Ragazze, vicine e lontane. Ce l'ho fatta, anche se non del tutto. Ce l'ho fatta anche se ho le allucinazioni per la strada: lo vedo arrivare, col suo sorriso e i capelli al vento e inizia a battermi il cuore fortissimo (paura? amore?), poi arrivo dove l'ho visto e lui non c'è: non c'è nei negozi, non è intorno, svanito nel nulla.A volte ho paura di impazzire. Ha ancora tutta la mia vita nelle sue mani, nel senso che non ho il coraggio di andare a prendere i miei mobili, i miei libri, la mia musica, i miei piatti e le mie pentole: tutto quello che di me è rimasto in quella casa terribile dove ho vissuto. Solo i vestiti sono riuscita a recuperare, e il computer per lavorare, grazie ad una mia amica che mi ha letteralmente trascinata a farlo, una sera che sapevo che lui non c'era (ho ancora le chiavi di casa). Lui ha tentato di farmi tornare indietro, ma sono stata forte grazie ad un gruppo di giovani amiche (io ho 45 anni, loro tra i 25 e i 30 conosciute ad un corso professionale) che mi hanno sostenuta davvero. Mi hanno fatto sentire brava, intelligente, in gamba: grazie a loro ho ripreso a fare colloqui di lavoro, qualcuno sta andando in porto. Con lui che mi <pestava> l'anima avevo perso ogni energia e ogni coraggio. Lui beveva. Lui era <ciclotonico>, con alti e bassi spaventosi. Lui era un narciso. E quindi io dovevo piangere ai suoi piedi per farlo sentire potente, unico, e bello. Lui faceva il filo alle altre donne davanti a me. E io lo lasciavo fare per non discutere, all'infinito, con lui. HO tollerato anche tradimenti, presunti e veri (l'ho anche beccato), ma io ero sempre quella che sbagliava. Poi, quando mi sono lasciata convincere ad andare a vivere a casa sua, è iniziato l'inferno: iniziava a bere alle 10 del mattino e verso sera iniziava l'incubo. Usava i suoi figli (due, uno piccolo e una grande) per umiliarmi. Ricordo il giorno della rosa: seduti tutti e quattro al ristorante, si avvicina un venditore, appoggia dure rose sul tavolo, una di fronte a me, l'altra di fronte alla figlia. Lui prende la <mia> rosa e la restituisce al venditore dicendo: questa non è necessaria. Capito? E' solo un piccolo esempio, ma ne avrei da raccontare tanti. Mi sono lasciata schiacciare perché... perché non sapevo dove andare. Dove sarei potuta andare se andavo via da casa sua? Già, perché per questo grande <amore> ho rinunciato ad una carriera, a stare vicino alla mia famiglia, al mio paese, alla mia casa. HO lasciato tutto per lui e lui se n'è approfittato.
Come ne sono uscita? Una sera che mi ha urlato addosso che erano <sei mesi> che mi facevo <mantenere> (facevo la colf, la segretaria, la lavandaia, la stiratrice, la mamma e tante altre cose in cambio dell'ospitalità) ho detto basta. Mi sono rialzata dal pavimento dove stavo rotolando e sono andata a cercare lavoro. Certo, la prima cosa che ho trovato è stato fare pulizia in un cantiere. Ma è stato un primo momento in cui sono riuscita ad allontanarmi da lui e a ritrovare la mia dignità. Poi piano piano ho trovato qualcosina di meglio e poi, soprattutto, mi sono rimessa a studiare e sono uscita da quel corso col massimo dei voti, io che sono sempre stata l'ultima della classe. Sono state le mie compagne di classe, giovani e carine, che mi hanno dato una mano - psicologicamente e anche non - a capire che io sono una donna in gamba, piena di risorse e anche coraggiosa. Sono andata a vivere da mia mamma, anche se avrei preferito morire: ma anche se io e lei non siamo mai andate d'accordo, sicuramente il prezzo che pago verso me stessa è certamente minore. Ora vado avanti, un pezzetto alla volta. Anche se lui è ancora lì. Mi impedisce di vivere altre storie con altri uomini: in questi giorni ho conosciuto Claudio, ha l'aria gentile, domani mi ha invitato a cena, so già come finirà e ho un terrore folle. Anche Piero aveva l'aria gentile. Finché non me ne sono innamorata e non sono più stata a guardare come erano veramente le cose. Ora di Claudio ho paura, ho il terrore di me stessa, di non essere capace a capire veramente chi ho davanti. I narcisi, come Piero, sono esseri pericolosissimi: sono bravissimi a mentire, a recitare un personaggio che non è il loro per poter affascinare. STatene alla larga. Ma datemi un consiglio per il dopo: come si fa a venirne fuori del tutto? Perché io ci sono ancora dentro. Finché non avrò la forza di andare a prendere anche tutti gli oggetti che sono rimasti nelle sue mani. Finché non avrò la forza di guardare con fiducia un altro uomo negli occhi.