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Sono passati anni, ma perchè le sue violenze mi fanno ancora male?

Ultimo Aggiornamento: 19/11/2011 09:59
24/10/2011 16:17
 
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Cara Sopravvissuta…
Si, mi rivolsi ad una psicologa, ma feci solo poche sedute, non riuscii ad instaurare un rapporto confidenziale con lei, non le dissi nulla di quello che mi aveva fatto. Inoltre, quasi una volta al mese con qualche scusa lui mi chiamava e vedevo che anche se stavo male nel momento in cui lo sentivo, una volta chiusa la conversazione riuscivo a non pensarci, e poi ero davvero presa da una marea di cose da fare: l’università mi teneva impegnata tutta la settimana (finalmente mi ero potuta iscrivere ed è stata l’esperienza di studio in assoluto più bella della mia vita!), il pomeriggio lavoravo in un poliambulatorio prima ed un ufficio poi, e la notte, quando non lavoravo in discoteca, stavo sempre col mio nuovo amore, in più lavoravo anche come hostess e modella e di conseguenza viaggiavo parecchio, e la domenica era interamente dedicata al mio fidanzato e ai nostri amici.

Accadde che dopo un anno me lo ritrovai sotto casa, riuscimmo ad avere una conversazione civile, tra le varie cose mi disse che aveva litigato con uno sconosciuto ed era stupito che questo lo volesse denunciare… poi mi ha messa al muro, mi ha baciata ed ha provato ad abbassarmi i pantaloni per vedere se c’era ancora il segno che mi aveva lasciato, quello non c’era più, ma me ne aveva lasciati altri più profondi!
Nonostante tutto cmq sono andata avanti, mi sono laureata, lavoravo bene tra ufficio, eventi e moda, e poi c’era la casa che il mio nuovo fidanzato aveva costruito per noi ed era finalmente finita, l’ho arredata, abbiamo deciso di sposarci e di avere la nostra bambina…tutto perfetto fino alla sera in cui questa mia amica mi racconta del suo “ex-criminale”!

Ho sentito il peso di tutto il passato che iniziava a crollarmi addosso.
In effetti come hai detto forse non ho elaborato il trauma, ho archiviato lui e i ricordi e non ci ho voluto più pensare. Forse potrei prendere in considerazione di riaffidarmi al parere di qualcuno ma come raccontare tutto?
Come posso raccontare ad una persona che per me è sconosciuta gli insulti subiti per 3 anni, le sue urla, il primo schiaffo (forse l’unico meritato), quegli occhi pieni di odio, quelle mani strette al collo quasi per gioco, ma a me mancava il respiro; il nostro primo rapporto dopo ore ed ore di insistenze, uno schifo, seguito da molti altri peggiori, le sue voglie che dovevano sempre essere soddisfatte in qualsiasi modo, a qualsiasi ora e in qualsiasi luogo; come raccontare quel pomeriggio dalla zia chiusa in una stanza, buttata sul letto con lui da dietro che si sfogava come un animale; e tutti i pugni, il primo che mi ha dato sulla mano di ritorno da scuola semplicemente perché gli era venuto in mente e l’ultimo, fortissimo, che mi ha dato alla schiena l’ultima volta a Grado (dopo mi disse “vedi Mary io non rischierei mai di ucciderti perché mi so sempre fermare prima”), come dimenticare tutte le volte che mi diceva di stare zitta, di non gridare o di non piangere, e i calci, i capelli tirati, la testa sbattuta contro il muro del teatro, i colpi in faccia, il sangue che cola dal labbro, due sere sono riuscita a scappare via da lui, ero così disperata che ho accettato un passaggio dal primo sconosciuto trovato; come riuscire a raccontare di come mi ero davvero rotta il dente, e come dimenticare la notte dei tagli col bisturi?

Lui sarà mai in grado di CHIEDERSI… e CAPIRE… cosa vuol dire guardarsi il giorno dopo allo specchio e vedere i lividi che ti ha lasciato la persona che credevi di amare?
Capirà mai cosa vuol dire supplicare quella persona di non essere ancora il tuo carnefice?
17 anni..18..19...Quelli avrebbero dovuto essere gli anni della spensieratezza, e invece io mi sentivo come un fiore appassito.
Forse per dimenticare mi basterebbe sapere che lui abbia capito. O fosse in grado di rispondere almeno ad una di queste domande.
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