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anche questa è violenza?

Ultimo Aggiornamento: 10/05/2008 21:31
12/12/2007 14:35
 
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Sono Tiziana nuova di qui..vivo un rapporto da due anni con un uomo dalla vita incasinata. Mi chiedo è violenza quando si discute e si dice smettila altrimenti potrei fare gesti inconsulti? Io affronto e chiedo perchè vengo minacciata..la risposta: scattoso e irato, dal colore rosso fuoco..va via sbattendo porte, con incredibili bestemmie etc.etc..
Nelle discussioni c'è sempre il suo silenzio e la sua ira se non sono d'accordo..mai avute mani addosso..ma la mia resistenza a non condividere se non è il caso è punita con parole cattive, legate al mio passato, alla mia vita, all'offesa sulla mia famiglia, ad escludere i miei amici, a non voler sentir parlare delle mi storie passate..a giudicarmi se quel che ho fatto non piace. Chiedo, questa non è sopraffazione dell'uomo, brillante professionista e affermato che plagia chi non conosce e cerca di sottomettere con dure parole, chi lo ama? Dicono chi lo conosce non è cattivo, ma allora se non lo è perchè offende in modo vergognoso chi vive con lui? Perchè lui è desposta? Perchè mi dice non mi piace come parli, come dici grazie, non mi piace quando vuoi raccontare una cosa e diventi incalzante, non parlare così, non frequentare i miei amici, se io voglio fare una cosa non puoi dire che non ti sta bene..
Non capisco cosa c'è d'amore in questi atteggiamenti.. Non capisco se far passare bei momenti per poi bruciarli con atteggiamenti di schernimento (sei cretina, deficiente, non capisci certo io ho una mente davvero geniale..)sia peggiore di una sana e noiosa vita di costruzione.
Mi chiedo e vi chiedo: è violenza?
Perchè sapete fin'ora ho pensato di non essere stata comprensiva annullando parte della mia solarità.
Vorrei una vita serena..senza nessuna violenza..
12/12/2007 14:51
 
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Cara Tiziana,
non so se quello che descirvi sia violenza, non sono qualificata per dirlo, però penso di poterti dire cosa NON E': non è amore, questo è sicuro.
Ora, quest'uomo sarà un despota o un grosso egoista, forse un violento, forse no, però se ti fa soffrire, la cosa migliore, visto che, da quanto ho capito, non avete figli, è tagliare quanto prima questa relazione distruttiva. Penso che a queste conclusioni tu sia arrivata già da sola, altrimenti non avresti cercato questo forum, non pensare che troverai mai il modo di "cambiare" questa persona, perchè non cambierà, ma, se resterai con lui, psoso assicurarti che cambierai tu, diventando sempre più sottomessa, triste, smorta, scontenta...poi, chissà, verrà il giorno in cui non torvandosi più accanto la persona "solare" che lo aveva attratto, quest'uomo si stancherà di te e ti presenterà il conto di tutti i SUOI errori, sotto forma di violenze o semplicemente abbandonandoti.
Lascia subito quest'uomo e guarda avanti, pensa a te stessa e basta.

[Modificato da Lilli66 27/11/2010 09:13]
12/12/2007 17:56
 
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Ciao Tiziana,
mi unisco alle parole di Lilli, talvolta sono preavvisi per poi arrivare alla sottomissione vera e propria, non sono un'esperta, ma ho vissuto inizialmente un rapporto simile, erano segnali che se forse li avessi perepiti prima non sarei arrivata dove sono ora.
Io non avevo la consapevolezza che hai tu, per me era normale, era talmente normale che alla fine ci ho creduto.Pensavo di riuscire a cambiarlo, ma alla fine ha cambiato me.
SOno i primi segnali importanti e questi segnali non sono certo segnali d'amore.

Un abbraccio
12/12/2007 19:10
 
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Ciao Tiziana, qualsiasi atteggiamento che ha come fine il voler annullare la volontà dell'altro è violenza. Un giudice ha ritenuto colpevole un coniuge perchè denigrava il partener con parole come - sei stupida, non vali niente - ed altre. Quando una persona si permette di trattare l'altra senza rispetto è violenza ed inoltre sintomo di qualcosa che nella coppia non funziona e se non si prendono gli opportuni provvedimenti a volte può anche sfociare in atti di violenza fisica e non solo psicologica. Probabilmente gli admin ti daranno consigli migliori , io posso solo dirti di provare a contattare qualche centro specializzato nella tua zona e se ci tieni al tuo rapporto al limite di iniziare una terapia di coppia, se invece non ti senti sicura valuta anche altre possibilità
ciao
13/12/2007 09:43
 
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grazie..
Ho letto con profonda comprensione tutte le vostre risposte..vi ringrazio per il sostegno..ed è proprio così..sapete una cosa, gli uomini così, hanno il solo grosso potere (da noi conferito ovviamente) di farti credere che sei nel torto..ma il torto è di chi usa la frase "io sono un uomo, comprensivo, capace di parlare ed ascoltare" per farci credere che sono in grado di non progredire con la violenza (verbale, spicologica e nei casi estremi fisica..)uomini (si fà per dire) così, hanno il solo e vero nemico in loro stessi e non voglio più sottostare a nulla, pretendo il rispetto di essere umano degno di essere amato, pretendo poter esprimere i miei punti di vista e non vederli raggirati per ottenere un rimprovero (che poi tale non è perchè è una offesa alla mia dignità) pretendo di poter vivere liberamente senza avere paura di dire, fare, pensare..
Ne sono degna, come tutte voi..Indegno è colui che usa la sua "forza" per essere, per sottomettere quello che non può avere naturalmente: l'amore di una donna.
Stò preparando i miei scatoloni, con amarezza perchè ho investito, ed in queste scatole ci metto tutta me stessa..ci metto la forza per andare avanti, ci metto la voglia di dimenticare..come sono ora non lo ero 2 anni fà..forse non lo sarò più, alcune esperienza segnano..Ma voglio non soffrire..violare la dignità con offese e sotterfugi nasconde la meschinità di un essere insano.
Io non lo sono.
Un bacio
13/12/2007 16:44
 
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Cara Tizzi

Ti chiedo scusa se sto rispondendo solo adesso al tuo post ma come vedi stiamo preparando un convegno che rigurda proprio la violenza di genere.

Ognuno degli amici che mi ha preceduto ti ha risposto saggiamente.
La violenza non è soltanto fisica, questo si sa bene...
All'interno della famiglia sono normali le discussioni e punti di vista diversi riguardo a particolari situazioni ma questa normalità diventa anormalità quando si frantuma il rispetto e la dignità della persona.

Vivere un amore, se di amore si tratta, in questo modo non fa altro che distruggere il concetto dell'amore stesso e la speranza che un pò tutti ricercano, quella di avere accanto un partener che riesca a completare l'altra metà.

Non buttare via la tua vita, se non vi sono soluzioni ai grandi disagi che vivete, se non pensate di poter intraprendere la terapia di coppia allora ognuno per la propria strada.

Tienici informati...
Cordialmente
Gae
13/12/2007 22:58
 
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Ciao Tiziana e benvenuta.
La cosa più saggia che tu possa fare è proprio questa: andare via!!!
Comprendo quanto possa essere difficile questo tipo di scelta: tanti sono i sentimenti che contrastano il cuore di una donna che subisce violenza (sia essa fisica o psicologica).
Ma credimi è molto meglio che questo passo tu lo compia adesso, più tempo passa e più sarebbe difficile e doloroso andarsene. Ho consciuto troppe donne che hanno creduto e sperato di cambiare il proprio compagno, ma la loro è rimasta pura illusione e si son trovate vittime della loro stessa speranza.
Vedrai che piano piano ricostruirai la tua vita,ma con un volto nuovo, che non conosca più violenze e soprusi.
Tienici informati,
a presto...
17/12/2007 14:09
 
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vi aggiorno..
Grazie per la vostra considerazione..
Proprio sotto Natale preparo le mie cose..dopo aver sistemato ciò che era giusto (avevamo condiviso, lavoro, casa..etc.etc.)..Ho espresso le mie osservazioni prima con dolcezza, poi con rabbia si tanta..ho alzato la voce..ho accusato lui si lui di aver com me condiviso la vita prendendosi la parte di responsabilità che spetta ad ognuno, quando si è uniti "dall'amore"..Ovvie le sue risposte: sei aggressiva, non ti conosco più, non riesco a capire chi ho al mio fianco..Non mi dai tempo di pensare..non vuoi più tempo.. BASTA..Tempo per cosa? per capire che hai avuto due anni per capire che sinceramente volevo stare con te nonostante la tua vita sia un casino mai visto? Tempo per cosa? per capire che ora voglio finire una storia probabilmente mai iniziata se non per me? Tempo per capire che le parole usate sono veleno e che questo veleno si fa presente in me ogni giorno di più?? Quale tempo devo dare a chi ha preso la mia tranquilla vita ed al quale l'ho momentaneamente donata, per rimpastarla con zero proponimenti e zero rispetto???? Sapete una cosa il tempo fugge per me..devo iniziare dal lavoro..facile troppo per questi uomini prendere il "meglio" per poi dirti che non ho dato il tempo giusto per pensare..Io non volevo dare tempo per pensare ma per vivere serenamente per condividere la mia e la sua vita..MA ovviamente questo non è servito a nessuno. Sono mancanze che non si dimenticano quello che calpestano la dignità..sono mancanze che non posso più tollerare..Solo io devo prendermi il mio tempo per dimenticare ed iniziare tutto dall'inizio.
Vado via di qui, dalla sua casa, dalla sua vita e mi riprendo la mia..speranzosa in un futuro diverso..lo devo costruire..mi impegnerò ancora!
Un bacio Tiz
17/12/2007 14:23
 
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Cara Tiziana,
hai fatto benissimo. Lui voleva solo del tempo per manipolarti un po' di più. Il tempo gioca sempre a favore di chi lavora subdolamente sulla violenza psicologica.
Hai fatto benissimo ad andartene: ti ammiro.
Ti auguro di ritrovare presto la tua serenità, nel lavoro ma anche nella vita privata e sentimentale.
Ti auguro il meglio dalla vita.
Passa un buon Natale: senza rimorsi, guardandoti avanti con fiducia.
Un grosso abbraccio,
L.

10/05/2008 21:31
 
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endometriosi
E se la violenza si presentasse sotto forma di malattia cronica, dolorosa, invalidante ed i medici ti trattassero da isterica ed esaurita oppure peggio ignorassero quello che gli racconti? E se per avere una diagnosi precisa della malattia, dopo che ti hanno detto che sei stressata, stanca e che sei esagerata, si debbano attendere tra i 7 e 9 anni, possiamo definire anche questa una violenza? E se il tuo desiderio di diventare madre venga a trovarsi tragicamente, improvvisamente di fronte ad una malattia che invece ha lavorato in silenzio e ti ha occluso le tube, ha creato aderenze, sconvolto e distorto i tuoi organi riproduttivi e chi ti sta intorno ti consola con un “E’ la volontà di Dio”? E se per avere un figlio devi spendere tra i 10.000 ed i 20.000 euro andando in terra straniera perchè a casa tua hai una legge che violenta quotidianamente le donne (dicasi legge 40/2004)? E se in pochi anni subisci dai 2 ai 3 interventi in anestesia generale perchè la malattia si è riformata e magari il medico non ha operato in modo degno, si può definire violenza anche questa?
Questa violenza che colpisce circa 3 milioni di donne in età fertile in Italia ha un nome, ENDOMETRIOSI un nome che quando nella maggior parte dei casi lo pronunci ti dicono: Endo…che??
Ecco, questo sentirsi dire endo…che?, è la violenza più grande nonostante tu abbia già fatto decine di visite ginecologiche, decine di volte hai raccontato le tue sofferenze, decine di volte hai pianto e pregato che i dolori passassero, ma quell’endo che?, ti riporta sempre e soltanto a sentirti sola e con un grande senso di smarrimento.
La tua autostima, i tuoi rapporti sociali, la tua vita di coppia, il lavoro va a ramengo a causa sua, dell’endometriosi che si è intrufolata nella tua vita e si è fatta immediatamente viva con dolori al ciclo mestruale sempre più forti, dolori all’ovulazione che ti piegano in due, dolore ai rapporti sessuali che preghi solo che finisca in fretta e con un dolore lancinante nel cuore perchè ti hanno appena detto che a causa dell’ ENDOMETRIOSI, non potrai avere figli.
Però lei è violenta e tenera come nessun’altra malattia perchè con tutte noi si è comportata in modo diverso:c’è chi non ha quasi mai dolore, chi dopo un intervento di pulizia ottimale (quando trovi il chirurgo competente) è riuscita ad avere un bambino anche due e chi invece con terapia ormonale continua (estroprogestinici) riesce a condurre una buona qualità di vita.
C’è chi invece ha subito dei danni permanenti come una resezione intestinale, la perdita di un rene o lo strazio del vivere 6/8 mesi con un ano artificiale (il cosiddetto sacchetto); chi invece deve fare i conti con un danno chirurgico permanente come la vescica neurologica ovvero non sentire ed avere più la capacità di urinare spontaneamente e quindi doversi autocateterizzare. E questo senza che si possa rientrare in una categoria protetta per le esenzioni o per il lavoro…niente di niente!” L’ ENDOMETRIOSI di fatto non esiste e se ce l’hai ed in sala operatoria hanno sbagliato pazienza, ti tieni le infezioni batteriche e vai avanti e cerchi almeno di attivarti per aiutare altre donne.
Ci rivolgiamo a tutti coloro che leggeranno questo post: ritenete giusto che in Italia nel 2007, l’ENDOMETRIOSI (dopo quello che abbiamo raccontato, che è solo una piccola parte) non sia ancora stata riconosciuta malattia cronica? E che nonostante gli sforzi di tre parlamentari donne (Bianconi, Bianchi, Zanotti) e l’impegno delle associazioni di pazienti, non sia ancora stata approvata la legge che riconosca alle donne affette da endometriosi la possibilità di ottenere l’esenzione del ticket per le ingenti spese farmaceutiche sostenute? Le donne con endometriosi sintomatica sono circa il 65% del totale delle pazienti e purtroppo per chi lavora nel privato, ma anche nel pubblico, l’assentarsi per malattia almeno 3 giorni al mese o diverse settimane a causa degli interventi chirurgici, il rischio licenziamento o mobbing è dietro l’angolo.
L’ignoranza ed il silenzio complice di una parte della classe medica, fa si che le donne con ENDOMETRIOSI si ritrovino a doversi battere con un mostro che le divora all’interno e con i mass media che snobbano o relegano in quart’ultima pagina le notizie relative agli eventi organizzati dalle associazioni di pazienti. I mass media che dovrebbero fare su larga scala quanto noi stiamo cercando combattivamente di fare: INFORMARE PER PREVENIRE! PER UNA MALATTIA PER LA QUALE NON E’ POSSIBILE FARE PREVENZIONE, L’UNICO MODO DI ARGINARE I DANNI PROCURATI DALLA MALATTIA, E’ INFORMARE. Informare le ragazzine di 20 anni che non è NORMALE soffrire durante il ciclo, che non è normale fare l’amore ed avere dolore nel retto o sotto la pancia, che non è normale avere continuamente la cistite o il colon irritabile.
Una donna forte e coraggiosa ha voluto raccontare la sua vita con l’endometriosi, con le difficoltà legate alla fecondazione assistita ed il suo viaggio “della speranza” in Austria.
Una donna che sostiene ed è parte attiva dell’Associazione Progetto Endometriosi A.P.E. Onlus e che ha fatto della sua esperienza un libro dal titolo forte, ma significativo: “CANTO XXXV - INFERNO - DONNE AFFETTE DA ENDOMETRIOSI”. Il libro è uscito a fine novembre ed al momento è in fase di ristampa.
Veronica Prampolini, l’autrice, è una giovane donna di Reggio Emilia che con rabbia e caparbietà vuole, attraverso il suo libro, far puntare i riflettori su una malattia che coinvolge circa 3 milioni di giovani donne in Italia. Giovani donne che non possono esprimere al meglio ed in pieno la propria capacità lavorativa e personale.
Veronica ha anche creato un sito internet: www.donneaffettedaendometriosi.it
ed un blog blog.libero.it/librodade nel quale vengono raccolte le numerose testimonianze e ringraziamenti per il suo impegno.
A fianco di Veronica c’è l’ A.P.E. Onlus www.apeonlus.info associazione di pazienti a carattere nazionale con sede a Reggio Emilia che fa del fare informazione sulla malattia,la priorità assoluta.
A coloro che leggeranno chiediamo semplicemente che venga fatta informazione corretta ed esauriente e che non si sottovaluti il problema per l’ennesima volta! Siamo stufe di sentirci classificate come malate di serie “C”, le malattie non hanno codici e circa 3 milioni di giovani donne in Italia hanno diritto a ricevere attenzione ed ascolto.
Grazie!
Associazione Progetto Endometriosi Onlus
www.apeonlus.info
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