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Mamma, ricordi quante volte mi dicevi:
Un giorno capirai.
Ancora oggi ti risento
Quei lunghi tuoi silenzi
chiusa
in un rosario di pensieri
a meditare
tra un ricamo ed un rinaccio
alle calze smagliate.
In quelle tue notti insonni
attendevi l'ultimo rincasare
dopo i bagordi
di una festa di paese
dalle quali ti tenevi a debita distanza
per non inciampare
nel chiacchiericcio di fondo
che dalla piazza si portava fino al colle
fino in cima a quei fasci di ginestra
che pur ammiccanti
non ricevevano che uno sguardo
benevolo di accoglienza.
Fiori mai raccolti
come mai hai raccolto
le emozioni di chi
pur avrebbe voluto rilassarsi
tra le tue amorevoli parole rassicuranti.
Un giorno capirai.
Sembrava un ritornello,
negli enigmi del mio universo di ragazza.
Risposte che possedevi
ma gelosamente hai custodito
in quella tua filosofia
di non imporre le tue scelte
le tue esperienze
non valevano per il mio mondo.
Quei tuoi silenzi
che ieri erano per me un segno di chiusura
che non comprendevo
mi hanno permesso
di ponderare ogni mio passo
di considerare
responsabilmente
ogni mia reazione agli accadimenti.
Così divenni forte nel carattere
rendendomi indipendente
matura anzi tempo.
Quante volte ti ho odiata
nel cuore in segreto rimproverata
per avermi trattata sempre da adulta
di avermi sempre considerata grande
perchè nata prima dei tuoi quattro.
Ora, sulla soglia del mezzo secolo di vita
posso guardare indietro
sorridendo di quelle mie montagne rocciose.
Nonostante non avessi appigli
su cui poggiare le mani
le ho scalate tutte
levigando con caparbietà
ogni roccia aguzza
per potermi ricavare uno spazio
dove aggrapparmi
per non precipitare giù
nel precipizio dell'indolenza e dell'inettitudine.
Solo oggi riesco forse a dirti:
-Sapevo che comunque c'eri.
Severa educatrice
ti sei negata i baci
che fragile come bimba indifesa chiedi
Così negandomi le lacrime
in tua presenza
dolcemente ti sorrido e ti bacio.
Sono figlia tua.
...
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