"Italia, i diritti delle donne 1998 – 2002" Rapporto del Governo sull'attuazione del CEDAW

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Geneshys
00giovedì 23 marzo 2006 10:20

I diritti delle donne costituiscono parte integrante ed inalienabile di quel patrimonio di diritti universali in cui si riconoscono le moderne società d emocratiche. In tal senso la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1979, ratificata dall’Italia nel 1985, rappresenta
uno degli strumenti di diritto internazionale più importanti in materia di tutela dei diritti umani delle donne. La Convenzione muove dal riconoscimento pieno ed integrale del principio di uguaglianza e di pari opportunità in tutti gli aspetti della vita politica, economica, sociale e culturale, rafforzando e tutelando, altresì, l’altro non meno importante principio di non discriminazione, che ne costituisce il corollario, attraverso una serie di previsioni e misure volte all’eliminazione di tutte quelle forme di distinzione basate sul genere che abbiano l’effetto di limitare il riconoscimento e l'esercizio, da parte delle donne, dei propri diritti in ogni ambito della vita pubblica e privata.


La Convenzione definisce non solo il passaggio da una eguaglianza formale ad una sostanziale, da attuarsi attraverso azioni ed interventi programmatici, ma avvalora contemporaneamente il principio della differenza di genere, preludendo alla delicata questione fra universalità dei diritti e riconoscimento delle diversità. La Convenzione impegna gli Stati che l’hanno sottoscritta ad eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne, nell'esercizio dei diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, indicando una serie di misure cui gli Stati devono attenersi per il raggiungimento di una piena e sostanziale uguaglianza fra donne e uomini.

Il Governo italiano da dato sempre prova di grande sensibilità ed attenzione verso le politiche di pari opportunità mettendo il nostro Paese ad un livello di avanguardia rispetto alle altre democrazie occidentali. Il fatto che dal 1996 vi sia in Italia un apposito Ministero - che ho l’onore di presiedere - preposto all’attuazione degli obiettivi enunciati solennemente nella Convenzione è la chiara testimonianza di un serio e fermo impegno a voler garantire nel nostro ordinamento l’effettivo recepimento dei contenuti della Convenzione medesima. Il Comitato delle Nazioni Unite sull'eliminazione delle discriminazioni nei confronti delle donne ha valutato positivamente il lavoro condotto dall'Italia fino ad oggi in questo senso. Poiché il precedente Rapporto era stato presentato nel 1998, il presente Report copre un arco temporale abbastanza lungo relativo anche all’attività del precedente Governo, riferendo delle politiche di pari opportunità realizzate nel nostro Paese nel periodo 1998-2002, con un’integrazione successiva al 2004, riportata nel questionario integrativo.


A seguito della sua discussione avvenuta il 25 gennaio scorso a New York, il Comitato delle Nazioni Unite, nell'ambito della periodica valutazione sullo stato di attuazione della Convenzione, ha apprezzato l'atteggiamento costruttivo del nostro Governo dando atto delle importanti riforme costituzionali e legislative che sono state attuate sul fronte della rappresentanza delle donne nei processi decisionali e politici, del contrasto alla violenza sessuale e domestica, della tratta delle persone e della lotta ad ogni forma di discriminazione. Il Report – che costituisce il frutto di un gruppo di lavoro interministeriale coordinato nell’ambito del Comitato per i diritti umani del Ministero degli Esteri – è la testimonianza del serio impegno profuso in tal senso, sino ad oggi, dal Governo italiano. Ci auguriamo possa rappresentare un utile strumento di riflessione e di lavoro, affinché non solo il Governo ma anche la società civile prosegua nel difficile ma irrinunciabile intento di garantire alle donne il godimento pieno ed effettivo dei propri diritti e libertà fondamentali.

Stefania Prestigiacomo
Ministro per le Pari Opportunità


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Fonte: Ministero per le pari opportunità

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