddo aumenta
Cammino ancora.
Mio angelo,dov’è la tua casa?
Mio angelo,dov’è il tuo camino?
Bisogna che corra
non è questa la follia che cercavo,
fuggo da questo bianco cielo notturno
fuggo
prima che mi schiacci.
Mio angelo,io fuggo la morte.

Più avanti trovai un tombino
mi ci ficcai dentro
precipitai verso il fondo…
senza mai toccarlo.

Giugno 2006.

MASTICE E FRAMMENTI

Torno indietro
con la camicia ancora sudicia
di sangue seccato.
Raccolgo per strada
pezzi di cuore,
colpito da un’arma
che ora avrei inteso
caricata a salve.
Il pianto è trasformato
in mastice d’esperienza.
Fantastico collante
di nuovo vigore!

Pulsa tenace
l’organo vitale,
batte per il mondo
e giovane sempre
sarà il futuro.

Luglio 2006

RIFLESSIONI ( LUGLIO IN APERTA CAMPAGNA )

Pietre arroventate
e profumo di rosmarino,
tranquillità agreste
spezzata da un balzo,
il gatto
sbrana una lucertola.

Ho udito di uomini.
Ho udito molto di noi.

Sì,seppure avvolto
da un canto ossessivo di cicale
ora ascolto il mio battito.
Enigmatico confine
può separarci
dalla naturalezza apparente
di questa legge.

Resto a sentire,
intuisco risposte.


L’ACCHIAPPAMINUTI

Vorrei acchiappare i minuti
come quando bambino
acciuffavo farfalle.
Schizzano via
come minuscoli fulmini
tutti in fila,
se ne sfiori uno
ti salta alle spalle e scompare.
Sono miliardi e miliardi
ma
se non ci fossimo noi
a contarli
a inseguirli
a rimpiangerli
i minuti
e il tempo
non esisterebbero, neanche
per una infinitesimale
frazione di secondo.

RICERCA

Verità e felicità
elementi inconciliabili,
forse.
È come scovare una dolina
nel mezzo di una prateria:
non ci sono funi
abbastanza lunghe
per risalire.
Non ho voglia di morire
sopra una pianura di finzione,
preferisco annegare
in un fiume sotterraneo
di realtà.


LA BALLATA DEL CENTRO COMMERCIALE (canzone)

Al centro commerciale
ho incontrato te
violetta sconosciuta

pensavo che le violette
spuntassero solo in primavera
e la primavera è lontana
chissà quanto

tra ammiccante scatolame e vestiti bengalesi
ho cercato un fiore
ho trovato dei libri
alcuni di loro mi hanno parlato di te

pensavo che le violette
spuntassero solo in primavera
e la primavera è lontana
chissà quanto

invece
ho incrociato il tuo sguardo
celeste
emozionante
come la visione,in un ospedale
di un fiocco colorato,all'ingresso di una stanza

pensavo che le violette
spuntassero solo in primavera
e la primavera è lontana
chissà quanto

invece
ho incontrato te
solo per un attimo
un attimo solo,
ma è bastato a capire:
in un pianeta di plastica finzione
la terra esiste ancora!


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[Modificato da Maggiofrancese 19/04/2007 2.56]

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